mercoledì 20 maggio 2009

Processo Mills, l'opposizione attacca - Berlusconi: "Riferirò in Parlamento"

Il premier: una sentenza scandalosa. Pd-Idv-Udc: «Rinunci al lodo Alfano»
ROMASilvio Berlusconi incassa e rilancia:
le motivazioni della sentenza del Tribunale di Milano sul caso Mills lo indicano come «corruttore», le opposizioni gli chiedono di rinunciare all’immunità garantita dal lodo Alfano, ma lui parla di «sentenza scandalosa» e annuncia: andrò in Parlamento a dire «cosa penso dei giudici». Al fianco del premier, compatta, si schiera la maggioranza parlamentare. Nelle aule di Camera e Senato si accende un polemico dibattito. Antonello Soro, presidente dei deputati del Pd, chiede al premier di tutelare «l’onore del nostro Paese e anche il suo rinunciando alla tutela del Lodo Alfano». Se non si farà processare resterà «un’ombra grave, di sospetto, di condanna possibile nei confronti di un uomo che rappresenta nel mondo tutti gli italiani». Reazioni dal Pdl: il deputato Giuseppe Consolo dice di «provare una pena profonda per quanto sta accadendo in quest’Aula». Il capogruppo Fabrizio Cicchitto accusa: «L’opposizione cavalca solo l’antiberlusconismo e ritorna all’uso politico della giustizia». Al Senato, dove il vicecapogruppo Pd Luigi Zanda ammonisce il premier a riferire «immediatamente» alle Camere, Lega e Pdl polemizzano con i giudici. Per Maurizio Gasparri (Pdl) «c’è chi fa campagna elettorale con i comizi, c’è chi la fa con la pubblicazione tempestiva delle sentenze», mentre il leghista Federico Bricolo commenta: la sentenza «va in qualche modo a delegittimare anche l’attività della magistratura». Spazza il terreno da ogni equivoco Niccolò Ghedini (Pdl), ascoltato consigliere giuridico del premier: Berlusconi non rinuncerà all’immunità, altrimenti «per un anno anzichè stare a governare dovrebbe stare in aula a difendersi». Antonio Di Pietro, leader dell’Idv, scrive sul suo sito che «Silvio Berlusconi deve dimettersi poiché non è degno di rappresentare lo Stato ed il popolo italiano». Dello stesso tenore («Berlusconi rinunci al lodo Alfano o si dimetta») i commenti dei partiti di sinistra, Pdci e Prc, mentre per Angelo Bonelli dei Verdi, con il lodo Alfano Berlusconi fa tornare l’Italia al «sistema feudale». Pier Ferdinando Casini apprezza, invece, l’intenzione di riferire alle Camere manifestata dal premier: «È un gesto di responsabilità istituzionale importante», dice il leader dell’Udc. Gelido invece Pier Luigi Bersani del Pd: «Se Berlusconi viene in Parlamento per propinarci il solito spot si risparmi pure il viaggio». In serata prende la parola dall’Aquila lo stesso Berlusconi: su di me, accusa, «sono state scritte cose inventate di sana pianta». Poi annuncia: «Alla Camera dirò quello che penso su certi giudici». La sentenza, a suo giudizio, è «semplicemente scandalosa, contraria alla realtà. Non c’è stato nessun versamento a Mills», dice. «Quando il processo riprenderà, non esito a dire che ci sarà un’assoluzione assoluta». Quanto agli effetti politici della sentenza, «dovrò certamente fare uno sforzo - spiega - per far passare la realtà sul piano internazionale. Il danno lo sapremo riparare, ma certamente c’è stato». Un danno che però, garantisce il premier, non tocca i sondaggi: «Non c’è stato nessuno scostamento nell’indice di gradimento eccezionale che gli italiani conferiscono al primo ministro che è del 74,8%. Era del 75,1% ma un meno 0,3 non significa nulla». A Franceschini non interessa: Berlusconi «venga in Parlamento, ma venga a dire: "io rinuncio ai privilegi del lodo Alfano e mi sottopongo a un giudizio come tutti i normali cittadini"». La sentenza «dimostra - aggiunge il leader del Pd - in modo purtroppo incontestabile il coinvolgimento del presidente del Consiglio e dimostra allo stesso modo che la legge Alfano è stata fatta apposta per sottrarlo al giudizio a cui sono sottoposti tutti gli italiani». «È un pò come se si fosse entrati nell’aula di un tribunale a staccare dal muro la scritta "la legge è uguale per tutti", la scritta che impone la nostra Costituzione. Penso che l’unico modo di riattaccare quel cartello sia che Berlusconi venga in Parlamento a dire «rinuncio ai privilegi del Lodo Alfano».
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200905articoli/43882girata.asp

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