lunedì 3 agosto 2009

Giovanni Fava - Per non dimenticare.

24 anni fa usciva l'articolo –che segue– dello scrittore e giornalista catanese Giuseppe Fava, pubblicato sul primo numero della rivista I Siciliani (gennaio 1983). Rivista fondata dallo stesso Fava dopo collaborazioni ed esperienze in diverse testate regionali e periodici nazionali, tra cui la direzione della Gazzetta del Sud, da cui fu licenziato per le sue inchieste e prese di posizione, come l’opposizione all’installazione dei missili Cruise a Comiso. «Non dimentichi che il nostro quotidiano si muove nell’ambito del Patto Atlantico», fu l’ammonimento degli editori di allora.
Il 5 gennaio 1984 il giornalista viene assassinato a Catania, dopo che potentati locali economici e politici avevano ripetutamente provato a comprarsi lui e la testata. Nel 1994 il pluricomicida Maurizio Avola, nipote del boss mafioso catanese Nitto Santapaola, confessa di aver partecipato al delitto ordinato da suo zio. Lo scritto va indubbiamente collocato nel contesto storico di quegli anni, segnato tra le altre cose da un sistema bancario in grandissima parte statale e da un mondo politico in cui Michele Sindona (morto in carcere il 20 marzo 1986) e Carlo Alberto Dalla Chiesa (ucciso a Palermo il 3 settembre 1982. Personaggio su cui, per chiarezza rispetto al quadro tracciato da Fava, avremmo più di un rilievo da fare) sono argomenti di attualità e le uccisioni di mafia –tra la fine degli anni Settanta e gli inizi degli anni Ottanta– la normalità.
Il tempo trascorso non toglie però valore a certe osservazioni, da cui ripartire per la comprensione del fenomeno mafia e dunque dei rapporti sociali –in particolare dell’articolazione delle classi (semi)dominanti– in Sicilia e nel Sud Italia.


L'articolo è sul link:
http://www.rivistaindipendenza.org/Teoria%20nazionalitaria/I%20quattro%20cavalieri%20dell'apocalisse%20mafiosa.htm

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