martedì 17 novembre 2009

E ora passano alle vie di fatto - Furio Colombo

Se vi capita di svegliarvi verso le quattro o
le cinque del mattino, mentre vi voltate
nel letto in cerca di un po’più di sonno,
pensate che quella è l’ora dei campi nomadi.
A quell’ora centinaia di agenti della polizia
di Stato, carabinieri,guardie forestali, militari
in tenuta da Afghanistan sono impegnati
a smantellare i campi nomadi. Vuol dire sfondare
porte, svegliare famiglie di soprassalto,
terrorizzare bambini, svuotare casupole, distruggere
baracche, rastrellare gli abitanti a
volte per trasferirli, a volte per disperderli nelle
boscaglie o negli squallidi quartieri vicini,
dove si nascondono, come in una guerra.
Questa, infatti, è la guerra degli italiani ai rom,
60 milioni di italiani contro 170 milarom per
metà donne, per metà bambini, per metà cittadini
italiani. Si chiama trasferimento nei
campi attrezzati. Vuol dire: ruspe nel primo
campo disumano; trasferimento in un secondo
campo disumano, lontano, nel cemento, a
filo di un autostrada.
Le operazioni sono guidate dal prefetto Pecoraro,
che è a capo di un quartier generale
detto “emergenze rom”. Non c’è alcuna
emergenza rom, naturalmente; niente a che
fare con la camorra. Ma, attenzione: il prefetto
Pecoraro sta scrupolosamente eseguendo
ordini. Gli ordini sono politici. È la nuova Italia
di Berlusconi-Bossi-Maroni, in cui si aggrediscono
dovunque i deboli.
Ma la persecuzione degli zingari (specialmente
dei bambini zingari) continua. Scrive Repubblica
(11 novembre): “I piccoli rom del
comune di Roma che non conoscono l’italia -
no lo impareranno nel loro campo di appartenenza
e solo dopo potranno andare a scuola”.
Nel ridicolo linguaggio da fureria comunale,
il progetto persecutorio è chiaro: apartheid.
E’ vietato ai bambini rom l’accesso alla
scuola perché non sanno l’italiano. È vietato
ai bambini rom di imparare l’italiano, perché
non vanno a scuola. Firmato Gianni Alemanno,
sindaco di Roma.Ma niente è ragionevole
(che non vuol dire buono, ma solo pragmatico
e utile) in una infezione di cattivismo che
dilaga, porta vendetta e vendetta della vendetta.
Per esempio Alba Adriatica. Muore un uomo
in una rissa come in tante tragiche risse italiane.
Ma questa volta il colpevole è un rom.
Dunque distruzione delle case e delle auto
rom, dunque tentativo di linciaggio. Le alternative,
per gli zingari fuggitivi, sono: fame,
schiavitù, arresto, espulsione.
È l’Italia del tardo berlusconismo. Dopo molti
annunci perversi, ora questa tetra Italia passa
alle vie di fatto.

Da "il fatto quotidiano" del 15.11.09.

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