giovedì 26 novembre 2009

La politica in Italia.

Quando i partiti si preparano ad affrontare le elezioni, si chiedono su quanti voti possono contare per risultare vincitori.

Naturalmente per ottenere il maggior numero di voti e vincere le elezioni, debbono poter fare affidamento su personaggi che hanno nel loro palmares un buon numero consensi.

Quali possono essere i personaggi dotati di una buona fetta di fans?
In genere personaggi famosi o politici già affermati.

Il fatto che abbiano o meno una buona ed adeguata preparazione in materia di amministrazione della cosa pubblica o delle leggi o della Costituzione non ha molta importanza, perchè questa conoscenza si può acquisire in un secondo tempo, sempre che si voglia.

L'importante è che abbiano nel loro palmares una buona fetta di fans e, quindi, di possibili elettori.

Così ci ritroviamo al governo una Carfagna, ex valletta tv, ministro delle pari opportunità,
- Alfano, avvocato di Berlusconi e referente di una buona fetta della Sicilia che conta, guardasigilli (quelli del premier, naturalmente),
- un Cuffaro, già condannato in prima istanza a cinque anni per associazione esterna alla mafia,
- si candida, infine, a governatore della regione Campania, un Cosentino indagato per associazione esterna alla camorra.

In buona sostanza, non conta cosa sappiano fare, quali attitudini possano vantare, quale sia il loro bagaglio culturale e morale, ma di quanti voti possano disporre.

La nostra politica, così com'è congegnata è una politica malata, non è politica, è un'appropriazione indebita della cosa pubblica finalizzata all'arraffamento di tutto ciò che è arraffabile
.




Spieghiamo a Sallusti, condirettore de "il Giornale", cosa c'entra Dell'Utri con Berlusconi.

Il pentito Spatuzza afferma "Schifani incontrò Graviano"

Palermo - In un'informativa della Dia, depositata al processo d'appello contro il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri, il pentito Gaspare Spatuzza ricorda un episodio dei primissimi anni '90, sostenendo di avere visto l'attuale presidente del Senato, Renato Schifani, incontrare il boss Filippo Graviano. La vicenda si riferirebbe al periodo in cui Schifani esercitava la professione di avvocato civilista e amministrativista e Graviano non era ancora latitante. Schifani assisteva civilmente Giuseppe Cosenza, indiziato per mafia e poi sottoposto al sequestro e alla confisca dei beni (divenuti definitivi nel 1992) e alla sorveglianza speciale per tre anni.

Nella propria informativa del 26 ottobre scorso, la Dia di Firenze ricostruisce che gli incontri si sarebbero svolti nella sede della Valtras, appartenente a Cosenza. Gli agenti si sono limitati a verificare che Cosenza era titolare della ditta e che è pregiudicato, oltre a indicarlo come «notoriamente collegato ai fratelli Graviano». Di lui avevano parlato numerosi collaboratori di giustizia, ma non è mai stato condannato per mafia o omicidi. Manca invece la verifica sul difensore nei procedimenti civili e di fronte alle misure di prevenzione.

«Ho cercato nella mia memoria - dice Spatuzza - di collocare i rapporti di Graviano Filippo su Milano. In proposito preciso che Filippo Graviano utilizzava talvolta l'azienda Valtras, dove lavoravo, come luogo di incontri. Accanto a questa c'era un capannone di cucine componibili di Pippo Cosenza, dove pure si svolgevano incontri, dove ricordo avere visto più volte la persona che poi mi è stata indicata essere l'avvocato del Cosenza (Schifani ndr)».

«Preciso - dichiara ancora il pentito - che in queste circostanze questa persona contattava sia il Cosenza che il Filippo Graviano in incontri congiunti. La cosa mi fu confermata dal Graviano Filippo a Tolmezzo, allorquando, commentando questi incontri, Graviano Filippo mi diceva che l'avvocato del Cosenza, che anch'io avevo visto a colloquio con lui, era in effetti l'attuale presidente del Senato Renato Schifani. Preciso che anch'io, avendo in seguito visto Schifani su giornali ed in televisione, l'ho riconosciuto». Spatuzza sottolinea infine che Cosenza «è persona vicina ai Graviano, con i quali aveva fatto dei quartieri a Borgo Vecchio, ben conosciuta anche da Drago Giovanni (pure lui pentito, ndr)».

La replica di Schifani. «Non ho mai avuto rapporti con Filippo Graviano e non l'ho mai assistito professionalmente. Questa è la verità. Sia chiaro: denuncerò in sede giudiziaria, con determinazione e fermezza, chiunque, come il signor Spatuzza, intende infangare la mia dignità professionale, politica e umana, con calunnie e insinuazioni inaccettabili. Sono indignato e addolorato. Ho sempre fatto della lotta alla mafia e della difesa della legalità i valori fondanti della mia vita e della mia professione. I valori di un uomo onesto». Così replica Schifani alle affermazioni fatte dal pentito Spatuzza.
(25 novembre 2009)

http://palermo.repubblica.it/dettaglio/Pentito-Spatuzza:-Schifani-incontro-Graviano/1788906?ref=rephp

Pensa anche lui, come Cosentino, di passarla liscia?
Solo perchè loro sono dalla parte dei capimandamento e i pentiti no?