giovedì 25 febbraio 2010

Condanna Mills al vaglio Cassazione, attesa per Berlusconi

25 febbraio 2010
Roma.
Approda oggi alla Corte di Cassazione il processo all'avvocato inglese David Mills, condannato in due gradi di giudizio per corruzione...


...in atti giudiziari a quattro anni e mezzo di reclusione.
C'è molta attesa per la sentenza che pronuncerà la Corte a sezioni unite, soprattutto per le conseguenze che avrà sulla posizione del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, imputato per la medesima vicenda in un processo stralcio.

Gli avvocati di Mills hanno presentato ricorso in Cassazione puntando all'annullamento della sentenza di appello per intervenuta prescrizione, con una ricaduta per il processo a Berlusconi, ancora in primo grado, che è imputato dello stesso identico reato -- se Mills è il presunto corrotto, il premier è il presunto corruttore.

La Cassazione ascolterà nell'aula magna del "Palazzaccio" romano prima le tesi della procura generale, poi quelle dei difensori di Mills e dell'Avvocatura dello Stato, in rappresentanza della presidenza del Consiglio, costituitasi parte civile.

L'avvocato d'affari è stato condannato sia dal Tribunale che dalla Corte di Appello di Milano per non aver rivelato nella veste di testimone (qualifica che impone di dire il vero e non tacere nulla di quel che si sa) in due processi del '97 (All Iberian e Tangenti alla Guardia di Finanza) le informazioni su due società off-shore che per l'accusa sarebbero state usate da Mediaset per creare fondi neri, dietro il compenso di 600.000 dollari che secondo la procura gli sarebbero stati riconosciuti da Berlusconi attraverso lo scomparso manager Fininvest Carlo Bernasconi.

Mills dopo una prima ammissione in indagini preliminari, ha negato ogni addebito. Berlusconi e Mediaset hanno sempre respinto tutte le accuse.

Al centro del ricorso degli avvocati di Mills ci sono due questioni: la qualificazione del reato e la definizione del momento in cui si deve considerare consumato il reato di corruzione giudiziaria.

Sul primo punto, la Corte di Appello di Milano ha qualificato il reato come corruzione giudiziaria "susseguente", con il pagamento successivo alla testimonianza reticente. La difesa di Mills ha eccepito che la Cassazione ha dato in passato valutazioni diverse di questo reato, e sostiene che, visto che il reato si è consumato assai dopo la testimonianza nei processi, il reato si debba derubricare in corruzione semplice. La differenza è sostanziale per Mills (e per Berlusconi); se fosse corruzione semplice e non in atti giudiziari, il reato sarebbe già prescritto e l'imputato dovrebbe essere prosciolto.

Sul secondo punto, quello della datazione del reato, i giudici milanesi hanno detto che il reato contestato a Mills è stato consumato nel febbraio del 2000, quando avrebbe ricevuto il denaro, e non al momento della comunicazione né a quello della disposizione di pagamento. In questo caso il processo è "vivo" e la prescrizione scatterebbe solo nell'aprile di quest'anno.

Gli avvocati sostengono invece che il reato è tale se consumato al momento della comunicazione del pagamento, che nel caso di Mills risalirebbe al novembre 1999; ancora una volta, l'effetto della "retrodatazione" del reato è l'avvenuta prescrizione.

Se i giudici di Cassazione confermeranno la sentenza di appello, la condanna di Mills diventerebbe definitiva. La pronuncia della Suprema corte è attesa entro sera.


Reuters



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