lunedì 10 maggio 2010

Gugliotta: «Sono in carcere da cinque giorni e non so perché»

Il ragazzo arrestato la sera di Roma-Inter ha incontrato una delegazione di politici: un video mostra il pestaggio da parte degli agenti. Il pm: li identificheremo

ROMA - «Sono in carcere da cinque giorni e non so perché». Parla dal carcere di Regina Coeli Stefano Gugliotta, il ragazzo di 25 anni che sarebbe stato picchiato dalla polizia lo scorso 5 maggio in una zona vicina allo stadio Olimpico di Roma, dove si svolgeva la partita di Coppa Italia Roma-Inter. «Non capisco perché sono qui, allo stadio non c'ero», ha raccontato il giovane al senatore dell'Idv Pedica che lo ha visitato nella medicheria di Regina Coeli. Poco prima una delegazione di Radicali era stata nel carcere romano per parlare con gli arrestati di quella sera. Il questore di Roma Giuseppe Caruso assicura: accerteremo tutto le responsabilità. E il pm Francesco Polino della Procura di Roma ha fatto sapere che procederà a breve all’identificazione e alle audizioni degli agenti che compaiono nel video che riguarda Stefano Gugliotta. Al momento all’attenzione del magistrato c’è il filmato con il presunto pestaggio del ragazzo da parte di agenti dei poliziotti. Dopo la convalida del fermo per resistenza a pubblico ufficiale di Gugliotta, avvenuta nei giorni scorsi, il pm Polino sta ricostruendo quanto avvenuto. Gli accertamenti, allo stato - si spiega a piazzale Clodio - vengono svolti nell’ambito del fascicolo processuale avviato per gli incidenti avvenuti al termine della finale di Coppa Italia.

Il senatore Idv Stefano Pedica esce da Regina Coeli (Ansa)
Il senatore Idv Stefano Pedica esce da Regina Coeli (Ansa)

LA VISITA - All'uscita di Regina Coeli il senatore Pedica ha raccontato di aver visto Gugliotta su un lettino: «Il ragazzo presenta evidenti tumefazioni provocate da manganellate, alla schiena, a un'anca e a una coscia, ferite al naso e alla testa. Sono necessarie analisi più approfondite», sostiene l'esponente dell'Idv «Mi risulta che non sia stato ancora sottoposto a lastre alla colonna vertebrale. Mi è apparso in stato confusionale, continua a dire di non capire perchè da 5 giorni si trova in carcere, non riesce a dormire». Secondo Pedica il racconto del ragazzo è plausibile e dunque è urgente la sua immediata scarcerazione: «Il ragazzo è incensurato, non mai commesso atti di vandalismo di nessun genere e il massimo che ha fatto è stato prendere qualche multa in motorino». Gugliotta, racconta Pedica, ammette una sola colpa: «Non aveva il casco: "Ho sbagliato", mi ha detto "ma andavo vicino in un pub vicino a casa, ho perso motorino per fare pochi metri e non l'ho messo"». Pedica: «Mi meraviglia che si stia in carcere senza apparente motivo, solo per aver reagito a una manganellata, la sua fortuna è stata quella che qualcuno ha filmato, e quel qualcuno è il figlio di una donna avvocato, e per questo la storia è uscita». Pedica racconta che in medicheria ha incontrato un altro ragazzo arrestato quella sera fuori dallo stato «in questo caso il filmato non c'è e non sappiamo nulla di più». Non solo. A Gugliotta, racconta ancora Pedica, «avrebbero chiesto di firmare un foglio "con una X già sbarrata", dove si leggeva che avrebbe rifiutato visite mediche supplementari, ma lui si è opposto. Solo dopo ha potuto firmare un foglio con le caselle ancora vuote».

LA QUESTURA - In un comunicato, la Questura di Roma fa sapere che «in ordine all'operato delle forze dell'ordine al termine di Inter-Roma la Questura di roma procederà a verificare con scrupolo e massima trasparenza l'esatta dinamica degli eventi, non potendosi tollerare eccessi ed abusi che, qualora commessi, saranno oltre che penalmente perseguiti, anche disciplinarmente sanzionati. trattandosi di fatti per i quali pende un procedimento penale, è necessario attendere le valutazioni dell'autorità giudiziaria, dovrà innanzitutto verificare la legittimità dell'operato degli agenti in relazione alla loro condotta durante e dopo gli scontri».

LA DELEGAZIONE RADICALE - Oltre a Pedica, anche altri deputati si sono recati in carcere per verificare le condizioni di Stefano Gugliotta. A Regina Coeli si è recata per una visita ispettiva una delegazione radicale composta dalla deputata Elisabetta Zamparutti, dal segretario dei Radicali Italiani Mario Staderini, dal segretario dell'associazione «Nessuno Tocchi Caino», Sergio D’Elia.

PESTAGGIO IN VIDEO - L’ispezione, affermano i Radicali, e’ stata dettata da quanto appreso dai Radicali stessi sugli arresti che hanno seguito la finale di Coppa Italia tra Roma e Inter. Monta la polemica, intanto, sulla vicenda di Gugliotta, vittima del presunto pestaggio da parte della polizia che sarebbe stato ripreso da un video girato da un testimone. La famiglia del giovane chiede la scarcerazione del ragazzo che avrebbe riportato ferite per le percosse ricevute: il padre, visitandolo in carcere, avrebbe notato un dente rotto e ferite alla testa.

IL CASO IN PARLAMENTO - Il caso arriva anche in Parlamento, con una interrogazione urgente presentata dal Pd al ministro dell'Interno Maroni per sapere se davvero il giovane romano sia stato «colpito a freddo da agenti di polizia in tenuta anti sommossa in una zona nei pressi dello stadio Olimpico». Lo annuncia Emanuele Fiano, responsabile sicurezza dei democratici: «Chiediamo al ministro Maroni di sapere esattamente che cosa sia successo a Stefano Gugliotta, in carcere a Roma dal 5 maggio».

LA DIFESA - Il difensore di Gugliotta, l’avvocato Cesare Piraino ha depositato lunedì mattina una memoria all’attenzione degli inquirenti. Tra le carte anche un secondo video e dichiarazioni rese da testimoni. Il penalista, dopo aver incontrato il suo assistito nel carcere di Regina Coeli, ha spiegato che Gugliotta è «psicologicamente molto provato e dolorante in varie parti del corpo». L’avvocato di Gugliotta ha presentato ricorso avverso la misura cautelare in atto sia al riesame che al gip Aldo Morgigni.

LA MADRE - «Stefano è molto agitato. L'ho visto stamattina e non sta meglio di venerdì sera. Non riesce a capacitarsi di quello che gli è successo». Anche la madre di Stefano Gugliotta, ha visitato il figlio in carcere. «Gli agenti - spiega la donna con un filo di voce perchè non dorme da venerdì sera - avevano la possibilità di identificarlo con tutta calma ma così non è stato. Meno male che ci sono tanti testimoni». E aggiunge: «A prescindere dal fatto che uno possa essere un delinquente o meno, non si tratta così una persona».

Rinaldo Frignani
10 maggio 2010

http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/10_maggio_10/carcere-radicali-ragazzo-menato-1602990708418.shtml

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