venerdì 21 maggio 2010

Il Papa: ''Servono politici cristiani, il relativismo mina la democrazia''


Le ingerenze della chiesa diventano sempre più pressanti, anche il Papa non conosce o disconosce il 3° articolo della Costituzione italiana che recita e sancisce:

"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti

alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di

religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali."


Città del Vaticano - (Adnkronos/Ign) - Lo ha detto Benedetto XVI ricevendo in udienza i partecipanti alla XXIV Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici. ''Bisogna recuperare e rinvigorire un'autentica sapienza politica affrontare la realtà in tutti i suoi aspetti, andando oltre ogni riduzionismo ideologico o pretesa utopica''. Un ruolo che spetta ai laici ma la Chiesa deve ''dare il suo giudizio morale''. ''Intelligenza umana dono di Dio''. Sì dei vescovi alla vita artificiale

Città del Vaticano, 21 mag. - (Adnkronos/Ign) - ''C'è bisogno di politici autenticamente cristiani, ma prima ancora di fedeli laici che siano testimoni di Cristo e del Vangelo nella comunità civile e politica''. Lo ha detto il Papa Benedetto XVI ricevendo in udienza nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, i partecipanti alla XXIV Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici, in corso a Roma fino a domani sul tema: 'Testimoni di Cristo nella comunità politica'.

''Il diffondersi di un confuso relativismo culturale e di un individualismo utilitaristico ed edonista indebolisce la democrazia e favorisce il dominio dei poteri forti''.

Per questo, sottolinea il Pontefice, ''bisogna recuperare e rinvigorire un'autentica sapienza politica; essere esigenti in ciò che riguarda la propria competenza; servirsi criticamente delle indagini delle scienze umane; affrontare la realtà in tutti i suoi aspetti, andando oltre ogni riduzionismo ideologico o pretesa utopica - ha affermato - mostrarsi aperti ad ogni vero dialogo e collaborazione, tenendo presente che la politica è anche una complessa arte di equilibrio tra ideali e interessi, ma senza mai dimenticare che il contributo dei cristiani e' decisivo solo se l'intelligenza della fede diventa intelligenza della realta', chiave di giudizio e di trasformazione. E' necessaria una vera 'rivoluzione dell'amore'''.

''Riprendendo l'espressione dei miei Predecessori, posso anch'io affermare che la politica è un ambito molto importante dell'esercizio della carità - ha aggiunto - Essa richiama i cristiani a un forte impegno per la cittadinanza, per la costruzione di una vita buona nelle nazioni, come pure ad una presenza efficace nelle sedi e nei programmi della comunità internazionale''.

''I cristiani - ha sottolineato ancora Benedetto XVI - non cercano l'egemonia politica o culturale, ma, ovunque si impegnano, sono mossi dalla certezza che Cristo è la pietra angolare di ogni costruzione umana. Compete ancora ai fedeli laici partecipare attivamente alla vita politica, in modo sempre coerente con gli insegnamenti della Chiesa, condividendo ragioni ben fondate e grandi ideali nella dialettica democratica e nella ricerca di un largo consenso con tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita e della libertà, la custodia della verità e del bene della famiglia, la solidarietà con i bisognosi e la ricerca necessaria del bene comune'', ha aggiunto.

Quanto al ruolo della Chiesa, il Santo padre ha ricordato che rientra tra le sue missioni ''dare il suo giudizio morale anche su cose che riguardano l'ordine politico quando ciò sia richiesto dai diritti fondamentali della persona e dalla salvezza delle anime… utilizzando tutti e solo quei mezzi che sono conformi al Vangelo e al bene di tutti, secondo la diversità dei tempi e delle situazioni''.



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