mercoledì 12 maggio 2010

L’UOMO GIUSTO - Stazione MIR - Federico D'Orazio


Lui, dice che era tutto già deciso dal settembre 2009.

Dice che quindi, gli scandali che hanno colpito Bertolaso, nulla c’entrano con il suo arrivo in Protezione Civile, e col suo futuro avvicendamento al vertice del Dipartimento. E nulla c’entrano quindi le indagini per ipotesi di corruzione, omicidio colposo, né tantomeno le Moniche e Francesche del Salaria Sport Village che da qualche mese a questa parte hanno un po’ imbrattato i fregi dell’eroe nazionale Guido Bertolaso.

Lui, difatti, è Franco Gabrielli. E non c’entra nulla.

Men che meno con Bertolaso, medico da tempo immemore destinato a portare la sua opera nel continente nero, trattenuto per la giacchetta da Governi di ogni colore sul suolo patrio. Perché una gemma del suo calibro non può e non deve essere solo ciò per cui ha titolo d’occuparsi: ovvero, medico specialista in malattie tropicali.

Nell’ineluttabilità della dipartita del Bertolaso, gli ingranaggi che regolano questo gioco delle tre carte, vedono occupare la poltrona di Capo Dipartimento dal personaggio davvero giusto; Franco Gabrielli, appunto. Già Prefetto dell’Aquila, già capo del SISDE, già poliziotto.

Nel suo cursus honorum aquilano lo si ricorda per essersi saputo mostrare, da capace conoscitore di “movimenti eversivi”, come ci ricorda l’articolo de “Il Centro” di oggi, accondiscendente con chi ricopriva appieno il clichet del terremotato forte, gentile e disorientato… e duro, irreprensibile, sprezzante offensivo e repressivo, verso coloro i quali, semplicemente, avevano qualcosa in più da obiettare, pur essendo anch’essi, terremotati.

Lo ricordo aver definito “minoranza prepotente” gli aquilani in carriola anche il giorno delle elezioni amministrative aquilane, rei d’aver praticato una manifestazione a suo dire politica durante il silenzio elettorale. Peccato che, ammesso e non concesso che di manifestazione politica si trattasse, i suoi fidi emissari abbiano saputo con precisione chirurgica chi colpire (amministrativamente) al punto che nel novero delle decine di partecipanti alla “prepotente” manifestazione, ne siano stati poi denunciati solo tre, e tutti riconducibili a vario titolo all’attività politica, pur non essendo in quell’occasione candidati ad alcunché, né mi risulta iscritti a partito alcuno.

“Cialtroni”, disse che eravamo noi in carriola. Noi contestatori di messaggi a contenuto propagandistico che senza alcuna vergogna Berlusconi e Schifani hanno fatto leggere sotto il nostro tendone la notte del 6 Aprile 2010, mentre tutti ci aspettavamo un momento di decente silenzio.

Silenzio anche da chi quella notte, per casuale fortuna, non era in sede. Ma così non fu.

Da parte mia non nutro dubbi che la sua nomina venga da un percorso iniziato da lontano. E sulla quale a lungo si sia lavorato. Per meritarsela, sia chiaro. E senza dubbio l’avrà meritata il nostro già ex-Prefetto “querela facile” Franco Gabrielli.

L’ha meritata sul campo. Dimostrando di saper arginare i pericoli di un “territorio difficile”, come egli stesso ricorda al suo ancora ignoto successore. Sembra quasi voglia avvertirlo che, di chiunque si tratterà, questi avrà del filo da torcere; parla infatti di necessità di un “rappresentante del Governo all’altezza” del compito che gli si prospetta.

A L’Aquila, s’è capito, c’è resistenza a farsi piegare.

Quando anche Gabrielli avrà a disposizione i mezzi delle decretazioni d’urgenza, prerogative di un capo Dipartimento della Protezione Civile, avremo finalmente elementi per un giudizio realistico.

Sapremo perché a proteggere una popolazione da rischi Idrogeologici, sismici, vulcanici debba esserci non un ingegnere. Non un medico, seppur tropicalista. Ma un poliziotto di carriera.

Quello sì, che è l’uomo giusto.

http://stazionemir.wordpress.com/2010/05/12/luomo-giusto/#comment-720


2 commenti:

  1. INSOMMA, NELL'ERA BERLUSCONIANA L'UOMO GIUSTO AL POSTO GIUSTO!

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  2. Lui i suoi collabratori li sceglie accuratamente.
    I requisiti richiesti sono: abnegazione assoluta alla sua volontà, strafottenza, menefreghismo e sete di potere.

    Una buona giornata, Luigi.

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