mercoledì 21 luglio 2010

“Il sistema di B. è in tilt: gli conviene sfilarsi”. - Silvia Truzzi



Secondo Alexander Stille, docente di Giornalismo alla Columbia University, gli scandali che stanno coinvolgendo il governo sono palesi anche agli elettori del Pdl.

Molti sentono puzza di basso impero. È l’odore che hanno l’impasse politico, la corruzione, i tentativi di strappo ai principi democratici. Fine di un’era? Risponde Alexander Stille, docente di Giornalismo alla Columbia University ed editorialista di Repubblica.

Capolinea Berlusconi?

Non credo che come individuo sia finito, rimane una figura potentissima. Ha assorbito scandali che avrebbero travolto qualsiasi leader politico del mondo. È ancora l’uomo più ricco del Paese: continuerà a influenzare la politica”.

E il berlusconismo?

Forse quel modo di fare politica, personalista e fondato sulla corte, è andato in tilt. E si è rivelato agli occhi dei cittadini per quello che è: un fallimento totale”.

La gente non pensa più che il Cavaliere trasformi il piombo in oro?

“È uomo d’immagine e s’interessa troppo poco della gestione reale dell’Italia. È convinto di saper fare meglio di tutti ed è incapace di pensare un modo di guidare il Paese diverso da quello incentrato su di sé. Questo comporta che l’esecutivo sia formato da suoi amici e cortigiani”.

Alcuni di loro sono compromessi.

“Una gestione personalizzata inevitabilmente si trasforma in governo clientelare. Lo scandalo della Protezione civile è emblematico del berlusconismo: un grande capo che agisce senza controlli. E poi ci sono i privilegi, impropri se non illegali, le cricche. Il sistema è questo, un sistema in bancarotta. Lo dimostra anche lo scandalo dell’eolico. Lo stesso meccanismo: gli amici di B. che fanno affari con Carboni. Forse ci sono tangenti, forse no. Però è il comitato d’affari. Quindi il famoso ‘governo del fare’ si riduce per forza alla gestione clientelare. Non si può governare alla Berlusconi senza scendere nella corruzione. Anche perché il premier cerca sempre di agire senza controlli. Ed è un signore che serve interessi suoi e se ne frega di tutto il resto. Ora questo è palese, anche agli occhi di molti che l’hanno votato”.

E il Pdl ha perso elettori alle ultime Regionali.

“Certo, anche dentro il centrodestra ora c’è una maggior cautela. Fini, ma anche la Lega che in questi giorni sta dicendo: ‘Siamo un partito senza inquisiti’. Distanze, no?”.

Qualcuno vede già Tremonti al posto di Berlusconi. Lei?

“Non dimentichiamo che Tremonti ha fatto i condoni edilizi e lo scudo fiscale. Anche questo fa parte del berlusconismo”.

La domanda era: è uno scenario plausibile?

“In un certo senso per il presidente del Consiglio sarebbe auspicabile: credo che si sottrarrebbe volentieri alle sue responsabilità”.

Molta responsabilità, molta immunità…

“Le persone potenti in Italia non pagano mai. Berlusconi non andrà mai in galera, qualunque cosa faccia. La sua vicenda non finirà per via giudiziaria. La sinistra scioccamente non ha mai sottolineato il disastro finanziario in cui il premier ha trascinato l’Italia. Crescita zero, un anno dopo l’altro dal 2001 al 2006″.

A proposito di sinistra: perché non combattono la maggioranza come succede dappertutto?

“D’Alema e i suoi hanno pensato di poter trattare con Berlusconi. E si sono fatti fregare una volta dopo l’altra, dalla Bicamerale alla legge Maccanico”.

Berlusconi non è il tipo di politico con cui per definizione non bisognerebbe trattare?

“Ovviamente. Ma la sinistra ha sottovalutato il conflitto d’interessi, dovevano fare una legge per stabilire un’Italia delle regole. Invece, anche nella Bicamerale, la giustizia fu trattata come merce di scambio. Grande errore: la sinistra avrebbe dovuto rappresentare un modo di fare politica diverso dai compromessi”.

Infatti: il Pd ha avuto un forte calo di consensi. Perdono voti tutti e due. Poco fisiologico in un sistema maggioritario?

“Non mi stupisce: pensiamo all’indulto per salvare Previti, o alla scelta di una figura molto chiacchierata, mi riferisco a Mastella, come ministro della Giustizia. Cosa dice ai suoi elettori? Non certo: ‘Noi siamo diversi’”.

La situazione politica è bloccata, mentre attorno alla politica c’è un grande fermento giudiziario.

“Bisogna provare a fare un governo senza Berlusconi e senza gli uomini di Berlusconi”.

Almeno per fare la nuova legge elettorale?

“Certo. E la sinistra deve riprendere terreno, invece di avere paura dei propri elettori”.

Da
Il Fatto Quotidiano del 21 luglio 2010



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