domenica 5 settembre 2010

Sono riusciti a cambiarci, ci son riusciti, lo sai. - Alessandro Gilioli.



Ho visto in giro un podi video su quello che è successo a Torino.

Chi passa ogni tanto di di qui lo sa, io da sempre sono convinto che le idee sbagliate si combattano con le idee giuste, non con il rumore delle vuvuzele. Almeno, nel mondo in cui vorrei vivere.

Ma aldilà della già discussa questione di base (dove finisce la libertà di espressione di un Dell’Utri e di uno Schifani, e dove inizia la libertà di contestazione di chi desidera contestarli?) a me sembra che quello che sta succedendo adesso (appunto, l’altro giorno Dell’Utri, oggi Schifani e domani chissà) meriti un po’ di memoria su quello che è successo in questo benedetto paese negli ultimi anni.

Sì, perché i festival dell’Unità – oggi del Pd – sono come si sa il cascame di un’epoca in cui, più o meno, i partiti contrapposti si riconoscevano in un’unica Carta costituzionale e in una democrazia parlamentare rappresentativa. Quelli che non facevano parte del cosiddetto ‘arco costituzionale’ erano pochissimi: i missini da una parte e la sinistra extraparlamentare dall’altra. Infatti né i missini né quelli di Lotta Continua venivano invitati ai dibattiti nelle feste dell’Unità.

Non so se mi spiego: c’era, dal Pli al Pci, passando per tutti i partiti che stavano in mezzo, l’idea che la guerra civile fosse alle spalle da venti o trent’anni e che quindi ci si potesse confrontare riconoscendosi in regole democratiche condivise.

A un certo punto tutto questo è saltato.

Perché il potere politico e la gran parte di quello mediatico sono stati ingoiati da un avido gruppo di interessi a cui della Costituzione non fregava proprio nulla. Anzi, cercava (cerca) di liberarsene, se ne fa beffe e produce leggi dello Stato sapendo benissimo che sono incostituzionali, ma intanto salvano la ghirba al capo. Un gruppo di interessi che se ha un avversario non lo invita alle sue feste: lo consegna ai dossieratori di Feltri, lo fa pedinare dalle telecamere delle sue tivù, lo fa seguire dalle sue barbe finte a pagamento. Un gruppo di interessi che se perde le elezioni non riconosce la vittoria dell’avversario. Un gruppo di interessi che perfino i suoi ex alleati definiscono «rancido, servile e popolato di scagnozzi» al soldo del capo.

In questo contesto, sono saltate le regole di civiltà e di confronto: era inevitabile, e le hanno fatte saltare loro.

Mi piace questo? No, mi fa schifo. Al contrario di Beppe Grillo, io non gioisco affatto per quello che è accaduto a Milano. Perché con Grillo stasera stanno festeggiando anche Feltri, Schifani, Previti, Dell’Utri e sicuramente lo stesso Boss che li stipendia.

E perché – di nuovo – voglio vivere in una democrazia dove ci sono due o più schieramenti civili che sanno darsela di santa ragione con le idee, non con i dossier della maggioranza a cui si contrappongono le vuvuzele dell’opposizione.

Ma pare che questo oggi in Italia non sia più possibile.

A questo ci hanno ridotto quindici anni di berlusconismo. E sarà il caso di ricordarcelo e di ricordarlo, quando stasera le tivù – tutte – e domani i giornali – quasi tutti – ci offriranno un tripudio di “condanne”, “sdegni” ed “esecrazioni” per quello che è successo a Torino, senza provare nemmeno un secondo a raccontarci come sono riusciti – loro – ad arrivare a questo.

http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2010/09/04/sono-riusciti-a-cambiarci-ci-son-riusciti-lo-sai/


4 commenti:

  1. Un post molto interessante, che lascia irrisolto una questione nodale.
    Infatti il blogger si chiede:" Mi piace questo? No, mi fa schifo. Al contrario di Beppe Grillo, io non gioisco affatto per quello che è accaduto a Milano. Perché con Grillo stasera stanno festeggiando anche Feltri, Schifani, Previti, Dell’Utri e sicuramente lo stesso Boss che li stipendia.".
    Ottima domanda, ma non spiega perché " Feltri, Schifani, Previti, Dell’Utri e sicuramente lo stesso Boss che li stipendia." festeggiano.
    Mi spiego: Gilioli è sempre dell'avviso che un "Caimano" debba (possa) essere combattuto con i 'fuciletti a tappo' della sua mia infanzia?
    Così si perderà sempre.
    Gli U.S.A. non hanno insegnato nulla? Obama e la Clinton si sono scannati durante la competizione elettorale, adesso sono il Presidente degli Stati Uniti e il Segretario di Stato (Ministro degli Esteri) e la Clinton sta dando il meglio se, collaborando al 100% con il suo capo.

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  2. In effetti ha lasciato perplessa anche me la sua osservazione.
    Ma suppongo sia stata fatta artatamente per invitare a riflettere, tipico di un marpione.

    La "libertà di espressione" è il punto nodale, come a voler dire: se noi non diamo a Schifani & Co. la possibilità di dire la loro, come possiamo pretendere di averla noi che la peroriamo e combattiamo per ottenerla?

    Per questo asserisce che B. & Co. stanno festeggiando, è come se avessero vinto una battaglia.

    Però non tiene conto del fatto che "loro" oltre che avere ampia libertà di pensiero e parola che ci propinano continuamente e coercitivamente attraverso i mass-media, hanno anche ampia libertà di azione, spesso a nostro discapito.

    Praticamente ha fatto una paragone che non regge, come ho avuto l'opportunità di obiettare sul suo blog:

    "Manca, ormai, la stima verso le istituzioni.
    Il cittadino dalle istituzioni pretende autorevolezza, concretezza, rigorosità, onestà e lealtà, mancando queste premesse ne perde la stima e si ribella.
    La storia ce lo insegna."

    Naturalmente, non ho ottenuto risposta.

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  3. Ecco perché io non commento mai (più) sui "blog d'autore": non rispondono mai!
    Per me il diritto di protestare è incoercibile, chi ha disturbato l'ha fatto perché non è stato ammesso a partecipare al dialogo, quindi ha ripristinato la reciprocità impedendo nei fatti all'"illustre interlocutore" di interloquire.
    Se fosse stato adottato il metodo della trasparenza Schifani non aveva niente da temere dalle domande, ma così non è stato.
    E allora: tu usi la scimitarra, io poso il fioretto e uso il cannone!

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