lunedì 29 novembre 2010

I sindacati non rappresentano più i lavoratori.



di Filippo Bellanca.

Ritrovandomi nuovamente in cassa integrazione, l’ho appreso dalla solita lista in bacheca aziendale e non ho comunicazione su quanto tempo dovrò rimanerci, ho il tempo di mettere giù una nota per spiegare meglio la mia posizione sui sindacati italiani. Premetto che il mio sindacato di riferimento è stato la CGIL dove sono stato iscritto ed ho partecipato ad intermittenza ad alcune vertenze riguardanti contratti e contrattazioni! Partiamo dalla democrazia interna: si parla molto di rappresentanza e di tutelare i diritti delle rappresentanze sindacali, ma chi lavora in una struttura dove sono presenti i sindacati sà che i componenti delle RSU sono sempre gli stessi, non si rispettano le scadenze delle RSU, esiste una forma di tutela speciale per chi è iscritto come se gli altri non fossero lavoratori, la maggior parte dei componenti RSU approfitta dei permessi sindacali con la connivenza delle aziende, c’è un rapporto confidenziale tra i rappresentanti aziendali ed i sindacalisti molto più accentuato di quello che c’è tra sindacalisti e lavoratori, i rappresentanti nei direttivi sono scelti per amicizia e parentela, si sà già chi farà il segretario provinciale che senza discussioni e confronti seguirà una sua carriera prestabilita all’interno del sindacato, questo a prescindere dalle sue capacità! Formazione dei rappresentanti:spesso i componenti della RSU si avviano a discutere ed a contrattare con le aziende, senza avere un minimo di conoscenza di quello di cui si parla, i sindacati non sono avvertiti in anticipo sull’argomento delle convocazioni, i sindacalisti non stilano verbali di riunione, spesso non si convocano le assemblee e, qualche volta, fanno un comunicato nelle bacheche RSU. Questo è segno di mancanza di formazione all’interno delle rappresentanze sindacali! Rapporti con le aziende: in questi anni, dopo la sciagurata concertazione, si è sviluppato un forte legame tra aziende e sindacati, il legame non è solamente fatto da connivenze, quello, anche se deplorevole, è possibile in quanto si tratta di organizzazioni fatte da uomini (anche se dovrebbero essere delle eccezioni e non una regola), mi riferisco ai rapporti economici e ve ne cito alcuni:
  • Fondi Pensione. Per esempio 'COMETA' è un fondo negoziale costituito come forma di associazione il 21 ottobre 1997 per un accordo tra le organizzazioni di categoria delle imprese (Federmeccanica, Assistal e Intersind) e dei lavoratori (Fim, Fiom, Uilm e Fismic).
  • I patronati. Sono degli enti di assistenza sociale senza fini di lucro, costituiti e gestiti dalle confederazioni o dalle associazioni nazionali dei lavoratori, che hanno l’obiettivo di informare, assistere e tutelare i lavoratori dipendenti e autonomi, i pensionati e i singoli cittadini (a pagamento o retribuito dallo stato che siamo sempre noi).
  • FAPI. Fondo Formazione PMI è un’associazione costituita da Confapi, CGIL, CISL, e UIL per promuovere le attività di Formazione Continua dei dipendenti delle PMI (si parla di soldi).
Di questi esempi c’è ne sono tantissimi e spiegano il motivo per il quale i sindacati attualmente svolgono il ruolo di moderatori nelle vertenze aziendali, proprio perchè c’è un intreccio di interessi tra aziende, governi e sindacati. Nelle descrizioni e negli statuti di questi enti c’è sempre scritto eufemisticamente Lavoratori con la 'elle' maiuscola che sottintende sindacati con la 'esse' minuscola. Questo intreccio tende a ridurre le occasioni di "Lotta" (che parolaccia che ho scritto) e costringe i lavoratori a forme striminzite di protesta, sit-in, presidi, un quarto d’ora di sciopero, sciopero bianco, ecc, ecc. Contrariamente, non si spiega come mai la CGIL continua a rimanere legata a CISL e UIL dopo anni di contrattazioni separate, a livello nazionale perchè poi localmente si firma tutti insieme, giudizi differenti sulle politiche economiche e sulle strategie di organizzazione del lavoro (L’ultima legge proposta e non firmata da Napolitano è un esempio concreto). Concludo per brevità, ci sarebbe ancora tanto da scrivere, invitando i lavoratori a superare i sindacati! Non vi aspettate niente di buono, siate sospettosi, proponete "azioni di lotta" più incisive di quelle che propongono loro, non fatevi imprigionare nell’attendismo! Devono essere i sindacati a seguirvi nelle vostre iniziative, non viceversa!



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