venerdì 10 dicembre 2010

Sakineh, Nemat: "Teheran usa il caso per terrorizzare"



La scrittrice iraniana parla di "strumentalizzazioni" da parte del regime: "Si vuole impedire che le donne alzino la voce per far valere i propri diritti".

Roma, 10 dic. - (Adnkronos/Aki) - "Credo che il regime della Repubblica Islamica stia provando a strumentalizzare il caso di Sakineh Mohammadi Ashtiani per terrorizzare tutte le donne iraniane e impedire loro di alzare la voce per far valere i propri diritti". Così la scrittrice iraniana Marina Nemat commenta in un'intervista ad AKI ADNKRONOS INTERNATIONAL la vicenda di Sakineh, l'iraniana condannata a morte per adulterio.

"L'avvio di una campagna internazionale per salvare la vita della donna ha costretto il regime iraniano a dimostrare che Sakineh non era stata condannata per adulterio, crimine punito con la lapidazione in base alla legge in vigore nella Repubblica Islamica, ma per avere avuto un ruolo nell'omicidio del marito", afferma la Nemat, secondo cui è "ancora possibile" che Sakineh possa essere lapidata.

La scrittrice sottolinea quindi che è stato solo grazie all'impegno dei media e della comunità internazionale che si è schierata compatta contro la condanna alla lapidazione di Sakineh che Teheran ha deciso di riaprire il caso. "Da quel momento - precisa - le autorità hanno iniziato a inventarsi notizie false e imposto a Sakineh di fare false confessioni in tv".


Forse abbiamo esultato troppo presto, ma non ci poteva aspettare un tradimento simile.
Disgustoso, non commentabile il comportamento di Teheran.

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