martedì 19 gennaio 2010

Puglia, la Procura smentisce: Nichi Vendola non è indagato, oppure si?


BARI - A quanto pare, la melma delle regionali pugliesi, diventa ancora più liquamosa e densa.

A colpi di smentite, frasi ambigue e battutine, la regione meridionale si dimostra quella più piena di serpi pronte a mordere chi non permette loro di strisciare adeguatamente. Il "caso Vendola" era stato scatenato da un articolo comparso sul Corriere del Mezzogiorno di Bari e firmato da Angela Balenzano e Francesco Strippoli ""Nichi Vendola- si legge testualmente sul quodiano pugliese del Corriere - iscritto nel registro degli indagati, per concussione, per aver sponsorizzato un luminare delle Neuroscienze in un concorso da primario"

Vendola reagisce in maniera serena, parlando di "Solite notiziole che circolano da un po' per insidiare la mia vita" e rispondendo con una video lettere (
clicca qui per vederlo).

A questo punto scatta automaticamente e logicamente l'ipotesi di grossolana castroneria dei due colleghi del Corriere. Un'operazione magari pilotata da uno dei numerosissimi scontenti del Pd o, ancora, da qualche esponente del Pdl e dell'Udc.

Peccato che, dopo la smentita ufficiale che nega l'ipotesi che il governatore uscente sia indagato, la procura di Bari, attraverso
Laudati, precisi che "Non ci sono iscrizioni suscettibili di comunicazioni". Cosa significa "suscettibili di comunicazioni"? Che Vendola è iscritto in qualche altro registro ma che non si tratta di nulla di grave? Anche l'affermazione successiva che parla di "possibili strumentalizzazioni delle indagini" guardandosi bene di precisare ad opera di chi appare piuttosto ambigua.

Per il riassunto della "puntata precedente" vi rimandiamo
all'articolo
di Antonio Rispoli pubblicato questa mattina. Per le conclusioni, beh...ci affidiamo alla vostra capacità d'analisi critica.


http://www.julienews.it/notizia/politica/puglia-la-procura-smentisce-nichi-vendola-non-e-indagato-oppure-si/40060_politica_0.html


Aggressione Berlusconi, Tartaglia trasferito in ospedale. Pm dispone perizia su premier

ultimo aggiornamento: 19 gennaio, ore 21:36
Milano - (Adnkronos/Ign) - La consulenza medico-legale per accertare l'entità dell'aggressione avvenuta lo scorso 13 dicembre in piazza Duomo. Tartaglia da San Vittore al reparto psichiatrico del San Carlo di Milano. Per i medici del carcere "era forte il rischio di autolesionismo".

Milano, 19 gen. - (Adnkronos/Ign) - Il procuratore aggiunto Armando Spataro ha disposto una consulenza medico-legale per accertare la prognosi di Silvio Berlusconi dopo l'aggressione da parte di Massimo Tartaglia, l'uomo che aggredì il premier lo scorso 13 dicembre in piazza Duomo dopo un comizio.

La consulenza, come ha pubblicato oggi 'il Fatto Quotidiano', dovrà accertare la durata della malattia e i tempi di guarigione del presidente del Consiglio oltre alla sussistenza di eventuali postumi. Due esperti medico-legali visiteranno dunque Berlusconi. La perizia, si apprende in serata in ambienti giudiziari, è necessaria ai fini di una corretta imputazione, oltre ad eventuali aggravanti, a carico di Tartaglia, che oggi è stato trasferito nel reparto psichiatrico dell'ospedale San Carlo di Milano.

Il trasferimento di Tartaglia è stato deciso dal gip Cristina Di Censo con il parere favorevole del pm Armando Spataro. A determinarlo le perizie periodiche inviate dai medici del Centro clinico del carcere di San Vittore dove era detenuto Tartaglia.

Secondo i medici, infatti, per Tartaglia, era forte il rischio di gesti di autolesionismo. Fin dai primi giorni di gennaio, a quanto risulta, Tartaglia sembrava essersi chiuso in se stesso e rifiutava qualsiasi colloquio e contatti con l'esterno. La modifica delle sue condizioni psichiche, a questo punto, ha convinto il gip a spostare Tartaglia in un centro dove può essere maggiormente seguito.



ferie d'agosto













L'isola caraibica colpita da quattro scosse tremende, fino a 7,3 gradi Richter
Crollate migliaia di case e anche i nuovi palazzi dell'Onu, del governo, ospedali

Haiti devastata da un terremoto
"Una catastrofe, migliaia di morti"


PORT AU PRINCE - Una notte da incubo per Haiti dopo il terribile terremoto che ha devstato l'isola caraibica poche ore fa. Squassata da quattro scosse tremende - la prima, più forte, di 7,0-7,3 gradi Richter - nel pomeriggio di ieri (poco prima della mezzanotte italiana), la capitale di Haiti Port-Au-Prince, due milioni di abitanti, si è trasformata in un attimo in una distesa di rovine, un'enorme nube grigia di polvere con migliaia di persone inghiottite sotto le macerie. Con il calare della notte, mentre i soccorritori hanno cominciato a reagire in ordine sparso, la città è diventata una macchia di oscurità totale, popolata di spettri accasciati sulle strade senza sapere dove andare.

Le scosse.
L'ipocentro delle quattro scosse è stato ad appena 10 chilometri di profondità. Ravvicinati gli epicentri, tutti in terraferma e nelle vicinanze della capitale: a 15 km a sud-ovest la prima, a 25 km. a ovest-sud-ovest la seconda e la terza, a 30 km. a sud ovest la quarta. "Tutto ha ballato, la gente urla, le case hanno cominciato a crollare. Il caos è totale" ha detto un giornalista della Reuters sul posto.

La catastrofe.
Con il passare delle ore le dimensioni del disastro, subito definito da fonti americane "un'enorme catastrofe", assumono contorni sempre più tragici: i morti e dispersi nella sola Port-Au-Prince si conterebbero già a migliaia. Nulla si sa per ora del resto del paese: comunicazioni telefoniche interrotte, nessun straccio di notizia arriva dalle fonti ufficiali.

Nuovi palazzi crollati.
A seminare la morte gli edifici più alti e più, in teoria, moderni: crollati come cartapesta ospedali, il palazzo presidenziale, vari ministeri, hotel cosiddetti di lusso nel paese più povero delle Americhe, edifici per uomini d'affari, grandi magazzini. Anche il Quartier generale della missione militare e civile dell'Onu, che nel paese disloca ben 9.000 uomini - 7.000 militari e 2.000 poliziotti - è stato quasi raso al suolo. "


Gli aiuti. Il presidente Barack Obama e la segretaria di stato Hillary Clinton hanno promesso aiuti immediati. Anche l'Italia si è mobilitata. E la Banca mondiale ha promesso l'invio di una missione di esperti per valutare i danni e stilare piani per la ricostruzione del paese.

Gli italiani. La Farnesina sta verificando le condizioni dei circa 70 italiani che vivono ad Haiti. Non si sa al momento che cosa sia loro accaduto. Tra i 70 ci sono un certo numero di dipendenti della Ghella costruzioni di Roma. Secondo fonti diplomatiche si trovano nel nord del paese, in un'area lontana dall'epicentro del terribile sisma.
(13 gennaio 2010)