lunedì 18 ottobre 2010

Nessuna manipolazione nella lettera di Don Vito a Berlusconi.

I periti dimostrano l’autenticità del documento, scritto dall’ex sindaco tra il ’96 e il 2000. Massimo Ciancimino annuncia querela per i diffamatori.


di Silvia Cordella - 18 ottobre 2010 - ALL'INTERNO L'AUDIO DI RADIO RADICALE!


La lettera che Vito Ciancimino scrisse all’on. Berlusconi per “mettere a disposizione una delle sue reti televisive” è assolutamente autentica.

È il responso dell’esame merceologico e grafico realizzato dai periti della polizia scientifica di Roma sul documento consegnato da Massimo Ciancimino ai pm, nell’ambito del processo a carico dell’ex comandante del Ros Mario Mori, accusato a Palermo di favoreggiamento alla mafia per la mancata cattura di Provenzano. Il documento, che alla scorsa udienza l’imputato, attraverso dichiarazioni spontanee, aveva cercato di far passare come un collage realizzato ad arte dal figlio dell’ex sindaco di Palermo, è pertanto un originale vergato da don Vito a matita in un periodo, stabilito dai funzionari della scientifica, tra il gennaio 1996 e maggio 2000. La grafite, hanno spiegato, è stata analizzata in laboratorio attraverso una tecnica di spettroscopia Raman che utilizza la luce laser. Questa pratica ha dimostrato che il documento non solo è autentico ma non presenta alcuna traccia di manipolazione. Niente copia incolla dunque ma solo (si fa per dire) lo scritto autentico di un potente ex sindaco democristiano mafioso indirizzato all’on. Berlusconi, l’imprenditore della Edilnord diventato Presidente del Consiglio, al quale minacciava di “uscire dal riserbo” se non avesse “messo a disposizione una delle sue reti televisive”.
Prive di fondamento risultano quindi le accuse di Mori e dei suoi sostenitori. Gli stessi che, con teorie approssimative e fantasiose hanno preso come buone le dichiarazioni di un imputato di mafia piuttosto che il responso scientifico. Per questo motivo Ciancimino jr. ha dato mandato al suo legale di querelare i giornalisti de
“La Stampa”, “Il Giornale”, “Il Giornale di Sicilia” e altri pseudo articolisti che, affermando il falso, hanno dichiarato come certa la contraffazione del documento, danneggiando così anche l’immagine del teste. Nel complesso quindi le perizie dei funzionari della polizia scientifica sui documenti consegnati da Massimo Ciancimino ai procuratori di Palermo e Caltanissetta, sono risultati compatibili con quanto dichiarato dallo stesso testimone negli interrogatori in Procura. Su 55 fogli uno solo è risultato “alterato” ma si tratta, come lo stesso Ciancimino ha spiegato ai pm Lari e Di Matteo il 1° dicembre 2009, di “appunti misti” fotocopiati in vista della stesura di un libro che aveva in programma di realizzare tra il 2000 e il 2002 con suo padre. Un foglio fotocopiato in A4 in cui vi si trovano appunti dei due Ciancimino in merito ad alcuni argomenti da trattare: “Berlusconi-Ciancimino”, “Milano truffa assicurazioni”, “Milano-Gelli-Bono-Calvi”. Ed è lo stesso teste che ai magistrati aveva spiegato: “Guardando il foglio alla mia sinistra è la mia grafia, alla mia destra è la grafia di mio padre. Gli appunti più chiari sono scritti a matita da mio padre, infatti li ho fotocopiati per evidenziarli meglio. Quelli più scuri... è la mia grafia. Erano argomenti che mi ripromettevo di approfondire con mio padre”. A questo punto il pm chiedeva: “Quindi è un foglio misto?”. Ciancimino: “Sì, è un figlio misto”. Il Pm: “Quindi è un collage?”. Ancora Ciancimino: “Esatto”. Ed ancora l’inquirente: “Ridotto in fotocopia?”. E il dichiarante: “Sì”.
Perciò nessun fotomontaggio è stato scovato, né da parte di Massimo Ciancimino è emersa alcuna prova di manipolazione con lo scopo di rafforzare le dichiarazioni del padre. Solo ora quindi si può affermare l’autenticità dei manoscritti di don Vito portati a processo, come quello in originale scritto a matita su carta messa in commercio dall'ottobre '96 al febbraio 2001, acquisito durante l’ultima udienza. Un appunto attribuito anche questo, dai periti, a Vito Ciancimino in cui lo stesso, rifiutandosi di parlare in udienza a Firenze nel processo sulle stragi, affermava che Mori e De Donno in dibattimento avevano reso falsa testimonianza.

AUDIO Processo a Mauro Obinu e Mario Mori del 12 ottobre 2010


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Arrestato finanziere a Pavia, forniva notizie su vip e politici a giornalista di Panorama.


Milano - (Adnkronos) - L'uomo è accusato di aver fatto un migliaio di accessi abusivi alle banche dati e di aver passato a un giornalista informazioni riguardanti, fra gli altri, gli Agnelli, Beppe Grillo, Antonio Di Pietro, Patrizia D'Addario e il giudice Mesiano. Il direttore Mulè difende Amadori: "Ha raccolto informazioni in modo legittimo".

Milano, 18 ott. - (Adnkronos) - Stamani la Guardia di Finanza di Pavia ha posto agli arresti domiciliari Fabio Diani, un finanziere in servizio nella citta' sul Ticino, in esecuzione di un provvedimento emesso dal gip presso il Tribunale di Milano. L'accusa riguarda "una serie di accessi abusivi alle banche dati in uso al Corpo, che configura la violazione dell'articolo 615 ter del codice penale, reato per cui e' competente la Procura della Repubblica di Milano".

L'uomo e' accusato di aver eseguito, tra il gennaio 2008 e l'ottobre 2009, non per motivi di servizio, "numerose interrogazioni a terminale, passando poi le informazioni riservate a terze persone".

Di accessi abusivi a banche dati di interesse pubblico e militare l'appuntato della Gdf di Pavia, ne aveva fatti circa un migliaio in due anni. Accessi su politici, magistrati e vip tra i quali Beppe Grillo, Antonio Di Pietro, Patrizia D'Addario, la famiglia Agnelli, Luigi De Magistris, Marco Travaglio, il giudice milanese Mesiano e anche Gioacchino Genchi, che e' stato consulente in vari procedimenti penali, alcuni dei quali diretti dall'ex pm De Magistris.

Su di loro l'appuntato faceva 'ricerche' riservate che poi, stando a quanto si apprende negli ambienti giudiziari, riversava almeno in parte al giornalista Giacomo Amadori, ora indagato in concorso con il finanziere per accesso abusivo a banche dati di interesse pubblico e militare, reato che prevede una condanna che va dai 3 agli 8 anni.

Giorgio Mulè, direttore di "Panorama", prende le difese di Amadori, "che come sempre, ha fatto straordinariamente il suo lavoro. Ha raccolto quelle informazioni in modo assolutamente legittimo dal punto di vista giornalistico e le ha usate per scrivere i suoi pezzi". "Non si trattava di informazioni segrete - ha continuato Mule' - ma di dati relativi ai redditi di personaggi pubblici. Amadori li ha usati per fare delle verifiche e poi ha pubblicato tutto, con la massima trasparenza. Da parte mia c'e' solo ammirazione nei confronti del suo lavoro". Il direttore di "Panorama" ha quindi espresso solidarieta' nei confronti dell'appuntato Diani: "Umanamente, mi dispiace molto per il provvedimento adottato nei confronti del finanziere''.


Silvio, la Banca Arner e quegli affari offshore tra Lugano e Antigua - di Dario Ferri

A proposito di case e ville: la storia di quei venti milioni passati attraverso l’istituto di credito in spregio alle norme antiriciclaggio per acquistare una residenza da sogno in un paradiso fiscale.

5042518616 f2af06de33 Silvio, la Banca Arner e quegli affari offshore tra Lugano e AntiguaUn articolo di Walter Galbiati suRepubblica descrive e racconta le peripezie di una ventina di milioni di euro passati tra Milano, Lugano e Antigua per permettere a Silvio Berlusconi di acquistare una villa principesca, tra società schermate e offshore e segnalazioni mancate all’antiriciclaggio. Con Banca Arnerprotagonista.

LA STORIA – Ecco Galbiati:

È il 20 settembre 2007 quando al Land register di Saint John, la capitale di Antigua, si presenta il signor Silvio Berlusconi. Con una riga il funzionario di turno cancella dal registro la società Flat Point e trasferisce la proprietà di un terreno di poco più di quattro acri all’illustre cittadino italiano. L’apprezzamento si trova dalla parte opposta dell’isola.

Le peripezie della zona vengonoricostruite nell’articolo: c’era un progetto di costruzione con una famiglia di costruttori vicentini protagonista, che però non va in porto. E allora si presenta la Flat Point, che raccoglie la maggior parte dei suoi capitali in Italia ma è impossibile sapere chi ci sia dietro, visto che la società è schermata. L’amministratore è Giuseppe Cappanera, i fiduciari Carlo Postizzi, Giuseppe Poggioli e Flavio De Paolis. Ovvero un avvocato, un fiduciario e un dipendente di Banca Arner, già commissariata e al centro di inchieste da parte delle procure di Milano e Palermo per riciclaggio. Chi mette i soldi?

Dal bilancio 2005 della società, emerge che Banca Arner ha finanziato per 6 milioni di dollari caraibici (circa 1,6 milioni di euro al cambio attuale) l’operazione sulla costa di Nonsuch Bay, ma il principale sponsor della scatola offshore sembra essere, come ricostruito da Banca d’Italia, il premier Silvio Berlusconi, da sempre legato a Banca Arner, non solo attraverso uno dei suoi storici fondatori Paolo Del Bue, ma anche per i suoi depositi nella sede di Corso Venezia a Milano: il conto numero uno è suo, mentre altri fanno capo alle holding della sua famiglia (per un totale di 50 milioni di euro) o a uomini del suo entourage. Dai conti personali di Berlusconi accesi presso Banca Intesa e Monte dei Paschi di Siena sono partiti ingenti bonifici verso un conto di Flat Point aperto proprio presso la sede milanese di Banca Arner, la quale a sua volta ha girato gli stessi corrispettivi alla sede di Lugano. Oltre 1,7 milioni nel 2005, altri 300mila nel 2006, ma è nel 2007, l’anno in cui avviene il passaggio di proprietà del terreno di Nonsuch Bay che i movimenti di denaro salgono alle stelle. In tutto oltre 13 milioni di euro: a ridosso del 20 settembre, la data dell’atto del Land register, esattamente il 10 di quel mese, passano da Milano a Lugano 1,7 milioni di euro e un mese dopo altri 3,6 milioni. Nel 2008 ancora più di 6 milioni prendono il volo per la Svizzera. Un mare di soldi che si muovono, però, senza una corrispondenza tra le somme scritte nei contratti ufficiali depositati dalla Flat Point in banca e i bonifici. Gli importi appaiono molto elevati rispetto a quanto vi è di ufficiale. Nel bilancio della Flat Point i 29 acri di terreno su cui sorge lo sviluppo immobiliare sono stati iscritti per un valore di 2,7 milioni di dollari caraibici (poco più di 700mila euro), così come attestato dalla perizia del 2004 di Oliver F.G. Davis, un esperto immobiliare. Molto meno di quanto versato dai conti del premier. Berlusconi da solo muove oltre 20 milioni di euro e dai registri risulta aver acquistato solo 4 acri di terreno.

DOVE VA QUEL DENARO? – A questo punto la storia si fa grossa. I soldi passano attraverso Banca Arner e nessuno fa una piega, segnalando i movimenti all’antiriclaggio come impongono le norme. E Silvio rimedia il suo villone, mentre la speculazione edilizia della zona continua imperterrita. Una villa bellissima, quella di Silvio, e anche ben frequentata. Come vicino di casa ha l’ex calciatorie del Milan Andriy Shevchenko. Poco più in là sorge quella di Lester Bird, l’ex primo ministro di Antigua, in carica fino al 2004, citato l’anno successivo in una causa legale per aver svenduto dei terreni dello Stato a dei gruppi privati. Al suo successore, Baldwin Spencer, Berlusconi aveva promesso di impegnarsi personalmente per aiutare la piccola isola caraibica a ridurre il debito internazionale. Missione compiuta.

http://www.giornalettismo.com/archives/88784/silvio-banca-arner-quegli-affari/



Chi c'è dietro quella banca? Il forziere di famiglia del Cavaliere



Gli intrecci della Banca Arner. Di Berlusconi il "conto numero 1". Tra i clienti Doris e i Previti. Nella sede milanese anche i conti delle holding che fanno capo ai figli Marina e Piersilvio. L'istituto è sotto inchiesta per riciclaggio, e Bankitalia ne certifica l'opacità

di GIUSEPPE D'AVANZO

Lo spin è il movimento rotatorio, l'avvitamento o l'effetto ricurvo di un palla da gioco. Lo spinning è la procedura con cui il politico previene o contrasta la diffusione di informazioni imbarazzanti, è la tecnica che plasma le mezze verità per costruire storie, finzioni opportunamente orientate. Le procedure diversive sono tipiche dello spinning.

Se sei in imbarazzo su una questione, afferrane un'altra. Se non ce l'hai sotto mano, creala, inventala e parla di quello. Spiega chi studia e analizza i discorsi politici: "L'atteggiamento sensato di fronte alla strategia diversiva consiste nel riportare l'attenzione sulla questione principale: quali sono le domande a cui non è stata data risposta? Qual è la risposta e perché non viene fornita? Contro la diversione sistematica c'è un solo strumento: l'iterazione, il riportare insistentemente l'attenzione sul punto principale, sui contenuti in discussione, e sul vero e sul falso che lo riguarda" (Franca D'Agostini, Verità avvelenata, Bollati Boringhieri).

Sono utili queste definizioni per comprendere l'iniziativa di Nicolò Ghedini contro Report e apprezzare il lavoro iterativo di Milena Gabanelli perché non è la prima volta che Report affronta le opacità della banca Arner e il suo intreccio con gli affari, i soldi e gli uomini di Silvio Berlusconi. Se l'avvocato del Capo chiede un intervento contro una trasmissione Rai si finirà per parlare di Potere e di Rai e non di quel che ha rivelato l'inchiesta televisiva. Che al contrario è la questione più importante (l'altra, pur rilevante, ne è soltanto un corollario). Cerchiamo di capire di che cosa si tratta.

Nella sede milanese della banca svizzera Arner la famiglia Berlusconi ha quattro conti correnti per un totale di 60 milioni di euro, di cui uno intestato direttamente al presidente del Consiglio per dieci milioni (è il conto n. 1 della banca) e altri tre per 50 milioni a capo delle holding italiane Seconda, Ottava e Quinta, amministrate dai figli Marina e Piersilvio. Tra i clienti della banca ci sono molti nomi dello stato maggiore del Cavaliere: Ennio Doris, fondatore del gruppo Mediolanum; la famiglia dell'avvocato Cesare Previti, condannato in via definitiva per i casi Imi-Sir e Lodo Mondadori; Salvatore Sciascia, direttore dei servizi fiscali del gruppo Fininvest condannato in via definitiva dalla Cassazione a 2 anni e 6 mesi per la corruzione di alcuni ufficiali della Guardia di Finanza. Alla Arner vengono gestite le società anonime Centocinquantacinque e Karsira Holding, che a cascata controllano due società amministrate dalla famiglia di Giovanni Acampora anche lui condannato per il Lodo Mondadori. Alla Arner vengono gestiti i soldi della Flat Point Development Limited, una immobiliare con proprietari misteriosi che sta costruendo ville ad Antigua per Silvio Berlusconi. Infine, last but non least, la Arner ha avuto tra i suoi fondatori Paolo Del Bue che, nella sentenza che ha condannato David Mills, è definito l'amministratore di società (Century One, Universal One) riconducibili "direttamente a Silvio Berlusconi".

La presenza di Berlusconi, dei figli, degli amministratori del patrimonio personale del Capo, degli amici del cerchio strettissimo - come Previti, Sciascia, Acampora: uomini che si immolano per salvare il Capo - lasciano credere che la Banca Arner sia nel cuore del Cavaliere. Così vicina alla sua attenzione che alcuni arrivano a sussurrare che Arner sia del Cavaliere. La questione merita una domanda diretta: signor presidente, la banca Arner è sua? L'interrogativo che, un anno fa, Milena Gabanelli propone al premier è però un altro. Report, nel novembre del 2009, dà conto delle opacità della Arner e illustra per quali ragioni e circostanze la banca vicina a Berlusconi è sotto il torchio dagli ispettori della vigilanza della Banca d'Italia che vi rintracciano "gravi irregolarità a causa delle carenze e delle violazioni in materia di contrasto del riciclaggio".

L'inchiesta di Report in quell'occasione si chiude con un appello, diciamo così. Milena Gabanelli si chiede "se non sarebbe opportuno, per il premier, prendere i suoi 60 milioni di euro, spostarli dalla banca Arner e depositarli in un'altra banca italiana un po' più trasparente". L'appello cade nel vuoto. E la Gabanelli ora ci ritorna su. Questa volta scopre che il 20 settembre 2007 Berlusconi ha comprato quattro acri di terra da una società di Antigua, la Flat Point Development, impegnata a costruire sull'isola caraibica ville e villoni su un'area di 160 ettari. Report spiega che di questa Flat non si conoscono i proprietari effettivi. Sono protetti da un sistema di scatole cinesi che sfocia a Curacao, Antille olandesi, e da un rosario di prestanomi e fiduciari con nomi italiani. Legittimo quindi, anche in questa occasione, la seconda domanda che Milena Gabanelli pone a Silvio Berlusconi: "I 22 milioni di euro portati dal nostro premier ad Antigua corrispondono al reale valore di mercato di ciò che ha acquistato? E a chi li ha versati e chi è il proprietario di mezza isola? Un imprenditore catanese? Lui medesimo? Un'opacità che il presidente del Consiglio avrebbe il dovere di dissipare".

Siamo allora al nocciolo della questione. Anche in questo caso, lo si può riassumere con qualche domanda. Chi è il proprietario effettivo della Banca Arner? E' di Silvio Berlusconi? Se non lo è, il Cavaliere ne conosce l'identità? Se Silvio Berlusconi è soltanto uno dei correntisti - anche se il numero 1 - quali sono i motivi che lo spingono a utilizzare un istituto di credito di pessima reputazione, sotto inchiesta per riciclaggio, cosi oscuro da convincere Bankitalia a sostenere "l'impossibilità di accertare i beneficiari economici di alcune società che hanno il conto alla Arner Italia" e, fra queste, la Flat Point Development Limited di Antigua? A chi Berlusconi ha versato il denaro per acquistare i terreni di Antigua? Conosce i proprietari della Flat Point di cui i pubblici ministeri di Milano segnalano "l'assoluta opacità dell'effettivo beneficiario" e rilevano le "causali poco verosimili" di "trasferimenti di somme all'estero" tra Flat Point, la filiale italiana di Arner Bank (che ha due dirigenti indagati per riciclaggio) e poi la Arner svizzera? Può Berlusconi smentire pubblicamente che la Flat Point Development Limited sia una sua proprietà? Ecco queste sono le questioni imbarazzanti che hanno convinto Ghedini a giocare una palla ad effetto per parlar d'altro.


http://www.repubblica.it/cronaca/2010/10/18/news/quella_villa_d_avanzo-8169812/



Ecco il Report sulla villa ad Antigua di Berlusconi e Banca Arner - di Giovanni Percolla


La Gabanelli manda in onda il servizio sulle residenze di Berlusconi e le società offshore e Banca Arner, nonostante le parole dell’avvocato del premier, Niccolò Ghedini. E la storia somiglia tanto a quella di Montecarlo…


4846715154 b59b890842 o Ecco il Report sulla villa ad Antigua di Berlusconi e Banca ArnerEmerald Cove, la Baia di Smeraldo, ad Antigua. I pubblici ministeri non sanno chi sia il padrone di Flat Point Development, ma si sa che Silvio Berlusconi ha messo un cip da venti milioni. Il 20 settembre 2007 Silvio ha comprato quattro acri di terreno, pagati un milione e settecentomila euro. E che sia stato lui non c’è dubbio: nel servizio di Report si vede la sua carta d’identità, che avrà consegnato in fotocopia, dalla quale risulta che non abita più ad Arcore, ma a casa della madre a San Gimignano. Milena Gabanelli lancia il servizio nel promo all’inizio e poi lo manda per ultimo: una scelta editoriale azzeccattissima.

AFFINITA’ E DIFFERENZE - E’ la storia di una villa (e non una casa) e di una società offshore (ma non a Santo Domingo né a Santa Lucia), quella che racconta Report e che avevano anticipato Repubblica e Corriere stamattina. Quella villa in cui Silvio Berlusconi voleva passare qualche giorno di relax nel giugno/luglio scorso, in “un tripudio di palme, sabbia bianchissima, acqua cristallina. Colore dello smeraldo, per l’esattezza“, scriveva stamattina ilCorriere, aggiungendo poi maligno che il piccolo stato è uno dei 38 inseriti dall’Ocse nella “lista grigia” dei paesi che pur avendo sottoscritto gli standard388351 UJTKD7L6Z2RNRBKX7EF813TN6VB8QE antigua 1 H210945 L Ecco il Report sulla villa ad Antigua di Berlusconi e Banca Arnerfiscali internazionali non li avrebbero “sostanzialmente” rispettati. La storia però è un po’ più complessa di così. E comincia nel novembre scorso, quando Bankitalia arriva a commissariare la Arner con il dottor Alessandro Marcheselli, in seguito indagato per favoreggiamento e riciclaggio dalla procura di Milano. Tra le società con il conto alla Arner, la Flat Point Developement, che ha ricevuto una serie di versamenti per l’acquisto di immobili e terreni adAntigua.

VACANZE D’AFFARIBerlusconi, si diceva, ha speso un milione e settecentomila euro per gli acri. Dandoli a chi? Impossibile saperlo, visto che la società Flat Point è a sua volta di proprietà di un’altra società, con base alle Antille Olandesi. Ma la Flat Point ha anche una sede italiana, aTorino, amministrata da Giuseppe Cappanera. La controllata Emerald Cove International, invece, ha come amministratore Flavio De Paulis, che è anche vicedirettore di Banca Arner aLugano. E perché la Arner è nota? Per una brutta storia in cui c’entra Bankitalia. La storia risale almaggio scorso e parla di 34 milioni di euro transitati dai conti di Banca Arner per arrivare alla società offshore Flat Point costituita ad Antigua. Il motivo, ufficiale, è quello di non ben precisate operazioni immobiliari. La notizia, come scrsse all’epoca Luigi Ferrarella, è che di questi 34 milioni, 20 sono riconducibili a conti correnti intestati a Silvio Berlusconi.

ANT 01 672 458 resize Ecco il Report sulla villa ad Antigua di Berlusconi e Banca Arner

La villa ad Antigua di Berlusconi (dal Corriere della Sera)

BANCA ARNER E I SOLITI NOTI – Le operazioni che vedono coinvolto il premier con la Arner erano note soltanto per un bonifico di 3,4 milioni di euro già messo in luce da Report. Ad oggi risultano indagati l’ex presidente e l’ex ad della banca, NicolaBravetti e Davide Jarach, sulla base del rapporto di Bankitalia che ha rilevato “gravi e diffuse irregolarità sulla base della normativa anti-riciclaggio“. La banca aveva come clienti Marina e Piersilvio e alcune holding Fininvest, oltre ai 10 milioni in giacenza del conto del Premier, e l’onnipresente Ennio Doris di Mediolanum. Ma soprattutto, c’è Paolo Del Bue: imputato nel processo sui diritti tv proprio come responsabile dellaArner SA, scriveva il Corriere, e fiduciario della famiglia Berlusconi. Oltre che già citato nella sentenza Mills, dove si metteva in luce il suo ruolo nello spostamento di 103 miliardi di lire tra le società offshore riconducibili a Mediaset. In più, aggiunge Report, c’è anche Stefano Previti, il figlio di Cesare.

RIVELA REPORT – “Tutti i futuri proprietari di queste ville milionarie”, spiega Paolo Mondani, l’autore del servizio , “inviano i soldi all’ufficio di Torino della Flat Point, che deposita ad Arner Milano, che a sua volta invia i soldi ad Arner Lugano”. E la Gabanelli non resiste, deve proprio chiederselo: con tutto il casino che si è fatto durante l’estate per la casa affittata da Giancarlo Tulliani aantigua Ecco il Report sulla villa ad Antigua di Berlusconi e Banca ArnerMontecarlo, e sul coinvolgimento di società offshore nella vendita effettuata dal partito allora presiedeuto dall’attuale presidente della CameraGianfranco Fini, “e lì giustamente è richiesta trasparenza”. Qui no? Ma la chiusura è riservata alPresDelCons: “Rimane aperta la domanda: i 22 milioni di euro portati dal nostro premier ad Antigua corrispondono al reale valore di mercato di ciò che ha acquistato? E a chi li ha versati e chi è il proprietario di mezza isola? Un imprenditore catanese? Lui medesimo? Un’opacità che il presidente del Consiglio avrebbe il dovere di dissipare”.

EMERALD COW – Le ville di Berlusconi sono cinque, come ha fatto sapere Ghedini. Chi le vende, la Flat Point è stato definito “di assoluta opacità” da Bankitalia, perché non è possibile sapere chi sia il reale proprietario della società, a meno che i paradisi fiscali dove risiede non decidano di aprire ai loro segreti. Il proprietario ha preso una ventina di milioni da Berlusconi. Che viene qui con il suo jet privato e il suo yacht: il primo ministro Brian Lester Bird ha dato il permesso per costruire, e ne ha rimediata una anche lui (casualmente, dicono gli abitanti). Capomar Holding, società con sede a Curaçao controlla Flat Point Engineering, ma gestite da fiduciari, cioé prestanomi. “Non sappiamo chi ha costruito la villa ad Antigua”, dice Mondani. Sei chilometri di costa e tanti alberghi da costruire, come fa sapere un amministratore. Un’ottantina di ville, oltre a quelle già fatte sono in tutto un centinaio, per 170 ettari. Sembra la nostra Costa Smeralda prima della speculazione edilizia, con l’aggiunta del vantaggio dell’offshore. Intanto, il 16 settembre scorso il Club de Paris ha concesso la ristrutturazione dell’86% del debito di Antigua, come aveva promessoBerlusconi al premier. “Chi è il proprietario? Se il premier vuole dissipare i dubbi, noi siamo qui”, conclude la Gabanelli.

http://www.giornalettismo.com/archives/88903/ecco-report-sulla-villa-antigua/2/



Gabanelli: "Trasparenza come per Fini" Su Antigua il pressing di Ghedini -


Il deputato Pdl e legale del premier definisce "insussistenti e diffamatorie" le notizie su cui è costruita la puntata sull'acquisto di immobili ad Antigua da parte del presidente del Consiglio. La giornalista: "Il premier spieghi quanto ha pagato e come".


ROMA - Fabio Fazio ha lanciato così la trasmissione: "Diamo la linea alla prima puntata di Report, che sarà forse l'ultima". E in effetti per tutto il giorno la trasmissione Report di Milena Gabanelli è stata al centro di polemiche. Sotto accusa il servizio in cui si ricostruisce l'acquisto, da parte di Silvio Berlusconi, di una serie di immobili nell'isola caraibica di Antigua 1. Il parlamentare e avvocato del premier ha diffidato al trasmissione: "Non può andare in onda se non c'è un contradditorio". Interpellata dall'Ansa, la Gabanelli si è chiesta perché Ghedini ha parlato prima di vedere la puntata. E l'opposizione ha incalzato il legale, autore di una "arrogante intimidazione", sintetizza Dario Franceschini.

Gabanelli in apertura della puntata - "La trasparenza è d'obbligo. Se si è indagato per 3 mesi sulla proprietà di una casa di 55 mq a Montecarlo, attribuita ai familiari del presidente della Camera, Gianfranco Fini, è opportuno che si sappia da chi il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha comprato terreni e casa nell'isola caraibica di Antigua".

Prima di mandare in onda il servizio, la conduttrice fa un altro riferimento a Berlusconi, dopo aver mostrato un vecchio filmato in cui il premier invita a non pagare il canone: "Un uomo pubblico non dovrebbe parlare così: oltretutto è responsabile di aver messo dentro la Rai dei dirigenti incapaci. Speriamo invece che il servizio pubblico possa continuare a funzionare, anche grazie a programmi come questo".

Poi, intorno alle 23 il servizio. Preceduto da quello mandato in onda nel novembre dell'anno scorso. La Gabanelli ricorda che la procura sta indagando sulla banca svizzera Arner, dove ha un conto la Flat Point, proprietaria degli immobili del presidente del Consiglio ad Antigua. "Cosa possiede il premier ad Antigua, e a chi ha versato oltre venti milioni di euro?". Gli inquirenti parlano di "assoluta opacità" nella proprietà della Flat Point, che ad Antigua possiede due grandissime ville, cinque piscine.

Report ha citato decine di società offshore, dietro le quali si nascondono i veri proprietari della Flat Point e quindi della immensa proprietà di Antigua. Grottesche le risposte dei pochi responsabili legali che l'inviato è riuscito a contattare.

Leggi il servizio di Repubblica 2

In conclusione, la Gabanelli ha letto una breve nota di Ghedini per poi concludere così: "Abbiamo inseguito una cucina Scavolini (il riferimento all'appartamento di Tulliani a Montecarlo ndr) qui parliamo di ben altre cifre. I 22 milioni di euro pagati ad Antigua corrispondono al valore reale di mercato dell'immensa proprietà? Il presidente del Consiglio avrebbe il dovere di dissipare
questi dubbi. Ed è discutibile anche l'impegno preso dal Cavaliere per lo stato di Antigua, e cioè aiutarlo in sedi ufficiali a ridurre il debito. Ricordiamo che Antigua è sulla lista nera, è un paese considerato "non collaborativo" nelle operazioni finanziarie.

Ma prima, come dicevamo, è stata una lunga giornata di polemiche. Con la Rai, ancora una volta, al centro dello scontro.

Ghedini avverte la Rai. Nella sua nota il legale di Berlusconi attacca le notizie al centro del programma, da cui hanno preso spunto alcuni articoli apparsi sui quotidiani. "Articoli totalmente fuorvianti e palesemente diffamatori - ribatte Ghedini - poiché si basano su assunti già dimostratisi insussistenti. La vicenda è già stata ampiamente trattata dai giornali alcuni mesi or sono e tutte le delucidazioni e i documenti pertinenti erano stati ampiamente offerti ma negli articoli non se ne tiene minimamente conto".

"Come risulta dagli atti - spiega ancora Ghedini- il presidente Berlusconi ha regolarmente acquistato un terreno in Antigua pagandolo con regolare bonifico e indicandolo nella denuncia dei redditi. Negli anni successivi, con regolari fatture, assistite da stati di avanzamento lavori, bolle di accompagnamento e consegne nonché perizie, sono stati pagati i lavori di costruzioni e arredo con altrettanto regolari bonifici da banca italiana a banca italiana. Tale denaro è stato quindi versato in Italia alla società costruttrice dell'immobile".

"Come già detto in un precedente comunicato, tutta la documentazione è a disposizione per qualsiasi controllo in assoluta trasparenza. L'immobile - prosegue il legale - è attualmente e regolarmente intestato al presidente Berlusconi e non già a fantomatiche società offshore e non vi è nessuna indagine né in merito ai trasferimenti di denaro e né in merito all'immobile. E' evidente quindi la strumentalità delle ricostruzioni offerte che saranno perseguite nelle sedi opportune. Sarebbe davvero grave se la Rai mandasse in onda un programma con notizie così insussistenti e diffamatorie e senza alcun contraddittorio".

Gabanelli: "In onda, leggerò nota di Ghedini". "Ma l'avvocato Ghedini come fa a parlare se non l'ha ancora vista la puntata di stasera? Non capisco gli interventi prima di vedere i contenuti di un servizio". Così replica all'agenzia di stampa Ansa Milena Gabanelli, assicurando: "Non mi risulta che ci siano problemi, quindi io stasera andrò regolarmente in onda e darò puntualmente conto della posizione di Ghedini leggendo in trasmissione la sua nota. Ma quello che lui dice non risponde alla domanda fondamentale che viene posta nel pezzo che andrà in onda stasera. Io valuto il nostro pezzo che è corretto e ben scritto e anche lui dovrebbe prima vederlo". Ai microfoni di CnrMedia, Milena Gabanelli aggiunge. "Non ho ricevuto alcuna comunicazione o pressione dai vertici Rai". "Noi facciamo il nostro mestiere, dobbiamo cercare di raccontare i fatti con la documentazione che abbiamo e questo facciamo. Poi, che ogni puntata susciti qualche problema è tipico del giornalismo, non è che mi agiti".

Franceschini: "Arrogante intimidazione". "Una intimidazione arrogante e vergognosa e insieme un altro attacco alla libertà di informazione" è il commento di Dario Franceschini. Secondo il presidente dei deputati del Pd, Ghedini "come legale di Berlusconi ha diritto di difendere il suo cliente ma, a riprova della confusione inqualificabile di ruoli, inevitabilmente parla anche come parlamentare e autorevole esponente del Pdl. Parole che suonano come una pressione intollerabile e preventiva sulla Rai. Sono certo, in Rai nessuno prenderà in considerazione questo atto di arroganza".

Vita-Giulietti: "Inchieste solo su Fini?". La prima reazione alla nota di Ghedini è una dichiarazione congiunta firmata da Vincenzo Vita, del Pd, e Giuseppe Giulietti del gruppo misto. "A che titolo l'avvocato Ghedini chiede la censura preventiva contro Report? Ci auguriamo che a nessuno venga in mente di tappare la bocca a una giornalista seria autorevole e libera come Gabanelli anche perché sarebbe singolare che le inchieste si possano fare solo sul presidente Fini".

Beltrandi: "Garantire replica". Marco Beltrandi, radicale, componente della Commissione di vigilanza sulla Rai si dichiara "contrario da sempre a ogni forma di censura preventiva" ma, scrive in una nota, "devono essere garantiti sia la messa in onda" di Report "che un adeguato diritto di replica, fatto salvo ovviamente, nei casi peggiori, il diritto alla tutela giurisprudenziale dell'immagine ove ve ne fosse ragione. Con la censura si uccide qualsiasi giornalismo di inchiesta".

Di Pietro (Idv): "La censura sport preferito dalla maggioranza" - "La censura sta diventando lo sport preferito di maggioranza e governo: è stata attivata per Annozero, per il pubblico delle trasmissioni, per tutte le voci libere e, naturalmente, per l'Italia dei Valori che continua ad aleggiare come una fantasma senza voce soprattutto nel tg di Minzolini". Lo scrive sul suo blog il presidente dell'Italia dei Valori. "Ma i soliti noti ci vogliono provare con Report, il programma di Rai Tre, perchè ha preparato un servizio in cui si ricostruisce l'acquisto da parte di Silvio Berlusconi di una serie di immobili nell'isola caraibica di Antigua". "Il Governo - scrive ancora il leader di IdV - attacca solo il vero giornalismo. Quello che non rinuncia al compito di cane da guardia della democrazia".