mercoledì 23 febbraio 2011

Berlusconi: il premier non ha alcun potere.




Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Nell'assetto costituzionale previsto dall'attuale Carta "al governo rimane solo il nome e l'immagine del potere". Lo ha affermato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi intervenendo agli Stati generali di Roma Capitale.

Una situazione, ha spiegato, che rende impossibili le riforme, perché i provvedimenti del governo, decreti e disegni di legge, debbono passare alla firma del capo dello Stato e poi vengono profondamente modificati dal Parlamento e così un testo varato dal Consiglio dei ministri da "focoso destriero purosangue" si trasforma in "ippopotamo".

''Quando leggo articoli di ottimi editorialisti che rimproverano noi che siamo al governo di non aver fatto le riforme - ha affermato il premier - mi viene una gran voglia di raccontare perché non si riescono, nella situazione in cui siamo, a fare le riforme, perché il nostro governo, come tutti i governi precedenti è dentro un assetto istituzionale che è stato determinato dai padri costituenti che, giustamente, per non rendere possibile, dopo il ventennio, un regime dittatoriale, spartirono il potere tra il presidente della Repubblica, il Parlamento, e la Corte Costituzionale. Al governo rimane soltanto il nome e la pura immagine del potere. Vi assicuro che chi occupa la presidenza del Consiglio di potere non ne ha alcuno''. ''Mi trovavo ad essere un imprenditore che disponeva di mezzi di comunicazione - ha detto ancora Berlusconi - ero guardato con attenzione e con rispetto da molti protagonisti della politica, perché si attendevano un trattamento oggettivo su quello che facevano, potevo almeno assumere e licenziare, anche se non ho mai licenziato nessuno''.

Il presidente del Consiglio a questo punto ha descritto l'iter dei vari provvedimenti del governo, da quando vengono approvati dal Consiglio dei ministri a quando diventano legge, partendo dalla firma del presidente della Repubblica e dal suo ''consenso totale'' che deve accompagnare i decreti legge, sicché ''non è nella disponibilità del governo di fare i decreti, ci deve essere l'accordo e la firma del capo dello Stato''. Il premier ha poi ricordato le varie letture delle Camere e le eventuali modifiche e così ''quello che il presidente del Consiglio e il suo governo avevano concepito come un focoso destriero purosangue quando esce dal Parlamento se va bene è un ippopotamo e ricorda il nome di ippocavallo. Io vorrei che tutti foste consapevoli che se noi non facciamo le riforme istituzionali non c'è nessuna speranza'', ha concluso Berlusconi, confessando il suo ''sogno'' di potersi confrontare con un'''opposizione socialdemocratica''.





2 commenti:

  1. Forse sta incominciando a capire qualcosa della Costituzione. Finalmente si è reso conto che al PdC spetta solo il compito di presiedere al CdM e legiferare secondo democrazia, in pieno rispetto della Carta e delle Istituzioni tutte.
    Immaginava di avere pieni poteri e di poter comandare, meno male che i Padri Costituenti hanno previsto tutto.
    Che vada al diavolo!

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