domenica 27 marzo 2011

Libia, insorti riprendono terreno.



Roma - (Adnkronos/Ign) - I ribelli avanzano verso ovest e dono pronti a vendere il petrolio: stretta intesa con il Qatar. Il ministro degli Esteri: "Bisogna pensare anche un processo di riconciliazione nazionale ed è necessario coinvolgere il tessuto tribale. Spunta la proposta italo-tedesca per il dopo Gheddafi. Il Papa: stop alle armi, sì al dialogo. 'Odyssey Dawn', per le navi da guerra Usa in arrivo viveri e munizioni.

Roma, 27 mar. (Adnkronos/Ign) - La controffensiva dei ribelli sembra coronata dal successo. Anche grazie all'impegno internazionale gli insorti, nelle ultime ore, stanno riguadagnando posizione, entrando nelle città che Gheddafi controllava con i suoi miliziani.

Oggi dopo aver preso il porto petrolifero di al-Burayqa, i ribelli hanno conquistato anche il controllo della città di Uqaliya abbandonata dalle truppe lealiste. Questa città si trova un centinaio di chilometri a ovest di Ajdabiya, che da venerdì è sotto il comando degli insorti. Le armate dei ribelli sono anche a Ras Lanouf, dove si trova uno dei maggiori terminal petroliferi.

Non solo. Ora gli insorti controllano anche la città di Bin Jawad e avanzano verso Sirte, 400 chilometri a nord est di Tripoli. E' questo il prossimo obiettivo dopo la riconquista ieri di Ajdabiya e Brega. Poi si punta a Misurata, terza città del paese assediata dalle forze di Gheddafi fin dal 19 febbraio, considerata la porta per raggiungere la capitale e mettere in scacco il raìs.

La forza dei ribelli è ora anche l'oro nero, visto che la loro avanzata è lungo i porti petroliferi della costa libica e, pare, abbiano già stretto un accordo con il Qatar per iniziare le esportazioni di greggio. "Abbiamo fatto un accordo con il Qatar. Il prossimo carico potrebbe avvenire in meno di una settimana", ha detto Ali Tarhouni, incaricato dai ribelli delle questioni economiche e del petrolio, citato dalla Bbc.

Secondo Tarhouni, la produzione libica di 100-130 mila barili al giorno potrebbe arrivare fino a 300 mila barili al giorno. L'accordo con il Qatar, che partecipa all'operazione per l'imposizione di una no-fly zone sulla Libia, permetterà agli insorti di aver accesso a liquidi in valuta estera.

E la questione è confermata anche dal segretario britannico alla Difesa Liam Fox, secondo il quale il controllo dei terminal petroliferi da parte deir ibelli crescerà a mano a mano che procederà l'avanzata lungo la costa lasciandogli "gran parte del controllo delle esportazioni di petrolio". E questo "produrrà una nuova dinamica con un diverso equilibrio in seno alla Libia".

"Stiamo assistendo sul terreno all'avanzata dei ribelli verso ovest da Ajdabiya a Brega, lungo la costa. Cio' produce naturalemte una dinamica politica molto diversa", ha detto Fox alla Bbc. Il controllo dei terminal petroliferi crescera' a mano a mano che procedera' l'avanzata lungo la costa, ha spiegato, lasciando ai ribelli "gran parte del controllo delle esporatzioni di petrolio... cio' produrra' una nuova dinamica con un diverso equilibrio in seno alla Libia".

Intanto, la Nato è pronta a prendere il pieno comando della missione in Libia. La decisione dovrebbe arrivare questa sera a conclusione del vertice degli ambasciatori dell'Alleanza Atlantica oggi a Bruxelles.



2 commenti:

  1. MI SA CHE SE NON VA LA FANTERIA IL CONFLITTO NON SI RISOLVE!

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  2. Lo credo anch'io. Certe battaglie si vincono sul campo, non dal cielo. Ma forse la scelta non è casuale.
    Le lobby delle armi bussano alla porta per ricevere il loro compenso: do ut des.

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