mercoledì 27 aprile 2011

Strage del rapido 904, indagato Totò Riina. Per i pm fu lui il mandante dell'attentato.



Napoli - (Adnkronos) - L'esplosivo utilizzato per la strage del 1984, in cui morirono 16 persone, è lo stesso di quello impiegato per l'eccidio di via D'Amelio a Palermo avvenuto sette anni e mezzo dopo.

Napoli, 27 apr. - (Adnkronos) - Un'ordinanza di custodia cautelare e' stata consegnata in carcere all'ex capo di Cosa nostra Toto' Riina per la strage del Rapido 904 che il 23 dicembre del 1984 provoco' la morte di 16 persone. L'inchiesta che ha portato all'arresto di Riina e' stata coordinata dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli che accusano l'ex numero uno di Cosa nostra come il mandante della strage. Per questa vicenda vi sono gia' stati degli altri condannati in via definitiva tra i quali l'ex boss della mafia Pippo Calo'.

L'ordinanza di custodia cautelare e' stata firmata dal giudice delle indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli Carlo Modestino su richiesta dei pm della Direzione distrettuale antimafia Sergio Amato e Paolo Itri coordinati dal procuratore aggiunto Alessandro Pennasilico.

Tra gli elementi nuovi dell'inchiesta sul Rapido 904 vi sarebbe la certezza che l'esplosivo utilizzato per la strage del treno di Natale e' lo stesso di quello utilizzato per l'eccidio di via D'Amelio a Palermo avvenuto sette anni e mezzo piu' tardi dove furono uccisi il giudice Paolo Borsellino e cinque tra uomini e donne della sua scorta.

Il Rapido 904 era partito da Napoli il 23 dicembre 1984 ed era diretto a Milano ma nei pressi della galleria di San Benedetto Val di Sambro, nel Bolognese, a causa di una bomba posizionata sul portabagagli della carrozza 9 di seconda classe esplose. Erano le 19.08, il Rapido 904 era pieno di viaggiatori che tornavano al nord per festeggiare il santo Natale. Nel tunnel la bomba esplose, non fu un fatto casuale ma studiato a tavolino per provocare un effetto molto piu' violento.

A incastrare Toto' Riina sarebbero state le dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia di origini siciliane. Ma, gli investigatori (l'indagine e' stata condotta dai carabinieri del Ros di Napoli) hanno anche eseguito accertamenti riguardo alla provenienza e alle caratteristiche oggettive e alla composizione chimica dei materiali esplosivi utilizzati per compiere la strage e dei congegni elettronici utilizzati per l'attentato o comunque ad esso direttamente o indirettamente ricollegabili.

Dagli accertamenti eseguiti e' emerso tra l'altro che una parte dell'esplosivo utilizzato per la strage del rapido 904 -Semtex H- proveniva da un'unica originaria fornitura di armi e materiale esplodente risalente agli inizi degli anni '80 destinata ai clan della mafia siciliana parte della quale venne poi successivamente sequestrata nel febbraio del '96 dalla Dia di Palermo in Contrada Giambascio di San Giuseppe Jato. Il sequestro fu considerato all'epoca il piu' grande arsenale della mafia mai scoperto nel secondo dopoguerra.

Successivamente emerse che l'esplosivo sequestrato a San Giuseppe Jato aveva la stessa identica provenienza di quello ritrovato a suo tempo nel maggio del 1985 in provincia di Rieti nella disponibilita' di Pippo Calo' presso il casale di Poggio San Lorenzo dove fu scoperto lo stesso tipo di esplosivo "Semtex H" utilizzato nella strage di Natale. Si tratta di due mine anticarro di fabbricazione belga e di alcuen saponette di tritolo di probabile provenienza sovietica identiche a quelle a suo tempo trovate nella disponibilita' di Calo'.

Dalla consulenza sarebbe poi emerso che in entrambi gli arsenali, quello di San Giuseppe Jato e di Poggio San Lorenzo era presente lo stesso tipo di esplosivo plastico "Semtex H" risalente alla produzione anteriore al 1989 a base di pentrite e T4 in composizione chimica analoga tra loro con la prevalenza in entrambi i casi della componente di pentrite.





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