sabato 23 aprile 2011

Vietato parlar male della Croce Rossa.



Il provvedimento è stato preso nei confronti di Anna Montanile, ex funzionaria del settore vendite del patrimonio immobiliare dell'ente pubblico, che aveva rilasciato un'intervista al programma di Milena Gabanelli. Motivato dalla "rivelazione del segreto di ufficio". Due mesi di sospensione dallo stipendio, in pratica l'anticamera del licenziamento. E tocca anche al volontario Daniele Tosoni

Il lavoratore denuncia sprechi e malagestione? L’ente se la prende con lui invece di ringraziarlo. Questa volta la persona punita per aver rivelato le storture e il sistema di gestione patrimoniale di un ente pubblico ha il volto e il nome di una donna che lavora alla Croce Rossa Italiana: Anna Montanile. Una dei quasi 3mila dipendenti di Cri (1300 circa di ruolo, 1600 precari, militari esclusi).

La sua colpa? Aver parlato con i giornalisti di Report nella puntata dedicata all’ente di soccorso, dal titolo “La croce in rosso”, trasmessa su Rai3 il 5 dicembre scorso. Un provvedimento disciplinare durissimo: “Due mesi di sospensione” e “interruzione dello stipendio” a partire da questa settimana.

Un provvedimento che equivale all’anticamera del licenziamento. La commissione disciplinare in seno alla Croce Rossa, presieduta dal capodipartimento del personale, Nicola Niglio, avvia il procedimento disciplinare l’11 gennaio scorso, poche settimane dopo la messa in onda della trasmissione. Giovedì 14 aprile arriva l’esito del procedimento, per la commissione la Montanile è colpevole di “violazione del segreto di ufficio”, della “fuoriuscita di documenti interni senza autorizzazione” e “dichiarazioni non corrette”. Colpa ‘grave’ per i vertici di un ente commissariato da anni. La donna ha denunciato ai videogiornalisti che lavorano nel programma della Gabanelli che la Cri ha un patrimonio immobiliare sommerso e di conseguenza non lo valorizzerebbe abbastanza. Quell’enorme patrimonio immobiliare che possiede e che potrebbe in buona parte coprire la voragine di bilancio.

L’inchiesta, firmata da Sabrina Giannini, finiva proprio col ‘botto’, il racconto circostanziato di Anna Montanile, ex funzionaria del settore vendite del patrimonio immobiliare della Cri. La Montanile dichiarava che per mettere nella dichiarazione fiscale gli immobili di proprietà, già dal 2007 aveva dovuto incrociare i dati del catasto con l’inventario della Cri. E un inventario degli immobili aggiornato, incredibile ma vero, non c’era. “Ho avuto quindi la possibilità – raccontava nell’intervista tv la funzionaria romana – di riscontrare che c’era un patrimonio immobiliare sommerso, non dichiarato fiscalmente”. Non solo edifici, ma anche terreni edificabili di valore. Secondo Report sono 68 gli immobili di cui si sono perse le tracce. La Montanile segnala con dovizia di particolari e cifre ai dirigenti della Croce rossa. Poi a settembre del 2009 la funzionaria viene trasferita ad altro incarico, e cioè nell’archivio storico dell’ente. Tra i compiti di ‘alta responsabilità’ quello, come racconta alle telecamere di Rai3, “di reperire tre bandiere storiche per poterle poi portare all’interno dei musei della Croce rossa italiana”. E, come risulta ailfattoquotidiano.it, la funzionaria è ancora lì all’archivio storico.

Ma Anna Montanile non è sola: lo stesso trattamento è stato riservato a Daniele Tosoni, volontario della Croce Rossa di Carlino (in provincia di Udine) che, sempre a Report, aveva parlato del comitato abruzzese della Cri, il cui Presidente è Maria Teresa Letta, sorella di Gianni. Il volontario è stato sospeso per un mese: ha fatto ricorso, ma non ha ricevuto alcuna risposta da Roma, e la sospensione l’ha già scontata. Non vuole rilasciare altre dichiarazioni, per il bene del Comitato locale di cui fa parte e per quello “di tutti i volontari”.

Già, perché nel frattempo, l’11 novembre 2010 la Croce rossa ha approvato un codice etico e di condotta che ha suscitato molte polemiche fra gli appartenenti all’Ente. Il codice, di fatto, vieta ai membri dell’Associazione di rilasciare interviste, e prevede sanzioni in caso di violazione. Il tutto accade con un tempismo straordinario e sospetto: la puntata di Report, infatti, andò in onda il 5 dicembre 2010 ed era già in lavorazione da diversi mesi.

La Cri è un costo per i contribuenti: finanziata da 4 ministeri percepisce circa 170 milioni di euro l’anno (184.437.664 nel 2004, 180.021.377,55 nel 2005, 174.219.737305 nel 2006166.305.527,22 nel 2007), anche se non mostra un bilancio alla Corte dei conti dal 2005. Un fiume di denaro pubblico affluisce nelle sue casse. Poi ci sono le donazioni dei privati. L’inchiesta tv denunciava tutto questo: sprechi, le clientele durante le ultime campagna elettorali, il caos che regnava con le donazioni dei cittadini, specie dopo i terremoti dell’Abruzzo e di Haiti. E poi la confusione nell’amministrazione del cespite più grande in mano alla Cri: le proprietà immobiliari. Donati o comprati negli anni da generosi benefattori. Immobili, in molti casi, lasciati andare in rovina.

Ma qualche certezza c’è in Croce rossa: la sospensione per una impiegata che guadagna circa 1500 euro al mese e che avrebbe potuto e voluto far recuperare milioni di euro all’ente; la sospensione di chi parla con i giornalisti.


di David Perluigi e Alberto Puliafito



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