lunedì 6 giugno 2011

COSA NE FACCIAMO DI TUTTI I RIFIUTI NUCLEARI?



DI LUCAS WHITEFIELD HIXSON

Global Research

Questa settimana l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA) ha visitato gli impianti di Fukushima Daiichi per indagare l’incidente e le azioni in risposta all’emergenza da parte di TEPCO. A Fukushima si è creata una gran quantità di rifiuti ad alta radioattività senza un progetto preciso a lungo termine per lo stoccaggio definitivo. I combustibili esauriti solo al 95% uranio, un altro 1% consiste di metalli pesanti quali il curio, l’americio e il plutonio.
Al 18 maggio del 2011 circa 100.000 tonnellate di acqua radioattiva è percolata fuori dalle vasche di contenimento di Fukushima. I dati mostrano che la quantità di acqua radioattive potrebbe raddoppiarsi alla fine di dicembre.


Come modello di paragone, è stimato che gli Stati Uniti hanno 71.862 tonnellate di rifiuti, in base ai dati ottenuti da Associated Press. L’Illinois ha 9.301 tonnellate di combustibili nucleari esauriti nei suoli impianti, la quantità più alta stivata in un singolo Stato negli USA, in base ai diagrammi dell’industria. È seguito dalla Pennsylvania con 6.446 tonnellate, dalla Carolina del Sud con 4.290 e poi con circa 3.780 tonnellate ciascuno dallo Stato di New York e dalla Carolina del Nord. Da tempo il governo degli Stati Uniti sta cercato di realizzare un impianto per l’immagazzinamento aYucca Mountain, progettato per contenere 77.160 tonnellate.

"Tepco sa più di quanto ha fatto trapelare all’esterno sulla quantità di radiazione che escono dalla centrale”, ha detto ieri a Tokyo (ndt: 28 maggio) Jan van de Putte, una specialista nella sicurezza dalle radiazioni che si è istruito press l’Università Tecnica di Delft nei Paesi Bassi: "Abbiamo bisogno di una totale apertura, un inventario completo delle radiazioni che sono state emanate, con gli esatti isotopi."

Il 20 maggio del 2011 il Primo Ministro Naoto Kan ha parlato al parlamento giapponese e ha ammesso che “il governo ha fallito nel rispondere alle dichiarazione errate di TEPCO e di questo sono profondamente dispiaciuto.”

Il Giappone sta cercando di stipare le scorie sul posto per risparmiare a rischio della salute pubblica

Anche se hanno ammesso pubblicamente le proprie negligenze, sia il governo giapponese che TEPCO hanno proseguito esattamente sulla loro strada. Ora si sta ipotizzando di utilizzare l’impianto di Fukushima Daiichi come “cimitero nucleare” per immagazzinare i rifiuti radioattivi. Questa decisione è in contrasto con quanto asserito da molti esperti nucleari, che sono allarmati dalla quantità di rifiuti che sarebbe stoccata sul posto, una zona altamente sismica.

“Stiamo discutendo continuamente dello smantellamento dell’impianto Daiichi e della costruzione di un impianto di stoccaggio degli scarti nucleari sul posto”, ha detto Morokuzu. La struttura in disuso sarebbe un cimitero nucleare ideale dato che costruirne uno nuovo costerebbe svariati milioni di yen, secondo i dati di Muneo Morokuzu, professore di energia e di politiche di ambiente pubblico all’Università di Tokyo.
L’immagazzinamento dei rifiuti altamente radioattivi è complicato, bisogna solidificare gli scarti nel
vetro borosilicato per poi inserirli all'interno di pesanti cilindri in acciaio senza stagno. Questi gusci devono essere poi trasferiti in luoghi di stoccaggio temporanei, da cui sono poi inviati nei luoghi di custodia a lungo termine.

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Nell’eternità – Cosa fare con i rifiuti nucleari

Adesso diamo una sbirciatina a un incredibile impianto sotterraneo costruito in Finlandia per stoccare i rifiuti nucleari chiamato "Onkalo", la parola finlandese per definire un "posto nascosto". Il progetto fu avviato negli anni ’70 e non sarà completato se non fra altri 120. È progettato per durare 100.000 anni, il tempo necessario affinché le scorie nucleari diventino sicure.
È la prima volta che sappiamo di costruire una struttura che sopravviverà all’uomo", ci ha detto Madsen con Skype dalla Danimarca. "Questo problema riguarda centinaia di migliaia di anni e cercare di agire in modo responsabile potrebbe andare oltre le possibilità dell’uomo."
Consideriamo che le piramidi egizie hanno meno di 6.000 anni di vita. La più vecchia struttura costruita dall’uomo, un muro in una caverna della Grecia è vecchio 23.000 anni. "Ci potrebbe essere la possibilità che la civilizzazione per come la conosciamo possa cessare di esistere entro questo lasso di tempo", ha detto Madsen. "Per questo non ci possiamo attendere che le persone nel futuro sappiano cosa sia la radiazione. Questa è la ragione per cui (Onkalo) dovrà essere totalmente autonoma."
Il governo svedese e quello finlandese stanno collaborando al progetto perché credono che sarebbe da irresponsabili di lasciare i pericolosi scarti nucleari sotto terra, come stiamo ancora facendo, un fatto che i giapponesi hanno pagato a caro prezzo dopo il terremoto e lo tsunami di questo marzo. Gli Onkalo sono progettati per essere invulnerabili ai pericoli che vengono dall’esterno, come i disastri naturali, le guerre o il terrorismo.

"Se anche l’espansione dell’energia nucleare si dovesse interrompere oggi, quando fra 120 anni questo Onkalo sarà terminato e sigillato, ci vorranno altri 99 impianti della stessa capacità" per immagazzinare il resto delle scorie di tutto il mondo, sono le parole di Madsen."Ma se le stime conservative dell’uso continuato e dell’espansione dell’energia nucleare sono corrette, avremmo bisogno di 500 strutture del genere."

Guarda anche:

http://www.youtube.com/watch?v=FL6A9_HRFec&feature=player_embedded#at=130

http://www.youtube.com/watch?v=H_xdC_wLz5E&feature=player_embedded

http://www.youtube.com/watch?v=G_Zwq1bO_Wc&feature=player_embedded

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