martedì 21 giugno 2011

Dati choc su oceani,animali a rischio estinzione.


Gruppo scienziati dimostra evidenza fattori stress.



(ANSA) - ROMA, 20 GIU - Sintomi da estinzione di massa senza precedenti per le specie che abitano gli Oceani. Riscaldamento, acidificazione ma anche pesca eccessiva, inquinamento e acque senza ossigeno rappresentano i fattori di allarme rosso per i mari del mondo.

A tracciare l'inquietante diagnosi è un rapporto diffuso oggi e realizzato da un gruppo internazionale di 27 scienziati di 18 organizzazioni di 6 Paesi.

Il documento, che rappresenta la sintesi dei lavori di un seminario che si è svolto in aprile all'Università di Oxford, contiene dati choc sullo stato dei mari del mondo. In particolare sono stati esaminati gli effetti combinati di inquinamento, acidificazione, riscaldamento, pesca eccessiva e mancanza di ossigeno.

La conclusione è stata che questi elementi insieme stanno creando le condizioni di distruzione e che tre di essi (mancanza di ossigeno, riscaldamento e acidificazione), scrivono gli scienziati, erano presenti anche in ognuna delle precedenti fasi di estinzione di massa registrate nella storia della Terra.

"I risultati sono scioccanti", ha detto Alex Rogers, Direttore Scientifico del Programma internazionale per gli oceani (Ipso) sottolineando che l'effetto cumulativo "é ben più grave di quanto si fosse registrato individualmente".Gli esperti "sono sorpresi dalla velocità e la portata dei cambiamenti che stiamo vedendo", ha affermato Dan Laffoley, dell'Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn) e co-autore del rapporto.

"Le sfide per il futuro degli oceani sono enormi ma - ha proseguito - a differenza delle generazioni precedenti, sappiamo che cosa deve accadere. Il tempo per proteggere il cuore azzurro del nostro pianeta è ora, oggi e urgente ".

In particolare secondo gli scienziati, che hanno esaminato oltre 50 dei più recenti documenti di ricerca da parte di esperti di oceani, i livelli di carbonio assorbiti dai mari del Pianeta oggi "sono già molto più elevati rispetto all'epoca dell' ultima estinzione di massa di specie marine, circa 55 milioni di anni fa, quando alcuni gruppi di animali hanno subito il 50% di perdite".

Inoltre un singolo evento di sbiancamento di massa avvenuto nel '98 ha ucciso il 16% di tutte le barriere coralline tropicali del mondo.

Senza contare, dicono gli scienziati, che la pesca eccessiva ha ridotto alcuni stock ittici commerciali di oltre il 90%. Infine l'inquinamento: nuove ricerche, si legge nel rapporto, suggeriscono che sostanze nocive, tra cui ritardanti di fiamma e muschi sintetici che si trovano nei detergenti, sono state rintracciate nei mari polari, e che queste sostanze chimiche possono alla fine arrivare ai pesci.

"Il rapporto - ha commentato Marco Costantini, responsabile del programma mare del Wwf Italia - mette in evidenza che la velocità dei fenomeni di degrado è di molto superiore a quanto finora preventivamente pianificato. Qui non si tratta di allarme ma di dati e di numeri alla mano".

Il rapporto, ha proseguito Costantini, dà prova dell' "evidenza" di quanto sta accadendo. Guardando al Mediterraneo, per il quale il Wwf ha lanciato una piattaforma web per un mare di qualità, Costantini ha sottolineato i dati Ue per i quali l'80% degli stock ittici commerciali sono sovrasfruttati. (ANSA).


http://www.ansa.it/mare/notizie/rubriche/ambienteepesca/2011/06/20/visualizza_new.html_815476460.html?idPhoto=1



Nessun commento:

Posta un commento