lunedì 20 giugno 2011

Milano, Lele Mora finisce in carcere bancarotta fraudolenta da 8,5 milioni.



Il manager dei vip, coinvolto anche nel caso Ruby insieme con Berlusconi, arrestato nel quartier generale in viale Monza. Il gip: "Ha trasferito ingenti somme all'estero e poteva tentare la fuga".


Il sospetto degli inquirenti è che parte dei fondi drenati dalla Lm Management, la società il cui riferimento era Lele Mora, dopo circa un anno è poi fallita e i fondi siano finiti su qualche conto in Svizzera. Così come quel cospicuo prestito di circa tre milioni ricevuto da Silvio Berlusconi per salvarlo dai suoi guai. E così nel pomeriggio, con l'accusa di bancarotta fraudolenta aggravata, Lele Mora, l'impresario dei vip, coinvolto anche nel caso Ruby, è stato arrestato dalla guardia di finanza di Milano mentre si trovava nel suo quartier generale in viale Monza.

L'ordinanza di custodia cautelare in carcere, chiesta un paio di mesi fa dai pm Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci, è stata firmata dal gip Fabio Antezza. Secondo l'accusa il talent scout, che fra tra il capoluogo lombardo e Lugano, ha distratto dalla Lm Management complessivamente quasi 8 milioni e mezzo di euro, dei quali circa 3 milioni e 380 mila attraverso fatture per operazioni inesistenti o, come lo stesso Mora ha ammesso in un interrogatorio, "molto gonfiate", emesse all'imprenditore Marcello Silvestri, in cambio di denaro in contante. Denaro utilizzato, annota il gip, per scopi personali come i regali fatti al fotografo dei vip Fabrizio Corona ("ho comprato nove autovetture, ..., l'appartamento di via De Cristoforis").

Oltre 5 milioni, invece, sono stati dirottati nella casse della Immobiliare Diana, la cassaforte di famiglia - anch'essa fallita - del gruppo di cui Mora è stato definito il dominus, che sarebbero serviti per acquistare immobili di pregio anche in costa Smeralda (Porto Cervo e Cala del Faro) e a Milano, fra i quali, oltre ad alcuni in viale Monza, un appartamento in via Settembrini poi comprato da Umberto Smaila e rivenduto a Luisa Corna. Mora, insomma, è ritenuto responsabile di una bancarotta fraudolenta aggravata per aver arrecato ai creditori e al fisco un "danno patrimoniale di rilevante gravità". Un danno che nei confronti dell'erario è stato quantificato in circa 16 milioni di euro.

Nel provvedimento il giudice, che ha ritenuto che il carcere fosse l'unica misura cautelare idonea, parla del talent scout come di uno che ha una "tendenza (...) a delinquere", visti i "plurimi precedenti penali anche per i reati contro la pubblica amministrazione e contro la fede pubblica, oltre che in materia di sostanze stupefacenti" e di "spiccate capacità a porsi anche contro la legge penale". E poi ancora, rilevando un pericolo di fuga e di inquinamento probatorio "di rilevante intensità", di "professionalità criminale" e capacità economica di origine illecita "doppiate" dall'attività di drenaggio di denaro" anche successive al crac della Lm Management.

Operazioni di drenaggio "eseguite - si legge nel provvedimento - mediante negoziazioni all'estero", in particolare in Svizzera, dove Mora non solo ha la residenza e almeno un conto se non più, ma dove godrebbe di contatti "in ambienti affini a quelli di 'provenienza', da lui stesso dichiarati, dei quali potrebbe plausibilmente godere". A questo proposito sono state avviate rogatorie per scoprire se abbia o meno nascosto un tesoretto, parte di quei soldi che per l'accusa sarebbero stati dirottati dalla sua società travolta dai debiti, o addirittura quelli prestati dal premier e che Mora tempo fa aveva detto, davanti a microfoni e taccuini, che li aveva usati per pagare gli stipendi dipendenti, i fornitori e "le spese vive".



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