martedì 5 luglio 2011

Manovra, il Quirinale spiazzato "Non ne sapevamo nulla"

Crescono i dubbi sulla possibilità che Napolitano firmi il decreto.

ROMA
Spiazzati. E irritatissimi. Al Quirinale la scoperta di una norma che consente alla Fininvest di rinviare il maxiindennizzo dovuto alla Cir di Carlo De Benedetti per l’affaire Mondadori non è piaciuta affatto. Nei giorni scorsi, infatti, dopo aver appreso che nella prima bozza della manovra il governo intendeva inserire misure riguardanti la giustizia, dal Colle era iniziato un intenso pressing nei confronti del governo. Con l’esplicita richiesta di fare grande attenzione, ovviamente di non forzare la mano e di lasciar fuori dal decreto ogni provvedimento che non avesse a che fare con l’aggiustamento dei conti. Tra le altre cose erano state ipotizzate norme sul processo breve, che avevano visto salire subito sulle barricate l’opposizione (a cominciare da Di Pietro), ma poi l’esecutivo aveva lasciato perdere. Segno che i suggerimenti erano serviti a qualche cosa.

Lo stupore ieri dei consiglieri di Napolitano è stato ancora più grande nello scovare in coda all’articolo 37 del decreto il codicillo pro Berlusconi. Negli ultimi giorni, infatti, nelle varie bozze della manovra scritte, smontate e poi riscritte nel corso dei vari vertici e poi approdate al Consiglio dei ministri di giovedì non c’era traccia di questo tipo di interventi. E peraltro ieri, quando dopo mezzogiorno il testo «finale» è stato recapitato al Quirinale, nessuno si è premurato di avvisare di queste ultime novità.

Il problema, tra la sorpresa generale, è scoppiato nel primo pomeriggio quando quasi in contemporanea il famigerato comma 23, con le modifiche al Codice di procedura civile, è finito sotto la lente degli esperti del Quirinale e dell’ufficio legale di Confindustria. Che proprio al Quirinale si sarebbe rivolto per chiedere lumi sulla novità, mentre il sito del «Sole 24 Ore», il quotidiano di casa, lanciava per primo la notizia del blitz pro Fininvest. Per tutti si trattava di un «intervento incomprensibile».

Ieri sera fonti della Presidenza della Repubblica hanno fatto sapere che, come sempre avviene in questi casi, su tutto il decreto «com’è naturale, si riserva tutto il tempo necessario per fare un attento e scrupoloso esame di tutti gli aspetti della manovra economica» all’insegna del principio di leale collaborazione che contraddistingue i rapporti col governo su tutta la materia legislativa.

In realtà sul comma salva-Fininvest la verifica sarà ancora più scrupolosa. Gli uffici del Quirinale, infatti, intendono verificarne innanzitutto la ragion d’essere, la consistenza tecnica e quindi la collocazione nell’articolato complessivo del decreto. Verrà valutata la necessità o no di adottare un provvedimento del genere, come pure l’urgenza di procedere attraverso lo strumento del decreto, che una volta siglato dal Capo dello Stato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale diventa immediatamente esecutivo. Infine sarà analizzata con grande attenzione l’omogeneità di una misura del genere col resto della manovra. Il giudizio finale sembra quasi già scritto. Come si concilia il rinvio all’ultimogrado di giudizio del pagamento di una sanzione con indicazioni che dovrebbero riguardare «Disposizioni per lo sviluppo» (questo il titolo sotto cui sono inquadrate le misure sulla giustizia) e un articolo intitolato «Disposizioni per l'efficienza del sistema giudiziario e la celere definizione delle controversie»? Stando all’opposizione e ai magistrati dell’Anm il comma 23 «è incostituzionale». Al Quirinale non si spingono a tanto, ma è evidente che sarà molto difficile dare il via libera a una misura di questo tipo.



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