sabato 2 luglio 2011

Siamo una manica di coglioni.


Dunque …
Reminiscenze di sintassi mi portano a scrivere che non si dovrebbe mai cominciare una frase con un avverbio; reminiscenze di geografia, di tanto in tanto, riportano alla mente, per esempio, che la capitale della Mongolia è Ulan Bator, mentre quelle di matematica mi ricordano che per il concetto di limite, pur tendendo a zero, la X ne sarà comunque sempre separata da un valore Epsilon sufficientemente grande da impedirne l’uguaglianza. Ricordo poi che in latino fero fers tuli latum ferre (portare) è il paradigma di un verbo irregolare e che nella madre lingua la cavallina storna era quella che portava colui che non ritorna proprio il contrario di quanto diceva G.B. Vico, filosofo illustre, che predicava dei corsi e ricorsi della storia: insomma la mente umana non finisce mai di stupire per quanta capacità ha di immagazzinare cose per poi ricordarle quando magari non servono. Allo stesso modo la stessa mente ha una capacità di ottundimento in espansione geometrica quando decide di non voler vedere ciò che invece sarebbe una lama di fuoco negli occhi di chiunque.
Negli ultimi diciassette anni abbiamo assistito ad una esaltazione dell’OSSIMORO, figura retorica che racchiude assieme due termini in assoluta antitesi tra loro ( oh viva morte …!), e dell’ASSURDO BIOLOGICO, qualcosa di inesistente in natura, mostrarsi in tutte le loro applicazioni possibili oltre quelle grammaticali e fantascientifiche, di conseguenza abbiamo potuto sapere di presidenti di volta in volta operai o minatori o contadini; abbiamo avuto la fortuna di vedere assurgere a ruoli di assoluto rispetto nani, ballerine, entreneuse (dal francese, intrattenitrici, honny soit qui male y pense); abbiamo avuto la certezza che persone chiamate ad incarichi di rilievo quali possono essere quelli di deputato o senatore, essere dei beoti e creduloni incredibili quando hanno mostrato di credere una puttana essere la nipotina verginea ed imberbe di un capo di stato; abbiamo visto un partito dell’amore essere in realtà il partito della maldicenza, del turpiloquio e dell’odio; abbiamo visto spacciare per interesse generale quello che era interesse particolarissimo di una sola persona; abbiamo visto definire “cancro mortale” quella categoria che per antonomasia è l’antibiotico essenziale per una società sana; corriamo il rischio di diventare tutti ciechi, muti e sordi, in nome di una privacy di persone che hanno fatto del loro privato una questione di trivio; abbiamo visto ricchi lamentarsi e poveri tirare dignitosamente la carretta fino alla consunzione e resa; abbiamo visto firmare cose per evitare di doverlo fare per forza … . Abbiamo guardato a tutte queste cose e, pur vedendole ben chiare e distinte, “Cristalline” diceva un personaggio di un film, non abbiamo voluto prenderne coscienza dividendoci tra quelli emuli delle tre scimmiette, non vedo non parlo non sento, e quelli che urlano alla luna per far sentire il loro abbaiare ma che non mordono per conservare lo smalto dei denti.
DUNQUE ecco l’ultima: IL PDL DIVENTI IL PARTITO DEGLI ONESTI!. Certo la speranza è sempre l’ultima a morire esattamente così come è vero che i cimiteri sono pieni delle tombe dei buoni propositi, per cui lasciate ai posteri queste due ulteriori banalità la successiva domanda che sgorga come acqua di fonte dalle altissime purissime limpidissime cime di meissneriana memoria è:
“ Questi ci prendono per il culo perché sono troppo bravi loro o perché SIAMO NOI AD ESSERE EFFETTIVAMENTE UNA MANICA DI COGLIONI?
A VOI LA SCELTA …!.





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