sabato 17 dicembre 2011

Sull’affare sporco dei rifiuti “Comunque Formiga sa tutto”. - di Davide Milosa.



Nicoli Cristiani, intercettato, coinvolge il governatore della Lombardia. "Un'attività lobbistica ad altissimi liveli" per appalti legati anche ad Expo 2015.


Il vice presidente del consiglio regionale lombardo parla al telefono con il dirigente dell’Arpa. Dice: “Comunque Formiga sa tutto”. È il 14 novembre scorso. E questo è solo il frammento di una conversazione più ampia che, secondo quanto scrivono i carabinieri di Brescia, mette in evidenza “un’attività lobbistica ad altissimi livelli” finalizzata a procurare all’imprenditore Pierluca Locatelli l’incontro con Paolo Alli (non indagato), uno dei cosiddetti quattro sottosegretari d’oro del presidente della Regione Lombardia, con la delega all’attuazione del programma di Expo 2015.

Uomo vicino a Comunione e liberazione e braccio destro di Formigoni, il nome di Alli compare anche nelle carte dell’inchiesta sulla P3. Il punto è noto: nel marzo 2010, la lista di Roberto Formigoni, su denuncia dei Radicali, viene esclusa dalle regionali per la questione delle firme false. Formigoni fa ricorso. E sarà lo stesso Alli, che non risulta indagato, a tenere i contatti con gli uomini della presunta loggia massonica. Obiettivo: capire il destino del ricorso stesso.

Dunque c’è il sottosegretario, ma anche altri personaggi legati a Cl. Tutti impegnati a tirare la volata all’imprenditore Locatelli. Della partita anche il presidente e il vicepresidente della Compagnia delle opere di Bergamo. Torniamo allora alla telefonata del 14 novembre, che viene intercettata sul cellulare di Giuseppe Rotondaro. Dall’altra parte c’è Franco Nicoli Cristiani. Entrambi, il 30 novembre scorso, finiranno in carcere con l’accusa di corruzione. Mandato d’arresto condiviso con lo stesso Locatelli indagato anche per traffico illecito di rifiuti. L’inchiesta, iniziata dalla procura di Brescia, è stata trasferita, per quanto riguarda il filone della corruzione, a Milano. E proprio ieri si sono svolti gli interrogatori di garanzia.

I tre, raccontano le informative dei militari, da tempo condividono interessi comuni. Locatelli, attraverso la sua Cave nord, è titolare di un terreno che vuole trasformare in discarica di amianto. Il progetto, dovesse andare in porto, libererebbe un mutuo da oltre dieci milioni di euro che darebbe nuova energia alle sue imprese. Di più: la cava di Cappella Cantone nel Cremonese, se attivata, raccoglierebbe anche i rifiuti provenienti dai cantieri di Expo. Insomma, un bell’affare. Locatelli, naturalmente ci tiene ed è disposto a tutto. Anche a oliare gli ingranaggi della burocrazia. Tradotto: una tangente da 100 mila euro. Mediata da Rotondaro e intascata da Nicoli Cristiani ai tavoli del ristorante milanese Da Berti. La trattativa va in porto il 26 settembre.

I contatti, però, non si fermano. Anzi proseguono e puntano a livelli ancora più alti. Fino a entrare negli uffici della presidenza di Regione Lombardia. E così si arriva alla telefonata del 14 novembre. Cosa dovrebbe sapere Formigoni? Lo spiegano gli investigatori: “Nicoli Cristiani comunica a Rotondaro che si è adoperato per stabilire un contatto tra Locatelli e il sottosegretario regionale Alli” Per farlo bisogna avere l ’ ok dello stesso Formigoni. La conferma arriva dalle intercettazioni. “Venerdì sera – dice Nicoli – Formiga mi ha autorizzato a parlarne con Alli, io lo vedo domani mattina”. Quindi chiede a Giuseppe Rotandaro di far sapere a Locatelli che “mi sono mosso in questo modo, e comunque Formiga sa tutto”. La circostanza sarà confermata dallo stesso governatore giorni dopo gli arresti. Conferma con precisazione: “L’incontro tra Alli e Locatelli non è mai avvenuto”.

A metà novembre, però, i giochi sono ancora tutti aperti e Nicoli Cristiani è attivo “su quella partita”. E così, dopo aver parlato con il politico, Rotondaro chiama Locatelli per comunicargli la notizia: “Oggi – dice – mi sono visto con Franco e mi ha detto di dirti che lui ha avuto un contatto con il presidente, gli ha dato l ’ ok, domani parlerà con Paolo”. Quindi specifica: “È quella cosa che vi eravate detti per Expo”. Locatelli è entusiasta: “Se devo venire giù, io volo”. La torta del 2015 naturalmente fa gola. Ma certo inquieta che l’attivtà lobbistica del vicepresidente del consiglio lombardo, oltre a fare sponda con il presidente Roberto Formigoni, tenti di favorire l’impresa di Locatelli che nel 2009, attraverso due suoi dipendenti, incrocia gli interessi della ‘ ndrangheta nei lavori dell’Alta Velocità.

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