martedì 26 luglio 2011

Il bluff leghista dei ministeri al Nord Gli uffici inaugurati sono già tutti chiusi


Il deputato dell'Udc Luca Volonté è andato alla Villa Reale di Monza alla ricerca di informazioni sulle nuove sedi. Ma non ha trovato nemmeno un cartello o un citofono. E sugli eventuali costi in più dei dicasteri ora si attiva la Corte dei conti.


Né un custode, né una segretaria. Nessuna insegna e nemmeno un citofono o un campanello. Degli uffici ministeriali al Nord inaugurati in pompa magna il 23 luglio a Monza, dopo tre giorni rimane solo una porta sbarrata. Tutto chiuso. Inutile cercare l’avviso “La sede sarà operativa da settembre”, come previsto daBossi e compagni.

Il deputato dell’Udc Luca Volonté racconta alMessaggero la sua visita alla Villa Reale del capoluogo brianzolo. Alla vana ricerca di quelle tre stanze da 150 metri quadri che devono essere condivise dai ministri Calderoli, Tremonti, Brambilla, oltre che dal Senatùr. E che per ora hanno avuto l’effetto di fare arrabbiare diversi esponenti del Pdl e di suscitare l’interesse della Corte dei conti per l’aumento delle spese dei quattro dicasteri. “E’ stata una specie di caccia al tesoro – spiega Volonté -. Ero in Brianza per alcuni impegni familiari e ho deciso di fare una deviazione per scoprire quali servizi sono offerti dalle nuove sedi di rappresentanza ai cittadini e agli imprenditori. Alla fine, per fortuna, ho trovato alcuni operai che facevano lavori di manutenzione e sono stati loro a indicarmi la palazzina. Credevo di avercela fatta, invece nisba”. Tutto chiuso. Nessuna traccia delle targhe ministeriali in ottone mostrate sabato dall’orgoglioso Calderoli. Il quotidiano romano parla di “sedi fantasma”, “bluff in salsa verde”, “inaugurazione tarocca”.

Niente, a Volonté non è proprio riuscito di rivedere i tre uffici con tanto di foto di Napolitano e Bossi. E la statuetta dell’eroe leghista Alberto da Giussano, vicino a quell’unico computer che in Calderoli ha suscitato qualche imbarazzo in Calderali il giorno dell’inaugurazione. “Speravo che qualcuno mi potesse dire se, e quando, avrei potuto ottenere le informazioni che cercavo – continua Volonté -. Un altro buco nell’acqua”. E poi la sconsolata conclusione: “Ho visto una desolazione assoluta, questa storia dei ministeri al Nord è una grottesca pantomima”. Alemanno può stare tranquillo, quindi. “A Monza non c’è nulla”, garantisce l’esponente dell’Udc.

Eppure l’inaugurazione c’è stata. E per non mancare Bossi ha inforcato un paio di occhiali da Top Gun, convalescente dall’operazione di catarratta che solo il giorno prima gli aveva impedito di essere presente al Consiglio dei ministri. Ha parlato con una mazzetta di banconote in mano, il Senatùr. Come a dire: “I soldi per questi uffici ce li mettiamo noi”. Ma non tutti ne sono convinti. “Il contenimento della spesa e le regole per non duplicare gli uffici non valgono?”, si chiede il presidente della Toscana Enrico Rossi. “A me sembrano tutti un po’ matti. Con queste sedi avremo più spesa pubblica, più sprechi”, commenta Nicola Zingaretti, presidente della provincia di Roma. Certo, sui decreti dei ministeri che prevedono le nuove sedi c’è scritto che “non devono derivare maggiori oneri a carico dello Stato”. Personale e gestione dei locali, però, dovranno pur essere pagati. E così un occhio ai decreti l’ha già iniziato a dare la Corte dei conti.


"Dossier per far eleggere Bossi jr" blitz negli uffici della leghista Rizzi


La guardia di finanza ha perquisito anche l'abitazione dell'assessore regionale lombardo.
L'inchiesta riguarda una serie di documenti per colpire 'nemici' fuori e dentro il Carroccio.



La casa e gli uffici dell'assessore regionale a Giovani e sport della Lombardia, la leghista Monica Rizzi, sono stati perquisiti da agenti della polizia giudiziaria. Le perquisizioni, ha spiegato il suo legale Alessandro Didd, sono state affettuate per "ricercare tracce di una ipotizzata attività di dossieraggio" su richiesta della Procura di Brescia.

Non è ancora noto l'episodio o gli episodi ai quali si riferisce l'inchiesta. Nei mesi scorsi, comunque, un ex collaboratore dell'assessore, Marco Marsili, aveva presentato una denuncia nei confronti della Rizzi alla Procura di Brescia per trattamento illecito di dati personali. Dossier, ha spiegato Marsili, che sarebbero serviti poi per colpire 'nemici' fuori e dentro la Lega Nord assicurando anche il miglior risultato elettorale possibile alle scorse regionali a Renzo Bossi detto 'il Trota', figlio del leader leghista Umberto.

"Io sono stato sentito dalla guardia di finanza - ha detto Marsili - Una con un minimo di decenza sarebbe andata a casa da un pezzo". "L'assessore Rizzi non si dimetterà - ha spiegato in una nota l'avvocato Didd - essendo consapevole di non aver nulla da temere e di potere confidare nella serenità della magistratura, che certamente non si farà ingannare da queste manovre". L'avvocato Didd parla di una vera e propria "delegittimazione" nei confronti dell'assessore Rizzi. "Avendo intuito l'organizzazione di queste operazioni - ha aggiunto - avevo richiesto all'autorità giudiziaria di Brescia di conoscere se la stessa fosse o meno indagata. Il pm mi ha anticipato nel fornirmi la risposta notificando all'assessore l'avvio dell'indagine". Già in settimana il legale ha detto che prenderà contatti con il pm Fabio Salamone "perché in tempi brevissimi possa ascoltarla".

"E' stato un atto dovuto", ha commentato l'assessore Rizzi. "Sono serena e, anzi, contenta che siano venuti a controllare se c'erano carte collegate a dossieraggi, non hanno trovato nulla". "In Lega non funziona il metodo dei dossier, ci si candida in altri modi e si viene esclusi per altre ragioni", ha aggiunto "Un po' mi sono sentita sotto tiro da parte di qualcuno e penso che qualcuno dovrà risponderne in un secondo tempo".

http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/07/26/news/dossier_per_far_eleggere_bossi_jr_blitz_negli_uffici_della_leghista_rizzi-19642398/?ref=HREC1-11

Un solo neurone per portare avanti due testate giornalistiche.


















No comment.

PD, terremoto in diretta - Marco Travaglio



Borghezio: "La strage di Oslo colpa della società multirazziale. Che fa schifo"



“E’ una vicenda esemplare che fa capire che le strade del buonismo portano all’inferno, quello vero”, afferma sulla strage in Norvegia l’europarlamentare leghista Mario Borghezio. “L’ideologia della società aperta crea mostri – dice ai microfoni della Zanzara su Radio 24 -. Il killer Breivik è il risultato di questa società aperta, multirazziale, direi orwelliana. Questo tipo di società è criminogeno. Certe situazioni di disagio e di insofferenza è inevitabile che sfocino in tragedia. Quando una popolazione si sente invasa, poi nascono dei fenomeni di reazione, anche se gli eccessi sono da condannare. Quando si diceva prima che la Norvegia e la Svezia accoglievano decine di migliaia di tunisini, bisognava tener conto dell’impatto che un afflusso di questo genere poteva generare. La società aperta e multirazziale non è quel paradiso terrestre che ci voglion far credere coloro che comandano l’informazione. La società aperta e multirazziale fa schifo”.


Non ho parole!
Questo è un nostro rappresentante...