lunedì 12 dicembre 2011

FRANCESCO, MORTO SUL PALCO DI JOVANOTTI. "GUADAGNAVA 5 EURO ALL'ORA" - FOTO



Framcesco Pinna, morto nel crollo del palco a Trieste per Jovanotti


ROMA - Un dolore incredibile, anche su Facebook. E' inondata di messaggi la bacheca di Francesco Pinna, il ragazzo di 20 anni morto nel crollo del palco in allestimento per il concerto di Jovanotti a Trieste. «Ciao Francesco», «Non so che dire veramente...», si legge sul profilo. E ancora: «Dimmi che non sei tu», e «Ti ricorderemo in tanti, ciao Francesco».

LA RABBIA DEI COLLEGHI. «Non si può morire così, a 19 anni, a 20 anni, per una cosa del genere...», «no, non lo conoscevamo, l'abbiamo visto oggi per la prima volta e poi là sotto... così». I colleghi di lavoro della vittima fumano nervosamente al bar dove dal televisore passano in continuazione le immagini del disastro avvenuto a pochi metri, all' interno del Palasport che, intorno alle 17, ha acceso le luci esterne. I colleghi della vittima sono riconoscibili dagli zaini, i caschetti di plastica e i moschettoni. Si arrampicano sui tubi innocenti a dieci metri di altezza, talvolta di più, simili ad alpinisti più che ad attrezzisti. «Sai quanto guadagna un ragazzo come lui? - chiede provocatoriamente uno del gruppo - Guadagna cinque euro l'ora. Non si diventa ricchi; si può morire per questo? per cinque euro l'ora? È una follia». «Siamo quasi tutti ragazzi che lavoriamo un giorno qui, un giorno lì, dove capita, anche lui, anche il ragazzo che è morto».



http://www.leggo.it/articolo.php?id=153238

Crolla palco di Jovanotti a Trieste, muore un operaio. Stop al tour.



Foto de 'Il Piccolo'


Trieste - (Adnkronos/Ign) - La vittima aveva 20 anni, sette i feriti, uno grave. Il tragico infortunio al Palasport, dove era in corso di allestimento il palco per il concerto di stasera, che è stato annullato. Dai primi accertamenti ha ceduto la struttura portante (foto su 'Il Piccolo'). L'area posta sotto sequestro. Il cantautore: ''Tragedia che mi toglie il fiato. Il mio dolore è per Francesco''. Il sito di soleluna oscura la sua pagina web.
Trieste - (Adnkronos/Ign) - Tragico infortunio oggi a Trieste dove è crollata l'impalcatura in corso di allestimento al Palasport per il concerto di stasera di Jovanotti. Il bilancio è di un morto e sette feriti. Sul posto i soccorritori, 118 e squadre di vigili del fuoco, carabinieri e polizia scientifica.
La vittima, un operaio di 20 anni, si chiamava Francesco Pinna. Secondo il medico legale, il giovane sarebbe morto sul colpo, schiacciato dai tralicci della struttura. I feriti sono ricoverati all'ospedale di Cattinara: uno è grave e si trova nel Reparto rianimazione, un altro è in Ortopedia, mentre cinque sono tenuti in osservazione temporanea in Pronto soccorso.
Secondo i primi accertamenti, ha ceduto la struttura portante, ma ora saranno i periti a stabilire le cause (LE FOTO). Complessivamente, nell'allestimento del palco, era coinvolta una squadra di una cinquantina tra tecnici e operai. Da quanto è emerso, il montaggio del palcoscenico, dell'impianto delle luci e delle casse era praticamente completato, quando per cause in corso di accertamento si è verificato il cedimento della struttura metallica. Una parte degli addetti ai lavori è riuscita ad allontanarsi per tempo, ma Pinna e gli altri sette feriti sono rimasti sotto la pioggia di fili e tralicci. Il Palatrieste è stato posto sotto sequestro dalla magistratura, al momento non vi è nessun indagato.
Il concerto previsto per questa sera è stato annullato. In una nota diffusa da Trident Management si legge inoltre che "a seguito dell'incidente, i prossimi concerti di Jovanotti sono al momento sospesi e verrà data comunicazione entro domani sera delle decisioni prese riguardo agli stessi".
"Il mio dolore è rivolto a Francesco Pinna, studente lavoratore, la cui vita si è fermata oggi nell'incidente che ha travolto la mia squadra" ha scritto Jovanotti in un tweet. "Questa tragedia - ha sottolineato il cantautore in un tweet successivo - mi toglie il fiato e mi colpisce profondamente. Un tour è una famiglia e si lavora per portare in scena la vita e la gioia". "I ragazzi rimasti feriti - ha aggiunto a stretto giro Cherubini in un altro tweet - sono lavoratori specializzati che amano quello che fanno restando nell'ombra. Sono con voi, vi voglio bene".
"Le parole sono superflue, il dolore è per il ragazzo - ha dichiarato all'Adnkronos Luigi Vignando, dell'agenzia Azalea Promotion, organizzatrice del concerto di Jovanotti a Trieste - Cercheremo di capire le cause e di stare concretamente vicino alla famiglia del giovane se avrà bisogno di una mano".
In segno di lutto il sito di soleluna, etichetta discografica di Jovanotti, ha oscurato la sua pagina web. Connettendosi al sito 'www.soleluna.com' appare infatti una schermata completamente nera, senza link o riferimenti per accedere ad altre pagine web o informazioni.
''In questo momento non c'è ragione di attribuire responsabilità, per il momento c'è solo tanta tristezza, perché doveva essere un momento di gioia per i giovani - ha dichiarato a Tgcom24 il sindaco di Trieste Roberto Cosolini - La notizia è assolutamente sconvolgente. E' presto per capire, sono andato sul posto mezz'ora dopo l'incidente. Il palco si era accartocciato su sé stesso. Ci vorranno inchieste e perizie per capire le cause e le responsabilità. Cose di questo tipo non possono essere derubricate a fatalità".
In una nota il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Elisa Fornero, ha sottolineato che ''ogni incidente sul lavoro ci costringe a riflettere sulle gravi responsabilità che tutti noi abbiamo e che dovrebbero diventare quasi un'ossessione. E' una battaglia di civiltà alla quale personalmente non solo non mi sottrarrò ma vi dedicherò ogni mia energia''. Gli ispettori del ministero, ha spiegato Fornero, ''sono stati subito incaricati di accertare cause e responsabilità del tragico incidente''.


http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Crolla-palco-di-Jovanotti-a-Trieste-morto-un-operaio-otto-i-feriti_312739816895.html

Le vignette di Vauro.



http://vauro.globalist.it/Detail_News_Display?ID=5066&typeb=0

11-12-2011 - Report - Prostitute ragazzine minorenni e affari in Brasile.




Don Verzè si è spinto fino in Brasile, e precisamente a Salvator de Bahia, per allestire un suo "quartier generale". Report raccoglie le testimonianze di chi in Brasile smentisce la natura filantropia dell' ospedale di Salvador de Bahia. Andrea Garziera, per sei anni direttore generale della struttura, conferma: «Hanno sempre evitato di pagare le tasse (com' è consentito in Brasile agli enti filantropici, ndr ) senza averne i meriti». Il padre di Andrea Garziera, Luigi, ex distributore di alcolici del Veneto, è socio d' affari di don Verzé. È con lui che - come mostra il tour tra le fazendas del gruppo - il prete manager si lancia nei business alternativi delle coltivazioni dell'uva. Uno dei soci occulti è Pierino Zammarchi, il costruttore per eccellenza delle opere edilizie del San Raffaele, indagato a Milano con don Verzé e altri per bancarotta. Dove ci sono investimenti in ospedali spesso vengono costruite anche maestose ville. Ce n' è una, frequentata dal fondatore del San Raffaele e dai fedelissimi, sulle sponde del fiume San Francisco in Brasile. Luigi Garziera, tra le varie rivelazioni, racconta ai microfoni di Report le sue "scorribande" sessuali assieme a Mario Cal (il manager suicida il 18 luglio) con ragazzine di 13-14 anni.

Le cinque arancine al burro più buone di Palermo.




Partiamo da un assunto. Quello che abbiamo assaggiato non ci ha esaltato. Il livello medio tende al basso e la cosa non ci fa piacere. Tuttavia riteniamo di dare un contributo di conoscenza a tutti i nostri lettori e speriamo che questa nostra iniziativa funga da stimolo per migliorare uno dei simboli del cibo di strada palermitano.
Con questa premessa vi raccontiamo di aver degustato le arancine al burro di dieci bar palermitani e di aver fatto un confronto per decretare quelle più buone. Alla vigilia - non vi sfugga il dettaglio – del giorno in cui i palermitani ingollano arancine a sfinirsi, ovvero il 13 dicembre, Santa Lucia, giorno che la religione cattolica nel capoluogo siciliano vorrebbe di digiuno dalla pasta e dal pane e che invece è diventato il giorno di una grandissima abbuffata di riso e patate. E quindi soprattutto di arancine. Sulla falsa riga dei ben più tecnici e rigorosi criteri di analisi sensoriale utilizzati per valutare il vino, abbiamo tentato un approccio simil/scientifico, almeno per quanto possa essere concesso visto la tipologia della pietanza. Così procedendo: all’esame olfattivo considerando il colore, la forma, l’impanatura, la compattezza; all’esame olfattivo la “finezza” della frittura; al gusto la croccantezza dell’impanatura e la sua consistenza, la qualità del riso, la sua cottura e il sapore. Per quanto riguarda il condimento abbiamo analizzato la qualità del prosciutto e il tipo di taglio, quella del formaggio utilizzato, la gradevolezza della besciamella e del burro. Nel giudizio finale si è tenuto conto della bontà complessiva. Alla degustazione ospite come guest star ha partecipato Roberto Puglisi, giornalista, curatore del sitowww.livesicilia.it, e grande divoratore di arancine.
Andiamo quindi subito alle arancine dei cinque bar che ci sono piaciute di più:

Arancine del bar Bristol
Le arancine del Bristol di via Emerico Amari, 28. Belle alla vista, dalla forma compatta e invitanti. Ci è piaciuta sia all’olfatto, per una buon fragranza che sprigiona dall’interno, che al gusto dove ha riconfermato le sensazioni piacevoli. Appetitosa. Croccante la panatura. Gradevolissimi i chicchi al giusto grado di cottura e ben separati tra di loro. Ottima cornice per il condimento, saporito, equilibrato nel complesso con una buona qualità degli ingredienti. Buone per il sapore del burro e della mozzarella.
Prezzo: 1,70 €

Arancine del bar Gardenia
Le arancine del bar Gardenia di via Tommaso Natale, 87. Ci è piaciuta la doratura e all’olfatto sapeva di buona frittura. Il riso, leggermente insaporito con lo zafferano, ben si lega al condimento dove risalta la dolcezza soprattutto della mozzarella. Ottimo il prosciutto.
Prezzo: 2 €

Arancine del bar Spinnato
Le arancine di Spinnato di via Principe di Belmonte, 111. Buono l’odore di frittura e il colore dell’impanatura giallo dorata. Compatta e croccante. Al gusto prevale il burro, buono il prosciutto sfilacciato. Buono anche il retrogusto dolce del burro.
Prezzo: 1,80 €
  
Arancine del bar Massaro
Le arancine di Massaro di via Ernesto Basile 8. Hanno una buona impanatura, consistente e croccante. Molto saporita nel complesso.
Prezzo: 1,50 €

Arancine del bar Alba
Le arancine del Bar Alba di Piazza Don Bosco. Perfette nella doratura. Buona la compattezza dell’impanatura. Molto gustoso il ripieno.
Prezzo: 1,80 €
 
Da sinistra Maria Antonietta Pioppo, Massimiliano Montes, Roberto Puglisi

Processo Ruby, i testimoni dell'accusa "Pagamenti sospetti alle Olgettine"






I primi testimoni dell'accusa: confermato che la giovane marocchina partecipava a serate con prestazioni retribuite. "Sull'agenda di Iris Berardi c'erano pagamenti da duemila euro da Papi". Ci sono foto di effusioni tra donne e di travestimenti. La prossima audienza il 27 gennaio.
 di EMILIO RANDACIO

MILANO - Pagamenti sospetti alle ragazze di via Olgettina e le prove che Ruby era presente alle cene a villa Certosa in cui alcune ospiti si prostituivano. Sono questi i punti chiave presentati dai primi testimoni dell'accusa durante il processo Rubygate contro Silvio Berlusconi. L'accusa contro l'ex premier - che non si è presentato - è concussione e prostituzione minorile.

L'INCHIESTA IL RUBYGATE 1

Duemila euro da Papi. Dalle agende sequestrate ad alcune ospiti degli appartamenti di via Olgettina emergono pagamenti sospetti. A sostenerlo è il secondo testimone ascoltato oggi al processo milanese sul rubygate, in cui Silvio Berlusconi è imputato di concussione e prostituzione minorile. Analizzando l'agenda sequestrata a Iris Berardi, il vicequestore Giorgio Bertoli ha spiegato alla Corte come la giovane brasiliana avesse appuntato cifre in euro incassate nei primi sei mesi del 2010. In tre occasioni, la Berardi cita il nome "Papi", con a fianco la cifra duemila euro. Le date dei versamenti coincidono con la presenza della Berardi nella residenza di Silvio Berlusconi ad Arcore.

"Ad Arcore effusioni tra donne e travestimenti". "Durante le cene ad Arcore, fotografate effusioni tra donne". A sostenerlo in aula è stato uno degli investigatori che hanno seguito l'inchiesta. Il testimone si è riferito, in particolare, al rinvenimento di immagini sul telefono di una delle ospiti, Ioana Visan. Secondo i riscontri informatici effettuati sul cellulare, quella foto sarebbe stata scattata agganciandosi a una cella telefonica nei dintorni di Arcore. 


E ancora: presenza di costumi vari, babbo natali e poliziotti; Iris Berardi, una delle più assidue ospiti del Cavaliere, "è stata anche immortalata vestita da babbo natale in abiti succinti", ha ricordato il testimone alla corte. Barbara Guerra è stata invece fotografata con una divisa da poliziotta e delle manette in mano.

Nel 'fascicolo' anche "nove fotografie - continua Bertoli - di una stanza da letto arredata, con un letto disfatto, e attorno delle foto visibili di Silvio Berlusconi da giovane". Queste foto sono state trovate nel pc di Barbara Guerra, e sono state "scattate alle 4,51 del 24 ottobre 2010 ad Arcore".

"Ruby presente a cene con sesso a pagamento". Primo testimone è stato il vicequestore Marco Ciacci. "Emergono dall'inchiesta - aveva detto Ciacci - elementi convergenti che collocano la ragazza, Ruby Karima, in un contesto di eventi e cene in cui si consumavano atti sessuali a pagamenti". Ciacci, rispondendo alle domande del pm Antonio Sangermano, ha anche sottolineato che all'epoca degli eventi, Ruby "era minorenne".

Il vicequestore ha detto che le indagini sui presunti rapporti sessuali tra l'ex premier e Ruby erano partite dalle dichiarazioni a verbale di Caterina Pasquino, l'ex coinquilina della giovane marocchina, e di Giuseppe Villa, imprenditore e titolare di un bar. E la partecipazione a questa serie di eventi, ossia le cene ad Arcore, ha aggiunto l'investigatore, "è stata ricostruita con le intercettazioni e da molteplici conversazioni telefoniche, tra cui una di Ruby con Luca Risso (il suo fidanzato) del 6 ottobre 2010".
 
Ciacci ha spiegato che dopo la famosa notte del 27-28 maggio 2010, quando Ruby venne rilasciata dalla Questura, la "presidenza del consiglio" non intervenne più, neppure quando fu necessario per tre volte ricollocare Ruby in altre comunità. Da giugno - ha chiarito il vicequestore - a "interessarsi" della ragazza fu Lele Mora.

Berlusconi non si presenta. Non era in aula, Silvio Berlusconi, come avevano già anticipato i suoi avvocati. Anche stavolta l'ex premier ha scelto di non essere presente in tribunale, per il processo sul cosiddetto Rubygate, in cui è accusato di concussione e prostituzione minorile. La prossima udienza sarà il 27 gennaio.

Politici e camorra casalese: sequestri per 100 milioni, c’è anche una discoteca a Riccione. - di Vincenzo Iurillo


L'inchiesta aveva portato alla richiesta d'arresto per il deputato Nicola Cosentino, il giorno prima della cattura di Michele Zagaria. Sigilli a quattro impianti per la produzione di calcestruzzo nel casertano.

Un impianto sequestrato dalla Dia nel casertano
La settimana scorsa, l’operazione “Il principe e la (scheda) ballerina” aveva scoperchiato i rapporti tra politica e camorra nella zona di Casal di Principe,  e aveva portato a una richiesta d’arresto per l’ex sottosegretario Nicola Cosentino. Ora la Dia di Napoli coordinata da Maurizio Vallone sta eseguendo 15 provvedimenti di sequestro preventivo su una vasta area del paese, per un valore di oltre 100 milioni di euro, nei confronti di altrettanti indagati.

I sequestri sono in corso tra la Campania, il Lazio, la Toscana, l’Emilia Romagna e la Lombardia. Messi i sigilli, tra l’altro, a quattro impianti per la lavorazione del calcestruzzo, che agivano in condizioni di oligopolio nella provincia di Caserta, nonché una nota discoteca di Riccione, il Beach Cafè. L’elenco dei beni sequestrati è lungo e articolato. Comprende anche fabbricati nel casalese, decine di conti correnti bancari e di auto e motoveicoli, quote di società operanti nella sanità, appezzamenti di terreno, due società “di notevoli dimensioni” di Casal di Principe, operanti nel settore edile, una società edile con sede legale a Roma e intestata in Gran Bretagna, una società informatica, le quote di una società sportiva di Casal di Principe, una impresa edile in provincia di Modena.

“Ora bisogna aggredire i capitali della borghesia mafiosa”, ha detto mercoledì scorso il coordinatore della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli Federico Cafiero de Raho, mentre in Questura di Caserta ancora si stava ultimando il verbale di arresto di Michele Zagaria, il capo dei capi del clan dei Casalesi. L’operazione “Il principe e la (scheda) ballerina”, culminata in 57 arresti, era scattata solo il giorno prima, incidendo col bisturi il cancro dei rapporti tra cosche, imprenditoria e politica collusa, rivelando i condizionamenti camorristici all’interno dell’amministrazione comunale di Casal di Principe (appena sciolta per una crisi politica). Per il deputato e coordinatore campano del Pdl Nicola Cosentino, nei prossimi giorni la Camera deciderà se autorizzare o meno il provvedimento cautelare.

Istituti di cultura all’estero: la parentopoli legalizzata che premia la cricca del ministro. - di Thomas Mackinson



La legge 401 del 1990 permette al potente di turno di collocare ben dieci "personalità di chiara fama" nelle dieci più prestigiose capitali del pianeta. Le nomine sono biennali, rinnovabili per una volta. I politici ne approfittano per sistemare familiari, amici e collaboratori. E così a Madrid arriva la dirigente scolastica che non parla spagnolo.



L'ex ministro degli Esteri Franco Frattini
Nel sottobosco di nomine per “chiara fama” agli Istituti italiani di cultura si trova di tutto ma soprattutto amici, ex coniugi e parenti dei potenti. L’ex ministro Franco Frattini prima di lasciare il suo incarico ha messo a posto i propri collaboratori. Capolavoro a Parigi, dove lo scranno da 15mila euro al mese passa dal fratello di Giuliano Ferrara (Giorgio) a Marina Valensise, già giornalista del Foglio di Ferrara e corrispondente per Canale 5 da Parigi e (se non bastasse) anche sorella dell’ambasciatore a Berlino Michele Valensise. Quello che scorre tra il ministero degli Affari Esteri e le 352 sedi diplomatico-culturali all’estero è un fiume di denaro pubblico enorme, nel quale è difficile fare ordine e che ben si presta a celare privilegi concessi dalla politica con meccanismi clientelari e designazioni parentali. In particolare gli Istituti italiani di cultura (IIC) sono sempre stati il ricettacolo di una blasonata quanto paludata “parentopoli culturale”.

La nomina per via politica dei direttori è alla luce del sole, legalizzata grazie alla legge 401 del 1990 (art. 14 comma 6 ) che permette al potente di turno di collocare ben dieci “personalità di chiara fama” nelle dieci più prestigiose capitali del pianeta. Le nomine sono biennali e rinnovabili per una volta. “La parentopoli è da lungo presente al ministero degli Affari Esteri sia per soddisfare esigenze interne, non meno di quelle esterne, e ha assunto una rilevanza i cui effetti non si sono esauriti, talora contrassegnati da decisioni bipartisan, un criterio che il ministro Frattini non ha mai rinnegato, non senza dare notevoli opportunità al personale diplomatico di occupare, specie in Europa, posti di prestigio in ambito UE”, spiega un funzionario ministeriale dietro garanzia di anonimato.

Sta per essere perfezionata quella all’Istituto di Bruxelles di Federiga Bindi, che nulla ha a che fare con l’onorevole Rosy ma era collaboratrice diretta del ministro Frattini. A Londra primeggia da tempo una “esperta” di visual art ed un direttore di chiara fama mondiale, tal Carlo Presenti collocato nella capitale britannica a 16.500 euro al mese netti e del quale si ricorderanno le chiusure di biblioteche e di aule per l’insegnamento dell’Italiano (ci fu un articolo dell’Espresso in proposito). L’esperta di arti visuali, Rossanna Pittelli è la sorella dell’onorevole Giancarlo Pittelli (Pdl), indagato nell’inchiesta Poseidone da De Magistris, poi prosciolto per essere riportato a giudizio a Salerno dove l’ex pm lo ha denunciato per presunti tentativi di sottrargli le inchieste di Catanzaro. “Da queste parti è nota per le sue assenze dal posto di lavoro e per consulenze. Viaggia sui 10mila euro al mese”, dice la fonte diplomatica.

A New York offre le sue prestazioni quale “esperta di questioni culturali” la ex-moglie dell’ex ministro Bondi, Gabriella Podestà, per la modica cifra di 15mila dollari al mese. Si parla invece molto bene del direttore Riccardo Viale, anche se non sfugge il fatto che presieda la Fondazione Rosselli, che annovera tra i soci fondatori e coordinatori fior di politici, tra i quali i due Giuliano, Amato e Urbani. E ancora la politica ha portato a Mosca Angela Carpifave, amica personale dell’ex presidente del Consiglio Berlusconi. Un approdo non proprio felice visto che a 8 mesi dall’insediamento (come raccontava Repubblica nell’ottobre 2004), gli intellettuali russi inviarono un accorato appello allo stesso Berlusconi per la sostituzione a favore di un candidato capace di relazionarsi con il governo locale.

A breve scadranno le nomine per Tokyo e Pechino. Sono state inoltre registrate assegnazioni clientelari a Zagabria, in Brasile , in Argentina, a Tokyo e Kyoto, alcune delle quali hanno dato luogo a conflitti con il personale di ruolo, sfociati in ricorsi che hanno, temporaneamente, immobilizzato l’attività degli stessi Istituti e colpito l’immagine dell’Italia, con ripercussioni sfavorevoli nei circoli culturali dei paesi di accoglimento interessati alla produzione letteraria nazionale da destinare alle traduzioni linguistiche.

Non sono mancate le ingerenze del ministero della Pubblica Istruzione nel settore delle scuole italiane all’estero e la pretesa di funzionari di quel Gabinetto del ministro di chiedere la destinazione all’estero di propri congiunti, come è avvenuto recentemente per Madrid, ove si è provveduto ad assegnare una dirigente scolastica, senza possedere un’adeguata conoscenza dello spagnolo. “La signora si chiama Fechi ed è la moglie di uno stretto collaboratore dell’ex ministro Gelmini Murano“, racconta il funzionario. L’anomalia ha sollevato riserve da parte delle autorità spagnole. Ma anche in Italia dove il senatore di Fli Aldo Di Biagio ha chiesto con interrogazione scritta di sapere come fosse possibile venisse nominato in un istituto italiano all’estero qualcuno che non conosce neppure la lingua del paese di destinazione. “La risposta – racconta rassegnato – è stata a dir poco evasiva, ma la persona in questione è stata richiamata ai ruoli metropolitani, non senza dare un segnale negativo alle stesse autorità e comportando oneri non trascurabili a carico dell’erario nazionale”.

Giuliano Amato, 31.000 al mese: "Non posso ridurmi la pensione e il vitalizio"



Giuliano Amato e il suo governo tecnico nei primi anni novanta diede il via ad una riforma delle pensioni tra le più pesanti della storia repubblicana.
Tagliò le pensioni di tutti gli italiani, perché “così non si può andare avanti”, diceva nel 1992. E via alla riforma, per punire gli italiani. Non tutti. Perché lui, di certo, non ne è stato colpito.Sapete quanto prende di pensione? 31.411 euro al mese. Che fanno 1047 euro (lordi) al giorno. Una pensione di tutto rispetto… Amato può infatti contare sulla pensione da ex professore universitario, ex-componente della commissione antitrust e il vitalizio da ex parlamentare. In più, l’ex premier e ex ministro, è presidente della Treccani e senior advisor di Deutsche Bank. Complimenti.

Oggi scrive su La Stampa una lettera nella quale dichiara che, seppur è vero che incassa 31000 euro al mese, non è colpa sua e non può farci niente.

"Caro direttore,
in relazione all'articolo sulle pensioni d'oro apparse sul suo giornale, mi permetta di precisare quanto segue.
Quando, nella trasmissione Otto e mezzo, mi venne chiesto da Lilli Gruber come rispondevo a chi mi chiedeva di ridurmi la pensione, risposi che non capivo la domanda, non per tracotanza, ma per la semplice ragione che ormai sono un privato cittadino e non ho quindi alcun potere nè sulla mia nè sulle altre pensioni.
Ma avevo appena ricordato che quando ero stato Presidente del Consiglio, ero stato il primo a introdurre il blocco dell'adeguamento all'inflazione e il contributo di solidarietà delle pensioni elevate, a partire dalla mia.
En passant, avevo anche chiarito che, disponendo della pensione, non avevo voluto gli emolumenti di Presidente del Consiglio e di Ministro del Tesoro. Forse, nell'effigiarmi attraverso la citazione di ciò che dissi in quella trasmissione, anche questo doveva essere ricordato.
Cordiali saluti".
Giuliano Amato, La Stampa 12 dicembre 2011

http://isegretidellacasta.blogspot.com/2011/12/giuliano-amato-31000-al-mese-non-posso.html

Scurriculum, le carriere misteriose di amici e amanti senza alcun merito.




Una rassegna impietosa, e a tratti ironica, di eclatanti casi di raccomandazioni in uffici pubblici e delicati ruoli dirigenziali: mediocrità al potere, mentre l'Italia affonda nelle classifiche della competitività globale.


L'Italia degli Scurriculum, di quei tanti personaggi che pur non avendo titoli adeguati sono stati piazzati dalla politica a fare i manager di imprese pubbliche, di Asl, di istituti di ricerca statali o di municipalizzate, potrebbe riassumersi tutta nella trascrizione di un interrogatorio dell'inchiesta Tarantini, l'imprenditore delle escort di Arcore e delle mazzette sulle protesi. Al pm Digeronimo l'ex direttore generale dalla Asl di Taranto racconta di aver incontrato un politico pugliese al pronto soccorso di Massafra. "Gli ho chiesto come mai fosse lì e fosse così preoccupato  -  fa mettere a verbale il direttore generale  - e lui m'ha risposto che la figlia aveva avuto un incidente automobilistico. Allora l'ho rassicurato: guarda oggi dentro ci sta proprio il primario di ortopedia. E lui: è per questo che sono preoccupato, quello ce l'ho messo io là e so come ho fatto". Sembra una barzelletta, ma come in tante altre storie raccontate nel libro "Scurriculum, viaggio nella demeritocrazia", è solo uno dei tanti esempi che dimostrano come l'Italia sia sempre più una Repubblica fondata sulla mediocrità, una "mediocracy". Cioè un sistema che seleziona e promuove scientificamente una classe dirigente di basso profilo che non è funzionale al Paese ma al partito. Al leader. Al segretario.
E' proprio questo il filo conduttore di Scurriculum (Aliberti editore, oggi a Roma la presentazione - qui uno dei capitoli 1), il saggio appena scritto dal giornalista Paolo Casicci e da Alberto Fiorillo di Legambiente, con la prefazione di Gian Antonio Stella: mostrare come, a forza di spintarelle, raccomandazioni, tanti onesti gregari dall'esperienza professionale leggera e dalle amicizie pesanti, in virtù del tocco magico della politica, siano stati trasformati in straordinari manager e capitani d'impresa che hanno a che fare col domani del Paese e con l'oggi di tutti noi: con la salute, il trasporto pubblico, la spazzatura, la cultura, l'istruzione, il lavoro, l'ambiente... Una corte di vassalli che ha l'unica funzione di soddisfare le esigenze del principe (e ovviamente le proprie) a scapito della collettività. Come scrive Gian Antonio Stella nella prefazione, infatti, "da noi vige un sistema, ignobile e suicida, che mortifica i più bravi costringendoli spesso a regalare la loro intelligenza ai Paesi stranieri e premia al contrario quanti hanno in tasca la tessera giusta o il telefono del deputato giusto. Un errore che ha infettato la società italiana rendendola sempre più debole e incapace di stare al passo di un mondo che cambia a velocità immensamente superiore alla nostra".

E infatti via via Scurriculum dipana una galleria degli orrori: storie esemplari raccolte in altrettanti curricula, che spiegano come un ex calciatore dilettante o un insegnante di francese in pensione possano
guidare due importanti enti di ricerca, come il dentista fidanzato con la Brambilla possa essere tra i boiardi che decidono le sorti della Formula1 a Monza, o come un cacciatore e un ultrà possono governare due aree protette, una nazionale e una regionale. Dal mazzo si può pescare ancora la carriera di Massimo Zennaro, portavoce e direttore generale dell'ex ministero della Pubblica istruzione, Maria Stella Gelmini. L'uomo è famoso per avere inventato l'esistenza di un tunnel costruito tra il Cern in Svizzera e i laboratori del Gran Sasso, lungo il quale i neutrini avrebbero superato la velocità della luce. Oggetto che gli è valso a lungo gli sfottò della Rete (e l'incredulità della stampa straniera). Laureato in Scienze politiche, un precedente di semplice "comunicatore" al Comune di Milano, Zennaro scala il ministero praticamente senza curriculum. Ed è ancora lì, dirigente all'istruzione, con il nuovo governo. La conclusione degli autori? "Ci resta la dignità della denuncia. O una moratoria contro i 'figli di'".