giovedì 8 marzo 2012

Arresti via D'Amelio, «Borsellino era ostacolo». - di Nicola Biondo





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All’alba di oggi sono state notificate quattro nuove ordinanze di custodia cautelare nei confronti dei nuovi indagati per la strage di via d’Amelio in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e i 5 agenti di scorta. Il provvedimento è scattato per il boss palermitano Salvino Madonia, per Vittorio Tutino e Salvatore Vitale, quest’ultimo agli arresti domiciliari in una struttura ospedaliera, e per l’ex-collaboratore di giustizia catanese Calogero Pulci, arrestato in provincia di Pescara. Rimane invece indagato a piede libero il meccanico palermitano Maurizio Costa per il quale il Gip del tribunale nisseno ha rigettato la richiesta di carcerazione avanzata dalla Procura diretta da Sergio Lari. 

Fonti investigative aggiungono che nel corso delle operazioni è stato sequestrato “materiale documentale molto interessante”. 

Diversi i capi di imputazione per i cinque indagati: a Madonia si contesta il reato di concorso in strage con finalità di terrorismo per avere partecipato ad una riunione della Cupola tra il novembre e il dicembre del 1991 nel corso della quale si decisero le stragi avvenute l’anno successivo. Stesso reato per Tutino e Vitale: il primo avrebbe rubato con il pentito e testimone chiave della nuova inchiesta Gaspare Spatuzza, l’auto usata per la strage approntando il congegno collegato all’esplosivo, mentre Vitale - che abitava in un appartamento di via D’amelio - avrebbe facilitato la collocazione dell’autobomba e fornito informazioni sulle abitudini del giudice, che in quella via si recava spesso per visitare la madre. 

Il meccanico Costa - che secondo Spatuzza avrebbe riparato l’auto usata per la strage ma senza sapere a cosa doveva servire - è accusato di favoreggiamento aggravato. Per i magistrati avrebbe comunicato ad esponenti del clan Graviano particolari delle indagini in corso poche ore dopo essere stato interrogato il 10 marzo 2009, in seguito alla chiamata in correità fatta da Spatuzza. 

Le intercettazioni ambientali effettuate su Costa non sono state ritenute sufficienti dal Gip per autorizzarne l’arresto. 

Arresto scattato invece per l’ex-collaboratore di giustizia Calogero Pulci per il reato di calunnia aggravata. Pulci, nonostante le nuove indagini, avrebbe continuato a sostenere la partecipazione alla strage di Gaetano Murana, scarcerato 5 mesi fa dopo essere stato condannato all’ergastolo sulla bade della falsa ricostruzione operata dal falso pentito Vincenzo Scarantino. 

L’inchiesta sulla morte di Paolo Borsellino è stata riaperta nel 2008 grazie alle rivelazioni del pentito Gaspare Spatuzza a cui si è aggiunto nella primavera scorsa il contributo di un nuovo collaboratore, Fabio Tranchina. La ricostruzione della strage compiuta da Spatuzza ha trovato molteplici conferme nelle indagini condotte dalla Dia di Caltanissetta portando lo scorso ottobre alla clamorosa scarcerazione di sette persone condannate all’ergastolo. Condanne che portano la firma di un nucleo d’elite della polizia diretto dal questore Arnaldo La Barbera, deceduto pochi anni fa, che tarò le indagini sul racconto di due falsi pentiti Vincenzo Scarantino e Salvatore Candura, attualmente indagati per calunnia. Alle 11 di oggi è stata convocata dai vertici della Procura una conferenza stampa a cui parteciperà il Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso.



http://www.unita.it/italia/via-d-amelio-4-nuovi-arresti-br-borsellino-era-un-ostacolo-1.389397

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