lunedì 30 aprile 2012

Per Beppe Grillo la politica strangola, Cosa nostra no. “Parole da mafioso “. - Giuseppe Pipitone



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L'uscita del comico genovese durante un comizio di Palermo. Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell’Associazione vittime della strage di Firenze ricorda che "i boss strangolarono il piccolo Di Matteo".

Ha lasciato l’amaro in bocca a parecchie persone l’ultima esibizione di Beppe Grillo per le imminenti elezioni amministrative del 6 e 7 maggio. Il leader del Movimento 5 Stelle, di passaggio a Palermo per sostenere la candidatura a sindaco del giovane Riccardo Nuti, ha infatti tirato in ballo Cosa Nostra utilizzandola come termine di paragone per gli effetti devastanti della crisi economica.
“Noi abbiamo candidato Toto’ u curtu e u Malpassotu come vicesindaco, vediamo come va – aveva detto il comico genovese prima di salire sul palco – . La mafia non ha mai strangolato il proprio cliente, la mafia prende il pizzo, il 10 per cento. Qui siamo nella mafia che ha preso un’altra dimensione, strangola la propria vittima.” Una battuta al vetriolo per criticare la politica e il governo, che ha immediatamente innescato una furiosa polemica, amplificata anche dal fatto che proprio oggi a Palermo si commemora l’anniversario dell’assassinio di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, uccisi da Cosa Nostra esattamente 30 anni fa.
“Grillo parla come un mafioso senza essere nemmeno originale. Gli stessi argomenti prima di lui li hanno già utilizzati Vito Ciancimino e Tano Badalamenti. E come l’ultimo dei mafiosi non ha nemmeno il coraggio di confrontarsi pubblicamente sulle sue patetiche provocazioni”, è stato il duro commento di Claudio Fava, figlio del giornalista Pippo Fava (ucciso da Cosa Nostra nel 1984), e ora nella segreteria di Sinistra Ecologia e Libertà .
L’uscita del comico genovese ha costretto il candidato del Movimento 5 stelle a un’immediata replica: “Ancora una volta – ha detto Nuti – abbiamo avuto la conferma che ci sono mezzi di ‘informazione’ che tentano solo di denigrare il Movimento. Beppe Grillo nei suoi interventi utilizza spesso dei paradossi ed estrapolare una frase dal contesto è pretestuoso oltre che ridicolo: la dichiarazione che alcuni hanno contestato, fa infatti parte di un ragionamento molto più ampio e complesso. D’altra parte le nostre azioni parlano chiaro, essendo certi che le mafie siano il cancro che strangola l’economia legale e priva i cittadini di diritti e libertà.”
Questo, però, non è bastato a frenare le reazioni. Durissime, soprattutto, quelle arrivate dal mondo dell’associazionismo antimafia. “Le affermazioni di Beppe Grillo non possono essere giustificate neanche se fatte provocatoriamente. Il sistema di potere mafioso è purtroppo una questione ancora molto seria e in quanto tale non può essere oggetto di speculazioni politico elettorali”, ha fatto sapere l’associazione Addiopizzo.
Cristina Musumeci, dell’associazione Cittadinanza per la Magistratura, ha invece sottolineato il possibile effetto boomerang delle parole pronunciate da Grillo che “denotano una scarsa conoscenza del fenomeno mafioso e danno il fianco a chi continua a perpetrare il mito della mafia buona, la mafia che non minaccia, che non uccide, che si sostituisce allo Stato assente e protegge i suoi sudditi chiedendo in cambio una piccola controprestazione economica.  Grillo – prosegue la Musumeci – si dimentica così della mafia che non si ferma neanche di fronte ai bambini, ma soprattutto dimentica che la mafia è  cointeressi e connivenze  che deturpano l’ amministrazione comunale, l’amministrazione regionale e quella statale togliendo ogni possibilità di sviluppo alla nostra terra”. 
E se il comico genovese aveva fatto cenno al “pizzo”, una replica è arrivata anche da Pina Maisano, vedova di Libero Grassi, l’imprenditore ucciso da Cosa Nostra proprio per essersi ribellato al racket delle estorsioni. “Grillo dice che la mafia non ha mai strangolato i suoi clienti limitandosi a prendere il pizzo? Forse dimentica che ha anche ucciso le persone che il pizzo non hanno voluto pagarlo”.
”Come si permette Grillo a fare l’elogio della mafia in una città che gronda sangue di vittime innocenti? Perchè non era in piazza con noi il 21 marzo scorso, nella sua Genova, per la Giornata della memoria organizzata da Libera in ricordo di tutte le vittime della mafia?”. Si chiede invece Angela Ogliastro, sorella di Serafino Ogliastro, poliziotto ucciso dalla famiglia mafiosa di Brancaccio nel 1991.
Critica anche la reazione di Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell’Associazione familiari vittime della strage di via dei Georgofili. “Non so quanto Grillo e altri abbiano preso coscienza delle stragi del 1993, non so se Grillo ricorda che mentre il paese saltava in aria l’argomento principale era il debito pubblico – ha detto la Chelli a ilfattoquotidiano.it – . Non capisco perché adoperare espressioni di questo tipo che fanno tanto bene alla mafia e non a noi. Grillo poi dimentica che la mafia ha strangolato un sacco di persone, penso per esempio al piccolo Giuseppe Di Matteo. Grillo dovrebbe rileggersi quegli atti processuali, e capirebbe cosa è in grado di fare la mafia alla gente per bene e forse allora proverebbe a tacere su argomenti di questo tipo”.

1 commento:

  1. Non capisco perchè ci si agiti tanto per una frase e non ci si agiti contro chi con la mafia fa affari in cambio di voti. Come al solito cerchiamo l'ago nel pagliaio e non vediamo la trave che abbiamo negli occhi. Non è una novità che una buona parte dei politici non disdegna i voti ed i soldi della mafia, anzi! Ma per quelli aspettiamo che sia la magistratura a pronunciarsi, in virtù di un garantismo che oserei definire blasfemo. Va da sè che Grillo acquisisce consensi da una buona fetta della popolazione, i partiti che hanno in seno personaggi su cui grava il sospetto di associazione mafiosa, ma intoccabili in virtù del garantismo, li perdono.

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