giovedì 24 maggio 2012

Scajola: “Ho venduto la casa al Colosseo ora farò un gesto forte”. Poi s’infuria con il Fatto.




“Quanto pago d’Imu? Se intende per la casa al Colosseo sappia che l’ho venduta, arrivederci”. Claudio Scajola corre in fretta in Piazza del Parlamento, ma ha il tempo di regalare una notiziola non da poco all’inviata dell’Ultima parola, il programma di Rai2 di Gianluigi Paragone. Il servizio dell’11 maggio, alcune voci raccolte fuori dalla Camera dei deputati per commentare il primo turno delle ultime elezioni amministrative, passa in tv oltre la mezzanotte. L’esclusiva non viene rilanciata dalle agenzie di stampa, ne’ rimarcata in studio, come meriterebbe, dal conduttore. L’ex ministro dello Sviluppo economico ha ceduto l’appartamento di 180 metri quadrati con vista Colosseo di via del Fagutale. Il “mezzanino” che secondo i magistrati romani avrebbe comprato nel 2004 con una parte di soldi in nero. Una serie di assegni circolari per un ammontare di 900mila euro, versatigli dall’architetto Angelo Zampolini per conto di Diego Anemone, l’imprenditore coinvolto nell’inchiesta sugli appalti del G8. Lui, Scajola, avrebbe versato di suo: soli seicentodiecimila euro per un immobile situato in un luogo aulico, a pochi metri dal Belvedere Cederna.
Ai microfoni de il fattoquotidiano.it il deputato Pdl sulla vendita dell’immobile cambia in parte versione. “Ho fatto un preliminare di vendita un mese fa da un notaio” e aggiunge “tra poche settimane contiamo di fare il rogito, non voglio dirvi nulla sui dettagli: prezzo e nome dell’acquirente”. A questo punto l’ex ministro dovrebbe tener fede alla promessa fatta a settembre del 2010 quando al Corsera dichiarò: “Vendo la casa e la differenza, rispetto a quello che avevo versato, la darò in beneficenza poi aveva aggiunto “so già a quali organizzazioni no profit darla”. Ora, invece, annuncia: “Voi del Fatto avete scritto che non si può dare in beneficenza ciò che non è proprio e – continua – allora sto valutando una cosa diversa: un provvedimento, un gesto ancora più forte, ma che non vi posso dire adesso, lo dirò nel momento in cui farò il rogito. Io quello che prometto lo mantengo sempre”.
Le visure in Conservatoria a Roma, ad oggi, non danno risultanza però di un preliminare di vendita trascritto. Lo stesso può essere, inoltre, registrato in qualsiasi ufficio del registro in Italia. “L’ho fatto dal notaio, ma come lei sa: il preliminare può essere registrato o non essere registrato e noi abbiamo preferito non registrarlo”. Legittimo da parte nostra chiedere perché non abbia registrato un atto così importante. Scajola a questo punto si altera: “Sentite per cortesia, no eh. Mi volete fare un interrogatorio? Volete sapere come sono le cose, cosa volete sapere? Su questa casa avete già esagerato su di me, andate a cercare gli altri, guarda cosa avete combinato. Io – spiega – vi ho detto che la casa era in vendita, che ho avuto anche difficoltà a venderla, sono riuscito a venderla, ho fatto il preliminare e nelle prossime settimane farò il rogito. Punto. Mi pare che sia abbastanza no? O no? Mettetevi voi nei miei panni, no mettetevi voi nei miei panni, non voglio dirle nulla di più, va bene?”. E attacca la cornetta del telefono.
Per fugare ogni dubbio su come ci si debba comportare con la registrazione di un preliminare di vendita abbiamo interpellato il Consiglio Nazionale del Notariato. “La legge prevede l’obbligo di registrazione del preliminare sempre – spiega il notaio Gabriele Noto – questo è un punto fermo ed entro un mese” che chiarisce “certamente non è conforme alla legge un preliminare non registrato. L’unico bieco vantaggio, parlo senza commentare un caso specifico, è quello di evadere il fisco. Nel senso che – prosegue – non si pagano le tasse sulla registrazione e i contratti preliminari sono soggetti ad una tassazione fissa di registrazione, più una tassazione che varia dallo 0,50% al 3% sulle somme che vengono corrisposte in sede di preliminare e su un immobile che può valere oltre un milione e mezzo di euro, le cifre possono essere ingenti”. Intanto, a parte l’eventuale rogito, c’è un’altra scadenza che il deputato imperiese deve tenere a mente: quella del prossimo 26 giugno. Data della prima udienza del processo a suo carico proprio in relazione all’inchiesta sull’acquisto dell’immobile di via del Fagutale. Il processo si celebrerà davanti al giudice monocratico del tribunale di Roma. Scajola è accusato di finanziamento illecito ad un singolo parlamentare.

 di David Perluigi, montaggio Paolo Dimalio

Nessun commento:

Posta un commento