mercoledì 18 luglio 2012

Due pallottole a testa. - Kumi Naidoo

                                                                Kumi Naidoo,  direttore di Greenpeace International


Che ci fareste voi con 1.738 miliardi di dollari? Se vi dicessero che dovreste spenderli quest’anno, per garantire la sicurezza di tutti noi, come li spendereste?
Secondo le stime dello Stockholm International Peace Institute (SIPRI), 1.738 miliardi di dollari è quello che si è speso l’anno scorso in armamenti.

Poiché le spese militari sono una delle poche categorie dei bilanci che non hanno subito tagli, vorremmo sapere se forse questo mondo è diventato più sicuro. Che consolazione possono trovare in queste ingenti spese militari i genitori di quei 7,6 milioni di bambini di meno di cinque anni che ogni anno muoiono, soprattutto nei Paesi in Via di Sviluppo? E che razza di sicurezza può esserci in un mondo in cui 925 milioni di persone non hanno abbastanza da mangiare e il 98% di loro si trova, sempre, nei Paesi in Via di Sviluppo? Che pace ci portano questi soldi così spesi?

In un mondo dove milioni di persone sono costrette a sfollare per cause collegate ai cambiamenti climatici come siccità, erosione delle coste, alluvioni e distruzione dei raccolti, saranno i militari a fornire case e cibo a queste persone?

I “falchi” e i loro leccapiedi riterranno probabilmente che questo è un prezzo da pagare accettabile per mantenere la sicurezza nazionale e internazionale. Ma loro cosa intendono per “sicurezza”? Cos’è, davvero, la sicurezza? 

Il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) nel 1994 ha detto: “La sicurezza per gli uomini è un bambino che non muore, una malattia che non si diffonde, un lavoro che non è stato perso, una tensione etnica che non esplode in atti di violenza, un dissenso che non è stato messo a tacere. La sicurezza per gli uomini non ha a che fare con le armi – ha a che fare con la vita umana e con la dignità ”. E mi sembra un’ottima definizione.

A Greenpeace abbiamo sempre lavorato per la vera sicurezza: è il cuore stesso dei principi per cui ci battiamo. Noi crediamo che invece di spendere un sacco di soldi e - forse ancor peggio - di ingegnosità per i macchinari di guerra, dovremmo piuttosto dirigere le nostre risorse economiche e intellettuali verso la vera sicurezza. Dobbiamo contrastare la minaccia senza precedenti del cambiamento climatico che sta mettendo sempre più sotto pressione le nostre risorse fondamentali: cibo, acqua, energia e terra. Sono pressioni che stanno già scatenando conflitti, guerre e sofferenze.

Ci sono un sacco di soldi sprecati in nome della sicurezza e sono pochi i Paesi di cui potremmo condividere l’ordine delle priorità. Diamo un’occhiata a chi spende di più. Guardiamo a chi è incaricato, per conto della comunità internazionale, a mantenere la pace. Guardiamo cioè aicinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU: Cina, Francia, Russia, Regno Unito e Stati Uniti d’America. Se consideriamo i dati forniti dal SIPRI, non ci sono grandi sorprese: i primi cinque investitori in spese militari sono proprio questi Paesi. Gli USA primeggiano con quasi la metà della spesa militare globale. Gli altri quattro sono piuttosto indietro ma se li sommiamo assieme fanno tutti parte del Club mondiale dei cinque stati dai mille miliardi di dollari di spese militari!

Proviamo a metterla così:  è come quel luogo comune un po’ macho che si sente in tanti film di guerra, quello che dice che la fuori c’è una pallottola con sopra il tuo nome. Bene, secondo Oxfam in realtà sono due, o di più: quest’anno, si produrranno due pallottole per ogni abitante della Terra.  

Si spendono un sacco di soldi per preparare la guerra, ma quanti se ne spendono per prevenirla? Quanto spendiamo per mitigare i rischi del cambiamento climatico? Molto poco in confronto e niente che si avvicini a quello che serve.

Nel 2009, alla Conferenza sul Clima di Copenhagen, i Capi di Stato dei Paesi Sviluppati hanno promesso ai Paesi in Via di Sviluppo 30 miliardi di dollari, nel periodo 2010-2012, per i processi di adattamento e le misure di mitigazione. Hanno pure promesso che avrebbero aumentato questa somma fino a creare un fondo annuo di 100 miliardi di dollari USA, entro il 2020. Sembra tanto fino a che non fai un confronto: 10 miliardi l’anno è l’1% del budget militare dei cinque Paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, mentre 100 miliardi è solo il 10%. Gli USA, da soli, potrebbero pagare tutti i 100 miliardi di dollari prendendoli dalle spese militari e comunque sorpassare il secondo in classifica, la Cina, di cinquecento miliardi di dollari.

I cambiamenti apportati dalle alterazioni del clima aumentano i rischi di guerre e conflitti e pongono minacce alla sicurezza, quella vera, senza precedenti. Per assicurare sicurezza, dobbiamo combattere la minaccia climatica e investire in soluzioni verdi. 

Per esempio, che ne dite di investire nella protezione dei nostri mari? Secondo gli scienziati, per tutelare con riserve marine il 20-30% dei nostri oceani servirebbero tra 5 e 19 miliardi di dollari l’anno. Si creerebbero un milione di posti di lavoro e si garantirebbero catture sostenibili per la pesca per un valore stimato in 70-80 miliardi di dollari l’anno e servizi “ecosistemici” per un valore lordo che sarebbe compreso tra 4.500 e 6.700 miliardi di dollari l’anno!

Un’altra idea potrebbe essere quella di investire per salvare le nostre foreste, che ne dite? L’economia mondiale a causa della deforestazione perde ogni anno tra 2.000 e 5.000 miliardi di dollari. Il costo per dimezzare la deforestazione è stimato in 15 miliardi di dollari l’anno.

E, ultimo ma certo non per importanza, che ne pensate di una rivoluzione nel settore della produzione di energia? Mettersi alle spalle i combustibili fossili che stanno distruggendo il clima e abbandonare una fonte pericolosa come il nucleare richiede investimenti addizionali equivalenti a circa 280 miliardi di dollari l’anno. Sono investimenti che si ripagherebbero con gli interessi sia per il risparmio sull’acquisto di carburanti che per i posti di lavoro che si creerebbero. E non ci vuole un’arca di scienza per capire che tutto ciò diminuirebbe in modo drastico la minaccia di guerre riducendo la nostra dipendenza dalle fonti fossili.

Usiamo una quantità incredibile di soldi, immaginazione e ingegno umano per preparare e combattere guerre. Pensate a dove potremmo arrivare se la stessa energia, immaginazione, ingegnosità fosse investita per la pace, per una pace verde.



http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/blog/due-pallottole-a-testa/blog/41317/

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