martedì 31 luglio 2012

Monti: 'Fine del tunnel si avvicina'. No alla "rissa" su legge elettorale.




Roma - (Adnkronos) - Il premier in partenza per Parigi si mostra ottimista sull'uscita dalla crisi: "Molto importanti le decisioni che abbiamo preso nel Consiglio Europeo. Con Hollande parleremo della messa in sicurezza dell'euro, a volte scricchiolante". Poi una battuta: "Scendo in campo? Sempre più sordo a questa domanda...". E spiega: "Voto senza riforma è lo scenario peggiore"Obama: "L'euro resisterà ma sono necessarie azioni decisive"


Roma, 31 lug. (Adnkronos) - "E' un tunnel, ma stanno succedendo due cose: la fine del tunnel sta cominciando a illuminarsi e noi e il resto d'Europa ci stiamo avvicinando alla fine di questo tunnel". Lo dice il premier Mario Monti ai microfoni di Radio Anch'io, su Radio Uno, prima di partire per un tour europeo che lo porterà subito a Parigi, poi a Helsinki e Madrid.
"Sono state molto importanti - sottolinea il presidente del Consiglio - le decisioni che abbiamo preso nel Consiglio Europeo del 28 e 29 giugno", decisioni che si sono rivelate "proficue, e adesso ne stiamo vedendo le conseguenze in termini di maggiore disponibilità sia delle istituzioni europee, sia dei singoli governi - compresi quelli tedeschi e quelli del nord - a fare tutti la loro parte, oltre a fare ciascuno i compiti a casa".
"Oggi - sottolinea poi il premier - l'incontro con Hollande si iscrive in questo quadro: vogliamo verificare i rispettivi punti di vista e vedere come insieme, Francia e Italia, possono contribuire a portare avanti questo processo, che è contemporaneamente di messa in sicurezza dell'euro, questa grandissima costruzione qualche volta un po' scricchiolante - riconosce Monti - e di deciso impulso alla crescita europea".
Il premier ha poi, seguendo la linea dettata dal Colle, ha spronato i partiti ad "evitare inutili risse" e a trovare un "accordo sulla riforma elettorale, prima che si torni a votare". "Lo scenario peggiore, che voglio subito esorcizzare - ha detto - sarebbe quello di elezioni a scadenza naturale, dunque non anticipate, ma a cui si arrivasse senza una riforma elettorale e con un clima di disordinata rissa tra i partiti". "La combinazione di questi due elementi - ha proseguito - darebbe ai cittadini italiani la sensazione, forse fondata, che la politica ha fatto un grande sforzo nel sostenere questo governo", costretto a "scelte impopolari, ma non ha fatto i compiti in casa propria, nel senso di riformare se stessa".
Il presidente del Consiglio individua anche un legame tra la riforma del cosiddetto Porcellum e lo spread. "I mercati internazionali - dice - sarebbero legittimati a nutrire scetticismo su cosa succedera' dopo questo governo". E ha liquidato con una battuta una sua eventuale discesa in campo nel 2013: "Sto dimuendo coscientemente la mia sensibilita' auditiva su questa domanda", ha detto.
Parlando della spending review, il premier ha precisato che “non si tratta di una nuova manovra economica”, e che i tagli non sono stati fatti in modo “lineare e cieco”.
La spending review, sulla quale oggi l'esecutivo ha posto la fiducia al Senato, "non e' una manovra, non sono tagli lineari fatti in modo cieco. Il governo ha fatto un'analisi di dettaglio, con il lavoro del commissario straordinario Enrico Bondi", stanando "grandi differenze nei costi sostenuti da singole amministrazioni per l'acquisto degli stessi prodotti", quindi "si sono potuti identificare gli eccessi di spesa per insufficiente attenzione ai costi".
"Il Senato ha lavorato molto intensamente - riconosce Monti, dopo aver snocciolato i numeri sui risparmi di spesa che la spendind review mettera' a segno - poi tocchera' alla Camera. Siamo riusciti a tenere il timone ben fermo, pur tenendo in debita considerazione" le osservazioni sul provvedimento giunte da Palazzo Madama.

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