lunedì 16 luglio 2012

“Porta via 'sto negro”: bimbo e mamma cacciati dalla piscina.




Un bimbo di colore di 5 anni in lacrime in piscina, a Padova: una donna gli sbatte la testa contro un armadietto, poi offende la giovane mamma. Che ora ha deciso di dare battaglia.

PADOVA - Si accanisce con un bambino mulatto di 5 anni sbattendogli la testa contro un armadietto dello spogliatoio della piscina. Poi, con fare sprezzante, intima alla mamma di portar via “’sto negro”. E’ la ripugnante storia di razzismo che arriva dalle piscine Oasi 2000 di Padova e che ha provocato un putiferio, con tanto di intervento dei carabinieri. Protagonista della vicenda una donna sulla quarantina, subito raggiunta ed identificata dai militari dell’Arma mentre, dopo l’accaduto, prendeva tranquilla e beata il sole sul lettino. Scioccato il piccolo preso di mira, frutto dell’amore fra Cherubina, 27 anni, e Maximo, un insegnante di Salsa ecuadoregno che vive a Padova da 15 anni. La giovane mamma ha sporto immediatamente denuncia ed è intenzionata ad andare fino in fondo, incoraggiata anche dai numerosissimi attestati di solidarietà che le stanno giungendo da tutta Italia. Vuole creare addirittura una pagina Facebook, perché un fatto del genere non si ripeta mai più. “Verso le 17.30 sono andata a recuperare il mio bambino negli spogliatoi”, è il racconto di Cherubina, “quando sono entrata lui è corso verso di me piangendo, toccandosi la testa con la manina e chiedendomi per quale motivo la signora lo avesse spinto contro l’armadietto”. Alla richiesta immediata di spiegazioni la donna ha risposto: “Non ho tempo da perdere: portati via ’sto negro”. Al battibecco seguito a bordo piscina hanno assistito in molti, bagnini compresi. A quel punto la mamma del bimbo ha telefonato al 112, chiedendo l’intervento di una pattuglia dei carabinieri. Molte le testimonianze dei presenti raccolte. “L’ho denunciata perché quel che ha fatto non è giusto”, sottolinea Cherubina, “io amo mio marito e nostro figlio è frutto del nostro amore. Non tollero che in una città come Padova succedano cose simili”. 


Prescindendo dal colore della pelle del bambino, la signora che lo ha spinto contro l'armadietto è già passibile di denuncia per il gesto compiuto. Il colore della pelle del bambino, messo peraltro in evidenza dalla signora con la frase pronunciata, contribuisce ad aggravarne il reato.
Questa è una delle tante storie del degrado e dell'ignoranza che vigono in alcuni ambienti in cui anche un piccolo ed insignificante particolare, come il colore della pelle, mette in difficoltà chi non sa accettare le differenze, le diversità e, quindi, le teme. 
Pertanto, la signora in questione, oltre ad aver commesso un reato con aggravante, ha dimostrato anche di essere estremamente ignorante.
Cetta.

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