martedì 4 settembre 2012

Trattativa Stato-Mafia. Barillaro e D'Ambrosio: due morti diverse per i media. - Simona Zecchi




Namibia, 24 luglio 2012: muore il giudice Michele Barillaro mentre era alla guida di una jeep scontratasi contro un camion. 

Roma, 26 Luglio 2012: muore per infarto Loris D'Ambrosio, il consigliere di Giorgio Napolitano a cui aveva telefonato Nicola Mancino per la questione della trattativa Stato-Mafia. 
Doveva deporre anche all'Antimafia D’Ambrosio, dopo essere stato sentito prima della chiusura dell’inchiesta, dai PM di Palermo. 

Il magistrato Barillaro, nato a Reggio Calabria nel 1967, svolgeva la funzione di Gip del Tribunale di Firenze. Muore nello scontro anche il suo amico avvocato Roberto Concellini

Fino a poco tempo prima del tragico fatto il magistrato, prestato al capoluogo toscano dopo il suo impegno al processo Borsellino Bis, viveva sotto scorta. Aveva partecipato infatti alla redazione della sentenza. Recentemente aveva subito nuove minacce. Aveva partecipato, inoltre, ai processi contro Totò Riina e all'attentato a Mondello sull'Addaura nel 1989 contro Giovanni Falcone, di cui è stato suo stretto collaboratore. 

Il consigliere giuridico Loris D’ambrosio, anche lui ex collaboratore di Falcone, per giorni al centro di polemiche sulle intercettazioni che lo vedevano protagonista come mediatore fra Napolitano e Mancino, il quale premeva insistemente, secondo quanto è possibile evincere dai dialoghi riportati, per evitare il suo coinvolgimento nell’inchiesta sulla trattativa. 
E' morto nel suo studio di Roma, zona Parioli. La morte sarebbe avvenuta per cause naturali. Cause talmente certe da non ritenere, è notizia di poco fa, necessarie le analisi per l’autopsia. 

La morte del Gip Barillaro, invece, è passata inosservata dai media nazionali come il vento contrario a quello caldo che fino a poco tempo fa ha scosso invece le temperature nostrane; le stesse temperature bollenti che hanno caratterizzato il ciclone sulla trattativa: tra depistaggi, sentenze da rifare e nuove inchieste. La sua morte è stata riportata solo da qualche media locale, come "Il Quotidiano della Calabria, "Il Corriere della Calabria" e anche dalla edizione toscana di Repubblica. Una morte in secondo piano evidemente senza scalpore.  

Altro  vento, invece, quello che porterà fuori dall’Italia il giudice Antonio Ingroia che insieme agli altri giudici di Palermo, e in alcune fasi alle altre procure di Caltanissetta e Firenze, hanno portato avanti per anni infiniti l’inchiesta sulla trattativa. 

Il PM Ingroia che nei giorni scorsi ha sentito come persona informata dei fatti Marina Berlusconi sul processo a Dell'Utri per estorsione, ha accettato l'incarico annuale propostogli dall'Onu in Guatemala. Una decisione presa tra le polemiche e gli attacchi, nonché qualche titubanza accettata infine dal CSM (23 a favore, 4 contrari, 3 astensioni).

1 commento:

  1. Paolopietro Rossi dice:
    Per entrambe le morti, il TEMPISMO gioca a favore di chi, vista la POSTA in Palio per quel che entrambi i personaggi avevano in loro possesso (e per D'Ambrosio l'imminente deposizione al Tribunale), ovviamente non si beve le versioni striminzite della morte naturale del D'Ambrosio nel suo Ufficio esterno ai PALAZZI, e pertanto NIENTE AUTOPSIA, e l'AZZERAMENTO mediatico sui dettagli di quell'incidente in Namibia...il SISTEMA usa questa tecnica mediatica, per tastare il POLSO a chi si porra' domande....e nel silenziom, il SISTEMA raccogliera' le risposte a cui dara' BUGIE tipiche del mondo degli IMPOSTORI di STATO....quelli che crearono lo STALLIERE MANGANO, o l'ICTUS (mai seriamente accertate le cause) del BOSSI, od il volo dalla finestra del PINELLI..le MENTI che pianificano queste STRATEGIE sono sempre le stesse e non e' il CRIMINALE MAFIOSO..siamo a livelli ben piu' UFFICIALI e DEVIATI al PEGGIO..alla Voli dei dissidenti sopra l'Atlantico e lancio senza paracadute, di Sud-Americana memoria...

    Cettina de Giosa dice:
    Gli omissis sono il pane quotidiano di questa politica lontana dalla legalità e dalla moralità che si deve pretendere da chi amministra i beni comuni del paese. Tutto ciò che si sta verificando non fa altro che allontanarli dal popolo e gioca in loro sfavore. Ci vorrà ancora tempo, ma credo che siano destinati ad essere cestinati tutti. Con la speranza che salti fuori la verità delle nefandezze succedutesi e che li si possa mandare li dove meritano di stare.

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