domenica 28 ottobre 2012

Un mondo perfetto …Claudia Petrazzuolo



Le albe succedono alle notti e precedono i meriggi a loro volta propedeutici alle sere in un divenire circadiano che, dall’origine dei tempi, ha visto nascere e sparire specie e generi vegetali ed animali di ogni tipo : tentativi riusciti e no di una ipotesi di vita in cerca di una sua apoteosi, raggiunta, secondo alcuni,  nel trionfo del genere umano.

Dalla prima combinazione di cellule all’ultimo, in ordine di tempo, dei premi Nobel la vita ha espresso sé stessa esaltando e/o mortificando i suoi stessi tentativi; dalla dominazione dei dinosauri alle varie ipotesi di egemonia di specie, questo pianeta ha dato, accogliendone il quotidiano evolversi,  una chance a tutto, permettendo ogni e qualsiasi sviluppo arrivando, ai giorni nostri, finanche a sopportare, per ora, anche un lento e continuo stillicidio verso una autolesionistica distruzione di massa: dominatori, dominati e habitat di ognuno.

Un qualsivoglia esame, anche il più superficiale, del periodo storico attuale vede la solita medaglia a due facce rispecchiarsi nello specchio della critica ragionata: gli ultimi cento anni si segnalano come quelli in cui la razza umana ha fatto più progressi  di quanti ne avesse fatto nell’intera sua storia. Le peggiori malattie endemica sono sparite dal vocabolario medico; alcune ipotesi fantascientifiche sono state superate dalla realtà di ogni giorno al punto che farne delle altre sembra impossibile perché ciascuna appare subito come fattibile; prima il terzo, poi il quarto mondo, hanno spostato e ancora lo stanno facendo, i loro confini in ambii sempre più stretti; le arti nelle manifestazioni più varie rallegrano occhi ingenui e di facile soddisfazione; le religioni adeguano i loro “credo”, sia pure lentamente, ad una quotidianità cangiante e progressivamente disincantata; i concetti di uguaglianza,  giustizia, etica, salvaguardia, dignità, libertà e rispetto sono uniformemente conosciuti ed assimilati da ogni forma di cultura, ciascuna secondo la propria storia, il proprio credo religioso, la propria espressione politica; la parola democrazia sa di essere usata miliardi di volte al giorno in un autocompiacimento personale di ognuno degli abitanti del pianeta.

Nell’anno di grazia 2012, per volere divino ed espressione dei popoli, sembra che guardandosi intorno si possa affermare di esistere in un mondo perfetto; poi, però, il vento della curiosità spinge a girare la medaglia per guardarne la faccia oscura, spesso negata e rinnegata, degli stessi eventi, spazi, fisici e temporali, e protagonisti; ed allora ecco che la religione, qualsiasi, diventa un’ipotesi surreale e contestualizzata; l’etica una espressione conseguente alla convenienza; la uguaglianza una regola soggetta alla valutazione del singolo che la riserva ai propri eguali; la giustizia una dipendenza del momento e dei soggetti in oggetto; la salvaguardia una manifestazione egocentrica ed egoistica; la dignità una qualità al soldo dell’interesse; il rispetto una iperbolica fantascienza e la libertà un concetto astruso ed alieno il cui significato ha infinite sfumature per quanti sono coloro che la considerano e ne parlano.

 Il 21 dicembre prossimo, secondo i Maya, dovrebbe finire un periodo storico al culmine dei suoi 5000 anni considerati; molti, tra quelli che credono a queste fantasie, vivono l’attesa in una sorta di angoscia; altri con la speranza di un cambiamento finalmente possibile;  per coloro che invece sono scettici o indifferenti all’ipotetica scadenza l’evolversi quotidiano non ha particolari acuti se non per quei specifici momenti in cui, per questo o quel motivo, si è protagonisti in prima persona e sotto lo spot luminoso del caso e dei casi della vita.
Nessuno, tra i tutti, sembra rendersi conto di quanto imperfetto sia il suo intorno contingente misto e interagente con quello di ciascuno degli altri; nessuno vuole rendersi conto che, a data più o meno prossima e maya o non maya,  tutto quanto questo intorno è a buona parte del cammino che lo separa dalla fine e nessuno, proprio per questa manifesta incoscienza, è in grado di dire se a  questa imperfezione  seguirà qualcosa di ancora peggiore o di finalmente migliore.
All’uomo piacendo ed a Dio permettendo, ai posteri l’ardua sentenza …

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