venerdì 5 ottobre 2012

Vergogna!



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Inaudito!



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Giù le mani dai nostri ragazzi.



Manifestanti minorenni manganellati, intollerabile reato
Giù le mani dai minorenni! In caso di manifestazione obbligo da parte delle forze dell’ordine di cartellino identificativo. Questa è civiltà. Le violenze contro i minorenni in famiglia sono severamente punite, è inaccettabile che organi dello Stato picchino selvaggiamente con manganellate studenti minorenni delle scuole. Non importa cosa abb

ia fatto il minorenne: un padre o una madre non prendono a manganellate il figlio quindicenne se si comporta male. E’ inammissibile e punito per legge. Se anche mio figlio mi rompesse una porta a calci, io non sono, neppure come madre, in diritto di punirlo con manganellate e violenza fisica. Gli adolescenti si educano, non si manganellano.
“Si chiama A mani ferme la campagna lanciata da Save the children per proteggere i bambini dalle punizioni corporali e diffondere fra i genitori modelli educativi non violenti. Realizzata in collaborazione con la Società italiana di pediatria e l’Associazione nazionale dei pedagogisti italiani, fa parte delle iniziative organizzate nell’ambito del progetto europeo “Educate, do not punish“.
Cosa facciamo? lottiamo per reprimere le violenze casalinghe sui minori ma permettiamo che lo stato usi violenza su di loro? Quella di oggi era una manifestazione di ragazzi giovanissimi e di minori. Chi di dovere ne era a conoscenza. Come madre, come psicologa , come cittadina chiedo e vi prego di chiedere a gran voce che le forze dell’ordine siano obbligate al tesserino di riconoscimento. Se tuo figlio di 15 anni tornasse a casa manganellato o finisse in ospedale, cosa faresti? denuncia su ignoti? Il disagio va ascoltato, tanto più se viene da parte di un ragazzo o un bambino, per nessun motivo al mondo è giustificabile compiere violenza su un essere umano in via di sviluppo.
Cosa dice la legge? Che cosa succede a chi commette atti di violenza isolati, o comunque non continuativi, nei confronti di una persona di famiglia? Chiunque picchi una persona commette il reato di percosse, punito a querela della vittima con la reclusione fino a 6 mesi o con la multa fino a lire 600.000. Se dal comportamento violento deriva una malattia del corpo o della mente, il reato previsto è quello di lesioni personali punito più gravemente, soprattutto se le lesioni hanno una durata superiore ai 20 giorni e se si tratta di lesioni gravi o gravissime. Percosse. Le percosse e le lesioni personali costituiscono i delitti che offendono l’integrità fisica o psichica della persona e formano due specie autonome di reato, differenziandosi per vari caratteri.
Art. 581 c.p. – Chiunque percuote taluno, se dal fatto non deriva una malattia nel corpo o nella mente, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino a lire seicentomila. Tale disposizione non si applica quando la legge considera la violenza come elemento costitutivo di un altro reato.
Lesione personale. In base all’elemento soggettivo il codice prevede la lesione personale dolosa e la lesione personale colposa. Lesione personale dolosa. art. 582 c.p. – Chiunque cagiona a qualcuno una lesione personale, dalla quale deriva una malattia nel corpo o nella mente, è punito con la reclusione da tre mesi a tre anni.
Se questi reati vengono inflitti a dei minori le pene si aggravano. Gli studenti minorenni vanno tutelati, le manifestazioni sono lecite è una forma di democrazia che non può essere messa in discussione. Mi direte: “ma alcuni manifestanti hanno tirato uova e imbrattato muri”, va bene, ma vi rispondo: se vostro figlio minorenne vi imbratta un muro di casa o vi tira un uovo voi lo prendete a bastonate?
fonte : il Fatto Quotidiano.


Tristi verità.



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Brunetta monta in gondola....




La CRESCISTA secondo la brillante OPINIONE del prototipo dei NANI e BALLERINE (e peggio), eredita' TRUFFE Craxi.....Brunetta..tornare a vendere tappeti ai turisti a PIAZZA SAN MARCO..o domanda per un posto di Gondliere..una MINI GONDOLA (di carta in una tinozza va bene...)..Ahh ahh ahh ahh
Giovanni Giovannelli


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Succede in Italia, paese democratico.



Nel volto impaurito di questa ragazza, c'è tutta l'Italia onesta a cui hanno rubato il futuro; questa è la polizia che non mi piace, quella forte con i deboli - No comment. Prof. Saverio Fortunato.

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ARIA NUOVA nel PdL. - Alberto Liguoro



L’accalappiacani ci ha lasciato per darsi… ad altro.
Amo’ detto anche “il cavaliere”, frustino, speroni e baschetto, si è dato veramente all’… equitazione (in un accorsato maneggio prende lezioni dal fuoriclasse Schettino, che, però, esageratamente deferente, continua a fargli inchini), coronando così un atavico sogno.
Devo, tra parentesi, spezzare una lancia per lui. Amo’ è il

 padrone del PdL quindi lo fa e lo disfa come e quando gli pare e piace. Allora che cavolo vogliono questi obsoleti detrattori comunisti e disfattisti?
Sarebbe come dire che la Polanco non può diventare bianca. Diamine Amo’ è il padrone della Polanco! (Anzi lei dice “badrone”) Ciò vuol dire che, se lui vuole, lei diventa bianca, come Michael Jackson, cribbio!
Detto questo, come si sa, quando l’accalappiacani non c’è, i cani ballano, quindi grande movimiento: Angelino Chihuahua ‘o buttamo nel cabinet! C.E.S. (non è lo stesso appena nominato, è un altro, diminutivo vezzeggiativo “Cogito”) San Bernardo ‘o mettamo ‘a mescita de rhum a go go (in genere è sobrio a prima mattina). Fiorito Rottweiler ‘a comanda lui a Regina Coeli e ce porta tutti i voti d’e coatti; è già un bel botto! Torna a casa Gasparri (ultimo best-seller) vende più di Lassie e fa piangere di brutto; Santanché cambia look e diventa “barboncino scassante”, lo scettro di “oca starnazzante” passa ad Alessandra che, commossa, cede il testimone di “vajassa” a Prestigiacomo e così via.
Ormai le parole d’ordine nel Partito degli Onesti sono: ONESTA’ (appunto) fino a sentenza definitiva di condanna; CAPACITA’ fino a scontro frontale di neutrini nella galleria sotterranea Gran Sasso – Ginevra; TONIFICAZIONE generale mediante la creazione di una Commissione per la Crescita Morale presieduta da Formigoni e composta da Polverini, Lusi, Belsito, Penati, Papi (quello con la “i”, non con la “y”), Trota, Tarantino e Lavitola; DIMISSIONI VIETATE per Legge Costituzionale, fino a sfilata in topless di Nicole alla Regione Lombardia e Mara nel Transatlantico; DIRITTO al LIBERO CAZZEGGIO fino a condanna alla gogna per mobbing di Santoro, Mentana, Fazio, Saviano, Beha e Floris, su denuncia di Ferrara, da una giuria composta da Fede, Sallusti, Vespa, Rossella, Masi e Belpietro.
Finalmente una FORZA NUOVA, per uscire dal Medio Evo Clerical-Montista ed entrare nel Rinascimento Catto-Crozzista.




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Processo Ruby, Valentini: “Mia l’iniziativa di chiamare la Questura”.


Processo Ruby, Valentini: “Mia l’iniziativa di chiamare la Questura”


E' ripartito così, dopo la pausa estiva, il processo a Berlusconi con una udienza dedicata a uno dei temi più delicati del processo; quello sui presunti rapporti di parentela tra la ragazza e il presidente egiziano, Hosni Mubarak. Il Cavaliere ha sempre dichiarato di essere stato convinto che fosse parente del defunto ex rais egiziano.

“Fu una mia iniziativa contattare la Questura di Milano per capire cosa stesse accadendo. Dissi al Presidente Berlusconi che se voleva potevamo intervenire. Lui mi disse: ‘Sì, digli che c’è una ragazza egiziana senza documenti, vedi se ti puoi informare’”. Lo ha raccontato in aula a Milano, al processo Ruby a carico dell’ex presidente del Consiglio, Valentino Valentini, già consigliere per le relazioni internazionali dell’ex premier e citato oggi dalla difesa come teste. Valentini ha ricordato come la notte tra il 27 e il 28 maggio di due anni fa, mentre l’ex capo del Governo accusato di concussione e prostituzione minorile si trovava a Parigi, fu informato del fermo della giovane. In realtà la marocchina e minorenne era stata denunciata dalla coinquilina per furto. Silvio Berlusconi chiamò gli uffici della polizia e sollecitò il rilascio. Sul posto poi arrivarono la Minetti e altre persone. 
Eravamo sull’aereo in attesa di decollare quando il capo scorta chiamò il capo di gabinetto della Questura di Milano, Pietro Ostuni, e gli spiegò la situazione; a quel punto il presidente Berlusconi fece segno di passargli il telefono. Il presidente disse a Ostuni: ‘Ci risulta che c’è una ragazza egiziana sprovvista di documenti e si offrì di mandare la consigliera regionale Minetti per aiutare la identificazione e alla fine disse: ‘Mi risulta che questa ragazza potrebbe essere nipote del presidente egiziano Mubarak”. Qualche giorno dopo, ha raccontato sempre Valentini, Berlusconi ritornò sulla vicenda e “fece un commento colorito: “Sai – disse – quella lì mi ha raccontato una marea di balle. Durante le udienze un agente ha poi confermato che la ragazza, che doveva essere destinata a una comunità come disposto dal pm dei Minorenni, fu mandata via per le pressioni esercitate da Palazzo Chigi. 
E’ ripartito così, dopo la pausa estiva, il processo a Berlusconi con una udienza dedicata a uno dei temi più delicati del processo; quello sui presunti rapporti di parentela tra Ruby e il presidente egiziano, Hosni Mubarak. Berlusconi ha sempre dichiarato di essere stato convinto che la ragazzina fosse parente del defunto ex rais egiziano e durante vertice bilaterale Italia-Egitto a cena chiese a Mubarak di questa parentela. Informazione risultata totalmente priva di fondamento tanto che il conflitto sollevato dalla Camera contro la Procura di Milano era stato bocciato dalla Consulta. Valentini ha parlato di conversazione“confusa” nata attorno al rapporto di parentela tra Ruby e Mubarak. L’ex consigliere ha ricordato in aula il famoso pranzo istituzionale offerto a Roma il 19 maggio 2010 dall’allora capo del Governo all’ex rais. “Durante il pranzo in una fase più rilassata nella quale Berlusconi disse a Mubarak di avere conosciuto una ragazza egiziana di una famiglia a lui vicina che si chiamava Ruby. Valentini, rispondendo alle domande dell’avvocato Niccolò Ghedini, legale di Berlusconi, ha spiegato che “nacque una conversazione piuttosto confusa, una discussione non ordinata” anche tra i rappresentanti della delegazione egiziana perché anche i membri dell’entourage dicevano la loro sul fatto se la giovane fosse o meno la famosa cantante egiziana. Si parlò di un grado di parentela?, ha chiesto Ghedini “No, ma di una familiarità”.
In aula è stata raccolta anche la testimonianza di Giancarlo Galan: “Ricordo che il nome Ruby a un certo punto venne fatto – dice l’ex presidente del Veneto all’epoca ministro dell’Agricoltura -. Il pranzo durò tre ore, io ero seduto due posti a sinistra rispetto a Berlusconi. Non si trattò di una colazione particolarmente entusiasmante, parlava sempre Berlusconi, l’interprete traduceva e Mubarak non era molto brillante. Ricordo che il nome Ruby a un certo punto venne fatto. Onestamente non prestai grande attenzione al dialogo, da quel che capii parlavano di una bella donna egiziana e l’idea che mi feci era che si trattasse di un’attrice o di una cantante”.  Il pm Ilda Boccassini gli contesta un “palese contrasto” con la deposizione resa agli investigatori il 28 gennaio 2011 quando affermò che Mubarak indicò  Ruby come appartenente alla cerchia familiare del presidente egiziano. “L’idea che mi feci era che potesse essere o una parente, o più probabilmente un’attrice o una cantante che frequentava quella cerchia – ribatte Galan -. Era Berlusconi che aveva introdotto quell’argomento e ho avuto l’impressione che Mubarak la conoscesse”. “Com’è che ricorda solo quello che disse Berlusconi e non la riposta di Mubarak?”, chiede Boccassini. “Ascoltavo con molta piu’ attenzione quello che diceva Berlusconi” la risposta.
Prima di Galan, ha testimoniato il diplomatico Bruno Archi, anch’egli presente al pranzo con Mubarak. Anche lui conferma che si parlo’ di Ruby. Gli chiede Ilda Boccassini: “Ci spiega meglio il contesto della frase di Berlusconi su Ruby, che non capiamo come possa avere suscitato l’interesse dei presenti?”. “Berlusconi aveva chiesto a Mubarak se la ragazza facesse parte della sua cerchia familiare, fu questo a suscitare l’interesse”. “Cosa rispose Mubarak?”. “Rimase incuriosito, ma non capì bene la domanda, c’era molta confusione, eravamo a fine pasto e ci furono anche problemi di interpretariato. Mubarak non rispose ma gli altri iniziarono a interloquire dicendo che conoscevano una famosa cantante di nome Ruby”.
Intanto si saprà entro lunedì prossimo se Berlusconi si farà interrogare. L’avvocato Piero Longo, uno dei legali dell’ex premier, su richiesta del presidente del collegio Giulia Turri, ha assicurato che entro l’8 ottobre scioglierà la riserva e comunicherà se l’ex capo del Governo renderà l’esame. Per le dichiarazioni spontanee invece “il campo è libero” ha detto Longo e si possono fare in qualsiasi momento.

Corri Forrest, corri... di Mina



Il 10 ottobre attraverserò lo stretto di Messina a nuoto. Poi, giunto in Sicilia, correnti permettendo, inizierò il mio viaggio elettorale per tutta l'isola. In camper e di corsa. A presto il diario di viaggio sul blog con tutti i dettagli.

"In questo periodo ho lavorato pesantemente e mi ero imperdonabilmente distratta dalle vicende del Dolce Paese. Riaperto l’oblo, ritrovo ancora te, Beppe, nello splendore dei riflettori. Scusa, ma non eri un trascurabile, insignificante, nulla politico? E quand’anche avessi avuto qualche vocina in capitolo, non dovevi per caso essere silenziato e relegato nel cosmico cantuccio del web, secondo ordini trasversalmente e uniformemente accettati?
Devo proprio essermi persa un passaggio. Non sarà mica per la doppia cifra nei sondaggi sulle intenzioni di voto che ho visto fiammeggiare in Tg e talk show? E proprio adesso che la tecno-management-safety car sta per rientrare e i concorrenti stanno per ”riscatenare l’inferno”? Ma guarda un po' ... Bene. Spazio a caso tra fogli di giornale attorno alle uova e memorabili pagine di televisione. E ti vedo trattato da divo. Com’è? A torso nudo potresti mietere il grano come Mussolini per ingraziarti i villani nell’afa? Con baffetti neri potresti urlare stermini, in apoteosi hitleriana? Con baffi un po’ più grossi, di foggia staliniana e stalinistica, ti potresti cimentare nel tiranneggiare alcune russie e “siberiare” i dissidenti? Con l’acqua alla gola ingoierai lo stretto di Scilla e Cariddi in un acquatico show alla Mao? Stai rifondando “L’uomo qualunque”?
È vero, c’è qualcosa che fai esattamente come Mussolini, come Stalin, come Mao, come Giannini ed è bere, dormire, mangiare e, orrore, fare la cacca.
Vorrei già richiudere l’oblo e impegnarmi a emulsionare una buona maionese con le uova fresche, quelle dei giornali precedentemente citati, appunto. Sarà meglio. Mi concedo solo un piccolo momento per un’incazzatura. Che bassezza, la povertà di questa iconografia da strapazzo. Le similitudini per la tua antidemocraticità, per il tuo qualunquismo, per la tua voglia di reclamizzarti sono pezzi disordinati di ineleganza, al limite del ridicolo. O della querela. Ne vedremo delle belle, temo. Tu va’, dritto come un fuso.
Corri Forrest, corri…" Mina


http://www.beppegrillo.it/2012/10/corri_forrest_c.html#commenti

Corteo studenti: scontri e feriti a Torino. Tensione a Milano. Roma, protesta al Miur.

Corteo Studenti


Contro l’austerity imposta dal governo, ma anche contro il sistema politico e gli sprechi. E’ partito questa mattina “l’occupy-casta” degli studenti italiani. Un evento che sembra una prova generale del “No Monti day” convocato per il 27 ottobre. Foto del premier bruciate in piazza a Torino, rogo di tessere elettorali a Palermo: in tutta Italia la protesta segue il doppio binario governo-casta. E gli scontri non mancano. Cinque studenti contusi (e 15 fermati) nel capoluogo piemontese, dopo le cariche delle forze dell’ordine. Tensione a Milano, dove la protesta si è concentrata anche su Palazzo Lombardia, centro del potere formigoniano. Altri feriti, questa volta tra gli agenti di polizia, a Roma, dove la protesta si concentra nella zona della sede del Miur. “Da cittadino noto che le posizioni di chi manifesta il proprio dissenso sono tanto più forti quando non sono accompagnate dalla violenza contro cose o persone, ma sono capaci di incanalarsi in una proposta”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, riferendosi agli scontri avvenuti durante le manifestazioni degli studenti in varie città.
TORINO – Cinque studenti – secondo la questura – sono rimasti contusi nel corso dell’azione di dispersione del corteo in via XX Settembre. Per uno di loro, che ha riportato una ferita lacero-contusa alla testa, è stato necessario l’intervento dell’ambulanza. La polizia ha fermato 15 manifestanti, tra cui gli stessi contusi, per identificarli, dopo che hanno effettuato un fitto lancio di fumogeni, uova e vernice contro alcuni negozi. Precedentemente gli studenti avevano imbrattato l’ingresso di un albergo nelle vicinanze della sede del Miur. Gli studenti in corteo a Torino sono arrivati sotto l’Università delle facoltà umanistiche, dove hanno fatto un sit-in e dopo diversi interventi hanno dato fuoco a delle foto dei volti del premier Mario Monti, dei ministri del Lavoro Elsa Fornero, dell’Istruzione Francesco Profumo, del presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota e del sindaco di Torino Piero Fassino. La manifestazione si avvia alla conclusione.
MILANO – Due cortei in città, uno dei quali diretto alla sede del potere regionale. Alcuni fumogeni sono stati lanciati di fronte alla Sede Siae e scritte e volantini sono stati apposti sulle vetrine di una banca durante il corteo degli studenti delle scuole superiori e delle Università a Milano, indetto contro “il progetto di privatizzazione e la politica dell’istruzione pubblica del Governo”. I ragazzi sono prima andati di fronte alla sede Siae, la società per i diritti d’autore, poi all’angolo con via Mercato, hanno riempito di scritte e volantini l’agenzia Intesa Sanpaolo. L’intera zona è stata isolata dalle forze dell’ordine: si è visto passare più volte anche un elicottero per controllare la situazione. Di conseguenza in parti del centro di Milano il traffico è andato in tilt. Qualche momento di tensione al corteo degli studenti milanesi che si è diretto verso Palazzo Lombardia. Qui, all’altezza di Melchiorre Gioia, sono stati lanciati fumogeni e uova. Ed è partita anche qualche pietra.
ROMA – La testa del corteo degli studenti romani che protestano contro i tagli alla scuola ha raggiunto il ministero dell’Istruzione in viale Trastevere. Diverse le linee bus deviate o limitate, pesanti i disagi al traffico. Momenti di alta tensione a Porta Portese, dove gli studenti hanno cercato di sfondare un cordone della polizia che bloccava via Portuense. Gli incidenti si sono verificati quando un gruppo di ragazzi ha tentato di sfondare uno sbarramento di agenti per deviare il percorso e questi ultimi hanno effettuato una carica di ‘contenimentò dopo che era iniziato un lancio di pietre da parte dei ragazzi. Contusioni per quattro poliziotti. Blitz degli studenti del Blocco studentesco anche su un balcone sovrastante l’altare della Patria: una gigantografia di Monti in “versione vampiro” con la scritta “baroni” è stata esposta dai ragazzi su uno striscione calato dal tetto al di sopra delle colonne dell’altare, da un balcone del museo Vittoriano che affaccia su piazza Venezia.
NAPOLI – Alcuni grossi petardi sono stati fatti esplodere durante il corteo degli Studenti Autorganizzati della Campania in corso a Napoli. In piazza circa 4-500 giovani, tra cui studenti delle scuole medie superiori di Napoli e provincia. Urlati sloga contro la riforma della scuola.Corteo degli Studenti Autorganizzati della Campania a Napoli per protestare contro la riforma del settore Scuola. Il corteo saluterà la nave ‘Estellè di Freedom Flotilla, ora a Napoli, e diretta a Gaza nel tentativo di rompere l’embargo. 
PALERMO - Un lungo serpentone formato dagli studenti di gran parte degli istituti superiori palermitani ha attraversato la città. Durante tutto il corteo cori e cartelli contro il governo Monti. “Siete bravi solo a tagliare”; “la riforma fatela davvero libri di testo a costo zero” alcuni degli slogan più gettonati. Ma la sorpresa arriva a conclusione della manifestazione, davanti la sede della presidenza della regione, quando tra l’applauso dei migliaia di studenti sono state bruciate un centinaio di tessere elettorali sotto lo striscione “nessuna fiducia nella casta”.



GRILLO PRESENTA IL MOVIMENTO NAZIONALE 5 STELLE.



Presentazione a Milano del Movimento Nazionale a 5 stelle di Beppe Grillo, davanti a 2000 attivisti provenienti da tutta Italia nasce il Movimento di Libeazione Nazionale.


Rimborsi chilometrici, Del Balzo batte Fiorito. - Ernesto Menicucci


Romolo Del Balzo

Romolo Del Balzo

I benefit per i consiglieri della Regione Lazio: benzina, telepass e Ztl: oltre 20 mila euro all'anno. Solo in 4 rinunciano.

ROMA - Il recordman è Romolo Del Balzo, da Minturno, ex presidente della Commissione sulle Olimpiadi: per fare su e giù con la Pisana, al consigliere Pdl del sud pontino finiscono in tasca 1.813,05 euro al mese, 21.756 euro l'anno. Uno stipendio (e che stipendio!) in più, derivante da una meravigliosa - per loro - voce inserita nella busta paga di gran parte degli eletti alla Regione: il rimborso chilometrico, una manna dal cielo. (Guarda la classifica)

Benefit che, nel 2011, è costato ai cittadini laziali 370 mila euro totali: basta abitare ad oltre 15 chilometri di distanza dalla sede del consiglio regionale. Cioè, trattandosi della Pisana, fuori dal Grande Raccordo Anulare, vale per quasi tutti: nel 2011, 52 consiglieri su 70 ne hanno usufruito. Oltre allo stipendio, all'indennità di carica, ai 4.190 euro al mese per «il rapporto elettore/eletto» (ora dimezzati), ai circa 130 mila euro l'anno per una fantomatica «attività politica» (e si è visto come venivano utilizzati questi soldi), questi fortunati godevano di 0,40 centesimi ogni chilometro percorso, pass Ztl per il centro storico, apparecchio Telepass.
Per la benzina, si calcola la residenza anagrafica. E Del Balzo, guida Michelin alla mano, da Minturno alla Pisana si «sobbarca» circa 300 chilometri a volta, tra andata e ritorno. Il totale, moltiplicato per 18 presenze mensili (il massimo previsto) fa 1.800 euro.
Dietro lui, implacabile, «er Batman» Franco Fiorito, «il federale di Anagni». Vuoi che non ci metteva anche un rimborsino chilometrico, per riempire il serbatoio della X5 comparata coi soldi destinati al gruppo Pdl? «Francone» è secondo, con 1.744,20 euro. al mese, 20.930 euro. Lidia Nobili, con la sua Porsche, da Rieti si becca 1.009 euro al mese. Poi, giù giù, tutti gli altri. Con qualche «mosca bianca».
Angelo Bonelli, capogruppo dei Verdi, ha rinunciato a tutto: «Niente rimborso chilometrico, niente telepass, niente Ztl». Il 20 luglio, Bonelli scrive al presidente del consiglio regionale Mario Abbruzzese: «Non avendo una macchina e qualora il contributo fosse erogato a mio favore, chiedo di voler provvedere alla sua rimozione». Zero euro risultano anche vicino alle caselle di Roberto Carlino (Udc), l'immobiliarista che guidava la commissione Ambiente, e di Francesco Storace, leader de «La Destra». Fuori dai rimborsi anche cinque membri dell'ufficio di presidenza: oltre ad Abbruzzese, che viaggia con l'auto di servizio, Isabella Rauti (Pdl), Bruno Astorre (Pd), Claudio Bucci (Idv) e Raffaele D'Ambrosio (Udc). Figura tra i rimborsati, invece, Gianfranco Gatti (Lista Polverini), altro segretario del consiglio di presidenza: 1.138 al mese, nonostante il diritto all'auto blu.
Tra i rimborsi record, al terzo posto c'è Annalisa D'Aguanno (Pdl), consigliera di Cassino, con 1.377 euro al mese. Al quarto Anna Maria Tedeschi (Idv) con 1.285, al sesto Francesco Battistoni che, pur essendo a capo della commissione Agricoltura (e potendo usufruire dell'auto di servizio) si porta a casa 1.266 euro. Non è l'unico, tra i presidenti di commissione: ci sono Alessandra Mandarelli (Sanità, Lista Polverini: 927 euro), Rodolfo Gigli (Lavori pubblici, Udc: 899 euro), Francesco Scalia (Vigilanza, Pd: 817 euro), Giovanni Di Giorgi (Pdl, Stefano Galetto (Patrimonio, Pdl: 734 euro), Luigi Abate (Sicurezza, Lp: 720 euro), Filiberto Zaratti (Anti-criminalità, Sel: 449 euro), Roberto Buonasorte (Urbanistica, La Destra: 376 euro), Giancarlo Miele (Sviluppo economico, Pdl: 275 euro), Francesco Saponaro (Commercio, Lp: 275 euro). Oltre a Fiorito, dieci i capigruppo rimborsati: Luciano Romanzi, Ivano Peduzzi (Fds), Giuseppe Rossodivita (Radicali), Mario Mei (Api), Antonio Paris (Misto), Rocco Pascucci (Mpa), Luigi Nieri (Sel), Olimpia Tarzia (Responsabili), Giuseppe Celli (Civica dei cittadini) e Francesco Pasquali (Fli). Fuori dai rimborsi i «big»: Esterino Montino (Pd), Mario Brozzi (Polverini), Vincenzo Maruccio (Idv) e Francesco Carducci (Udc).

Lazio, esauriti i fondi per malati Sla "Senza macchine non potranno comunicare".


Lazio, esauriti i fondi per malati Sla "Senza macchine non potranno comunicare"


La denuncia di Viva la vita Onlus, l'associazione dei familiari di persone affette da sclerosi laterale amiotrofica e che tutela chi ha gravi disabilità. Il presidente Pichezzi: "Saranno lasciati tutti in un  muto silenzio, questo è inaccettabile".

Emergenza fondi per i malati di Sla. Sono quasi esauriti, infatti, i soldi destinati dalla Regione Lazio per macchinari che aiutano nella comunicazione i malati di sclerosi laterale amiotrofica. E tutte le persone con gravi disabilità. La denuncia di "Viva la vita onlus", associazione che riunisce e tutela i familiari e i malati di Sla.

"Persone per lo più totalmente lucide che non hanno la possibilità di comunicare con l'esterno - ha denunciato la Onlus - Saranno lasciate chiuse nel loro muto silenzio". "Del fondo iniziale di 1.535.670 euro rimane solo il 3% - aggiunge Viva la Vita - E la Regione Lazio è rimasta a guardare senza cercare alcuna soluzione alternativa".

"Il Lazio, nel 2006, si è distinto per essere il primo in Italia a mettere su un percorso virtuoso - ha ricordato la Onlus - Che consentisse ai malati di Sla di poter avere un comunicatore e tutti i servizi connessi".

Viva la vita onlus sottolinea che il parco macchine, ad oggi, conti circa 1.500 ausili e comprenda comunicatori a puntamento oculare, cioè macchine a più basso contenuto tecnologico, fino ai campanelli di chiamata, per una spesa media a paziente di circa 9mila euro. 

"Ausili in circolo non solo acquistati - spiega l'associazione - Ma anche rimessi in utilizzo sono circa il 15%. All'interno di un percorso che prevede un attento monitoraggio dei pazienti, capacità di rivalutazione e di riparazione in caso di guasti". 

"Da regione di eccellenza, per avere speso molto bene questi fondi, adesso siamo la Regione in cui i malati rischiano di non comunicare" ha detto Mauro Pichezzi, presidente di Viva la Vita onlus.

Che ha aggiunto: "La nostra proposta, per tamponare l'emergenza per un anno, è di impiegare 500mila euro da anticipare attraverso il fondo regionale sociale dedicato alla Sla, di 9 milioni di euro." "E continuare così a erogare comunicatori finché si rendano disponibili nuovi fondi ministeriali", ha concluso il presidente della Onlus Pichezzi.

De Gennaro - sentenza Diaz.



Dopo la sentenza Diaz, Gianni De Gennaro in un Paese civile dovrebbe dimettersi! 
"Le parole con le quali la Cassazione spiega perché, il 5 luglio scorso, confermò le condanne agli ex funzionari di polizia colpevoli della mattanza alla Diaz, riescono a restituire giustizia e verità a una delle pagine più buie della storia del nostro Paese. La condotta violenta della polizia ha "gettato discredito 

sulla Nazione agli occhi del mondo intero": emerge così in 186 pagine la brutale verità che da undici anni segna i corpi e le menti delle vittime di quella notte e la memoria di una generazione che a Genova, nel luglio 2001, trovò il battesimo di fuoco.... E allora si possono dopo undici anni chiudere quei buchi neri che si aprirono a Genova? Sì, esigendo che l'Italia, attraverso le sue massime cariche, chieda scusa e introduca il reato di tortura nel nostro codice penale. Se la nube tossica che ha coperto la mattanza della Diaz si è in parte dissolta con la sentenza di luglio, rimane intollerabile e imbarazzante che colui che era la mente di quella catena di comando, Gianni De Gennaro, sia oggi Sottosegretario. In un Paese civile dovrebbe dimettersi!" 



Regioni, sforbiciate a poltrone e vitalizi. Monti: “Scandali? Danni incalcolabili”.


Regioni, sforbiciate a poltrone e vitalizi. Monti: “Scandali? Danni incalcolabili”


Il governo approva un decreto "anti-Casta": compensi abbassati al livello della Regione più virtuosa, eliminazione dei vitalizi, finanziamenti ai partiti dimezzati. E se una Regione non ci sta viene commissariata. Ma ora nel mirino finiranno anche le competenze.

Gli scandali della cattiva politica fanno parte di “un’Italia vecchia”, da archiviare il prima possibile anche grazie all’azione del governo. L’operazione di “messa in soffitta” della politica vecchia la assume il presidente del Consiglio Mario Monti, che si dice convinto che il decreto legge taglia spese, in accoppiata con le misure per la crescita, trasformeranno il Paese. Parole che arrivano quando il Consiglio dei Ministri è ancora in corso, impegnato proprio a esaminare il pacchetto sugli sperperi di assessori e consiglieri. Ma che lui riprenderà proprio a riunione terminata e con accenti, se possibile, ancora più duri: “Possiamo immaginare quale effetto può avere sull’immagine dell’Italia – riflette – quando si verificano episodi di evasione fiscale o corruzione. Che può pensare un cittadino straniero quando vede scorrere certe immagini alla televisione. Per l’Italia è un danno incalcolabile“. ”Siamo impegnati, il ministro Grilli, io e anche gli altri ministri – ha proseguito il capo del governo – a far crescere il rispetto dell’Italia. E’ un lavoro che richiede il rispetto dei cittadini italiani, che richiede una grande presenza nelle sedi internazionali per spiegare che l’Italia non corrisponde ai pregiudizi con cui spesso la si dipinge”.
Da dove passa la ristrutturazione della facciata dell’Italia? Quello del governo è un bisturi che sembra voler mirare ai nodi principali di sprechi e spese allegre soprattutto nelle Regioni. Compensi abbassati al livello della Regione più virtuosa, eliminazione dei vitalizi, finanziamenti ai partiti dimezzati. E se c’è una Regione che non ci sta, benissimo: scioglimento del consiglio, commissariamento e tutti a casa. 
L’opinione pubblica, riprende Monti, “è sgomenta di fronte a fatti che minano gravemente la fiducia e la reputazione del Paese e la sua credibilità” continua Monti. Si rischia di vanificare “lo sforzo che stiamo tutti facendo perché il ruolo dell’Italia, paese civile e democratico, venga pienamente riconosciuto a livello internazionale”. ”Siamo impegnati a far crescere il rispetto per l’Italia” spiega. “Ed è un lavoro che richiede una grande presenza nella sedi internazionali per spiegare che l’immagine dell’Italia non corrisponde ai pregiudizi con cui spesso la si dipinge”. Ma gli scandali “inqualificabili” venuti alla luce in questi ultimi giorni “minano la fiducia dei cittadini verso le istituzioni e la credibilità dello Stato”, rischiando di vanificare “gli sforzi che stiamo facendo perché il ruolo dell’Italia sia riconosciuto a livello internazionale”. Tanto che Monti, preparato il terreno e tracciato il solco, a questo punto rilancia: “Temi come la lotta alla corruzione dovrebbero far parte del Dna di ogni partito e spero che si raggiunga presto un accordo perché tassello essenziale per il Paese”.
Obiettivo: rivedere le competenze tra Stato e Regioni. Ma non finisce qui. Il bisturi di Monti sembra puntare ancora più in alto. Allo stesso Titolo V della Costituzione modificato in Parlamento dal centrosinistra e poi confermato da un referendum popolare. Al decreto legge sui costi della politica, spiega una nota di Palazzo Chigi, “seguiranno presto altri provvedimenti che comporteranno una proposta di revisione della ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni al fine di assicurare un assetto razionale ed efficiente, con l’eliminazione di sovrapposizioni e duplicazioni burocratiche e chiameranno regioni ed enti locali a concorrere agli obiettivi di finanza pubblica, al consolidamento dei conti e al rispetto del pareggio di bilancio”. D’altronde, prosegue il comunicato del governo, l’aumento del deficit di bilancio di molte amministrazioni è il risultato, oltre che del ricorso all’indebitamento, anche dell’utilizzo opaco dei fondi da parte di alcune regioni e di un sistema farraginoso di controllo e valutazione delle performances. Con una crescita di spesa stellare. “Secondo i dati diffusi da Cgia Mestre a settembre 2012, nell’ultimo decennio la crescita della spesa delle Regioni è stata del 74,6%, pari a 89 miliardi di Euro” dicono dal governo. “Nel 2010 – si legge nella nota dell’esecutivo – (anno a cui risale l’ultimo dato disponibile riferito ai bilanci di previsione) le uscite complessive delle Regioni hanno superato i 208,4 miliardi di euro”.
Sindaci spreconi incandidabili per 10 anni. Arriva dunque il giro di vite per tutti gli amministratori locali. Sindaci e presidenti di provincia colpevoli di default saranno incandidabili per dieci anni e si troveranno a dover pagare mega multe: la Corte dei conti potrà infatti imporre una sanzione da cinque a venti volte la retribuzione dovuta al momento della violazione. Confermato poi il nuovo ruolo per i magistrati contabili, che dovranno fare controlli “preventivi” e che potranno farsi aiutare dalla Guardia di Finanza e dalla Ragioneria Generale dello Stato.
La Regione non controlla? Niente soldi. Le Regioni che non introdurranno il sistema di controllo di spesa previsto dal decreto varato oggi dal governo saranno sanzionate con un taglio fino all’80% dei trasferimenti dello Stato, eccetto che su sanità e trasporto. 
Taglio di consiglieri e assessori entro 6 mesi. Il decreto taglia il numero di consiglieri eassessori applicando il decreto anticrisi 138 del 2011. La riduzione dovrà essere realizzata entro 6 mesi dall’entrata in vigore, ad esclusione delle Regioni in cui è prevista una tornata elettorale per le quali il limite verrà applicato dopo le elezioni. 
Dimezzati i finanziamenti ai partiti. I finanziamenti e le agevolazioni in favore dei gruppi consiliari, dei partiti e dei movimenti politici vengono decurtati del 50% e adeguati ai livelli della Regione più virtuosa. Saranno aboliti i finanziamenti ai gruppi composti da un solo consigliere.
Tracciabilità delle spese dei gruppi. Sulle spese dei gruppi consiliari arriva un meccanismo di trasparenza che prevede la tracciabilità, oltre al controllo della Corte dei Conti e della Guardia di Finanza.
Vietato il cumulo di indennità, eliminati i vitalizi. I compensi dei consiglieri e degli assessori vengono regolati in modo che non eccedano il livello di retribuzione riconosciuto dalla Regione più virtuosa. Vietato il cumulo di indennità ed emolumenti. Saranno eliminati i vitalizi e sarà introdotto metodo contributivo per il calcolo della pensione. “Nelle more, non potranno essere corrisposti trattamenti pensionistici o vitalizi – si legge nel comunicato di Palazzo Chigi – in favore di coloro che abbiano ricoperto la carica di presidente della Regione, di consigliere regionale o di assessore regionale solo se i beneficiari abbiano compiuto 66 anni d’età e ricoperto la carica, anche se non continuativamente, per almeno 10 anni”.
Commissariata la Regione che non applica le misure. Per le Regioni che si rifiutano di attuare le misure di taglio ai Costi della politica previsto dal decreto approvato oggi è previsto lo “scioglimento del Consiglio per gravi inadempienze di legge”. 
“Dieta” anche su consulenze e auto blu. Il decreto sui costi della politica obbliga anche le Regioni ad attenersi alle regole statali in materia di riduzione di consulenze e convegni, auto blu, sponsorizzazioni, compensi degli amministratori delle società partecipate.
Società partecipate nel mirino. Nel mirino finiscono anche le società partecipate degli enti locali: gli obiettivi gestionali così come il quadro dei conti dovranno essere monitorati. L’intenzione è quella di fare in modo che tutte le amministrazioni abbiano nel giro di qualche anno le finanze in ordine e dunque il decreto legge rafforza quanto previsto dalla normativa già in vigore: agli enti locali viene infatti data la possibilità di deliberare “aliquote o tariffe di tributi nella misura massima consentita”. Il piano però non potrà durare più di cinque anni. Intanto arriva la possibilità di modificare le aliquote dell’Imu fino al 31 ottobre, riaprendo così i termini scaduti a settembre. 
L’Anci: “E i ministri che il buco l’hanno fatto non pagano?”. Il governo, insomma, arriva in codice rosso e cerca di salvare il salvabile. Ma c’è chi ricorda che la responsabilità non è solo di chi c’è ora, ma anche di chi ci è stato: “Noi sindaci non ci sottraiamo alle valutazioni e alle responsabilità che per forza si devono avere quando si gestisce denaro pubblico, però mi chiedo se non sarebbe il caso di sanzionare allo stesso modo quei ministri che hanno portato il debito pubblico italiano a quasi 2 mila miliardi di euro” afferma il presidente dell’Anci Graziano Delrio. ”Mi chiedo ad esempio – ha aggiunto – che cosa debba fare un neosindaco di un Comune praticamente dissestato che dopo un mese di mandato è costretto a chiedere aiuto allo Stato per non fallire: in questo caso spero che la responsabilità del tracollo non sia dei sindaci chiamati a gestire ex post quella situazione”. Il provvedimento che sta adottando il governo Monti, spiega ancora il presidente dell’Anci, “è molto simile a una proposta che a suo tempo fece il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli e anche a lui avevamo detto sì. Ma la responsabilità nella gestione dei soldi pubblici deve essere estesa a tutti i livelli, senza sparare nel mucchio”.

La Corte dei Conti: "Taglio delle tasse dalla lotta all'evasione fiscale".




Il presidente Giampaolino: "Serve un patto sociale"



Il presidente della Corte dei Conti Giampaolino: "L'evasione determina un effetto domino. Ci vuole un'elevata sensibilità politica e un ampio consenso sociale. L'Italia ai primissimi posti nel mondo. Dalla propensione a non dichiarare Iva e Irap minor gettito per 46 miliardi".
Roma, 3 ottobre 2012 - Destinare almeno parte dei recuperi della lotta all'evasione alla riduzione del prelievo complessivo; un modo per dare concretezza a una sorta di 'patto sociale'basato su un diffuso consenso nei confronti dell'azione di riduzione dell'evasione". Lo ha detto il presidente della Corte dei conti, Luigi Giampaolino, in un'audizione al Senato.

Giampaolino ha proseguito: "Difficilmente il comportamento evasivo si esaurisce in un'unica violazione. Di norma, si e' in presenza di un circuito dell'evasione caratterizzato da un effetto domino'': si parte dall'Iva ''con un aggravio della spesa sociale''.
Nella lotta all'evasione fiscale "e' necessario poter contare su un'elevata sensibilita' politica e su un ampio consenso sociale". ha detto Giampaolino, alla Commissione Finanze e Tesoro del Senato. "Il recupero di quote crescenti di evasione - ha sostenuto - rappresenta una delle condizioni per il riequilibrio della finanza pubblica, per il contenimento delle sperequazioni distributive e per l'avvio della ripresa economica".
I dati forniti durante l'audizione non sono positivi per l'Italia. Il nostro Paese, ha detto Giampaolino ''si colloca ai primissimi posti nella graduatoria internazionale'' per l'evasione, ricordando che gli ultimi dati Ocse danno il Belpaese al terzo posto fra i paesi dell'area. Alle spalle solo di Turchia e Messico.
Poi ha affermato che la "propensione a non dichiarare" l'Iva e l'Irap è causa di un minore gettito lordo per l'erario che ammonta a oltre 46 miliardi di euro l'anno.

Gnutti e Consorte indagati per la bancarotta della Snia.

giovanni consorte

Bancarotta della Snia, indagati tra gli altri anche il finanziere Emilio Gnutti e Giovanni Consorte. I loro nomi figurano nell'avviso di chiusura dell'indagine sulla bancarotta della storica società chimica dichiarata insolvente nell'aprile del 2010. 

L'atto che precede, di norma, la richiesta di processo è stato inviato dal pm Mauro Clerici a una quindicina di persone, accusate, a vario titolo, dì bancarotta fraudolenta attraverso la scissione distrattiva e operazioni dolose e falso in bilancio.

Nel 2004 Snia divise l'attività chimica da quelle biomedicali che confluirono dentro Sorin. Secondo l'accusa, i bilanci tra il 2004 e il momento in cui venne dichiarata l'insolvenza sarebbero stati falsi. Gnutti e Consorte facevano parte del Cda della società quando venne votata la scissione.


http://www.unita.it/economia/gnutti-e-consorte-indagati-br-per-la-bancarotta-della-snia-1.452258

Filippo Ferri e il nuovo incarico: consigliere della sicurezza al Milan.


Filippo Ferri è il nuovo consulente per la sicurezza del club guidato da Berlusconi



Dopo la sentenza G8 e l'interdizione dai pubblici uffici.


Per il capo della Squadra Mobile fiorentina sarà un derby con Stefano Filucchi, arrivato all'Inter da Firenze anche lui dopo importanti incarichi
Firenze, 4 ottobre 2012 - E' già in vista il derby dei toscani: Milan-Inter. E a quel qualcuno che si chiede cosa può esserci di fiorentino nel più milanese e acceso dei derby, spieghiamo che in ciascuna delle due società, storiche nemiche, ci stanno due amici, Stefano Filucchi all’Inter già da un pezzo e Filippo Ferri al Milan da pochi giorni dopo la sentenza della Cassazione.
Sentenza che, con la pena accessoria della interidizione dai pubblici uffici per 5 anni, di fatto lo ha ‘espulso’ dalla poltrona di capo della squadra Mobile alla questura fiorentina. Filucchi è entrato all’Inter dopo essere passato anche lui da importantissimi incarichi in polizia, anche alla Mobile di Firenze, e responsabile di ‘Città Sicura’ alle dipendenze del sindaco Domenici, e adesso è ai vertici della Saras, la holding di famiglia di Moratti.
Filippo Ferri ha appena ottenuto un contratto come consulente per la sicurezza del Milan di Berlusconi e da pochi giorni si è trasferito nel capoluogo lombardo dopo aver ottenuto l’autorizzazione prevista dal Tribunale di Sorveglianza di Genova da cui dipende l’osservanza della sentenza della Cassazione per il G8 di Genova.