giovedì 29 novembre 2012

Il figlio di Zichichi e le società con Mercadante. Ecco i documenti sulla nuova grana per Crocetta. - Claudio Reale

antonino zichichi, gaetano mercadante, lorenzo zichichi, Nello Musumeci, Cronaca, Politica

Una delle aziende finite al centro dell'inchiesta della procura di Palermo sui musei ha partecipato a tre gare con la casa editrice "Il cigno", un'azienda controllata al 47% da Lorenzo Zichichi. Musumeci all'attacco: "L'assessore è in conflitto di interessi".

PALERMO – Il figlio dell'assessore ai Beni culturali e la società accusata di aver sottratto soldi alla Regione proprio dai musei. C'è anche Lorenzo Zichichi fra i soci della Novamusa, la società finita al centro dell'inchiesta palermitana sui servizi nei musei. L'affondo pubblicato dall'ex candidato alla presidenza della Regione Nello Musumeci – che sui social network parla di “evidente ed intollerabile conflitto di interessi” - trova riscontro in una sentenza del Tar della Puglia: la Novamusa spa, una delle società che fanno capo a Gaetano Mercadante, si è aggiudicata la gara per i “servizi aggiuntivi” nei musei pugliesi per 5 milioni e 220 mila euro e si è dovuta difendere dal ricorso, poi rigettato, di due società concorrenti. A quella gara, però, la Novamusa non ha partecipato da sola: a farle compagnia nell'associazione d'imprese erano la Scala Group, la D'Uva Workshop, la “Giuseppe Leopizzi 1750” e “Il Cigno Galileo editoriale di arte e scienza”.

È proprio quest'ultima la società da tenere d'occhio. Stando ai dati della Camera di commercio di Roma estratti oggi, infatti, a controllare il 47,4% della casa editrice capitolina, molto affermata nel mondo delle pubblicazioni scientifiche, c'è proprio Lorenzo Zichichi, primogenito di Antonino Zichichi. Gli altri soci sono un altro Zichichi, Salvatore Fabrizio (detiene il 2,6%, acquistato proprio dal figlio dell'assessore regionale), Norberto Giorgio Kuri (49%) e Guido Gaeta (1%). Per la cronaca, il Tar pugliese (sentenza 1697/2012, presidente Corrado Allegretta, referendari Savio Picone e Paolo Amovilli) ha dato ragione a Mercadante, Zichichi e soci.


Fianco a fianco, del resto, Zichichi e Mercadante lo sono stati almeno in altre due occasioni. Novamusa e “Il Cigno”, infatti, si sono presentate insieme anche alla gara per la concessione dei servizi aggiuntivi per i musei di Ravenna, bandita dalla Regione Emilia Romagna, ottenendo l'appalto, e a quella per biglietteria, bookshop e caffetteria all'interno della Galleria di arte moderna di Palermo, questa volta rimanendo fuori. Nessuna di queste tre gare, però, è finita al centro dell'indagine della procura di Palermo. LiveSicilia ha cercato senza successo di contattare l'assessore Zichichi per una replica.


http://livesicilia.it/2012/11/29/il-figlio-di-zichichi-e-le-societa-con-mercadante-ecco-i-documenti-sulla-nuova-grana-per-crocetta_222976/

Corruzione per la riscossione del bollo auto: 15 arresti.


Quindici persone, tra funzionari pubblici e dirigenti di società private che si occupano della riscossione della tassa automobilistica regionale, sono stati arrestati per associazione a delinquere, corruzione, concussione e turbativa d'asta. Gli arresti sono avvenuti in Piemonte, Veneto e Campania.
Secondo l'accusa, le società ottenevano l'appalto per la riscossione delle tasse senza una regolare gara ad evidenza pubblica grazie a funzionari regionali compiacenti. Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri del Comando provinciale di Torino. Numerose le perquisizioni.
E' stata commissariata la Gec, la società privata alla quale la Regione Piemonte ha affidato la riscossione delle tasse automobilistiche e che è al centro dell'inchiesta dei carabinieri di Torino che oggi ha portato a 15 ordini di custodia cautelare. Il commissario giudiziale è Claudio Giordana. Gec collabora con la Regione sin dal 2002 ma secondo gli inquirenti ha beneficiato, in questo rapporto, di forzature irregolari della normativa. Il procuratore Andrea Beconi, nel corso di una conferenza stampa, ha quantificato il danno per la Regione in circa 20 milioni.
Era un "sistema Piemonte esportato anche in altre Regioni" quello scoperto dai carabinieri a Torino nell'inchiesta sull'affidamento alla società Gec del servizio di riscossione delle tasse automobilistiche. Si stanno anche vagliando episodi che riguardano la Regione Molise.
SPUNTA NOME FIGLIO BOSSI - Spunta il nome di Riccardo Bossi, uno dei figli di Umberto Bossi, pilota di rally, nell'inchiesta. L'ambito è quello delle sponsorizzazioni di Gec, società al centro dell'indagine, nel mondo dei rally: un filone marginale della vicenda che però il gip Giuseppe Salerno, nell'ordine di custodia cautelare, ritiene meriti "sicuro approfondimento". Bossi comunque al momento non risulta indagato.

Spinelli: Aisi avvia indagine interna su ruolo 007.

Personale agenzia assegnato alla tutela di Berlusconi.

ROMA - L'Aisi ha avviato un'indagine interna sul ruolo svolto dal personale dell'Agenzia assegnato alla tutela dell'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nella vicenda del seguestro del ragioniere Giuseppe Spinelli. E' quanto ha riferito al Copasir il direttore del servizio, generale Arturo Esposito. Dell'esito dell'indagine, ha assicurato il generale, il Copasir sarà informato.
Gli uomini dell'Aisi che proteggono Berlusconi, il giorno dopo il sequestro - secondo quanto riferito ai magistrati dallo stesso Spinelli - sono stati mandati a casa del ragioniere per scortarlo in un luogo segreto. I componenti del Copasir hanno quindi chiesto conto al generale Esposito di un possibile uso 'distorto' - al di là dei compiti istituzionali cui sono assegnati e cioé la tutela di Berlusconi - degli agenti del servizio segreto interno. Il direttore dell'Aisi, da parte sua, ha annunciato che per ricostruire l'esatto svolgimento degli avvenimenti è stata avviata un'indagine interna che accerterà eventuali irregolarità.

Il poliziotto che commuove New York Stivali caldi al senzatetto scalzo. - Elmar Burchia


(Foster)

Times Square, lo scatto col cellulare di una donna dell'Arizona.

A quasi 400 mila persone «piace questo elemento». È la risposta degli internauti alla foto pubblicata dal Dipartimento di polizia di New York ,
il Nypd, sul suo profilo di Facebook. Il 14 novembre scorso, Jennifer Foster dell’Arizona, era in visita a Times Square, quando ha catturato col suo cellulare una scena che sul web è già diventata un successo. E che sta commuovendo gli americani.
BUON SAMARITANO - Il protagonista della vicenda è l’ufficiale di polizia Lawrence Deprimo, 25 anni di Long Island. Il gesto che l’ha reso famoso nottetempo? Non è straordinario, ma di cuore. In una notte di freddo nella Grande Mela ha regalato un paio di stivali nuovi di zecca ad un senzatetto scalzo. «Quel momento mi ha ricordato mio padre -, ha spiegato l’autrice dello scatto al New York Times -, un poliziotto di Phoenix che aveva comprato del cibo per un clochard». Foster ha spedito la foto al Dipartimento di polizia di New York che a inizio settimana l’ha caricata sul proprio profilo di Facebook. Ebbene, nel giro di poche ore, quell’immagine è stata cliccata quasi 2 milioni di volte, 20 mila sono i commenti.
SUCCESSO SU INTERNET - Intervistato dal Times, l’agente ha raccontato quella serata di pattuglia nel West Village: «Si congelava quella notte e si potevano vedere le vesciche ai piedi dell'uomo». Aggiunge Deprimo: «Benché io avessi due paia di calzini, continuavo a soffrire il freddo». I due hanno cominciato a chiacchierare; il poliziotto ha poi scoperto quale numero di scarpe portasse il senzatetto. Senza pensarci troppo si è dunque diretto verso un negozio di calzature è ha acquistato degli stivali e delle calze termiche. Costo: 75 dollari, con uno sconto del 25% anche grazie alla disponibilità del negoziante. Per quanto riguarda il clochard, Deprimo ha rivelato di non sapere come si chiamasse. Ha tuttavia detto che è stato il «signore più educato che avessi mai incontrato» rimarcando che il suo volto si è illuminato quando ha visto gli stivali. «Era come se gli avessi appena dato un milione di dollari».

Mantide religiosa foglia morta.



Se la mantide religiosa foglia morta (Deroplatys truncata) potesse sceglier la sua stagione preferita, probabilmente propenderebbe per l’autunno: in questo periodo infatti potrebbe facilmente nascondersi in mezzo alle foglie cadute a cui tanto assomiglia. Quest’astuta mangia-mariti – che predilige il clima umido di Malesia, Borneo e Indonesia – è entrata talmente bene nella parte di vegetale che, se disturbata, oscilla lievemente come una foglia al primo soffio di vento. Quando invece si sente minacciata, si lascia cadere al suolo e rimane immobile, confondendosi in mezzo alle vere foglie secche: così rane, scimmie, uccelli e piccoli serpenti, suoi principali predatori, rimangono a bocca asciutta.

http://www.focus.it/ambiente/animali/Un_attrice_navigata_C38.aspx

Notizia horror...



https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10200178510130081&set=a.4519563591777.2184147.1371399799&type=1&theater

Il boss Licciardi va in caserma a firmare con la scorta armata: arrestato.

Pietro Licciardi e Raffaele Fiore

NAPOLI - Il boss della camorra Pietro Licciardi, 32 anni, ritenuto uno dei capi dell'omonimo clan di Secondigliano, è stato arrestato dai carabinieri insieme ad un pregiudicato armato che gli faceva da scorta. 
Licciardi - che era sottoposto all'obbligo di firma dopo essere stato scarcerato nei giorni scorsi - era stato notato dai militari mentre si recava nella stazione di Secondigliano scortato da guardaspalle a bordo di una moto. 

I carabinieri hanno arrestato insieme a Licciardi il 23enne Raffaele Fiore, già denunciato in passato, trovato con una pistola calibro 9 con il colpo in canna e 14 cartucce nel caricatore. L'arma è risultata rubata in provincia di Frosinone nel 2009. Altri due componenti della scorta, un 49 enne e un 35 enne, ritenuti affiliati al clan Licciardi, sono stati denunciati.


http://www.ilmattino.it/napoli/citta/il_boss_licciardi_va_in_caserma_a_firmare_con_la_scorta_armata_arrestato/notizie/234717.shtml

Google Italia, controlli fiscali: 240 milioni di reddito non dichiarati.


Cuscini Google


Il ministro del Tesoro risponde all'interrogazione del Pd Stefano Graziano sottolineando che le verifiche riguardano anche l'Iva che la società avrebbe evaso per 96 milioni. Il Nucleo di polizia tributaria di Milano ha avviato nel 2007 un accertamento fiscale nei confronti dell'azienda e due giorni fa un altro "extraprogramma".

Google Italia non avrebbe dichiarato redditi per 240 milioni di euro e avrebbe evaso 96 milioni di Iva tra il 2002 e il 2006. Il Nucleo di polizia tributaria di Milano ha avviato nel 2007 una verifica fiscale nei confronti dell’azienda e due giorni fa un’altra “extraprogramma” sempre nei confronti della società “finalizzata al riscontro del corretto adempimento degli obblighi fiscali in Italia”. E’ quanto afferma il Tesoro in risposta a un interrogazione del Pd Stefano Graziano, sottolineando che le verifiche riguardano Iva e redditi non dichiarati. 
La questione non riguarda solo Google, ma i gruppi multinazionali operanti nel settore dell’elettronica e dell’e-commerce e lo scorso marzo ha riguardato anche RyanAir, a cui sono stati contestati 12 milioni di euro di contributi. E di questo si sta occupando l’Agenzia per le entrate e lo stesso governo in sede internazionale. Il problema, nel caso di Google, è che la società italiana ha dichiarato solo le provvigioni percepite a fronte delle prestazioni rese prima alla Google inc. e poi laGoogle Ireland. E non invece l’intero volume commerciale sviluppato. La verifica disposta dalla procura di Milano ha infatti accertato, afferma il ministero, che il fisco è stato “eluso” in base ad un contratto di servizio tra la società italiana e quelle estere “artatamente posto in essere con la sola finalità di simulare l’esercizio da parte di Google Italy Srl di una mera attività ausiliaria e preparatoria che non ha tuttavia trovato alcun riscontro negli elementi di fatto acquisiti”.
Per Graziano, se da una parte la risposta del governo “conferma la fondatezza dei nostri interrogativi su questa vicenda”, dall’altra non è soddisfacente sotto il profilo delle “iniziative che il governo deve prendere”. Secondo il deputato del Pd autore dell’interrogazione “il momento di crisi economica così profonda impone più forza e determinazione. Diversamente si rischia che aziende italiane siano nettamente svantaggiate rispetto a chi ha sede in paesi nei quali la fiscalità offre maggiori vantaggi – ha detto-. E’ una questione di giustizia sociale che non può essere trascurata”.