domenica 16 dicembre 2012

Ingroia: “Caro Bersani, farete piazza pulita delle leggi ad personam?”



"Abrogare le leggi del privilegio. Introdurre il reato di ostruzione alla giustizia. Premiare l'economia della legalità. Confiscare i patrimoni illeciti. Solo così l'Italia potrà liberarsi da cricche, caste e mafie. Lo potrà e lo vorrà fare davvero la compagine governativa che vuole guidare, caro Bersani, al contrario di quanto non si sia fatto in passato?". Con una lettera aperta Antonio Ingroia chiede al candidato premier del centrosinistra di prendere posizione sui temi della giustizia.

di Antonio Ingroia

Caro Pierluigi Bersani, 

leggo su tutti i giornali, da mesi ormai, la Sua probabile vittoria come premier candidato dal centrosinistra alle prossime, ormai imminenti, elezioni politiche, e non posso sinceramente che augurarglielo ed augurarmelo, specie a fronte del profilarsi all'orizzonte dell'ennesima candidatura di una vecchia e nefasta conoscenza degli italiani, Silvio Berlusconi, artefice del disastro economico-finanziario, politico-istituzionale e etico-morale in cui è precipitato il Paese in questi ultimi anni. Un sisma che ha divorato dall'interno l'economia, ma anche l'anima del Paese. Un Paese che rischia di restare per sempre senza anima e senza futuro, futuro che pertanto potrebbe essere fra qualche mese nelle Sue mani. Cosa che, da una parte, mi rasserena per i rischi che pesano sull'altro piatto della bilancia, ma che, dall'altra parte, non mi tranquillizzano del tutto. 

E sa perché, pur avendo stima della Sua persona e pur essendo certo della Sua buona fede, non mi sento né tranquillo né tranquillizzato? Perché, al contrario, di molti italiani, ho esercitato in questi anni di rimozione, il vizio della memoria. Che non è solo un vizio, è anche un gusto. Il gusto della memoria, che ti consente di sentire la storia, di apprezzarla, di farne un'esperienza ed una ricchezza. Ebbene, esercitare il gusto della memoria mi consente di sentire anche il retrogusto amaro della delusione. La delusione delle tante occasioni mancate, le tante occasioni che altre coalizioni di governo di centrosinistra hanno perduto negli anni passati, appena giunte alla prova del fuoco. Quando si trattava di cambiare l'Italia, di imprimere una svolta ad un Paese, a volte stanco e sfiduciato, ma ugualmente pronto, generosamente, a credere nel cambiamento. Una fiducia nel cambiamento troppe volte frustrata anche dall'incapacità che, per ragioni che sarebbe inutile esaminare qui ed ora, il centrosinistra ha dimostrato in passato proprio su questo terreno cruciale, quello del suo dna quale forza di progresso.

Io sono un cittadino ed un magistrato. Non rappresento nessuno se non me stesso, ma ho la fortuna di portare con me, in Italia come in Guatemala, un bagaglio di valori, idee e principi, che ritengo di condividere con molti italiani, i tanti "partigiani della Costituzione" che per fortuna affollano ancora ogni angolo del nostro territorio nazionale. E che, sconsiderati o appassionati che siano, credono ancora nella possibilità di cambiare in meglio il nostro Paese. 

E quindi mi rivolgo a Lei, con l'umiltà ma anche con l'autorità che mi deriva da questo duplice ruolo di cittadino "partigiano della Costituzione" e di magistrato che discende da una generazione di uomini di Stato che hanno dato un contributo, anche di sangue, alla lotta contro i poteri criminali, per la giustizia e l'eguaglianza di tutti gli italiani, e quindi alla crescita della democrazia. E' solo in virtù di questo che mi permetto di porLe anche alcune questioni ed interrogativi a cui spero vorrà rispondere, non a me, ma agli italiani indecisi ancora se votarLa come futuro premier. 

Perché dico che l'Italia sta diventando un Paese senz'anima? Perché l'anima del Paese è la sua Costituzione, specie in un caso come il nostro, dove la carta dei principi fondamentali è densa di così tanti valori promotori di "diritti progressisti". E questa Carta dei Valori e dei Principi troppe volte è stata sfregiata, mortificata, umiliata. I cittadini sono più poveri di diritti, a partire dal principio dei principi, a fondamento di tutti gli altri in uno Stato democratico, il principio di eguaglianza, che necessita di essere ripristinato, formalmente e sostanzialmente. E per ripristinarlo occorrono alcuni provvedimenti urgenti, che dovrebbero essere i primi da approvare da una coalizione governativa che voglia davvero cambiare le cose. A cominciare dalle leggi ad personam, che a decine sono state approvate negli ultimi anni. Un'intollerabile legislazione di privilegio che ha creato praterie di impunità per i potenti, ma soprattutto ha mortificato il principio di eguaglianza dei cittadini. 

Le chiedo, la maggioranza da Lei guidata vorrà abrogare, tutte, senza esclusione alcuna, le leggi ad personam fino ad oggi approvate? Ed ancora, per parlare ancora del diritto penale, materia che mi è più congeniale per la mia passata esperienza, nel diritto anglosassone c’è un reato molto grave, l'ostruzione della giustizia, ampiamente praticata, e con successo, nel nostro Paese. Perché non introdurla anche in Italia, con pene altrettanto severe, così ampliando la figura attualmente vigente, ma inadeguata, dell'intralcio alla giustizia? 

E perché non punire, finalmente, il mercato dei voti fra candidati in campagna elettorale e mafie e lobby illegali di ogni tipo e genere? Cominciando col sanzionare seriamente lo scambio elettorale politico-mafioso, oggi solo apparentemente punito dall'attuale formulazione dell'art.416-ter del codice penale, che invece è garanzia di impunità? E perché ancora ignorare l'incriminazione dell'autoriciclaggio che consente ai colletti bianchi riciclatori di professione di farla franca? 

Ho fatto solo degli esempi minimi, ma c'è da affrontare il tema più importante del nostro Paese dentro una crisi profonda, etica ed economica. Due aspetti niente affatto indipendenti. Un Paese senza un'etica e senz'anima, come ho detto prima, un Paese senza passione, non può uscire dalla crisi dove si trova. Una crisi che perciò rischia di divenire un coma irreversibile, che non può essere curato da un medico dalle ottime cognizioni tecniche ma che, privo di passione per la giustizia e l'eguaglianza, può essere disposto, come l'attuale Premier Monti, a salvare una parte dell'organismo lasciando andare in cancrena gli organi ritenuti "meno nobili", i deboli ed i senza diritto che in Italia oggi sono sempre più poveri e meno tutelati. 

Bisogna cambiare pagina. E se si vuole la crescita dell'economia bisogna attaccare, alle radici e senza tregua, l'economia dell'illegalità, perché il "sistema Italia" è strangolato da mafie e corruzione, la vera palla al piede, la zavorra che impedisce alla nostra economia di crescere. Che respinge gli investitori esteri, che penalizza gli operatori economici puliti, che priva i lavoratori dei loro diritti. Solo se il prossimo Governo, caro Bersani, riuscirà davvero ad uscire dalla logica della convivenza col sistema politico-economico della illegalità, si potrà imprimere una spinta per la crescita. 

Premiare l'economia della legalità e confiscare i patrimoni illeciti, tutti ed in fretta. I patrimoni della mafia e dei colletti bianchi suoi complici. E le ricchezze dei corrotti. Restituire il maltolto all'Italia della legalità. Non attraverso belle dichiarazioni di principio, ma attraverso provvedimenti concreti che ripristinino ciò che è stato distrutto negli anni della rottamazione berlusconiana del diritto penale e che costruiscano un diritto propulsivo dei diritti e della crescita economica nella legalità. Anche e non solo attraverso aggiornati strumenti operativi e legislativi dentro nuovi testi unici normativi, antiriciclaggio e antimafia.

Insomma, c'è molto da fare e si può fare. Si può cambiare l'Italia. Si possono creare le premesse per un autentico rinnovo della classe dirigente, recidendone i legami col sistema criminale integrato delle mafie e della corruzione che ha schiavizzato e sfruttato il Paese. Occorre una nuova Liberazione. La liberazione dalle cricche, dalle caste e dalle mafie. Lo potrà e lo vorrà fare davvero la compagine governativa che vuole guidare, caro Bersani, al contrario di quanto non si sia fatto in passato? 


http://temi.repubblica.it/micromega-online/ingroia-caro-bersani-farete-piazza-pulita-delle-leggi-ad-personam/

Strage negli Usa, i bimbi colpiti più volte con proiettili di un fucile d'assalto.


Candele a Newtown (foto David Goldman - Ap)

Uccise 12 bimbe e 8 bimbi, tutti fra 6 e 7 anni. Il padre del killer: anche noi ci chiediamo perché.

ROMA - Dodici bimbe, otto bimbi, tutti di sei o sette anni. E poi sei adulti, del personale della scuola. Le autorità hanno reso noti inomi dei bambini uccisi venerdì nella strage di Newtown in Connecticut, negli Stati Uniti. I bimbi si chiamavano: Chase, Jesse, James, Grace, Emily, Jack, Noah, Caroline, Jessica, Avielle, Benjamin, Allison, Charlotte, Daniel, Olivia, Josephine, Ana, Dylan, Madeleine, Catherine.

Si è inoltre appreso che Adam Lanza, il killer, soffriva di disturbi mentali. Che aveva avuto un alterco con dei dipendenti della scuola. Che aveva imparato a sparare sin da piccolo dalla madre, a cui avrebbe rubato le armi che aveva in casa dopo averla uccisa con un colpo di pistola. Col passare delle ore, comincia a delinearsi con maggiore chiarezza il quadro di una delle peggiori tragedie della follia nella storia degli Stati Uniti, anche se le autorità giudiziarie continuano a diffondere informazioni con estrema cautela a un Paese che, sotto shock, vuole risposte e spiegazioni, seppure spiegazioni per un eccidio di bambini non possono esserci.

Ai giornalisti che assediano la cittadina di Newtown, il portavoce della polizia del Connecticut Paul Vance oggi ha detto che accanto al cadavere di Adam Lanza sono state trovate due pistole e un fucile d'assalto semiautomatico. Che i corpi delle vittime sono ora nell'obitorio a disposizione del coroner. E ha quindi chiesto il rispetto della privacy delle loro famiglie. Ha anche detto che sono state trovate «molte, ottime prove», per capire, ma non ha voluto al momento parlarne.

Il medico legale, Wayne Carver, ha dal canto suo detto che tutte le vittime sono state colpite più volte, in massima parte dai proiettili di un fucile d'assalto. I piccoli che ha visto, ha detto, indossavano «graziose cose da bambini». E alla domanda se hanno sofferto, il dottor Carver ha risposto: «Se sì non molto». 

La maggior parte degli elementi per ricostruire il puzzle della strage arrivano però dalla stampa. Nbc e Cnn, ad esempio, hanno fornito un elemento importante: Adam Lanza, hanno riferito funzionari del Connecticut e federali, aveva avuto il giorno prima una accesa discussione con quattro dipendenti della scuola Sandy Hook di Newtown; di cui era stato peraltro un alunno. Tre di quegli impiegati sono rimasti uccisi, mentre il quarto, che ieri non era al lavoro, viene ora interrogato dalla polizia. 

La madre di Adam Lanza, Nancy, 52 anni, trovata morta nell'abitazione che divideva con lui, non era una insegnate della scuola, come diverse fonti avevano detto all'inizio. Di certo però aveva la passione per le armi, le collezionava. È stata lei ad insegnare ad Adam a sparare. E Adam le ha sparato in faccia con una delle sue pistole. E con una delle sue pistole si è ucciso, dopo la strage. Nancy «Andava spesso al poligono con i suoi figli», ha raccontato un giardiniere, Dan Holmes, che spesso si recava a tagliare il prato nella loro casa. Questo, spiega peraltro l'agghiacciante, straordinaria efficienza di tiro del killer. Non è chiaro quanti colpi abbia sparato, ma di certo è riuscito ad uccidere tutte le persone su cui ha mirato. Una sola è sopravvissuta. Un solo ferito. Joshua Milas, che è stato a scuola con lui ma che non lo vedeva da anni, ricorda il killer come «un bravo ragazzo». Come «forse il più in gamba che abbia mai conosciuto. Probabilmente era un genio». 

Suo fratello Ryan invece ha affermato che Adam soffriva di disturbi della personalità, «di tipo autistico». Ma oltre ai tratti dell'assassino, in queste ore emergono anche elementi di eroismo da parte di alcuni dipendenti della scuola, che hanno protetto gli alunni come hanno potuto, anche facendo loro scudo con il corpo. Bambini terrorizzati. In preda ad una paura totale, paralizzante. Alcuni nei momenti più drammatici hanno vomitato, altri erano incapaci di muoversi.

Alcuni di loro però hanno reagito con coraggio. Robert Licata, padre di un alunno di prima elementare, ha raccontato che suo figlio ha visto entrare l'assassino nell'aula e sparare alla maestra. «A quel punto ha afferrato alcuni suoi amici ed è scappato dalla porta» Gli psicologi che hanno assistito la polizia ad evacuare la scuola subito dopo la strage hanno raccomandato di far uscire i bambini in fila indiana, tenendosi per mano e soprattutto con gli occhi chiusi, perch‚ non vedessero la scena attorno a loro. Ma alcuni di loro avevano i vestiti sporchi di sangue, e quindi, probabilmente, si sono drammaticamente trovati faccia a faccia con la morte. E nelle foto scattate in quei momenti avevano il terrore negli occhi.

«La nostra famiglia è in lutto accanto a quelle che sono state colpite da questa enorme tragedia», ha affermato Peter Lanza, padre del killer. «I nostri cuori sono vicini alle famiglie e agli amici che hanno perso i loro cari e a tutti coloro che sono rimasti feriti», ha affermato in un comunicato. «Non ci sono parole per esprimere quanto siamo affranti. Siamo in uno stato di incredulità, cercando di trovare qualsiasi risposta possibile. Anche noi ci chiediamo perché», ha affermato ancora, aggiungendo che la famiglia coopera «pienamente con gli inquirenti e continuerà a farlo. Come molti di voi, siamo addolorati, ma lottiamo per trovare un senso a quanto è successo».

Peter Lanza, ha divorziato nel 2009 dalla moglie Nancy, rimasta vittima del figlio Adam, e da poco si è risposato. Dopo la strage è stato interrogato dagli agenti dell'Fbi, così come l'altro figlio, Ryan.