giovedì 24 gennaio 2013

I “Derivati Swaps” come armi finanziarie di distruzioni di massa. - Lucio Sanna


report - la truffa dei derivati (SWAP)






Strumenti finanziari derivati - Swap (da alghero.tv)



I derivati. Gli strumenti derivati su tassi d’interesse o interest rate swap (irs) sono contratti in cui due parti si accordano di scambiarsi reciprocamente, a scadenze prestabilite, flussi finanziari, periodici o una tantum, il cui ammontare è determinato di volta in volta, applicando i parametri di riferimento previsti dallo schema contrattuale. Essi possono essere utilizzati a fini di copertura, per fronteggiare la variabilità dei tassi di interesse sulle operazioni finanziarie, o a fini speculativi, per ottenere profitti economici.
Generalmente allo “swap” ricorrono le imprese (ma anche gli enti pubblici) per eliminare l’incertezza di un contratto a tassi variabili. l’impresa (o l’ente) si impegna a pagare un tasso fisso e riceve un tasso variabile. la differenza la paga (o l’incassa) l’impresa. Tuttavia, la ventilata copertura dall’eventuale rischio rialzo dei tassi di interesse mediante sottoscrizione di contratti su strumenti derivati, proposta a soggetti indebitati (cd. clientela “corporate”), si rivela spesso un autentico raggiro in cui la società finisce per pagare molto più di quanto non incassi dallo scambio.
E’ molto frequente che le società vengono indotte dalla propria banca a sottoscrivere “contratti derivati” attraverso artifizi consistenti nella mendace rappresentazione di un prodotto finanziario che consentirebbe al debitore di “proteggersi dal rialzo dei tassi”. Questo lo scenario disvelato dalle indagini condotte dalle fiamme gialle di Molfetta, che hanno interessato oltre 200 imprese operanti nella provincia di Barletta, Andria e Trani, alle quali gli istituti di credito avevano proposto ed in alcuni casi imposto la sottoscrizione di contratti “interest rate swaps”, descrivendoli come innocui prodotti di tipo bancario/assicurativo idonei a proteggere la posizione debitoria dell’azienda dal rischio di rialzo dei tassi di interesse, sottacendo agli ignari sottoscrittori la vera natura speculativa delle operazioni. I Militari della tenenza Guardia di Finanza di Molfetta, all’esito di una complessa indagine di polizia giudiziaria, coordinata dalla procura della repubblica presso il Tribunale di Trani, condotta nei confronti del Banco di Napoli spa (Gruppo Intesa San Paolo) e del Monte dei Paschi di Siena (un solo caso), hanno sottoposto a sequestro contratti finanziari derivati di tipo “interest rate swaps” per un valore di oltre 220 milioni di euro e la somma complessiva di circa 10 milioni di euro, di cui 4 milioni di euro equivalenti all’ingiusto profitto sinora percepito dagli istituti di credito e circa 6 milioni di euro relativi ai prevedibili futuri flussi derivanti dai contratti in itinere.
Il meccanismo truffaldino ordito ha finito per aggravare le condizioni finanziarie delle imprese sottoscrittrici, molte delle quali, giunte sull’orlo del fallimento, hanno denunciato tale sistema fraudolento, innescando l’intervento della guardia di finanza e della magistratura. Pertanto, oltre a sequestrare la somma di 4 milioni di euro che rappresenta l’illecito profitto sinora conseguito dalle banche in danno alle diverse aziende, la misura cautelare si è resa necessaria anche per evitare l’ulteriore aggravio di interessi passivi a carico delle imprese per ulteriori 6 milioni di euro, ovvero le rate che sarebbero maturate fino alla scadenza dei contratti ancora in essere.
Le condotte illecite perpetrate hanno determinato a carico di direttori e funzionari delle diverse filiali interessate – l’ipotesi di reato della truffa aggravata ex artt. 640 e 61 n. 7 e 11 c.p. e a carico di alcuni di essi anche il reato di estorsione ex art. 629 c.p., in quanto la sottoscrizione dei contratti derivati veniva posta quale vincolo per la concessione di mutui o finanziamenti nel frattempo chiesti dall’impresa. Inoltre e’ stato acclarato che taluni funzionari bancari hanno svolto di fatto l’attivita’ di promotore finanziario pur non essendo iscritti all’albo, in violazione alle specifiche norme previste dal testo unico della finanza (art. 166 comma 1 decreto legislativo 24 febbraio 1998 n. 58).
Le indagini proseguono per individuare eventuali ulteriori aspetti sottostanti alla commercializzazione di “strumenti derivati” ed al loro collocamento da parte del banco di napoli che ha gia’ avviato una consistente azione transativa con i clienti danneggiati.

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