venerdì 18 gennaio 2013

"Per noi Erasmus c'è il divieto di voto". La carica dei 20mila studenti all'estero. - Sara Bertuccioli


"Per noi Erasmus c'è il divieto di voto".  La carica dei 20mila studenti all'estero

Una delle foto di protesta degli studenti all'estero 

La rabbia e la frustrazione di centinaia di giovani che vivono temporaneamente in altri paesi europei e non potranno esercitare il voto per corrispondenza: "Non posso permettermi il volo per due giorni, sono furiosa". I commenti sui social network e una petizione online verso il ministro degli Esteri.


"QUESTA sarebbe stata la prima volta che avrei votato con piacere e coscienza... grazie...". A scrivere questo messaggio su Facebook è un ragazzo italiano che, essendo in Erasmus, non potrà votare alle elezioni politiche. Ed è solo uno dei tanti che racconta la sua amarezza sul social network. 

E la frustrazione per non poter apporre la X sulla loro scheda elettorale ha già preso la forma di una pagina, creata da pochi giorni e già con centinaia di utenti, solo una piccola parte dei 20mila italiani in Erasmus che saranno esclusi dal voto se non potranno tornare a casa il 24 e 25 febbraio. 

Voto per corrispondenza. Gli studenti che temporaneamente risiedono all'estero non sono infatti compresi nella lista di quelli che si trovano per motivi di servizio o missioni internazionali e che quindi possono beneficiare del voto per corrispondenza. Secondo le leggi in vigore (pdf) infatti, queste categorie sono "gli appartenenti alle  Forze armate e alle Forze di polizia temporaneamente all'estero in quanto impegnati nello svolgimento di missioni internazionali; i dipendenti di amministrazioni dello Stato, di regioni o di province autonome, temporaneamente all'estero per motivi di servizio e i professori e ricercatori universitari".

Per tutti gli altri la formula è perentoria: "Cittadini italiani che si trovino temporaneamente all’estero e non appartengano alle tre categorie sopraindicate potranno votare esclusivamente recandosi in Italia presso le sezioni istituite nel proprio comune di iscrizione nelle liste elettorali". Quindi la soluzione è o tornare in Italia, senza che il viaggio venga rimborsato se non nelle tratte nazionali, oppure niente voto. 
 
L'esclusione da queste tre categorie protette è quello che fa più male agli studenti perché non potendosi iscrivere all'Anagrafe Italiana Residenti all'Estero, soluzione possibile solo per chi è residente all'estero da più di 12 mesi e gli scambi di studio europei non raggiungono quella durata, speravano che venisse inserita la possibilità di poter votare per corrispondenza. Un voto che rischia di saltare per ventimila elettori, stando alle stime dell'ultimo rapporto annuale sulla mobilità Erasmus da parte dei ragazzi italiani (pdf).

Le reazioni su Facebook. Rabbia, frustrazione e disincanto verso la politica. Queste le reazioni maggiori che i ragazzi comunicano sui social network. C'è chi come Stefania Foresi parla di incostituzionalità: "Dal momento in cui non posso permettermi il lusso di tornare in Italia per votare, lo è. Sono furiosa! L'Erasmus non è un divertimento! E' un'opportunità! Perché per usufruire di un diritto devo perderne un altro? Ho studiato, rinunciando a tante cose per riuscire a partire! Sono delusa... delusissima".
 
Oppure c'è chi, come un'altra ragazza, comunica di aver coinvolto la Littizzetto in questa battaglia: ''perché ormai in Italia vengono ascoltati più i comici che i politici'''.

La pagina Facebook è stata creata da Valentina, studentessa trentina in Erasmus a Bath, Regno Unito: ''Mi è venuta l'idea pochi giorni fa, in pausa pranzo, dopo aver fatto una ricerca con altre ragazze italiane ed aver scoperto la situazione". Un computer, voglia di riscatto e attraverso il passaparola la pagina ormai è diventata il punto di riferimento per le migliaia di giovani che si ritrovano nella sua stessa situazione.  

"Il sentimento - dice ancora Valentina - che prevale è un forte senso di ingiustizia, come se un diritto fondamentale ci fosse stato strappato dalle mani, con prepotenza. L'esclusione dal voto è una ferita per noi ma vogliamo usare le ultime forze che ci rimangono per combatterla, almeno provando a far conoscere alle persone questa situazione. Sappiamo infatti che è troppo tardi per cambiare le nostre sorti, e che già altri studenti ci hanno provato negli anni scorsi, ma non vogliamo far passare questa ennesima esclusione come qualcosa di 'normale'".

La petizione. Da poche ore è stata lanciata una petizione online che chiede al ministro degli Esteri, Giulio Terzi, di prendere in considerazione la possibilità per gli studenti Erasmus di partecipare al voto.

Un esperimento simile era stato lanciato dal sito IoVotoFuoriSede, che da due anni si batte per introdurre anche in Italia il voto per delega, il voto per corrispondenza o il voto in un diverso seggio. Il disegno di legge è arrivato in Senato ma fermo lì, in discussione dal 16 ottobre 2012.

Quello che vogliono è un voto per corrispondenza anche per chi è all'estero temporaneamente, un po' come era successo alle Primarie del centrosinistra. Ed è proprio qui che emerge una contraddizione sui social network: primarie sì ed elezioni no. Come Paola, studentessa di Cesena in Erasmus a Berlino, che ci spiega: "Non posso permettermi di pagare 200 euro per tornare a casa solo per due giorni di votazioni. La cosa che mi è sembrata più assurda è stato il fatto che io sia riuscita a votare alle primarie del Pd e però mi risulti impossibile votare alle elezioni. Come dire che posso scegliere il mio leader che però non potrò mai votare”.

All'estero. In Europa, l'Italia è uno dei pochi Paesi rimasto a non utilizzare il voto per corrispondenza anche per chi risiede temporaneamente in un Paese diverso. Per quanto riguarda i studenti in Erasmus per le politiche del 2011 i Giovani Spagnoli socialisti avevano addirittura realizzato un video con le modalità di voto per chi non era nella penisola iberica ma vincitore della borsa di studio per lo scambio europeo.

http://www.repubblica.it/politica/2013/01/17/news/erasmus_elezioni_rischio-50752005/

Bisognerebbe impugnare il provvedimento, poichè la Costituzione così sancisce:


 Art. 48 - Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.

Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.

La legge stabilisce requisiti e modalità per l'esercizio del diritto di
 voto dei cittadini residenti all'estero e ne assicura l'effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l'elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.[7]

Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.

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