sabato 18 maggio 2013

Io non sono un lemming e non voglio suicidarmi. Ecco un buon motivo per non votare PD. - Sergio Di Cori Modigliani

lemmings


Non è facile partecipare alla battaglia elettorale a Roma, essendo cittadino di un paese malato di Alzheimer sociale. Sembra di assistere alla rincorsa dei lemmings, quella specie particolare di topi che abitano nelle regioni dell’Europa settentrionale, dotata di un particolare dispositivo bio-genetico per cui, quando raggiungono un certo numero X, si uccidono da soli, in massa, per garantire la sopravvivenza della specie. Si radunano su delle alture prospicienti l’oceano e poi si gettano nel vuoto. I miei connazionali romani mi ricordano i lemmings. E’ come essere testimoni di un suicidio collettivo che si consuma, quotidianamente, nella indifferenza complice di chi non vuole vedere, non vuole ascoltare, non vuole partecipare, non vuole credere alla realtà, e insiste nel coltivare delle illusioni, con l’aggravante di essere consapevoli che tali sono. Negli ultimi due anni, chi vive ed è attivo a Roma sa che l’intera sinistra (parlo del PD alleato a Sel e anche rifondazione comunista) ha portato avanti una permanente campagna elettorale sostenendo il proprio candidato, Zingaretti, presentandolo come la faccia bella, buona e onesta, ma soprattutto evoluta, dotato di una nuova modalità collettiva di interpretazione del bene comune che preludeva a una saggia, democratica, civile gestione della cosa pubblica. Se lo palleggiavano da una parte all’altra e avevano fatto addirittura circolare la voce che si trattava di una personalità di tale spessore che perfino ampi strati della destra lo appoggiavano sostenendolo per via della sua indubitabile novità di persona onesta, saggia, al di sopra delle parti. Ha preso anche molti voti, alle regionali, da parte di decine di migliaia di elettori che hanno scelto il M5s alle politiche ma hanno preferito lui alle regionali, pensando che –con questo voto disgiunto- si dava un serio contributo a un cambiamento immediato del quadro politico generale.  Zingaretti era un uomo molto competente (così si diceva), davvero di impeccabile reputazione (così si scriveva) in grado di comprendere le necessità dei laziali (così si comiziava) ma soprattutto un grande uomo di comunicazione capace di “sentire” il polso della cittadinanza e far suo l’umore del popolo. Non appena eletto, ha eliminato per una questione di principio qualsivoglia incontro di carattere politico con i consiglieri regionali eletti nelle file del M5s; ha negato loro qualunque carica rappresentativa all’interno del consiglio regionale, scegliendo di promuovere soltanto e soprattutto elementi provenienti dalla destra di Francesco Storace, già presidente della Regione Lazio, noto a tutti come uno dei più grossi responsabili della catastrofe finanziaria di questo territorio, oltre che suo ex avversario in campagna elettorale. Lo ha eletto  vice-presidente e ha affidato ai suoi uomini le più importanti commissioni regionali, ricostruendo una geografia del consiglio regionale che è ESATTAMENTE la stessa che c’era prima, motivo per cui l’assemblea era stata sciolta. Racconto oggi questi fatti scontati e noti a chiunque legga –anche soltanto una volta la settimana- i giornali locali o abbia visto un telegiornale regionale una volta negli ultimi due mesi. Ragioniamo sulla base di dati oggettivi e non soltanto faziosità, vecchie ideologie e clientele. Zingaretti, eletto il 25 febbraio scorso, attuale presidente della regione Lazio ed esponente di punta del PD, la settimana scorsa ha nominato i nuovi dirigenti della regione: ha scelto tutti gli uomini della Polverini sistemandoli nei posti chiave. E oggi, 16 maggio 2013, ha bocciato un emendamento presentato dal M5s che chiedeva l’abolizione del vitalizio a Fiorito per indegnità civica. Zingaretti ha bocciato l’emendamento per rispetto, così ha detto, del suo vice-presidente del Consiglio, Francesco Storace.  Adesso, chi vive nel Lazio deve essere anche testimone del fatto che le cifre versate all’erario contribuiscono a mantenere per il resto della sua vita un individuo come Fiorito. Questo è “il governo del cambiamento” che il PD offre a chi lo vota. Questi, sono i fatti oggettivi da registrare, incorporare, archiviare nella propria memoria sociale collettiva. Questo è l’uomo del cambiamento proposto dal PD e appoggiato da Vendola e da tutta la sinistra laziale. Ha lanciato un modello di consociativismo e di ferrea alleanza con la parte più conservatrice e reazionaria dello schieramento politico, quello che in campagna elettorale lui aveva definito “il nemico storico da battere che ha affossato la regione”: li ha promossi tutti mettendoseli al fianco.
Cominciate a dirvi, al mattino, quando vi fate la barba o vi mettete il rossetto “io non sono un lemming”. E’ un buon consiglio. Non vi suicidate. Ragionate, controllate i dati, le cifre, gli eventi, ma soprattutto andate a informarvi su ciò che Zingaretti ha fatto in poco più di due mesi, facendo regredire il dibattito politico a un livello (e già era bassino) mai visto né sentito prima. Si erge, oggi, 16 maggio 2013, come un cultore dei diritti civili ed è diventato il difensore del diritto di Fiorito ad avere una pensione per il resto della sua vita pagata dai contribuenti (sì quello, proprio quello, esattamente “quel” Fiorito!) il quale ha avuto l’arroganza e la faccia tosta di presentare la domanda, pensando che sarebbe passata in cavalleria, dato che è consapevole di aver a che fare con dei lemmings. E invece il gruppo consiliare del M5s ha presentato una mozione per annullargli il vitalizio, nel nome di un ritrovato codice etico, di una nuova moralità pubblica. Zingaretti ha negato la validità di questo diritto.
La notizia, dunque, è la seguente: “Il PD e la sinistra laziale, compatta e unanime, ritiene che Fiorito sia meritevole di avere un vitalizio per il resto della sua vita come premio delle sue nobili azioni”.
Minipost che nasce da un accoramento indicibile.
Non fate i lemmings.
Ricordatevi come stanno governando.
Con quest’atto, il PD romano ha inteso, grazie al suo eccezionale comunicatore, di farci sapere che cosa vuole la popolazione di Roma. Grazie per l’annuncio. Bravissimi davvero.
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