sabato 29 giugno 2013

E' di un cavallo del Pleistocene il più antico genoma sequenziato.



Risalente a 700.000 anni fa, quasi ai limiti teorici di conservazione del DNA, ha consentito di stabilire che la divergenza dei cavalli da zebre e asini è avvenuta intorno a quattro milioni di anni fa, il doppio di quanto finora stimato. Il confronto di questo antico genoma con quello dei cavalli domesticati moderni e con il cavallo di Przewalski ha anche permesso di identificare la probabile firma genetica del processo di domesticazione 

Un significativo raffinamento della storia evolutiva del cavallo è stato ottenuto da un gruppo internazionale di ricercatori grazie al sequenziamento, sia pure a bassa copertura, del genoma di un equino vissuto circa 700.000 anni fa. 

Il risultato – pubblicato su “Nature" in un articolo a prima firma Ludovic Orlando dell'Università di Copenaghen – è particolarmente importante perché dimostra la possibilità concreta di recuperare frazioni significative di genoma anche molto antico: il reperto da cui è stato ottenuto è infatti una decina di volte più antico di quelli dai quali era stato finora possibile ottenere una mappatura riguardante l'intera sequenza di DNA, e non solo di piccoli frammenti. Grazie a questi risultato ci si è quindi avvicinati di molto al limite teorico di sopravvivenza del DNA, che, secondo gli attuali modelli, in ambienti molto freddi sarebbe attorno al milione di anni. 

E' di un cavallo del Pleistocene il più antico genoma sequenziato
Filogenesi del cavallo. (Cortesia Ludovic Orlando/Nature)
Il genoma è estratto da un frammento osseo recuperato dal permafrost artico a Thistle Creek, nello Yukon, in Canada, attribuito a un cavallo vissuto nel Medio Pleistocene, Equus lambei. Dopo il sequenziamento, per la ricostruzione filogenetica i ricercatori hanno confrontato i dati ottenuti con quelli relativi a un cavallo del Tardo Pleistocene, risalente a circa 43.000 anni fa, di un cavallo di Przewalski (Equus ferus przewalskii), che è considerato l'unico membro del genere Equus ancora veramente selvaggio, di cinque razze del cavallo domestico (Equus ferus caballus) e di un asino (Equus asinus). 

Le analisi hanno indicato che il lignaggio di Equus ha dato origine a tutti i cavalli contemporanei, alle zebre e agli asini fra i quattro e i 4,5 milioni di anni fa, vale a dire un tempo circa doppio a quello convenzionalmente accettato per il più recente antenato comune del genere Equus

La divergenza fra le popolazioni equine attuali e il cavallo di Przewalski è comparsa invece fra i 38.000 e i 72.000 anni fa, senza alcuna traccia di successive contaminazione fra i due. Secondo i ricercatori alcune regioni del genoma dei cavalli domestici, relative principalmente al sistema immunologico e a quello olfattivo, mostrano chiari segni di essere state sottoposte a una forte selezione positiva, e alcune di esse, che indicano cambiamenti avvenuti su scale di tempi evolutivamente rapidissimi, potrebbero la firma genetica della domesticazione.

E' di un cavallo del Pleistocene il più antico genoma sequenziato
Esemplare di cavallo di Przewalski. (Cortesia Claudia Feh, Association pour le cheval de Przewalski: TAKH, Le Villaret, F 48125 Meyrueis Tak)

http://www.lescienze.it/news/2013/06/26/news/cavallo_filogenesi_genoma_molto_antico-1714687/?rss
I ricercatori hanno anche scoperto tracce di diverse fluttuazioni delle dimensioni delle popolazioni equine nel corso degli ultimi due milioni di anni, che sembrano essere avvenute in coincidenza con periodi di forti cambiamenti climatici.

Wikimedia assolta nella causa intentata da Cesare Previti: è solo fornitore servizio.



Assolta la Wikimedia foundation italiana nella causa intentata da Cesare Previti, che aveva chiesto i danni alla detentrice dei diritti di Wikipedia. Il tribunale di Roma ha infatti deciso che Wikipedia non è civilmente responsabile di quanto pubblicato nelle sue voci dagli utenti. La sentenza è rilevante per proteggere l’indipendenza della più grande enciclopedia online, che con una sentenza sfavorevole avrebbe rischiato gravi conseguenze, date le ristrettezze di bilancio.
Il 30 gennaio scorso Cesare Previti chiamò in giudizio la fondazione Wikimedia perché la voce presente sul sito online dell’enciclopedia era secondo lui un “pettegolezzo pseudo giornalistico alimentato dall’opera di soggetti inattendibili”, che era resa possibile dalla presenza online proprio ad opera della fondazione. Quindi Previti ha chiesto al giudice un risarcimento e una penale per ogni giorno di ritardo nella rimozione delle informazioni che erano ritenute diffamatorie. 
Secondo il tribunale di Roma però Wikimedia non è responsabile dei contenuti che pubblica, poiché non li elabora ma si limita a fornire uno strumento, illustrandone chiaramente le modalità di utilizzo. La fondazione madre di Wikipedia dunque è stata a tutti gli effetti riconosciuta dal giudice come un fornitore di spazio web, non essendo dimostrato che Wikimedia “svolga funzioni diverse da quelle di hosting provider”. 
L’elemento che ha fatto decidere in tal senso è il fatto che chiunque può correggere e cambiare le voci dell’enciclopedia online. Cesare Previti avrebbe quindi potuto intervenire direttamente per modificare le cose che non riteneva corrette o segnalarle alla comunità di moderatori.
Secondo i responsabili di Wikimedia Foundation questa decisione aiuteranno in futuro la sopravvivenza di Wikipedia, scoraggiando eventuali soggetti che si ritengono danneggiati a chiedere i danni alla fondazione, che sopravvive solo di donazioni volontarie.

Luna: in un cratere senza sole, scoperte molecole di idrogeno. - Leonardo Debbia

Luna
Vista panoramica lunare del bordo Nord del cratere Cabeus, ripresa dal Lunar Reconnaisance Orbiter Camera (fonte: NASA / Arizona State University)

Utilizzando i dati della sonda lunare Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) della NASA, gli scienziati ritengono di aver risolto il mistero di una delle regioni più fredde del Sistema Solare, un cratere situato permanentemente in ombra sulla Luna. Gli scienziati spiegano come particelle di energia, penetrando nel suolo lunare, riescano ad ottenere idrogeno allo stato molecolare dal ghiaccio. La scoperta evidenzia come la radiazione solare possa cambiare la chimica del ghiaccio in tutto il sistema solare.
Gli scienziati dell’Università del New Hampshire e del NASA Goddard Space Flight Center hanno pubblicato i risultati di uno studio congiunto sul Journal of Geophysical Research: Planets.
Autore principale è Andrew Jordan, dell’Institute for the Study of Earth, Oceans and Space (EOS) presso l’Università del New Hampshire.
La scoperta di molecole di idrogeno è giunta a sorpresa dopo lo schianto, avvenuto a 5600 miglia orarie sulla superficie lunare, nel cratere Cabeus, del razzo Centaur, vettore del satellite della missione Lunar Crater Observation Sensing Satellite (LCROSS) della NASA.
Questa regione non è mai stata esposta alla luce solare e le temperature riscontrate sono rimaste prossime allo zero assoluto per miliardi di anni, preservando incontaminato il suolo lunare, ricoperto dalla regolite.
Con questo termine viene indicato uno strato di materiale a grana variabile e composizione eterogenea, che copre lo strato compatto della “roccia madre”, presente sulla Luna e sulla Terra. Mentre però sul nostro pianeta la derivazione viene dalla degradazione di rocce, dal trasporto e deposito ad opera di agenti meteorici o chimici (piogge, vento, alterazioni), sulla Luna e su altri corpi celesti privi di un’atmosfera, è causato dall’aggregazione gravitazione di materiale prodotto da impatti (meteoriti, comete), che ha originato un accumulo a granulometria decrescente dal basso verso l’alto.
Per merito del Lyman Alpha Mapping Project (LAMP) e per mezzo degli strumenti di bordo del LCROSS, è stato possibile rilevare nel suolo lunare la presenza di idrogeno nella sua forma molecolare.
“La formazione di molecole di idrogeno dall’acqua ghiacciata è stata inaspettata ed inspiegabile”, afferma Jordan. “La molecola dell’idrogeno è composta da due atomi di idrogeno e la formula chimica è H2. La presenza dell’idrogeno sotto forma di molecola nella regolite lunare è da attribuirsi probabilmente a particelle cariche di energia “piovute” sulla Luna che – a de
tta degli studiosi – avrebbero favorito la formazione del legame tra gli atomi di idrogeno H al di sotto della superficie lunare.
“Dopo la scoperta sono state elaborate due ipotesi sul modo in cui potrebbe essere avvenuta la formazione, ma nessuna sembra spiegare esattamente se sia stato per le condizioni del cratere o per l’impatto del razzo vettore”, afferma Jordan. “La nostra analisi mostra che i raggi cosmici, particelle cariche di energia sufficiente per penetrare al di sotto della superficie lunare, possono dissociare la molecola dell’acqua, H2O, in molecole H2, attraverso diversi potenziali percorsi”.
L’analisi si basa sui dati raccolti dal telescopio per raggi cosmici CRaTER che si trova a bordo della sonda LRO. CRaTER misura e distingue, infatti, le quantità delle radiazioni cosmiche in arrivo e le quantità delle particelle energetiche provenienti dal Sole.
Una simulazione al computer ha raccolto i dati e ha mostrato che le particelle cariche di energia possono produrre dal 10 al 100 per cento dell’idrogeno molecolare misurato dal LAMP.
Lo studio sottolinea che restringere la percentuale richiede esperimenti nel ghiaccio con gli acceleratori di particelle per valutare con maggior precisione il numero di reazioni chimiche risultanti per unità di energia depositata dai raggi cosmici e da particelle energetiche solari.

Margherita Hack



Riteneva che l'etica non derivasse dalla religione, ma da "principi di coscienza" che permettono a chiunque di avere una visione laica della vita, ovvero rispettosa del prossimo, della sua individualità e della sua libertà. (wikipedia)

venerdì 28 giugno 2013

Ior: arrestati un monsignore, uno 007 e un broker finanziario.



'Corruzione e truffa', in manette mons.Scarano.

Un alto prelato, un funzionario dei Servizi segreti ed un broker finanziario sono stati arrestati nell' ambito di un filone di indagine sullo Ior in corso alla procura della Repubblica di Roma. Tra gli arrestati nell'ambito di uno dei filoni dell'inchiesta romana sullo Ior c'é monsignor Nunzio Scarano, responsabile del servizio di contabilità analitica dell'Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica (Apsa), l'organismo che gestisce i beni della Santa Sede.
L'attività di illecita importazione in Italia, poi fallita, di 20 milioni di euro in contanti dalla Svizzera era "per conto degli armatori Paolo, Cesare e Maurizio D'Amico". E' quanto emerge, afferma la procura di Roma, dalle intercettazioni eseguite nell'ambito dell'inchiesta.
La procura di Roma ha avviato una serie di accertamenti per fare chiarezza sull'origine delle ingenti disponibilità finanziarie ed immobiliari di monsignor Nunzio Scarano. Per l'inchiesta lo Ior è "impegnato nella cooperazione con le autorità competenti". Lo ha dichiarato all'ANSA un portavoce dell'Istituto. Inoltre, il Consiglio di sovrintendenza dello Ior ha avviato "un'inchiesta interna, in linea con la politica di tolleranza zero promossa dal presidente Ernest Von Freyberg".
Scarano, tra l'altro, è coinvolto a Salerno in un'altra indagine per ricettazione. Le altre due persone arrestate sono l'agente dell'Aisi Maria Zito e il broker Giovanni Carenzio. Le ordinanze di custodia cautelare sono state firmate del gip Barbara Callari su richiesta del procuratore aggiunto Nello Rossi e dei sostituti Stefano Rocco Fava e Stefano Pesci. Tra i reati contestati, oltre alla truffa ed alla corruzione anche la calunnia.
Monsignor Scarano si sarebbe accordato con lo 007 Giovanni Maria Zito (e non Maria Zito come detto in precedenza) e gli avrebbe consegnato 400 mila euro per far rientrare dalla Svizzera 20 milioni di euro liquidi appartenenti ad una famiglia sua amica a bordo di un jet privato. Ruota intorno a questo episodio l'inchiesta sfociata oggi nella emissione di tre ordinanze di custodia cautelare da parte della magistratura romana.
L'alto prelato, il funzionario dei Servizi segreti ed il broker finanziario sono stati arrestati questa mattina da militari del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza, con le accuse di corruzione e truffa. L'indagine - è stato ribadito - nasce come filone autonomo della più ampia inchiesta sullo Ior.
"Come noto mons. Scarano "era stato sospeso dal servizio presso l'Apsa da oltre un mese". La Santa Sede "non ha ancora ricevuto alcuna richiesta sulla questione dalle competenti autorità italiane ma conferma la sua disponibilità a una piena collaborazioné. Lo ha detto padre Federico Lombardi.

giovedì 27 giugno 2013

Conti correnti, gli accorgimenti per evitare i controlli. - Veronica Benigno

spia conto corrente

Dopo l’entrata in vigore del Sid, il sistema di controllo in stile Grande Fratello sui conti correnti, ecco un promemoria per evitare che scattino gli accertamenti. 

Lo hanno già chiamato Grande Fratello dei conti correnti ed è attivo da lunedì. 
Stiamo parlando del Sid, il Sistema Interscambio Dati, creato per effettuare i controlli incrociati fra più banche dati e stanare gli evasori fiscali. 
Tutti gli intermediari bancari e finanziari dovranno fornire le informazioni circa le movimentazioni su conti online (come quelli aperti presso Ing Direct, Iw Bank e altri istituti diretti, ndr) e tradizionali, oltre che sui profili di risparmio postali, su assicurazioni e così via, al fine di individuare discrepanze sospette fra quanto dichiarato al fisco e il reale tenore di vita dei contribuenti. Il Fisco ha già reso noto che solo le anomalie più rilevanti si tradurranno nella creazione di liste di “sorvegliati speciali”, in particolare quelle in cui la differenza tra spese effettive e dichiarazione dei redditi sarà superiore al 20%. A quel punto, i singoli contribuenti potranno essere oggetto di accertamenti più approfonditi. Per difendersi dalle richieste di chiarimento da parte dell’Agenzia delle Entrate sarà necessario produrre prove che confermino la regolarità di ogni transazione bancaria, soprattutto per quelle più ingenti. Per ogni bonifico, prestito, pagamento con carta di credito o bancomat, donazione di denaro, versamento dell’affitto è simili, sarà opportuno conservare le ricevute o fare in modo comunque di garantirne la tracciabilità. Sarà più conveniente, quindi, prediligere la moneta elettronica e l’home banking per disporre operazioni di una certa portata, specificando sempre anche la causale di ogni entrata o uscita di denaro sul proprio conto. Da evitare invece ogni movimentazione extra-conto, come il cambio assegno (che implica un doppio passaggio del denaro, prima per ricevere il denaro e poi per versarlo sul conto). Ogni volta che sarete tentati dall’usare metodi più spicci, anche se in buona fede, ricordate che spetterà a voi l’onere della prova in caso di contestazione: meglio una ricevuta in più che una grana in più.

http://www.sibynews.it/index.php?title=Conti_correnti,_gli_accorgimenti_per_evitare_i_controlli

Berlusconi all'ambasciatore: 'Fermate la rogatoria su di me'.



L'ex premier convocò il capo della diplomazia cinese a Roma perché impedisse la trasmissione da Hong Kong a Milano degli atti sul processo Mediaset. Lo rivela l'ex senatore Sergio De Gregorio, oggi sotto processo. Un altro incredibile utilizzo del ruolo politico per salvarsi dai guai giudiziari.

Un pranzo romano tra Silvio Berlusconi e l'ambasciatore di Pechino. Non per discutere di questioni internazionali ma di argomenti molto più importanti per il Cavaliere: come fermare la rogatoria dei pm milanesi a Hong Kong sull'inchiesta per la compravendita di diritti Mediaset. 

A rivelare la sindrome cinese del Cavaliere è l'ex senatore Sergio De Gregorio in due capitoli del suo prossimo libro "Operazione libertà", che "l'Espresso" ha letto in anteprima. L'ex parlamentare, oggi sotto accusa per i fondi pubblici sottratti assieme a Valter Lavitola, sostiene di averne parlato anche ai pm di Napoli, davanti ai quali ha ricostruito i pagamenti di Berlusconi per provocare la caduta del governo Prodi. 

La manovra risale all'aprile 2007, ma è di grandissima attualità. I documenti sequestrati dai pm nell'ex colonia britannica potevano diventare un'ulteriore prova nel processo più insidioso per il Cavaliere: in appello è stato condannato a 4 anni di reclusione e 5 di interdizione dai pubblici uffici. E dopo il recente no della Consulta, il verdetto della Cassazione potrebbe trasformarsi in un ko politico-giudiziario. 

Ma l'accusa avrebbe potuto essere più pesante, se le autorità asiatiche non avessero proibito l'uso di quella rogatoria chiave su centinaia di milioni trasferiti dai referenti di Mediaset. 

All'inizio del 2007 invece i magistrati milanesi avevano ottenuto da Hong Kong, regione ad amministrazione autonoma della Cina, una collaborazione tanto ampia quanto sorprendente. De Gregorio scrive di avere informato lui Berlusconi e Ghedini del blitz dei pm, grazie a una nota ricevuta dal console italiano a Hong Kong. 

E di «essere entrato a gamba tesa» per mettere al riparo il Cavaliere dalla minaccia legale. Anzitutto, si sarebbe rivolto a Dong Jinyi, ambasciatore cinese a Roma, manifestando l'indignazione dell'ex premier per la presenza di due magistrati italiani a perquisizioni e interrogatori a Hong Kong «senza una regolare procedura autorizzativa». Poi fa presente al diplomatico che Berlusconi tornerà presto alla presidenza del Consiglio e lo convince ad accettare un invito a Palazzo Grazioli, «riservatissimo» vista «la delicatezza del tema». 


De Gregorio scrive poi di essersi mosso a tutto campo, per dimostrare l'interesse dell'Italia a migliorare i rapporti commerciali con Hong Kong. «Avrei conseguito due obiettivi: accontentare il capo nella sua personale crociata contro i pm milanesi intestandomi il primato delle relazioni diplomatiche». 

Come presidente della Commissione Difesa organizza incontri con deputati della metropoli asiatica e crea a Roma l'Associazione parlamentare di amicizia Italia-Hong Kong. La presenta ai suoi colleghi dicendo: «Qui si tratta di togliere dal fuoco le castagne di Berlusconi». E aggiunge: «La parola d'ordine era accontentare la politica di Hong Kong per riceverne di contro un pronunciamento positivo dell'Alta corte di giustizia contro l'iniziativa della procura di Milano».

De Gregorio mobilita imprenditori, accompagna delegazioni di funzionari e parlamentari cinesi, si rivolge anche a Duncan Pescod rappresentante di Hong Kong presso l'Unione europea. Che lo avrebbe rassicurato: «Riferirò nel dettaglio di questa spiacevole vicenda giudiziaria. Andrò personalmente a rappresentare la situazione ai miei referenti di governo».

Alle controparti interessava soprattutto che l'ex colonia britannica venisse depennata dalla lista nera dei paradisi bancari, istanza subito patrocinata dal senatore. Il parlamentare torna ancora in Asia nel settembre 2007 e discute persino con Li Ka-Shing, uno degli uomini più ricchi del mondo che in Italia possiede pure la compagnia telefonica 3. «La parola d'ordine era fermare quei giudici».

Alla fine l'obiettivo viene raggiunto: «Non posso dire se siano state le pressioni del governo centrale sul ministero della Giustizia di Hong Kong o le innumerevoli pressioni all'indirizzo dei vertici della regione amministrativa speciale, ma alla fine il risultato arrivò a compimento». Non solo viene bloccata la rogatoria dei pm milanesi, vietando l'utilizzo degli atti, ma si avvia persino un'istruttoria sull'attività dei magistrati italiani. Una grande operazione di lobby internazionale, che finora non ha salvato Berlusconi dalla condanna.


http://espresso.repubblica.it/dettaglio/berlusconi-allambasciatore-%3Cbr-%3Efermate-la-rogatoria-su-di-me/2210047

La maturità non vale una pizza. - Massimo Gramellini


Insegna italiano in un istituto tecnico della periferia romana ed è commissaria interna agli esami di maturità. Da quando ha ricevuto quella telefonata, le si è rovesciato il mondo. «Professoressa? Sono il padre di Andrea». Uno dei suoi maturandi migliori. Un adolescente caparbio che per tutto l’anno si è diviso fra lo studio e il lavoro in nero ai tavoli di una pizzeria. «Professoressa, la chiamo per la maturità di mio figlio...». «Non si preoccupi, Andrea la supererà senza problemi». «E’ proprio questo il punto… Ho bisogno che lei me lo bocci».  

La prof ha abbozzato un sorriso. In tanti anni di onorata carriera aveva dovuto fronteggiare ogni genere di richieste da parte dei genitori. Ma un padre che ti chiama a casa per chiederti di bocciare suo figlio non le era mai capitato. Si trattava chiaramente di una battuta… «Non sto scherzando, professoressa. La pizzeria ha detto ad Andrea che può assumerlo in pianta stabile grazie alla nuova legge sul lavoro: però le agevolazioni valgono solo per i ragazzi senza diploma». La prof ha deglutito: «Lei mi sta chiedendo…» «… di aiutare mio figlio. Il diploma potrà sempre prenderlo l’anno prossimo». Così la prof ha cominciato a covare in solitudine il suo dubbio amletico. Fare il proprio dovere e promuovere Andrea, trasformandolo in un disoccupato? O bocciare un ragazzo meritevole per consentirgli di ottenere il posto? Consapevole che in questo caso boccerebbe anche se stessa, accettando il principio che l’insegnamento a cui ha dedicato la vita non rappresenta più un vantaggio, ma un handicap? Ci sarebbe da diventare pazzi, se non lo fossimo già. 

Letta, facce Tarzan!

lettarzan.jpg


Le movenze di Capitan Findus Letta, un po' legnose, e il naso affilato in crescita telegiornale dopo telegiornale, ne rivelano la vera essenza collodiana, pinocchiesca. Il suo eloquio è meno effervescente di quello dello psiconano, ma la sostanza è sempre quella della balla in prima serata. Dal milione di posti di lavoro di una volta ai 200.000 giovani occupati. Racconta il Nipote di suo Zio, sparandole più grosse del barone di Münchhausen: "È un intervento significativo, coperto in parte con fondi nazionali e in parte con fondi europei. Servirà ad assumere in 18 mesi 200 mila giovani con un’intensità maggiore nel centro Sud. Ma è un provvedimento che riguarda tutto il Paese. Vogliamo dare un colpo duro alla piaga della disoccupazione giovanile.".
Un ragazzo per dire addio alla piaga della disoccupazione e dare questo "colpo duro" deve(*):
- essere privo di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi o
- essere privo di un diploma di scuola media superiore o professionale o
- vivere da solo con una o più persone a carico.
Quindi per accedere devi essere un disoccupato cronico (se sei a casa da cinque mesi non vale), o un semianalfabeta (se hai studiato sono cazzi tuoi) o non vivere con i genitori ma da solo (infatti un giovane senza reddito esce sempre di casa) e avere a carico la vecchia nonna o moglie e figli. Chi, in nome di Dio, possiede questi requisiti in Italia?
Nel caso il disoccupato cronico, semianalfabeta o con famiglia a carico acceda "all'intervento significativo" di Letta, questo, come si legge nel decreto, verrà corrisposto all'azienda "per un periodo di 12 mesi ed entro i limiti di 650 euro mensili per lavoratore nel caso di trasformazione a tempo indeterminato". Letta, adesso facce anche Tarzan...


http://www.beppegrillo.it/2013/06/letta_facce_tarzan.html

La fine dei guardrail ghigliottina. Ciò che sui giornali non leggerete.



"Erano 10 anni che aspettavamo questo provvedimento. Il MoVimento 5 Stelle è entrato in Parlamento e in 3 mesi lo ha fatto approvare". Voci di motociclisti su Facebook. Voci di paura e di esasperazione per uno dei più pericolosi killer di chi va a due ruote, il guardrail ghigliottina che miete vittime da anni su tutte le strade. Siamo stati i primi a segnalarlo ben tre anni fa, in questo video. I motociclisti sono arrivati persino ai cortei in piazza, restando finora inascoltati. Ora la risoluzione del MoVimento 5 Stelle è stata approvata, e il governo dovrà ottemperare, installando le barriere di protezione sui guardrail. I soldi ci sono, il M5S ha anche segnalato dove reperire i fondi. Una piccola cosa, per molti. Una grandissima conquista, per altri. Ma in fin dei conti, ogni grande libro è stato scritto una parola alla volta." M5SCamera

http://www.beppegrillo.it/2013/06/la_fine_dei_guardrail_ghigliottina.html

Contro la diarrea....imodium o....



https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10151479150071404&set=a.10150423882461404.353437.118401831403&type=1&theater

Il fratello del vicino. - Francesca Riccio



A lietto astritto, cuccate 'miezo..... A letto stretto coricati in mezzo. Cioè, più sei povero e circondato da poveri, più devi essere solidale.
Ieri avrà riscosso la sua cassa integrazione, stamattina bussava alla porta del fratello disoccupato, con uno scatolone pieno di prodotti per il nipote celiaco.

M'ha fatto venire la pelle d'oca stamattina, il fratello del vicino.

Francesca Riccio.

https://www.facebook.com/francesca.riccio.96155/posts/291227001024144?comment_id=1316252&offset=0&total_comments=8&notif_t=feed_comment_reply

mercoledì 26 giugno 2013

Reddito di cittadinanza.



Il testo della mozione bocciata:

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=703964

F35: mozione Pd piace a Sel e M5S, ma non al Pdl che prepara alternativa. - Enrico Piovesana.



F35: mozione Pd piace a Sel e M5S, ma non al Pdl che prepara alternativa

Non c'è la richiesta di sospensione del programma, ma quella di "non procedere" ad alcuna fase di acquisizione dei cacciabombardieri senza che il Parlamento si sia espresso nel merito ai sensi della legge 244 del 2012. Dopo una difficile trattativa che aveva portato il Pd sull'orlo della spaccatura, il testo è stato approvato dall'assemblea del gruppo democratico alla Camera.

Alla fine il Pd ha partorito la sua mozione sugli F35: non c’è la richiesta di sospensione del programma, ma quella di “non procedere” ad alcuna fase di acquisizione dei cacciabombardieri senza che il Parlamento si sia espresso nel merito ai sensi della legge 244 del 2012. Dopo una difficile trattativa che aveva portato il Pd sull’orlo della spaccatura, il testo è stato approvato stamane dall’assemblea del gruppo democratico alla Camera quasi all’unanimità: solo quattro contrari e sei astenuti su un totale di 292 deputati.
Non è quello che voleva l’ala ‘pacifista’ del Pd, ma a nessuno sfugge che, tenuto conto della situazione, si tratti comunque di un buon risultato. “Sapendo da dove eravamo partiti e qual è la situazione data, è un risultato importante che tutto il gruppo Pd sia arrivato a questa posizione – commenta l’onorevole Gero Grassi, vicepresidente dei deputati Pd della corrente fioroniana. “Per chi come me è profondamente contrario all’acquisto degli F-35, oggi e domani, e vorrebbe una generale riduzione delle spese militari, rappresenta motivo di grande soddisfazione essere riusciti a portane il Pd a un equilibrio molto più avanzato rispetto al punto di partenza”. 
Un giudizio positivo arriva anche dall’onorevole Giulio Marcon di Sel, primo firmatario della mozione per la cancellazione del programma F-35: “Se rimarrà questa la mozione di maggioranza, sarebbe un piccolo passo avanti perché, grazie alle campagne delle associazioni e alla pressione della nostra opposizione parlamentare, sarebbe la prima volta che il Parlamento decide di sospendere non il programma ma almeno l’acquisto e ragionarci sopra per sei mesi con un’indagine conoscitiva. Noi voteremo comunque la nostra di mozione, ma se il testo della mozione Pd rimarrà così com’è potremmo anche valutare, insieme al M5S, la strada dell’astensione”, consentendo quindi l’approvazione del provvedimento di sospensione e l’avvio dell’indagine conoscitiva.
L’esito finale però potrebbero essere tutt’altro. Il capogruppo Pd Roberto Speranza sta trattando con gli altri partiti di governo, Pdl e Scelta Civica, per arrivare a una larga intesa su un testo condiviso da tutta la maggioranza e non sgradito all’esecutivo: un testo ulteriormente annacquato perderebbe qualsiasi sostegno, anche indiretto, da parte di Sel e M5S. Per l’onorevole Gian Piero Scanu, ‘padre’ e primo firmatario della mozione Pd, questo rischio non esiste: “Non verrà modificata neanche una virgola e io mi auguro vivamente che l’intelligenza politica di Sel e 5 stelle, che ne dispongono in grande quantità, venga fatta valere, sennò è un peccato”.
Il Pdl, dal canto suo, è restio ad accettare qualsiasi forma di stop al programma di acquisizione degli F-35, tanto che Brunetta e Cicu hanno già pronta una mozione alternativa che non sospende nulla e rimette tutto alla valutazione delle commissioni prevista dalla legge 244: una richiesta che potrebbe passare con i voti non solo di Scelta Civica ma anche di una nutrita pattuglia di deputati Pd. Scanu esclude nuove spaccature, dicendo che “tutto il Pd sosterrà la nostra mozione”, ma l’esperienza invita alla cautela. 
“L’eventuale approvazione della mozione Brunetta-Cicu significherebbe la prosecuzione del programma F-35 – commenta Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Disarmo – perché il meccanismo della legge 244 non prevede una bocciatura parlamentare definitiva dei programmi di armamento della Difesa, ma solo un veto temporaneo che può facilmente essere aggirato dalla Difesa ripresentando lo stesso programma fino alla sua approvazione da una commissione più compiacente, magari di diversa composizione politica. Per questo noi continuiamo a dire che l’unica soluzione è la cancellazione del programma, come da anni chiede la società civile: non dimentichiamo che è solo grazie a questa mobilitazione dal basso se finalmente oggi si discute di F-35 in Parlamento”.

Ballarò - Amalia Signorelli, sociologa - 25/06/2013



Una coppia ben assortita.



Lui PD, Presidente della commissione bilancio e programmazione, lei Pdl, Ministro dell'Agricoltura, accomunati da latente ignoranza. 

Rc auto, Autorità contro il caro tariffe.



Consumatori, nel 2013 aumenti di 35 euro.

ROMA - "L'amplissimo divario" fra i livelli delle tariffe Rc auto "prevalenti in Italia e quelli molto più bassi di altri paesi" Ue è un fenomeno che "sta assumendo una connotazione di ingiustizia grave". Lo afferma il presidente dell'Ivass Salvatore Rossi nella Relazione, aggiungendo che "le tariffe possono e debbono scendere".
Il presidente dell'Ivass ha spiegato il fenomeno dell'elevato livello delle tariffe Rc auto "sta assumendo una connotazione di ingiustizia grave nella fase di difficoltà in cui molte famiglie italiane versano per effetto della crisi che investe il Paese. Ne è un pericoloso segnale - ha aggiunto - il numero crescente di veicoli che circolano sprovvisti di assicurazione". "Nell'interesse dei consumatori onesti e dell'intero sistema é necessario individuare soluzioni rapide e durature", ha sottolineato Rossi indicando che le tariffe "possono e devono scendere, senza pregiudicare la solvibilità delle compagnie, se vengono messi in campo gli opportuni presidi. L'Ivass - ha aggiunto - si adopererà perché questo obiettivo si realizzi". Rossi ha spiegato che le misure introdotte lo scorso anno dai decreti 'liberalizzazioni' e 'sviluppo bis' "già consentono progressi" e l'Ivass "sta redigendo i numerosi regolamenti attuativi, sta collaborando con i Ministeri competenti a predisporne altri, sta realizzando le previste infrastrutture tecnologiche. Dobbiamo procedere speditamente, pur con la limitazione delle risorse imposta dalla legge".
L'Ivass intende avviare con l'Antitrust una "iniziativa comune" in tema di tariffe Rc Auto, ha aggiunto Rossi, precisando che lui stesso tornerà "più diffusamente" a parlarne in occasione dell'Assemblea annuale dell'Ania del 2 luglio prossimo, dando conto anche di questa iniziativa
A pesare sugli alti livelli dell'Rc auto in Italia "vi possono essere scarca concorrenza; inefficienze delle imprese, anche nella liquidazione dei sinistri; costi indebiti legati a comportamenti fraudolenti degli assicurati nel richiedere indennizzi sui sinistri, talvolta con l'intervento della criminalità organizzata". E "quest'ultima patologia produce forti distorisioni del mercato, acute in alcune aree del Mezzogionro".
CONSUMATORI - "Finalmente anche l'Ivass si accorge di come le tariffe rc auto rappresentino un 'flagello' per gli assicurati italiani". Così il Codacons commenta le dichiarazioni del presidente dell'Ivass Salvatore Rossi, che ha parlato oggi di "ingiustizia grave" riferendosi al divario tra le tariffe praticate in Italia e all'estero. "In Italia non solo i costi delle polizze rc auto sono i più alti d'Europa - aggiunge il Codacons - ma i rincari che hanno colpito negli ultimi anni le tariffe sono i più elevati del mondo, raggiungendo in meno di 20 anni quota +250%. Se da un lato cresce il divario tra il nostro paese e il resto del mondo, dall'altro si verifica un altro fenomeno altamente dannoso per gli automobilisti: aumentano le differenze tra Nord e Sud Italia, con i cittadini residenti nelle città del mezzogiorno costretti a subire tariffe stellari e aumenti annui a due cifre. Basti pensare che un neopatentato residente nel sud può arrivare a pagare una polizza rc auto fino ad 8.000 euro in più rispetto ad un neopatentato che vive al nord", conclude il Codacons.
Negli ultimi 18 anni (1994-2012), i costi medi delle tariffe rc auto sono più che triplicati, passando da 391 euro del a 1.350 euro. Anche per il 2013, nonostante il crollo del mercato automobilistico e dell'utilizzo dell'auto, sono previsti ulteriori rincari di 35 euro che faranno salire il costo di una polizza per una media cilindrata (max. 1.800 c.c.) a quota 1.385 euro. E' quanto calcolano Adusbef e Federconsumatori, giudicando "positiva" l'iniziativa comune Ivass-Antitrust. Quella dell'rc auto, proseguono, è infatti "una situazione insostenibile, che non ha pari in Europa". Ma il divario non interessa solo il confronto tra l'Italia e gli altri paesi europei: "negli ultimi anni si è fatta sempre più marcata la differenza tra i costi dell'rc auto al Nord ed al Sud Italia, aggravata dall'atteggiamento al limite della legalità adottato da molte compagnie che, soprattutto al Sud, operano disdette strumentali, per poi riproporre una nuova polizza con prezzi elevatissimi (nel migliore dei casi con un aggravio del 50%). Un comportamento che - concludono - si configura in piena violazione della legge dell'obbligo a contrarre".

Industria, sei ragioni del declino italiano. Tra queste il costo del lavoro. - Salvatore Cannavò


L’austerità, la competizione sul costo del lavoro, imprese piccole e poco innovative, la corruzione. Ecco come si smantella l’Italia produttiva. L’ultima tabella dei tavoli di crisi presso il ministero dello Sviluppo economico (fonte Cisl) descrive 136 situazioni di sofferenza per 160.024 lavoratori coinvolti. Ma è un dato che si riferisce solo alle grandi imprese.

I segnali del declino industriale italiano sono sotto gli occhi di tutti. L’ultima tabella dei tavoli di crisi presso il ministero dello Sviluppo economico (fonte Cisl) descrive 136 situazioni di sofferenza per 160.024 lavoratori coinvolti. Ma è un dato che si riferisce solo alle grandi imprese. Grandi marchi come IndesitNatuzziCandyBridgestone oppure la spina dorsale dell’Italia industriale: Ast Terni, Fin-cantieri, Ansaldo Breda, Alcatel, Menarini. Solo nella settimana tra il 3 e il 9 giugno la Cgil ha conteggiato circa 10 mila posti di lavoro a rischio.
Anche i dati del Centro studi Confindustria sono impietosi: tra il 2007 e il 2013, tutti i settori, tranne il farmaceutico, sono andati in crisi, “autoveicoli” in testa (-45%). Seguiti dal “legno” a -42, tessile (-34%), metallurgia (-29), mobili (-26) chimica (-20), o pellame (19,4%). Per capire le cause di un tale disastro occorre risalire a più ragioni.
RECESSIONE - La prima riguarda l’austerità. Grazie al rigore finanziario nel 2012 la spesa delle famiglie si è ridotta del 4,3% e la flessione degli investimenti fissi lordi è stata del 10% circa (fonte Banca d’Italia). La flessione viene da lontano, almeno dal 2007, inizio della crisi. In questo intervallo si sono perse 55 mila aziende manifatturiere e il saldo tra quelle cessate e quelle neonate, è stato per 10mila unità.
CONCORRENZA - Per un paese in cui la manifattura ha il 50% del proprio valore aggiunto nell’export, la crescita dei paesi emergenti è stata micidiale. L’Italia è stata spiazzata dalla globalizzazione: se nel 1991-‘92 la Cina occupava il 4% nella produzione manifatturiera, oggi è arrivata al 21,4%; gli Usa sono passati, nello stesso periodo, dal 21,8 al 15,4%; la Germania dal 9,1 al 6,1 e l’Italia dal 5,5 al 3,1%. “La posizione relativa raggiunta da economie demograficamente piccole come quelle europee negli anni 70 va considerata storicamente irripetibile” dice Confindustria. La Cina morde alla nuca di un occidente che resta sviluppato (l’Italia è al quinto posto nelle esportazioni manifatturiere) ma potrebbe non essere più il ponte di comando assoluto. In questo quadro, tutti i Paesi, soprattutto gli emergenti, puntano sulla “concentrazione settoriale”. Cioè, la specializzazione. Dove l’Italia perde terreno. Lo dimostra il dato di “complessità dell’export”, misurato dal CsC che misura la differenziazione dei prodotti e la loro esclusività: l’Italia è arretrata dall’1,7 del 1995 all’1,3 del 2008. I paesi emergenti, però, crescono e si rafforzano spalleggiati da un ruolo attivo dello Stato e dell’intervento pubblico. L’Italia sembra, invece, aver abbandonato qualsiasi politica industriale.
DIMENSIONE -  Il ritardo deriva anche dalla dimensione troppo piccola dell’impresa italiana garantita, un tempo, da alcuni colossi in regime di monopolio e sovvenzionati dallo Stato e oggi costretta a fare da sola. Ma, come rileva la Relazione annuale della Banca d’Italia, la ridotta dimensione aziendale “influisce negativamente ” e frena la capacità di competizione internazionale. Secondo i dati Eurostat relativi al 2010, “le imprese manifatturiere italiane hanno un numero medio di addetti di 9,4, il 12 per cento in meno della Spagna, poco più della metà che in Francia e meno di un terzo che in Germania. Le imprese con meno di 20 addetti sono quasi il 93 per cento del totale, quelle con almeno 250 addetti lo 0,3 per cento.
COSTO DEL LAVORO - Le imprese lamentano la scarsa produttività e, di conseguenza, l’alto costo del lavoro per unità di prodotto (Clup). Il sindacato sostiene però che per produrre di più serve un livello di tecnologia migliore. La produttività è un parametro scivoloso: il suo livello dipende anche dalla stagnazione della produzione. Scende in tempi di recessione e sale, ad esempio, se aumenta la disoccupazione. Per quanto riguarda il Clup, poi, nel confronto con la Germania, l’Italia ha perso, tra il 2007 e oggi, solo il 2%. Il grosso dello svantaggio, -15%, deriva dagli anni 2000, quando la Germania ha siglato un patto sociale molto vantaggioso per le imprese. Il ritardo, però, non è facilmente colmabile. A meno di scommettere sulla delocalizzazione come ha fatto la Fiat o la Bridgestone. E come si appresta a fare la Brembo di Alberto Bombassei.
INNOVAZIONE -  A garantire la tenuta dovrebbe essere l’innovazione tecnologica, propedeutica alla specializzazione e alla concorrenzialità intra-europea. Ma “l’incidenza della spesa in R&S sul Pil in Italia nel 2011 era dell’1,3% rispetto all’1,9 della media Ue e al 2,8 della Germania”. L’Italia spende poco, soprattutto nel settore privato, grazie anche a imprese troppo piccole e a conduzione familiare.
SISTEMA-PAESE - L’Italia ha, infine, una burocrazia elevata, tempi lunghi della giustizia civile, carenze infrastrutturali. Secondo la Banca d’Italia, negli ultimi due anni si sono fatti degli sforzi, ma non abbastanza. Per la Banca mondiale la corruzione equivale a circa il 3% del Pil mondiale. La Corte europea l’ha stimata al-l’1% del Pil europeo. Con questi parametri il costo per l’Italia dovrebbe oscillare tra i 15 e i 45 miliardi. Ma non esistono stime ufficiali. Nella classifica sull’indice di corruzione percepita nel mondo, però, l’Italia è al 72° posto. Al primo, a pari merito, ci sono Finlandia, Danimarca e Nuova Zelanda. Agli ultimi tre, Afghanistan, Corea del Nord e Somalia. Siamo nel mezzo. In tutti i sensi.

martedì 25 giugno 2013

Boccia, l'economista (?????) su twitter...

Gli F35? Secondo Francesco Boccia (Pd) sono elicotteri

in sostanza cara @crialicata non si tratta di fare guerre,con gli elicotteri si spengono incendi,trasportano malati, salvano vite umane #F35
— Francesco Boccia (@F_Boccia) June 25, 2013

lunedì 24 giugno 2013

Ruby, Berlusconi condannato a sette anni Interdizione per sempre dai pubblici uffici.

Berlusconi condannato a 7 anni e interdetto da pubblici uffici


Il pm aveva chiesto 6 anni per concussione per induzione e prostituzione minorile. Ghedini: fuori da ogni logica, faremo appello. Condanna 'breaking news' nel mondo.

Silvio Berlusconi, imputato  a Milano per il caso Ruby, è stato condannato a sette anni per entrambi i reati contestati: concussione per costrizione e prostituzione minorile. Il Cavaliere e' stato anche interdetto a vita dai pubblici uffici. Lo hanno deciso i giudici con la sentenza di oggi, stabilendo per lui anche l'interdizione legale per la durata della condanna. 
Il tribunale di Milano ha inflitto a Silvio Berlusconi una pena più alta di quella richiesta dal pubblico ministero Boccassini: sette anni, contro i sei richiesti dall'accusa. I giudici hanno disposto la confisca dei beni già sequestrati in passato a Ruby e al suo compagno Luca Rizzo.
I giudici hanno disposto la trasmissione degli atti alla Procura affinché valuti le presunte false testimonianze rese da alcuni testimoni nel corso del dibattimento.
Kharima el Maroug, in arte Ruby, sarebbe partita per il Messico con il compagno Luca Risso in vacanza. Secondo quanto appreso, la coppia sarebbe già dovuta partire una settimana fa ma ha dovuto procrastinare la partenza per motivi legati al volo.
SENTENZA E' 'BREAKING NEWS' NEL MONDO - "L'ex premier Berlusconi condannato a 7 anni di prigione per lo scandalo Rubygate". Così la sentenza a carico di Silvio Berlusconi irrompe come 'breaking news' sui media di tutto il mondo, dai britannici Bbc e Financial Times, dal Wall Street Journal allo spagnolo El Mundo fino al tabloid tedesco Bild e al francese Le Figaro.
WSJ, SENTENZA MINACCIA STABILITA' FRAGILE GOVERNO - "Una sentenza che minaccia di stabilizzare il fragile governo di coalizione in Italia": così il Wall Street Journal sulla condanna di Silvio Berlusconi nel processo che in America è stato ribattezzato 'Ruby heart-stealer', la cui notizia è apparsa immediatamente sulla homepage del sito del giornale americano. "La sentenza fa seguito a un clamoroso processo che ha gettato luce sulla controversa vita privata dell'ex primo ministro italiano", scrive il Wsj.
ALFANO CHIAMA CAV, TIENI DURO ANDIAMO AVANTI - "Ho chiamato il presidente Berlusconi per manifestargli la più profonda amarezza e l'immenso dolore di tutto il Popolo della Libertà, per una sentenza contraria al comune senso di Giustizia, al buon senso e peggiore di ogni peggiore aspettativa. L'ho invitato a tenere duro e ad andare avanti". Lo afferma Angelino Alfano.
GHEDINI, SENTENZA FUORI DA OGNI LOGICA - La condanna di Silvio Berlusconi a sette anni di carcere per il caso Ruby è "fuori da ogni logica". Lo ha detto l'avvocato Niccolò Ghedini, facendo notare come "addirittura i giudici siano andati al di là delle richieste dei pm". "Lo diciamo da due anni e mezzo, tre anni, che qua, a Milano, questo processo non si poteva fare". Lo ha affermato l'avvocato Niccolò Ghedini commentando con i cronisti i sette anni di carcere per Berlusconi per il caso Ruby. "E una sentenza larghissimamente attesa. Faremo appello nei termini di quaranta giorni, dopo che verranno depositate le motivazioni tra novanta giorni", ha aggiunto Ghedini.
SANTANCHE', VERGOGNA, E' UNA SENTENZA POLITICA - "E' una vergogna, è una sentenza politica che con la giustizia non ha niente a che fare". Lo ha detto l'esponente del Pdl Daniela Santanché uscendo dal Palazzo di Giustizia. Santanché ha negato che possano esserci ripercussioni sul Governo. "La giustizia e il Governo sono cose diverse - ha spiegato - se il Governo fa le cose che servono il nostro sostegno è senza se e senza ma". Santanché ha negato anche l'ipotesi che la sentenza possa essere la fine dell'esperienza di Berlusconi politico.
MARYSTELL POLANCO, SONO SCIOCCATA HO DETTO VERITA' - "Sono scioccata non mi hanno creduto, non ci hanno creduto, io ho detto la verità e se mi chiamano di nuovo ripeterò quello che ho sempre raccontato". Lo ha detto all'ANSA Marysthelle Polanco, una delle 'olgettine' più vicine a Silvio Berlusconi, che ha sempre difeso. Polanco é uno dei testimoni per i quali è stata disposta la trasmissione degli atti alla Procura affinché valuti la presunta falsa testimonianza resa durante il dibattimento.
GRUPPO DI MANIFESTANTI ESULTA PER LA CONDANNA - Un piccolo gruppo, composto da una decina di manifestanti, radunato davanti al Palazzo di Giustizia di Milano, ha accolto con applausi e grida di esultanza la notizia della condanna di Silvio Berlusconi. Alcuni di loro hanno intonato l'inno d'Italia. L'esponente del Pdl Daniela Santanché è stata accolta da fischi e insulti da parte dei manifestanti davanti al Palazzo di Giustizia, che hanno gridato "vergogna" quando è uscita dal tribunale. Davanti al Palazzo di Giustizia si sono radunati anche alcuni esponenti del Movimento Cinque Stelle, che hanno esposto la bandiera della forza politica.
BOCCASSINI ASSENTE, IN AULA BRUTI LIBERATI: E' POLEMICA - Era già programmata da tempo la presenza nell'aula del processo Ruby del Procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati per la lettura della sentenza nei confronti di Silvio Berlusconi. Da tempo, inoltre, il procuratore aggiunto Ilda Boccassini, assente, aveva programmato un periodo di ferie. E' questo il motivo, spiegano dal Palazzo Di Giustizia, per cui a fianco del pm Antonio Sangermano non c'era, come sempre, Ilda Boccassini, ma Bruti Liberati. Infatti, il procuratore capo, quando il 6 aprile 2011 cominciò il dibattimento, era venuto in aula per esprimere la condivisione dell'ufficio con il lavoro dei due pm e, per la stessa ragione, aveva già previsto di essere presente il giorno del verdetto. Solo che allora, poiché già i due pm erano in toga, Bruti aveva abiti 'civili'. Oggi invece, mancando Ilda Boccassini, ha messo la toga."Qual è il significato della presenza del Procuratore Capo Bruti Liberati nell'aula del tribunale di Milano? E' infatti inusuale e molto singolare quanto sta accadendo: lo dobbiamo interpretare come un 'segnale' al collegio giudicante? Se così fosse, sarebbe un preoccupante. Finora il procuratore Bruti Liberati non ha partecipato alle udienze dibattimentali e solo oggi sceglie di essere in aula. Non crediamo alle coincidenze". Lo afferma il capogruppo del Pdl in Commissione Giustizia alla Camera, Enrico Costa."Ci sono fatti che hanno una forte valenza simbolica, nei confronti dei cittadini, dei media, e soprattutto di chi si prepara a giudicare. Come mai, oggi e proprio oggi, il procuratore capo Bruti Liberati, nell'imminenza della sentenza, ha ritenuto di essere presente in Aula?". Lo afferma Daniele Capezzone, Presidente della Commissione Finanze della Camera e Coordinatore dei dipartimenti Pdl.

Un clochard benefattore



Arrivato al 98esimo anno di età Dobri Dobrev,è un uomo che ha perso l'udito durante la seconda guerra mondiale. Ogni giorno se ne va a 10 km dal suo villaggio con i suoi vestiti fatti in casa e le scarpe di cuoio per la città di Sofia, dove trascorre la giornata chiedendo soldi.

Anche se è molto famoso in città , ben noto da tutti per le sue prostrazioni di grazie a tutti quelli che gli regalano qualcosa, è stato solo di recente scoperto che egli ha donato ogni centesimo che ha raccolto - oltre 40.000 euro - per il ripristino degli orfanotrofi in bulgaria e per pagargli le bollette!!!!per lui tiene solamente gli 80euro della pensione statale...

possiamo definirlo un vero UOMO ...


https://www.facebook.com/photo.php?fbid=635189476492486&set=a.601268016551299.1073741827.601254293219338&type=1&theater

domenica 23 giugno 2013

VITA DA PARLAMENTARE.



Lei è la deputata PDL Gabriella Giammanco. L'altro giorno, avvertita di una imminente seduta mattutina alla Camera, ha esclamato: "Ma mi devono montare lo scaldabagno."

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=597292796970302&set=a.299496286749956.75296.172736606092592&type=1&theater

Debbono averle detto che fare la parlamentare del Pdl non le avrebbe comportato alcun impegno e che era come aver ottenuto un posto a tempo determinato e a part time molto ben remunerato.

Finmeccanica usava la mafia. - Lirio Abbate e Paolo Biondani



Per vendere i suoi elicotteri in Africa, il colosso statale italiano si rivolgeva a un potente tesoriere di Cosa Nostra, Vito Roberto Palazzolo, che faceva da 'mediatore' con i governi locali. E' la nuova pista dei pm.

Mafia, armi, tangenti, faccendieri italiani e politici africani. C'è una nuova istruttoria che scotta sugli affari internazionali di Finmeccanica e che potrebbe creare presto problemi per la vecchia gestione del colosso degli armamenti. La procura di Palermo infatti ha trasmesso altri atti ai pm di Napoli ed insieme stanno indagando sui contratti ottenuti dal colosso statale dell'aeronautica nel Continente nero. Ora nell'occhio del ciclone c'è un manager che fino a pochi mesi fa rappresentava Finmeccanica in tutta l'Africa sub-sahariana. Ed è pure sospettato di essersi fatto sponsorizzare da uno dei più ricchi e potenti riciclatori di Cosa nostra: Vito Roberto Palazzolo, grande tesoriere della mafia siciliana diventato un magnate in Sud Africa nonostante le condanne. 

La svolta nell'African Connection è arrivata dalle dichiarazioni di un nuovo testimone, un manager italiano di una società mista che produce aerei, creata da Finmeccanica con un gruppo straniero. Anche lui afferma di aver incontrato Palazzolo a un vertice d'affari, probabilmente in Angola, con due dirigenti di Finmeccanica. «Ce lo ha presentato Chabrat», gli dissero i due colleghi, spiegando che fu lo stesso superiore a farli viaggiare insieme a quello strano «collaboratore del gruppo per l'Africa del Sud». Presentandosi, il signor Von Palace gli lasciò un biglietto da visita, con annotazioni scritte di suo pugno. E ora il testimone ha consegnato tutto agli inquirenti, mettendoli in grado di riscontrare il suo racconto anche con una perizia grafica.

Di qui la svolta. La procura di Palermo comincia a indagare direttamente su Chabrat, che dal 2000 è il fiduciario in Africa di Luigi Orsi, a lungo numero uno di Agusta e poi amministratore delegato di tutta Finmeccanica, fino all'arresto per le presunte tangenti sulla vendita di elicotteri all'India. Dagli accertamenti degli inquirenti sono emersi nuovi elementi, considerati pesanti. Chabrat ora viene accusato di aver parlato apertamente di fondi neri da creare attraverso triangolazioni societarie all'estero: soldi necessari a pagare «ministri africani». Insomma, un altro giro di tangenti milionarie gestite da Finmeccanica, una nuova accusa che chiama in causa un manager legato a Orsi. 


L'inchiesta è un calderone di veleni. Chabrat è sospettato tra l'altro di essere l'ispiratore di una serie di minacce che hanno spaventato il secondo manager italiano: quando ancora nessuno sapeva che fosse un testimone d'accusa, si è sentito dire che, per salvarsi la vita, gli sarebbe servito un bel «programma di protezione». Dopo l'arresto di Orsi, Chabrat è stato allontanato per volontà del nuovo numero uno di Finmeccanica, Alessandro Pansa. 

Ora a Palermo gli inquirenti attendono soprattutto di poter tornare a interrogare Palazzolo, il custode di mille segreti economici di Cosa nostra, che in Thailandia ha già ammesso senza esitazione di conoscere bene Chabrat. Il miliardario mafioso è stato arrestato il 30 marzo 2012 all'aeroporto di Bangkok: tradito da un viaggio d'affari, da una soffiata e da incauti messaggi su Facebook. Certo, a differenza dei normali detenuti ristretti in camerate da 20 persone, Palazzolo ha una stanza singola nell'infermeria del carcere. Ma la Corte suprema thailandese ha già autorizzato l'estradizione in Italia: la difesa ha tentato un estremo ricorso, che dovrebbe decidersi entro sei mesi. 

Appena arrestato in Thailandia, Palazzolo si era detto pronto a farsi interrogare «sui fatti fino al 1984». I pm di Palermo non vogliono porre limiti. Sembrava un principio di collaborazione, in cambio di una "permanenza" agiata nei penitenziari italiani, senza essere sottoposto al 41 bis, il carcere duro. Ma quando gli è stato chiesto dei suoi rapporti con Finmeccanica si è chiuso a riccio. Ha ritirato la sua velata collaborazione e non ha più aperto bocca.


http://espresso.repubblica.it/dettaglio/finmeccanica-usava-la-mafia/2209532