martedì 6 agosto 2013

Criminale! - Giorgio Bongiovanni

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Erode il Grande, re di Giudea, aveva tre figli. Uno di questi in particolare, Erode Antipa, che alla morte del sovrano acquisì il titolo di Tetrarca ed ebbe la Galilea e la Perea.
La storia, di oltre duemila anni fa, racconta che durante un soggiorno a Roma, Erode Antipa intrecciò una relazione con Erodiade, moglie di suo fratello Filippo.
Ma lo spietato e crudele sovrano della Galilea si macchiava anche di altri reati, allacciando rapporti con i criminali dell'epoca, corrompendo i giudici della sua corte e compiendo ogni genere di nefandezze, orge e quant'altro all'interno della propria residenza personale. Reati per cui non è mai stato condannato. L'unico, un uomo considerato profeta e rivoluzionario dal popolo e dallo stesso rispettato ed amato, ad averlo pubblicamente accusato è stato Giovanni Battista, a cui venne tagliata la testa per compiacere la bella Salomé, figlia di Erodiade.
Dopo secoli e secoli ad apparire come il suo emulo più prossimo, quasi come se ne fosse la reincarnazione, è Silvio Berlusconi. Oggi però la storia è cambiata.
Per quanto la nostra democrazia possa essere difettosa e gli organi più alti della magistratura spesso vestono i panni del Sinedrio evitando di proteggere i propri rappresentanti migliori (soprattutto i magistrati che lottano contro la mafia) stavolta la Corte di Cassazione, forse non potendo negare l'evidenza, ha condannato “Erode Antipa” ovvero Silvio Berlusconi.
Erano le 19.38, ieri, quando è stata messa la parola fine al processo Mediaset-diritti tv. Così Berlusconi per “aver gestito una enorme frode fiscale” da 7 milioni e 300mila euro deve scontare la pena di un anno (gli altri 3 sono stati indultati). Per lui non si apriranno le porte del carcere ma potrà scegliere come scontare la pena se tramite i servizi sociali o agli arresti domiciliari. L'ex premier sarà interdetto anche dai pubblici uffici. Per quanti anni, dovrà ristabilirlo la Corte d’Appello di Milano a cui la Cassazione ha rimesso la decisione. La condanna di Berlusconi arriva dopo 7 anni di processo (sopravvissuti alla prescrizione solo gli anni 2002-2003), compreso 2 anni di sospensione per vari “lodi” ad personam.
Dopo la decisione della Corte, ora la palla passerà al Senato che deve votare la decadenza di Berlusconi. Ma a prescindere dalla pena accessoria, rischia comunque di essere cacciato da Palazzo Madama, voto dell’aula permettendo.
Il quadro che si presenta sarebbe questo. In base al primo articolo del decreto legislativo 31 dicembre 2012, adottato dal governo Monti, “non possono essere candidati e non possono comunque ricoprire la carica di deputato e di senatore coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a due anni di reclusione, per delitti non colposi, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a quattro anni”.
Ciò significa che, qualora dovesse cadere l'attuale governo, Berlusconi alle prossime elezioni, a meno che non arrivi qualche “colpo di genio” con l'abolizione delle norme, non potrà essere candidato.
Da quel che abbiamo sentito dallo stesso ex presidente del consiglio, pregiudicato, nel videomessaggio dopo la lettura della sentenza, appare evidente che il “nuovo” Erode Antipa non sarà coraggioso come l'ex senatore Salvatore Cuffaro, che dopo la condanna per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra accettò la sentenza andando in carcere e dimettendosi dalla carica di senatore.
Berlusconi venderà cara la propria pelle e fino all'ultimo tenterà di resistere, con arroganza e tracotanza, alla giustizia terrena.
Lui non si dimetterà e cercherà di restare aggrappato, ancora una volta col ricatto, al potere. Lo stesso potere che negli ultimi vent'anni lo ha già visto per due volte al vertice nel ruolo di Presidente del Consiglio, oltre che come padrone della comunicazione grazie ai suoi tre canali televisivi nazionali di cui uno, Rete 4, trasmette in maniera illegale.
Per anni, grazie a leggi ad personam e testimoni introvabili, l'ex premier era fin qui riuscito a farla franca.
Il suo braccio destro, Cesare Previti, è stato condannato per aver comprato dai giudici corrotti la sentenza Mondadori. Grazie alla prescrizione si è salvato dal processo Mills, e va in quella direzione (si chiude tra poche settimane) il processo per il caso Unipol, quello della famosa intercettazione Fassino-Consorte, rubata da un dipendente infedele della Procura, consegnata, nel dicembre del 2005, ad Arcore e pubblicata qualche tempo dopo Natale su uno dei giornali di famiglia.
Ma i guai giudiziari del piccolo “Erode” non mancano e sono tutt'altro che finiti. Il più pericoloso è sicuramente quello sulla vicenda “Ruby Rubacuori” e delle “cene” di Arcore. Il processo di primo grado è finito con una condanna severa a sette anni di carcere per concussione e prostituzione minorile. Inoltre i giudici hanno rinviato alla procura gli interrogatori dei troppi falsi testimoni, soubrette, cantanti, amici, comparsi in aula.
A Napoli continua l'udienza preliminare sull’“acquisto” dei parlamentari a sostegno del governo di centrodestra. L'accusa nei confronti di Berlusconi è proprio quella di aver “comprato” il passaggio del senatore Sergio De Gregorio. 

Non vanno poi dimenticate le inchieste nate attorno agli affari di Giampi Tarantini, fornitore di escort per le feste sarde e romane di Berlusconi, e al faccendiere Valter Lavitola. Non passa poi in secondo piano le ombre del suo impero economico con fior fior di collaboratori di giustizia e pentiti che raccontano di incontri personali, in nome degli affari, tra lo stesso Silvio ed i massimi esponenti di Cosa nostra. Per non parlare del suo rapporto con Marcello Dell'Utri, già condannato in appello a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa, o dell'inchiesta che vede i due iscritti nel registro degli indagati della Procura di Firenze, per strage, aperta nel 2009 con generalità protette, “Autore Uno” e “Autore Due”, come già successe nella prima indagine sulle stragi del 1993, poi archiviata nel 1998. Indagini che non sono concluse e che potrebbero anche portare a clamorosi risvolti.
Il re “Erode Antipa” è nudo e stavolta però non ci sono vite da poter sacrificare per mettere a tacere la verità. Il delinquente e pregiudicato Silvio Berlusconi se ne dovrà fare una ragione.

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