giovedì 5 settembre 2013

Diritto alla difesa. - Rita Pani


Violante: “berlusconi ha diritto alla difesa”.

Onorevole Violante, forse era distratto, immerso in altre faccende più importanti, tanto da non ricordare nemmeno gli anni in cui, pure lei era del mestiere: quello della giustizia. 

Comprenderà se noi miserabili, di fronte a certe affermazioni, si arrivi a sospettare persino il dolo. Quello che potrebbe indurci a credere che lei, questo pregiudicato, voglia salvarlo a tutti i costi nonostante la condanna definitiva.

Mi costa dover ricordare a lei, che meglio di altri dovrebbe sapere, che in Italia se c’è un Pregiudicato che il “diritto alla difesa” l’ha sfruttato tutto fino all’abuso, e alla violenza, questo è proprio berlusconi.

Insinuare che tale diritto sia stato negato a un delinquente, che recando con sé i suoi avvocati in Parlamento, elevandoli al grado di legislatori, dando mandato a loro di stravolgere i codici di legge a suo ab-uso e consumo, proprio per difendersi dalle malefatte già in atto e da attuare, è oltraggioso nei confronti di tutti i cittadini italiani (o persone che in Italia non conoscono altro che le galere nelle quali vengono gettate, appena salvate dal mare).

Nessuno mai, in Italia, ha avuto tanti diritti quanti è riuscito a costruirne per sé il pregiudicato, delinquente, che lei, ex giudice, chiaramente vuol tutelare. 
Le ricordo, onorevole Violante, che proprio per garantirsi tutti i diritti esistenti o fittizi, legali o illegali, un solo delinquente per vent’anni e fino ad oggi, ha tenuto in stallo una nazione intera, instaurando quella decadenza reale nella quale viviamo nostro malgrado, consolandoci almeno un po’, proprio con quella Decadenza che finalmente potrebbe almeno in parte risarcire la nostra dignità.

Nostra, cioè di chi i diritti, tutti i diritti, se li è visti scippare proprio a causa della pretesa di un  criminale, di avere ogni diritto solo per sé.

Sarebbe quasi squallido da parte mia, onorevole Violante, ricordarle i diritti negati alle persone uccise in carcere, spesso giovani o padri di famiglia, massacrati o morti impiccati per la disperazione. 
Vorrei rivendicare, invece, il diritto di avere di diritti, per quelle persone che hanno avuto la sfortuna d’essere incarcerate all’inizio dell’estate, e che per via delle ferie, dei tribunali che chiudono, dei giudici che godono del loro diritto alle ferie, in carcere sono stati dimenticati, mentre le famiglie, per pagare il diritto all’assistenza legale, per far mangiare i propri figli avendo l’unica fonte di reddito in carcere, prima hanno venduto persino le sedie di casa, ed ora stanno pensando come sopprimere i propri figli e poi gettarsi da un balcone, in preda all’unico diritto che pare essere rimasto a noi – popolo i quest’Italia: la disperazione.

A volte, onorevole Violante, voi che state seduti comodamente nelle vostre stanze sigillate, impermeabili alla vita, scordate che non c’è bisogno di mille parole per ferire una nazione intera; ne basta una: diritto.

Noi, cittadini italiani, abbiamo diritto al lavoro, alla sanità pubblica, all’istruzione, a difenderci nei tribunali; avevamo anche il diritto al voto, allo sciopero, all’assistenza domiciliare in casi di infermità. I nostri figli disabili avevano diritto alla pensione, all’istruzione assistita. I nostri genitori vecchi avevano diritto alla salvaguardia della loro dignità …

E se diritto va sempre di pari passo col dovere, allora oggi lei, onorevole Violante, avrebbe il dovere di vergognarsi, e di avere il coraggio non di rettificare, ma di chiedere scusa ad una popolazione intera, che diritti non ne ha più.

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