sabato 9 novembre 2013

Che bello lavorare a Montecitorio: 1.494 dipendenti d’oro.

Il personale di Montecitorio è costituito da 1.491 dipendenti diviso in cinque livelli retributivi, a questi numero vanno aggiunti il segretario generale (Ugo Zampetti) e i due vice (Guido Letta e Aurelio Speziale), per un totale complessivo di 1.494 dipendenti. Dipendenti d’oro.
Lo stipendio più elevato è quello dei segretario generale che, al momento dell’assunzione dell’incarico era pagato 406.399,02 euro, seguito a poco più di 100mila euro di distanza dai suoi due vice, a quota 304.847,29 euro. Gli stipendi hanno aumenti biennali del 2,5 per cento.
Ma anche Barbieri, elettricisti, centralinisti e falegnami sono lavori da stipendi d’oro alla Camera dei deputati. Gli operatori tecnici (barbieri, elettricisti, centralinisti, falegnami) iniziano la loro vita lavorativa alla Camera con uno stipendio di 30.351,39 per arrivare, dopo 40 anni di anzianità, a 136.120,45. Cifre analoghe a quelle degli assistenti parlamentari per i cosiddetti “commessi”, che guadagnano inizialmente poco più di 34mila euro, ma poi hanno avanzamenti economici identici a quelli degli operatori tecnici, fino a svettare oltre i 136mila euro dopo 40 anni di attività. Partono da poco più di 30mila euro gli stipendi dei collaboratori tecnici neoassunti, che sono i tecnici per le riprese audio e video della web tv di Montecitorio. I loro stipendi progrediscono più rapidamente delle altre due categorie, oltre i 61mila euro già dopo il decimo anno, oltre 101mila dopo il 20° anno, oltre 136mila dopo il 30° anno, oltre 145mila dopo il 35° anno di attività, per svettare sopra i 152mila euro dopo quarant’anni di attività. Beati loro!!!
consiglieri parlamentari che svolgono funzioni di organizzazione e direzione amministrativa; di revisione e controllo delle procedure amministrative e contabili, di certificazione, di consulenza procedurale, di studio e di ricerca, di assistenza giuridico‐legale, di organizzazione e direzione delle attività connesse alle relazioni istituzionali con enti nazionali ed internazionali (sono, in pratica, i funzionari della Camera dei deputati), partono da una retribuzione di ingresso di oltre 64mila euro. Dopo 10 anni sono poco al di sotto dei 145mila euro, dopo venti superano i 228mila. Dopo trent’anni di anzianità si possono portare a casa 318mila euro, dopo i 40 anni volano a 358mila euro.
L’ultima “fascia” che riserva le maggiori sorprese è quella del segretario parlamentare, cioè i segretari dei vari uffici, commissioni,  con stipendi compresi in una forbice fra i 34mila euro e i 156mila. Poi ci sono i documentaristi e i ragionieri di Montecitorio che hanno uno stipendio di ingresso di poco meno di 40mila euro, ma possono giungere dopo 40 anni di attività a 237mila euro.
C’è da ricordare che gli straordinari non sono retribuiti, non si può svolgere un secondo lavoro e che gli assunti dal 1 febbraio 2013 hanno stipendi ridotti del 20%, come deciso dal Consiglio di Presidenza recentemente.
Dopo tutte queste cifre, quanti di voi sognano di lavorare alla Camera? Tutti! Bene ma come si fa ad essere assunti? 
Alla Camera si viene assunti esclusivamente attraverso pubblico concorso che prevede l’espletamento di prove scritte e orali molto selettive, dirette a verificare il possesso di un patrimonio di conoscenze specialistiche relative a settori assai diversi tra loro, quali quelli giuridico, economico, finanziario, umanistico, linguistico e tecnico, in relazione ai diversi livelli e professionalità da reclutare. A titolo di esempio si riportano le prove che sono previste per il concorso per consiglieri parlamentari.
Consiglieri Prova selettiva (attraverso lo svolgimento di quesiti a risposta multipla, alla cui correzione si procede in modo automatizzato) – Diritto costituzionale, anche con riferimento ai principali caratteri degli ordinamenti costituzionali dei Paesi dell’Unione europea – Diritto e procedura parlamentare – Diritto amministrativo – Diritto civile - Diritto dell’Unione europea – Politica economica.
Prove scritte – Storia d’Italia dal1848 ad oggi – Diritto costituzionale, con eventuale riferimento anche ai principali caratteri degli ordinamenti costituzionali dei Paesi dell’Unione europea e dell’ordinamento dell’Unione europea – Diritto e procedura parlamentare – Diritto amministrativo, con eventuale riferimento anche alla contabilità dello Stato e degli enti pubblici – Lingua straniera, da scegliere tra inglese, francese, tedesco e spagnolo – Diritto civile – Politica economica. Prova orale. La prova orale consiste in un colloquio sulle materie oggetto della prova selettiva e su tutte le materie oggetto delle prove scritte. Nel corso della prova orale si procede altresì all’accertamento della capacità di utilizzo di un personal computer per la produzione di documenti, con particolare riferimento alle tecniche di ricerca, attraverso Internet, di dati e documenti disponibili presso i principali siti istituzionali. Lingue straniere oggetto della seconda prova orale, a carattere facoltativo: Inglese; Francese; Tedesco; Spagnolo.
E quali sono le caratteristiche richieste a chi lavora alla Camera dei Deputati? L’imparzialità caratterizza l’operato dell’intero corpo del personale della Camera, cosa che è necessaria e funzionale in un contesto parlamentare nel quale sono rappresentate le diverse forze politiche. Tale imparzialità riguarda i singoli dipendenti e l’apparato nel suo complesso, che, con elevati livelli di qualità professionale, svolge i propri compiti secondo metodi di lavoro, regole e procedure predeterminate. Le funzioni dei Servizi e degli Uffici sono assolte con tempestività, in relazione all’esigenza degli organi parlamentari di svolgere pienamente e senza alcun ritardo le proprie funzioni. I Servizi e gli Uffici della Camera devono, dunque, garantire risposte in ‘tempi reali’ alle diverse esigenze istruttorie, affinchè le questioni tecniche non impediscano, né differiscano i tempi della decisione politica. La disciplina dell’orario di lavoro dei dipendenti della Camera risponde all’esigenza di assicurare il pieno supporto all’attività degli organi parlamentari. Ai dipendenti è dunque richiesta la massima disponibilità sia in termini di durata e flessibilità della presenza in servizio (legata ai lavori parlamentari e alla loro frequente imprevedibilità, sia in termini di reperibilità al di fuori dell’orario di lavoro).
Ora che sapete tutto potete provarci ma ricordate che con la raccomandazione tutte queste pratiche e conoscenze non servono…..

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