domenica 17 marzo 2013

Rimedi naturali: 10 usi alternativi della cipolla.

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La cipolla viene comunemente utilizzata in cucina sia cotta che cruda, per arricchire insalate, risotti o minestroni, ma anche in altre numerose ricette, a seconda dei gusti di ciascuno. La cipolla però non è soltanto un alimento, ma anche una vera e propria medicina, che per secoli è stata utilizzata nella pratica terapeutica popolare.

Ha proprietà antianemiche ed antibatteriche. Inoltre aiuta il lavoro dei reni e favorisce l’abbassamento del livello di glucosio nel sangue, caratteristica che la rende utilissima ai diabetici. E’ considerata un vero e proprio antibiotico naturale, capace di contrastare i sintomi di raffreddore influenza. Noi proviamo a suggerirvi alcuni utilizzi alternativi di questa portentosa pianta erbacea.

1. Sciroppo per la tosse

Per la preparazione di questo sciroppo vi serviranno semplicemente una cipolla e dello zucchero. Sbucciate e tritate la cipolla; riponete il tutto in una scodella e cospargete con due o tre cucchiai di zucchero. Lasciate riposare il preparato per 12 ore. Dopodiché filtrate il liquido che avrete ottenuto e assumetene un cucchiaino diluito in mezzo bicchiere d’acqua tre volte al giorno.

2. Cataplasma contro il raffreddore

Si tratta di un efficace rimedio della nonna che vi aiuterà a decongestionare le vie respiratorie. Affettate e stufate una cipolla per una decina di minuti. Lasciatela intiepidire ed avvolgetela in un panno di cotone. Sdraiatevi ed applicate il cataplasma sul petto per almeno mezzora.

3. Contro la caduta dei capelli

Se contro la perdita dei capelli ormai avete sperimentato ogni rimedio a voi noto, perché non fare un tentativo con la cipolla? La tradizione la annovera tra i rimedi naturali più efficaci per stimolare il microcircolo della cute. Non vi resta che applicare della cipolla tritata sul cuoio capelluto per almeno 20 minuti prima di passare allo shampoo.

4. Punture di insetti

Per alleviare il prurito ed il bruciore causato dalle punture di insetti, strofinate sulla parte interessata una fettina di cipolla cruda. Questo rimedio è particolarmente efficace nel caso si venga punti da una zanzara.

5. Alleviare le cicatrici

Le nostre nonne e bisnonne applicavano sulle cicatrici lasciate da tagli e ferite una fettina di cipolla cruda in modo che esse scomparissero il prima possibile senza lasciare alcun segno sulla pelle. In questo caso la cipolla può essere tenuta a contatto della pelle più a lungo applicando un cerotto o con l’aiuto di una garza.

6. Combattere il colesterolo

Se avete il colesterolo alto, provate ad aggiungere la cipolla alla vostra dieta regolarmente, come se si trattasse di una vera e propria medicina. Secondo studi recenti, le cipolle rosse sono le più efficaci per ridurre il colesterolo cattivo, mantenendo intatto quello buono, ed allontanare il rischio di sviluppare malattie cardiocircolatorie.

7. Benessere dell’intestino

Con le sue proprietà  antibatteriche ed antifungine, la cipolla cruda è un rimedio efficace per combattere i parassiti intestinali senza alterare la flora batterica. Lo zolfo in essa contenuto aiuta a prevenire e combattere le fermentazioni intestinali. La cipolla, cotta, ha effetti digestivi e lassativi ed agisce favorendo la regolarità intestinale.

8. Contro il mal di denti

In caso di mal di denti, ascessi, afte o infiammazioni gengivali, è utile applicare sulla parte dolente della cipolla cruda tritata. Essa sprigionerà delle sostanze dalle proprietà antisettiche che vi aiuteranno a combattere eventuali infezioni e ad alleviare il dolore.

9. Pulizia delle scarpe

Per facilitare la pulizia delle scarpe, può essere utile strofinare le macchie di fango o erba con una fetta di cipolla cruda. Potrete poi completare la pulizia con un panno imbevuto di birra o di aceto.

10. Macchie di cenere

Se volete eliminare una macchia di cenere da un indumento o da un tessuto, il rimedio più  efficace è di pretrattare la zona interessata applicando su di essa della cipolla cruda per almeno mezzora, prima del lavaggio.

Con viva e vibrante preoccupazione....inizia la partita. Habemus Politicam! - Sergio Di Cori Modigliani

     


Prima pagina del quotidiano surreale italiano del 13 marzo 2013:
Il presidente Giorgio Napolitano si schiera al fianco della Magistratura contro Berlusconi e il PDL, ma allo stesso tempo dichiara di essersi schierato a fianco del PDL contro l’ingerenza della magistratura. In serata, aggiunge di essere soddisfatto per aver scelto di non schierarsi”.
C’è poco da ridere, questo è (ahinoi) un sunto oggettivo e realistico di ciò che è accaduto oggi.
Il che consente alcune riflessioni.
Le immagini che vedete in bacheca si riferiscono alle prime pagine dei quotidiani che rappresentano gli interessi del PD e del PDL. Va da sé che entrambe le testate qualificano se stesse nel chiarire che non parlano né ai lettori, né ai cittadini, bensì all’esclusivo gruppo di faziosi consociativi del loro privato pollaio, altrimenti noto con l’elegante termine sociologico “bacino potenziale di elettori” da tenere saldamente nell’ignoranza dei fatti della realtà economica, politica, esistenziale, che morde ogni giorno di più.
Quindi, basandoci su queste testate, Napolitano ha dato ragione a entrambi.
Il che è una follia.
Sarebbe come se il corriere dello sport avesse pubblicato oggi in prima pagina “Messi affonda il Milan” e più sotto con identica fonte “Il Milan illumina Barcellona e passa ai quarti”.
Apparentemente si tratta di un banale nonsense.
Oppure, una delle due testate sostiene il falso.
Il dramma consiste nel fatto che le testate dicono –entrambe- la verità.
Come è possibile?
In Italia si può.

Giorgio Napolitano ha fatto ciò che ha sempre fatto: sottolineare e ricordare alla classe politica che siccome si è tutti insieme è il caso di mettersi d’accordo, perché lui non accetta e non ammette nessuna alternativa possibile al consociativismo, quindi bisogna ragionare partendo dal presupposto che hanno sempre tutti ragione, perché ciò che conta –alla fin fine- é sul come ci si mette d’accordo.

E questo è il primo successo dall’ingresso nell’agone politico di un nuovo soggetto, il M5s, che –al di là delle polemiche e dei punti di vista individuali- ha già chiarito e fatto sapere di avere una caratteristica più unica che rara: gioca per vincere.

Quelle due copertine (identiche nella loro apparente diversa contrapposizione) denudano la vera natura di questa classe politica e le dichiarazioni di Napolitano smascherano la vera natura semantica, ideologica, e pratica, del potere italiano.

Non sono più abituati alla battaglia politica.
Non sono più abituati allo scontro tra diverse posizioni.
Non sono più abituati a scegliere.
Non sono più abituati a schierarsi, assumendosi la responsabilità individuale, o da una parte o da un’altra parte.
Non sono più abituati a riconoscere e rispettare la diversità e a prendere posizione.
Non sono più abituati, soprattutto, a parlare con chiarezza ai cittadini.

Basti pensare all’epopea di Matteo Renzi, il quale parte per fare la rivoluzione e poi, a metà strada, decide di abbracciare quelli che intendeva buttare giù mettendosi, almeno apparentemente, al loro servizio, come se niente fosse.
Basti pensare -nello schieramento opposto- al trio comico Crosetto-La Russa-Meloni che scendono in campo al grido di “né con Monti né con Berlusconi, ma con Alfano”, dimenticando che Alfano è con Berlusconi e raccattando, strada facendo,  cittadini delusi. Hanno fatto campagna elettorale contro Berlusconi ma alla fine hanno fatto votare per Berlusconi. Risultato: il cervello va in tilt.

E’ la prova matematica che hanno sempre puntato al pareggio.
Un paese, questo –penso che sia l’unico al mondo- dove gli schieramenti politici contrapposti scendono in campo puntando allo 0-0.

Quello 0-0 è lo status quo.
Questa crisi politica non è affatto il risultato della crisi economica.
L’attuale crisi economica italiana è soprattutto frutto di una crisi politica, il prodotto di una impresentabile classe dirigente che oggi svela la propria faccia più squallida e infantile: la scelta comune di condividere, in totale associazione, la gestione del potere.
E’ così che hanno ingessato il paese: facendo credere al proprio elettorato che si andava a vincere qualche battaglia mentre invece scendevano sempre tutti in campo con le armi spuntate.

La politica non è un formaggino da vendere per cui basta mettersi d’accordo sul prezzo.

E’ l’antica aspirazione degli esseri umani a partecipare in prima persona alla gestione della cosa pubblica, per prendere decisioni collettive nel nome di un bene comune.

Soltanto nel perverso mondo delle mummie va bene sia A che B che C.

Tradotto, vuol dire che per loro non contano le idee, non contano i programmi, non contano le esigenze, non contano le esistenze, non conta il fatto dell’assunzione di responsabilità in proprio, sia individuale che collettiva, per cui o si perde o si vince.

Ciò che conta, per questi signori, è andare sempre pari.
Il bello è che ci sono sempre riusciti.
Sono abituati, quindi, a non perdere mai.

Ma ormai hanno capito che non possono più giocare una partita finta.

E da Cicchitto a D’Alema, da Alfano a Bersani, sulla stessa linea d’onda corre la agghiacciante scoperta di accorgersi che non sanno più giocare.
Non ricordano neppure più le regole.
Anche perché le hanno sempre violate.

Habemus Papam.

Presidenti delle Camere, qualcosa sta cambiando. - Peter Gomez


E alla fine un segnale è arrivato. Quando ormai tutti si erano rassegnati a vedere sedere sulle poltrone della seconda e della terza carica dello Stato due vecchie cariatidi del centrosinistra come Anna Finocchiaro e Dario Franceschini, Pierluigi Bersani e i suoi hanno sparigliato i giochi e hanno eletto due persone stimate da una larga fetta di cittadini: Pietro Grasso e Laura Boldrini.
Certo, si potrà a lungo discutere, e anche criticare, la scelta del Pd di proseguire con il brutto andazzo inaugurato da Silvio Berlusconi nel 1994 di non concedere la presidenza di una delle due Camere alle opposizioni. Ma il dato (positivo) per ora è questo: i due dinosauri si sono dovuti accomodare in panchina e Renato Schifani, l’indagato per fatti di mafia in attesa di archiviazione che sperava di convincere i montiani a rieleggerlo, non ce l’ha fatta.
Il risultato, impensabile fino a 48 ore prima della votazioni, non nasce per caso. Le elezioni hanno dimostrato con chiarezza come i cittadini si attendano dalla politica segnali di cambiamento. Il responso delle urne ha dato forza a chi nei vecchi partiti, per convinzione o realismo, vuole provare a mutare il corso delle cose.
A poco a poco, e tra molti errori, qualcosa nella politica italiana si muove. Molte certezze non hanno più valore, molte convinzioni vanno riviste. Tra queste anche quella, esemplarmente riassunta da Silvio Berlusconi, secondo la quale il Movimento 5 Stelle (percepito da un terzo degli elettori come il maggior rappresentante della spinta verso il rinnovamento) è “una setta come Scientology”. No, quel Movimento (che legittimamente può piacere o non piacere) non è una setta e nemmeno un partito teleguidato da Beppe Grillo. Lo dimostra proprio la spaccatura nell’assemblea degli eletti al Senato tra chi voleva votare scheda bianca e chi voleva opporsi al rischio Schifani. Idee e teste diverse si sono confrontate e alla fine una dozzina di senatori M5S hanno votato per Grasso.
Tra qualche dramma e molti musi lunghi, certo. Ma questa, in fondo, si chiama democrazia.
Ps: Nella tarda serata di sabato Grillo, dopo aver ricordato una norma del non statuto, ha invitato chi ha votato in maniera diversa da quanto stabilito dalla  maggioranza della loro assemblea a uscire dall’anonimato e a trarre le dovute conclusioni (cioè ad andarsene).  Ha il regolamento dalla sua parte. E chiedere ai senatori di rendere palese il loro voto ha un senso. Tutto il resto, detto con franchezza, non appare una gran trovata. Le regole non vanno solo rispettate. Vanno, alla luce dell’esperienza, pure migliorate. Anche perché tra votare un governo, una legge o una carica istituzionale, le differenze ci sono.  Basta, con intelligenza, volerle vedere.