martedì 9 aprile 2013

LE BRIOCHES DI MARIANTONIETTA. - Giuseppe Germinario



Sono esterrefatto. Ho ascoltato più volte l’intervento di Laura Boldrini, Presidente della Camera, ai funerali dei tre suicidi a Civitanova Marche. Ascoltatelo anche voi e soprattutto interpretatelo (1-http://www.youtube.com, 2 - http://www.youtube.com).

Sono stato funzionario sindacale per diversi anni negli anni ’70 nel settore meccanico ed edilizio. Il nocciolo duro del sindacato di allora era costituito dagli operai professionalizzati e dai tecnici i quali fondavano sulla considerazione del lavoro, sulla consapevolezza professionale la legittimità delle battaglie sindacali, anche le più dure e l’orgoglio della rivendicazione di diritti e condizioni di vita e lavoro decenti. 

Tralascio il resoconto della mia vicenda professionale una volta tornato al lavoro dipendente; vi presterò attenzione una volta giunto alla pensione non per narcisismo, ma per divertimento e per stigmatizzare il rapporto che esiste in tante grandi aziende, spesso e volentieri inversamente proporzionale, tra appartenenza a combriccole e competenza professionale. Il segno, anche se degenerato, che comunque il potere, il conflitto di potere prevale sul cosiddetto merito specie quando si sceglie di sopravvivere negli interstizi del mondo. 

Dalla mia attuale postazione di lavoro osservo con sempre maggior frequenza lo stesso atteggiamento e pudore, così come rivelato, dei tre suicidi di Civitanova, anche se smentito da alcuni loro concittadini: il rifiuto della richiesta di assistenza, vissuta come una umiliazione insopportabile, da parte di chi ritiene di essersi guadagnato il diritto a un reddito e a una pensione decente con il proprio lavoro di una vita. Noto altresì la gran “generosità” con la quale vengono elargiti oboli, assistenzialismo e prebende a persone in transito occasionale in questo nostro paese; non ne faccio colpa ai singoli opportunisti di turno. Sono la conseguenza di un welfare ormai del tutto avulso dalla capacità di un paese di produrre ricchezza e attività e di riconoscere il contributo dei propri cittadini alla prosperità e all’indipendenza della comunità nazionale; sono il riverbero dell’umanitarismo e del dirittocittadinario pelosi dell’Unione Europea così lesta a riconoscere uguali diritti di cittadinanza sociale all’universo mondo, così subdola nel delegare però ai singoli stati nazionali, all’interno dei propri confini e con poche possibilità di verifiche efficaci, sempre che ne abbiano l’intenzione, l’erogazione e il controllo delle elargizioni.

Un discorso che riprenderò con dovizia di argomenti quanto prima e senza alcuna venatura di razzismo. 

Ad una rivendicazione estrema e disperata di dignità negata, la nostra Maria Antonietta offre simbolicamente la propria brioche: “la misura della dignità di una persona va associata ai valori di cui è portatrice, non alla ricchezza materiale di cui dispone” è la sintesi del suo predicozzo.

Annamaria, Romeo e Giuseppe avranno finalmente compreso, da lassù, di essere vittime delle apparenze della società consumistica e del proprio inganno; si saranno già pentiti della loro scelta irreversibile. 

La nostra benefattrice non fa che riproporre al proprio piccolo paese, all’Italietta bisognosa e questuante, il proprio ruolo planetario di assistente e prefica di profughi, spesso al seguito diretto degli artefici del degrado e della distruzione che li producono.

Gli espropriati, i depredati, gli annullati diventano “poveri”; gli interventi auspicati diventano pura e semplice assistenza. Nessuna parola su un patrimonio professionale, imprenditoriale, di competenze costruito in decenni che si sta vaporizzando in pochi mesi; un paese con sempre meno identità, coerenza e amor proprio e uno stato spappolato che si vorrebbe ridotto a una ONG o ad una succursale dell’UNICEF e dell’ONU dei quali si sente, evidentemente, ancora dipendente a pieno titolo.

Una mutazione antropologica mostruosa che rispecchia fedelmente l’evoluzione della sedicente sinistra superstite degli ultimi decenni. 

Questi signori e, nella fattispecie, la Signora vivono ormai in una sfera di cristallo; non si accorge nemmeno, quest’ultima, degli insulti compassionevoli che dispensa sin dal suo insediamento alle vittime compassionate; rischia di irretire prematuramente oltre ogni misura i “poveri” e fustigati che ancora plebe non sono. 

A fine ‘700, in Francia, non riuscirono a tacitare la sua antenata e sopraggiunsero sei anni terribili.

È probabile che l’attuale rediviva sarà messa a tacere dai suoi stessi mentori prima che contribuisca a determinare con entusiasmo plasticoso definitivamente l’irreparabile.

Ma la Storia, come la gatta frettolosa, fa spesso i figli ciechi, specie quelli più supponenti.


http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=11697

Senato, Grasso cede sulle commissioni: “Domani la conferenza dei capigruppo”.


Pietro Grasso


Il presidente di Palazzo Madama: "Non ho intenzione di ritardare né di ostacolare i lavori del Parlamento". L'ex procuratore nazionale antimafia spiega di aver riscontrato sia ostacoli politici che giuridici anche connessi alla formazione del governo". Ma una settimana diceva che non era possibile.

Il presidente del Senato Piero Grasso ha convocato per domani la conferenza dei capigruppo per velocizzare la procedura che deve portare alla composizione delle commissioni parlamentari. Una decisione che arriva dopo le polemiche dei giorni scorsi con il Movimento Cinque Stelle che ha minacciato di occupare le Camere (con tanto di hashtag su Twitter ad hoc), alcune forze politiche che hanno sostenuto la necessità di far partire comunque i lavori del Parlamento anche senza un governo e altri partiti che hanno opposto motivi di regolamento. Grasso in un primo momento aveva spiegato che la formazione delle commissioni non era possibile senza un esecutivo. Ora sembra aver ammorbidito la propria linea: “Non ho alcuna intenzione né di ritardare né di ostacolare i lavori del Parlamento – spiega il presidente dell’Aula di Palazzo Madama - Il regolamento non assegna al presidente poteri sostitutivi e pertanto, finché le designazioni non saranno completate, non sarà possibile procedere alla convocazione delle commissioni”. Rispondendo alle polemiche sui lavori parlamentari, Grasso ricorda di aver “chiesto ai capigruppo di avere le designazioni dei Senatori per le commissioni entro giovedì scorso, e tranne due eccezioni sono già sul mio tavolo. Il regolamento non assegna al Presidente poteri sostitutivi e pertanto, finché le designazioni non saranno completate, non sarà possibile procedere alla convocazione delle Commissioni”.
Grasso racconta di aver ”riscontrato sia ostacoli politici che giuridici, anche connessi alla formazione del governo. Per chiarire le posizioni dei gruppi sul tema – spiega – ho anticipato a domattina alle 10 la Conferenza dei Capigruppo, in modo da delineare senza ambiguità i diversi orientamenti. Se al termine della Conferenza sarà necessario convocherò la Giunta per il regolamento, per definire gli aspetti interpretativi delle norme in materia. E’ del tutto evidente che nel frattempo la Commissione speciale potrà discutere tutte le questioni ritenute urgenti, e non escludo che su tematiche particolarmente complesse si possano istituire altre commissioni speciali”.