venerdì 18 ottobre 2013

La mia caponata.






Rosario Monteleone - Indagato Presidente Consiglio Regione Liguria.

Genova - Colpo di scena nelle indagini sulle presunte "spese pazze" in Regione Liguria. Il presidente del Consiglio Regionale, Rosario Monteleone, è stato indagato dopo il blitz della Guardia di Finanza che ha sequestrato documenti e notule relative alle spese effettuate dalla Regione negli anni 2010, 2011 e 2012.
Insieme a Monteleone risulterebbe indagato anche il consigliere regionale Marco Limoncini.
Secondo le indiscrezioni gli inquirenti lavorano su presunti movimenti sospetti di denaro con somme che sarebbero transitate anche su conti correnti bancari "personali" intestati a collaboratori.
Uno dei casi sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti riguarda addirittura la segretaria del presidente Monteleone.
La magistratura indada su bilanci e spese di amministrazione relative agli uffici di Presidenza e della Vice presidenza.
L'indagine è coordinata dal pm Francesco Pinto e non sono eslusi altri clamorosi colpi di scena.

Chi è Rosario Monteleone, presidente dell'Assemblea in Liguria.
Presidente dell'Assemblea regionale in Liguria (dal 29/03/2010 ), segretario regionale dell'Udc, Rosario Monteleone è uno dei grandi elettori chiamati ad eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. In precedenza, Monteleone è stato vice presidente dell'Assemblea in Liguria, dal 2005 al 2010. Prima ancora, dal 2000, ha ricoperto il ruolo di assessore con deleghe al Patrimonio e Politiche abitative, demanio, igiene e artigianato per il comune di Genova.Sposato, con due figli, è nato a Careri (Rc) il 19 aprile 1958. Lavora per una multinazionale del settore trasporti. A giugno 2012 Giorgio Napolitano lo ha nominato cavaliere. Nella quinta votazione per il Quirinale su di lui sono confluiti 15 voti.

Nominato Cavaliere politico Udc vicino al boss della ‘ndrangheta in Liguria. - Chiara Pracchi

Due giugno, festa della Repubblica, è il giorno in cui vengono nominati i cavalieri della Repubblica. E fra i nominati oggi da Giorgio Napolitano figura anche Rosario Monteleone, presidente del Consiglio regionale della Liguria. Ma Monteleone, politico dell’Udc con una parentesi nella Margherita, compare nelle indagini che hanno portato all’inchiesta ‘Maglio’ e in alcuni passi dell’indagine ‘Crimine’, come ha denunciato oggi la Casa della Legalità di Genova. Monteleone non è indagato ma dagli atti emergerebbe una sua vicinanza con Mimmo Gangemi, il fruttivendolo di San Fruttuoso accusato di essere il capo della ‘ndrangheta in Liguria, a cui sarebbe ricorso più volte per ottenere appoggio elettorale.
Nell’inchiesta ‘Crimine’, nel mezzo della lotta che oppone Gangemi a Domenico Belcastro per le candidature da sostenere, Belcastro si lamenta con Giuseppe Commisso perché Gangemi vorrebbe sponsorizzare “un finanziere, uno sbirro. Cinque anni fa ha detto che lui che è sbirro questo qua, che è un infame, adesso ha voluto appoggiare a Monteleone, lui lo potete appoggiare. Uno vale l’altro, appoggiamo a Monteleone”. La ragione di questa scelta, spiega ancora Belcastro, risiede nel fatto che il politico avrebbe promesso un posto di lavoro al genero di Gangemi. Ma l’intercettazione rivela anche che i rapporti fra Monteleone e la consorteria non sono sempre stati pacifici e lineari.
In particolare, dalle indagini che hanno portato all’operazione Maglio (ma che non sono confluite nell’Ordinanza di misure cautelari) emerge che Monteleone si sarebbe servito dell’appoggio del clan già nelle elezioni del 2005. Una volta eletto, però, non avrebbe mantenuto i patti convenuti, provocando così una rottura con il sodalizio che, in spregio, lo avrebbe soprannominato “il lardone”. “Allora lo facciamo sto armistizio, la facciamo sta spaghettata?”, propone ancora Monteleone all’alba delle elezioni del 2010, in un tentativo di ricucire i rapporti con il clan. L’intercettazione è riportata in un rapporto del Ros in cui si evidenzia “come gli amministratori locali (alcuni di origine calabrese) ben conoscessero i caratteri organizzativi della struttura ‘ndranghetistica, rivolgendosi a personaggi inseriti nel locale del capoluogo di Regione, per far giungere richieste di appoggio elettorale alle strutture periferiche”.

Privatizzazioni: Letta al Washington Post, venderemo il 4,9% di Terna. - Andrea Bassi

Letta Terna vendita
Il governo sarebbe pronto a vendere il 4,9% di Terna. Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, lo ha anticipato in un'intervista al Washington Post, che però ha riportato una percentuale sbagliata (il 49%, mentre la Cdp possiede solo il 29% della società della rete elettrica). La vendita sarebbe "one shot". Dunque la partecipazione pubblica tramite Cassa si fermerebbe al 24%, in modo da mantenere la presa su una società considerata strategica (la rete elettrica è tra quelle sulle quali sono riconosciuti i poteri di golden power).
Il punto è anche un altro. Con la vendita del pacchetto del 5% di Terna e con lo Stato al 24% della società della rete, si romperebbe ufficialmente il tabù del 30%. La vecchia soglia dell'Opa considerata anche come limite minimo per poter esercitare il controllo sulle società pubbliche controllate dal Tesoro. L'operazione Terna, dunque, potrebbe aprire a repliche anche su Enel, Eni e Finmeccanica, dove lo Stato possiede quote ancora superiori al 30%.
Tra le società indicate da Letta che saranno inserite nel piano di privatizzazioni c'è anche Fincantieri, altra società partecipata dalla Cassa Depositi e Prestiti tramite Fintecna. Stamattina, l'amministratore delegato della società cantieristica, Giuseppe Bono, si è mostrato freddo sull'ipotesi. Per la quotazione di Fincantieri, ha detto, "sono pronto da 7-8 anni". Secondo Bono, quando Letta parla di privatizzazione pensa alla quotazione dell'azienda: "non credo - ha spiegato l'a.d. di Fincantieri - che pensi di venderla, credo che pensi di quotarla tenendo una quota che consenta al governo di mantenere il controllo". In ogni caso, Bono dice no a qualunque ipotesi di vendita di una quota del capitale ad altri player internazionali: "non abbiamo bisogno di partner, noi vogliamo comandare a casa nostra".
Si stanno svendendo tutti i nostri gioielli di famiglia dopo, naturalmente, averli spolpati.

Caponata di melanzane: la ricetta siciliana.


Piatto tipicamente siciliano, la caponata è molto gettonata soprattutto nei mesi estivi, quando lamelanzana è di stagione. Gli ingredienti sono facilmente reperibili e sono tutti vegetali. Il piatto può essere consumato anche freddo, lasciato insaporire per qualche ora.
L'ingrediente numero uno è la melanzana, ma non una qualunque. La regina di questo piatto è laVioletta lunga palermitana, quella caratterizzata dalla forma allungata. Perché questa varietà? Essendo più soda rimane integra anche dopo la 'doppia' cottura. Ed ecco come prepararla:

Ingredienti

  • 1 kg di melanzane della varietà “ Violetta lunga palermitana
  • 500 grammi di sedano (vanno usati solo i gambi, le foglie solo per guarnire)
  • 2 cipolle
  • 150-200 gr. Di olive verdi già snocciolate
  • Un pugno di capperi dissalati
  • Un cucchiaio di pinoli
  • Salsa di pomodoro, qb
  • 50-70 gr di zucchero di canna
  • Mezzo bicchiere di aceto nero
  • Basilico
  • Olio extravergine d'oliva

Preparazione

Tagliare le melanzane a dadini, metterle sotto sale per circa un'ora e poi sciacquarle con acqua fresca e dopo averle asciugate o sgocciolate, friggerle. Non cuocetele del tutto, ma fatele soltanto dorare, fino a metà cottura.
Nel frattempo lavare il sedano privandolo delle foglie e tagliare il gambo a pezzetti (circa un cm). Farlo bollire fino a farlo ammorbidire. Fare poi un soffritto di cipolla abbondante, tagliata finemente aggiungendo la salsa di pomodoro, le olive, il sedano già bollito e i capperi. Infine aggiungere le melenzane e continuare a cuocere facendo in modo che il sugo le copra almeno in parte.
caponata1
A cottura ultimata occorre fare l'agrodolce. Nulla di più semplice. Alle melanzane già pronte va aggiunto l'aceto e subito dopo lo zucchero. Il tutto va lasciato cuocere a fuoco moderato per qualche minuto. Meglio lasciarla riposare qualche ora. Una volta che la caponata si è raffreddata, guarnite con le foglie di sedano messe da parte e col basilico.