giovedì 7 novembre 2013

Processo Trattativa, il pentito: “L’omicidio Dalla Chiesa fatto da Craxi e Andreotti”. - Giuseppe Pipitone

Trattativa Stato - Mafia


È un fiume in piena Francesco Onorato, collaboratore di giustizia e oggi testimone nell'aula bunker del carcere Ucciardone. Parla di Claudio Martelli e dell'omicidio Lima: "Trattativa? Ma quale Trattativa? Io ho visto solo la convivenza tra politica, Stato e mafia”.

L’omicidio di Carlo Alberto Dalla Chiesa? “Lo hanno fatto i signori Craxi e Andreotti, che si sentivano il fiato addosso”. Claudio Martelli? “Cosa Nostra lo finanziò con 200 milioni per farlo diventare Guardasigilli”.Salvo Lima? “Il primo nome nella lista dei politici da eliminare, insieme a Giulio Andreotti, Calogero Mannino e Carlo Vizzini”. Il gruppo di fuoco della commissione di Cosa Nostra? “Farne parte era come giocare nella Nazionale di calcio”.
È un fiume in piena Francesco Onorato, collaboratore di giustizia e oggi testimone del processo sulla Trattativa tra pezzi dello Stato e Cosa Nostra, in corso a Palermo all’aula bunker del carcere Ucciardone. Il boss aveva cercato di rinviare la sua testimonianza “perché – ha spiegato – non mi sento pronto moralmente e psicologicamente. A causa di un infortunio a mia moglie”. Pochi attimi dopo, però, ci ha ripensato aprendo a giudici e avvocati il libro dei ricordi tra morti ammazzati e rapporti a cavallo tra mafia e istituzioni. Una trentina di omicidi sul groppone, un passato da killer micidiale agli ordini di Saro Riccobono prima, e di Totò Riina poi, Onorato ha spiegato che “fare parte del gruppo di fuoco della Commissione di Cosa nostra era come fare parte della Nazionale di calcio: ci entravano persone con capacità particolari”.
Il 12 marzo del 1992 è suo l’indice che a Mondello preme il grilletto in via Danae: nel mirino c’è la chioma bianca dell’europarlamentare democristiano Salvo Lima, primo politico da eliminare dopo le promesse fatte a Cosa Nostra, e poi non mantenute, sull’annullamento delle sentenze del Maxi processo, divenuto definitivo poche settimane prima. “Non ho fatto l’omicidio Lima perché era nel mio territorio – ha raccontato il pentito collegato in videoconferenza – ma era fuori dal mio territorio, dovevo partecipare anche all’attentato poi fallito del commissario di Polizia Rino Germanà, ma poi ci andò Leoluca Bagarella”.
L’omicidio di Salvo Lima è il primo atto di guerra che Riina rivolge allo Stato, primo pezzo della lunga catena che poi porterà le istituzioni a trattare con la piovra. “I primi politici da eliminare – ha raccontato Onorato – erano Salvo Lima e Giulio Andreotti. Ma c’erano anche Calogero Mannino, Vizzini, i cugini Salvo, Claudio Martelli, Ferruzzi e Gardini”. Secondo il collaboratore di giustizia lo stesso Martelli in passato avrebbe avuto contatti con le cosche. “Io da reggente della famiglia di Partanna Mondello, tra il 1987 e il 1988 presi 200 milioni per finanziare Claudio Martelli perché si diceva che faceva uscire i mafiosi dal carcere: l’abbiamo fatto diventare ministro della Giustizia”. Ed è proprio sui rapporti tra Cosa Nostra e lo Stato in tempi di stragi che Onorato ha concentrato la sua testimonianza. “Perché Riina accusa sempre lo Stato? – ha spiegato il collaboratore – Perché è l’unico che sta pagando il conto, mentre lo Stato non sta pagando niente, per questo motivo Riina tira in ballo sempre lo Stato. Ha ragione ad accusare lo Stato, da Violante ad altri. È lo Stato che manovra, prima ci hanno fatto ammazzare Dalla Chiesa i signori Craxi e Andreotti che si sentivano il fiato addosso. Perché Dalla Chiesa non dava fastidio a Cosa Nostra Poi nel momento in cui l’opinione pubblica è scesa in piazza i politici si sono andati a nascondere. Per questo Riina ha ragione ad accusare lo Stato”. Paradigmatica anche la considerazione che l’ex killer dei corleonesi ha fatto sull’oggetto principale del processo. “Trattativa? Ma quale Trattativa? Io ho visto solo la convivenza tra politica, Stato e mafia”.

Salvia: non l’avete in casa? Ecco cosa vi perdete!

Nei tempi in cui l’erboristeria e la magia bianca erano divise solo da un sottile filo e chi praticava l’una conosceva anche l’altra e viceversa, le streghe a cui era richiesto di conoscere il futuro, o quelle che volevano maggior certezza riguardo al proprio, si rivolgevano alla salvia e durante la notte la depositavano sotto il cuscino.
Si credeva infatti che custodendola sotto il guanciale sarebbero giunti sogni premonitori e le fanciulle avrebbero anche potuto conoscere, in sogno, il nome del futuro marito, inoltre, sempre secondo la magia erboristica, poteva essere usata, con ottimi risultati per allontanare qualsiasi tipo di entità maligna  e per proteggersi.

Quest’aromatica dai mille nomi (salvia degli uccelli, erba sacra, tè di Grecia, erba salvia,  sàlevia) era una delle erbe pi usate in magia, o forse lo è ancora, ed è una delle erbe, ad oggi, maggiormente usate sia in cucina che in erboristeria.
Questa regina delle erbe ha infatti moltissime doti fitoterapiche oltre ad essere comunemente usata tra i principi attivi attivi dei deodoranti, è anche un’ottimo disinfettante ed essendo antispasmodica può essere usata, in infuso, contro i dolori mestruali.  E’ un tonico del sistema nervoso e di digestivo, la dose media da usare va da 1 a 15 mg al giorno ( è importante non superare le dosi massime giornaliere, perché può essere tossica se se ne abusa), si usano le foglie sia per gli infusi, sia nei macerati e possono essere masticate per rinfrescare l’alito e pulire i denti. 
La salvia fiorisce da primavera fino all’estate e le foglie si possono raccogliere nel periodo che va da aprile a luglio e si usano fresche per l’infuso, invece, nel caso in cui volessimo conservarle allora sarà opportuno farle essiccare e poi conservarle ermeticamente.
Può essere coltivata in vaso, non è tra le più facili, ma ha una buona durata se tenuta con cura, non teme il gelo, ma teme l’umidità eccessiva, è importante che sia esposta alla luce e ben arieggiata, preferisci terreni neutri o calcarei e sabbiosi.
Dunque, buoni sogni premonitori a tutte e tutti. [Fonte: salispeziati.it]
Ingredienti:320 g di fusilli, 50 g di pinoli, 60 g di margarina bio o burro bio, 2 rametti di salvia, 50 g di grana grattugiato(non indispensabili), sale, pepe.
Preparazione: fate cuocere i fusilli in abbondante acqua salata bollente. Pulite la salvia con carta assorbente da cucina, quindi sfogliatela.In padella fate sciogliere il burro e rosolate i pinoli e la salvia. Bagnate con poca acqua di cottura della pasta. Scolate i fusilli e conditeli salvia e pinoli. Profumate con il pepe, cospargete di formaggio grattugiato e servite.