venerdì 7 novembre 2014

Trattare per vincere: la svolta dei cinquestelle. - Luca De Carolis


IL MOVIMENTO CAMBIA E INCASSA: “HA PREVALSO IL NOSTRO METODO”. GRILLO: “ABBIAMO SBLOCCATO IL PARLAMENTO”. L’IRA DEL NCD.

Tutti a braccia alzate. 
Perfino Grillo, sempre contrario alle trattative: “Il M5S sblocca il Parlamento, il patto del Nazareno affonda”. 
Vietato e pure improprio parlare di asse con il Pd. 
Ma la novità politica è ugualmente rumorosa: i Cinque Stelle trattano (alla luce del sole), ricorrono perfino a un po’ di strategia parlamentare. 
E incassano, subito. 
Riescono a far eleggere al Csm il proprio nome, Alessio Zaccaria, votando in cambio per la Consulta Silvana Sciarra, candidata “renziana” eppure potabile per i loro criteri. 
Per di più fanno impazzire un pezzo di maggioranza, con il Nuovo Centrodestra che si sente scavalcato, relegato in un angolo. 
Si arriva alla scena madre, con il capogruppo di Ncd Nunzia De Girolamo che alla Camera affronta Maria Elena Boschi: “Mi devi spiegare se questa maggioranza esiste ancora o se ne state facendo un’altra coi 5Stelle...”. 
Uno sfogo davanti a testimoni (la responsabile Sud del Pd Stefania Covello) che è pure l’altra faccia di un successo del Movimento, il primo da tempo immemorabile. 
“Ha vinto il metodo a 5Stelle, dalla rete alle istituzioni” rivendicano i grillini. 
Ha vinto anche perché è passata la linea dei moderati e di tanti dissidenti: basta con l’arroccamento sui propri nomi e la chiusura ai partiti “impuri”.   
MARTEDÌ IN ASSEMBLEA CONGIUNTA i parlamentari hanno votato all’unanimità la Sciarra. 
Sul blog di Grillo, gli iscritti hanno confermato il sì a stragrande maggioranza (l’88 per cento dei votanti). 
E in aula ieri l’accordo ha retto. 
Una svolta. 
Perché i 5Stelle hanno sostenuto un candidato non loro. E perché hanno dimostrato di saper sfruttare le divisioni nella maggioranza. 
“Era ora” esulta Tancredi Turco, voce critica. 
“Sei mesi fa un candidato non nostro non sarebbe mai passato in assemblea” ammette fuori taccuino un parlamentare di peso. 
Qualcosa è cambiato. 
Tanti nel Movimento hanno capito (o accettato) che in Parlamento bisogna giocare anche di tattica, pena la condanna alla marginalità. 
E allora, cambio di passo. 
Non solo sulla Consulta. 
C’è chi ricorda la mozione di sfiducia ad Alfano presentata con Sel. 
Colpisce l’ira di Maurizio Sacconi (Ncd) di fronte al voto contrario di M5S e Pd agli emendamenti al testo sulla responsabilità civile dei magistrati, in Senato. “Un fatto che mette in discussione la maggioranza” tuonava ieri Sacconi: dimessosi per qualche ora da capogruppo, salvo poi fare marcia indietro dopo telefonata con Renzi. 
Quindi, la De Girolamo: infuriata perché una mozione unitaria sul Sud sarebbe stata riscritta da alcuni deputati M5S. Ma lo snodo rimane l’accordo su Corte costituzionale e Csm. 
Il tessitore per i 5Stelle è stato il deputato Danilo Toninelli. 
Sostiene: “Con il voto in congiunta abbiamo dato un segnale di compattezza e maturità politica, deciso con la massima condivisione”. Ergo, con il consenso di Casaleggio e Grillo. Rivendica: “Abbiamo costretto il Pd a seguire il nostro metodo, quello della trasparenza e del merito”. E la legge elettorale? Toninelli non chiude a nuovi incontri, dopo gli streaming finiti male: “Finora segnali non sono arrivati ma noi siamo qui: l’importante è seguire lo stesso metodo”. A margine, il senatore Vito Petrocelli: “Noi abbiamo fatto un passo in avanti, ma la novità principale arriva dal Pd: domenica il capogruppo Zanda mi ha ufficializzato il nome della Sciarra, non era mai successo. L’avessero fatto anche quando dovevamo eleggere il presidente della Repubblica...”. Un altro senatore, Maurizio Buccarella: “Noi votiamo sempre ciò che è meglio per il Paese. Ma oggi abbiamo dimostrato che non siamo solo quelli dei no”. 

Luca De Carolis FQ 7 novembre 2014

Nessun commento:

Posta un commento