sabato 11 gennaio 2014

Violenza sul web: altro che internet, gli insulti arrivano dal cellulare del Ministro. - Guido Scorza


“Sei una merda…Esiste Dio e con te non sarà clemente”. Non è una delle tante ignobili frasi apparse tra i commenti dei giornali online o sulle pagine di Facebook all’indomani del ricovero di PierLuigi Bersani in ospedale, né di quelle altrettanto ignobili che hanno affollato il profilo Facebook di Caterina, la studentessa di veterinaria che aveva difeso la vivisezione come strada capace salvare la vita e lei ed a tanti altri malati.
La frase in questione l’ha scritta un Ministro della Repubblica, Nunzia De Girolamo e l’ha inviata a Clemente Mastella, euro-deputato, via sms, magari attraverso un cellulare di Stato, pagato con i soldi nostri.
Nei giorni scorsi, davanti all’episodio degli auguri di morte rivolti alla giovane studentessa di veterinaria prima e a Commenti (396) poi, in molti – commentatori e politici – si sono fatti promotori del solito dibattito sulla violenza e sull’odio verbale che impazza sul web e sull’esigenza di intervenire per frenare il rischio di sicure derive.
“E’ colpa dell’anonimato online”, ha sentenziato, come sistematicamente accade, qualcuno, ignorando che difficilmente negli episodi di violenza verbale sul web c’è un effettivo problema di identificazione dell’autore della minaccia o dell’augurio di morte.
“La colpa è della diffusa impunità per ciò che accade sul web”, ha scritto qualcun altro, ignorando – o fingendo di ignorare – che online si applicano, per i reati di opinione, le stesse leggi che si applicano a quanto accade nelle strade, allo stadio, sui giornali o in TV.
La frase – a sua volta maleducata e greve – digitata dal Ministro De Girolamo sul suo telefonino e trasmessa all’On. Clemente Mastella, costituisce, probabilmente l’ennesima, ulteriore conferma, peraltro non necessaria, che è davvero inutile e fuorviante continuare a prendersela con Internet se online, ciclicamente, si registrano episodi di grave imbecillità e maleducazione verbale.
E’ evidente che siamo davanti ad un fenomeno solo ed esclusivamente culturale nell’ambito del quale il “luogo” – fisico o virtuale che sia – nel quale si dà sfogo a certe pulsioni animali è, purtroppo, un fattore secondario.
Se un Ministro della Repubblica trova “normale” augurare, via sms, la morte – o altro genere di divina sofferenza – ad un suo collega parlamentare, “solo” perché questo ha fatto notare che, in passato, per uno scandalo simile a quello che oggi la coinvolge, a lui ed alla moglie, è toccato ben più severo destino politico e giudiziario, non ci si può poi stupire se qualcuno – perché imbecille, fanatico o magari disperato dalla perdita del lavoro – decide di indirizzare analogo augurio ad un leader di partito o ad una giovane studentessa che la pensa in modo diverso sulla vivisezione animale.
Non si tratta di giustificare gli insulti e la violenza sul web perché non sono giustificabili ma solo di ricondurre le cose al loro ordine naturale: se sul web c’è anche violenza e maleducazione è perché, purtroppo, anche di violenza e maleducazione è intrisa la nostra società sino ad arrivare ai vertici delle nostre Istituzioni.
Chi lamenta la diffusa impunità sul web, dovrebbe trovare più sorprendente l’impunità di un Ministro della Repubblica che augura ad un Onorevole la morte via sms che quella di un branco di imbecilli che fa altrettanto sulle pagine di giornali e socialnetwork online.
Chi rappresenta le Istituzioni repubblicane e chi ci governa ha, tra gli altri, il difficile compito di dare il buon esempio.  

Confindustria, -10,5% prestiti da 2011, calo 1% in 2014.

Conti e stime del Centro studi Confindustria, ripresa attesa nel 2015: - 10,5% prestiti da 2011.

ROMA - In Italia la caduta dei prestiti bancari alle imprese è stata finora del 10,5% dal picco del settembre 2011, pari a un calo di 96 miliardi. Lo sottolinea il Centro studi di Confindustria stimando per il 2014 un ulteriore calo dell'1% (-8 miliardi). Nel 2015, invece, si registrerà un aumento del 2,8% (+22 miliardi).
Il calo dei prestiti, spiega il Csc in una nota, ''è partito dal lato dell'offerta e perciò le previsioni si basano sull'evoluzione nei bilanci bancari del rischio di credito (oggi ai massimi), della capacità di generare utili (ai minimi), dei ratio di capitale e della raccolta''. Affinché l'inversione di tendenza si verifichi - spiega il Centro studi - ''è cruciale che la valutazione e i test effettuati dalla BCE confermino la solidità dei bilanci bancari così da infondere fiducia negli istituti italiani da parte degli investitori e da abbassare la loro avversione al rischio.
Se l'approfondita analisi della BCE non sortisse questi esiti positivi, si potrebbe materializzare uno scenario avverso, nel quale i prestiti scenderebbero del 4,9% nel 2014 (-40 miliardi) e dell'1,3% nel 2015 (-10 miliardi)''. I prestiti delle banche alle imprese, scrive il Csc, sono già diminuiti più del Pil nominale nel 2012-2013; il rapporto prestiti/PIL si è ridotto rapidamente e potrebbe scendere ancora. Il grado di indebitamento bancario delle imprese è lontano dal picco. ''In ogni caso - si legge nella nota - l'andamento dei prestiti bancari nel 2014-15 non potrà soddisfare pienamente il fabbisogno finanziario creato dal miglioramento della domanda e dell'attività economica e ciò rende urgente lo sviluppo dei canali di finanziamento non bancari''.
Se analisi della BCE sui bilanci bancari non sortisse esiti positivi, si potrebbe materializzare uno ''scenario avverso'', nel quale i prestiti alle imprese scenderebbero nel 2014 del 4,9% nel 2014 (-40 miliardi) e dell'1,3% nel 2015 (-10 miliardi). Lo rileva il Centro studi Confindustria.